Amianto, vittoria storica per un ex operaio siracusano: la Corte d’Appello condanna l’Inps

La Corte d’Appello di Catania, in sede di rinvio dalla Corte di Cassazione, ha condannato l’Inps a riconoscere i benefici contributivi per il prepensionamento da esposizione all’amianto ad un ex operaio del polo industriale siracusano. Si tratta di Salvatore Patania, per anni a lavoro nello stabilimento Enichem di Priolo Gargallo.
La decisione dei giudici accoglie le tesi dell’avvocato Ezio Bonanni, legale del lavoratore e presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, che aveva già ottenuto l’annullamento della precedente sentenza della stessa Corte d’Appello, e segna un passaggio fondamentale nella giurisprudenza in materia di esposizione professionale all’amianto, stabilendo che il periodo di rischio deve essere determinato in base alle effettive condizioni di lavoro e alla data delle bonifiche nei siti contaminati.
Patania ha lavorato per oltre quindici anni come operaio montatore in un contesto industriale che sarebbe stato fortemente caratterizzato dalla presenza di amianto. Solo dopo il pensionamento e la diagnosi di nodulità polmonare ha scoperto di essere stato esposto alla “fibra killer”.
Il ricorso del lavoratore era stato respinto in primo grado che in appello, finché l’avvocato Bonanni non ha portato il caso in Cassazione. Qui è stata riconosciuta la validità delle prove documentali che ha portato a ribaltare le due decisioni, affermando un principio fondamentale: “Il termine ultimo di esposizione all’amianto non può essere determinato in base all’entrata in vigore della legge 257/1992, ma deve tener conto delle effettive condizioni di lavoro e delle bonifiche realmente eseguite”. La Suprema Corte ha quindi annullato le sentenze precedenti disponendo un nuovo giudizio, poi conclusosi con la condanna dell’Inps.
La Corte d’Appello di Catania ha riformato le precedenti sentenze, riconoscendo a Patania l’aumento della pensione in media di 400 euro mensili, con gli arretrati degli ultimi 5 anni che ammontano a 25mila euro circa; il diritto alla rivalutazione contributiva; il pagamento delle spese di tutti i gradi di giudizio, per un totale di oltre 17mila euro; il rimborso delle spese generali e di quelle della consulenza tecnica d’ufficio (CTU) del primo grado. “La Corte ha riaffermato un principio essenziale: la tutela del lavoratore non può essere sacrificata dietro formalismi o cavilli. Contano le reali condizioni di rischio, non le date sulle carte”, commenta Bonanni.
“Dopo anni di ingiustizie, questa è una vittoria storica”, esulta Patania. “L’Inps si è accanita contro un lavoratore malato, ma ora la verità è stata riconosciuta. Invito i miei ex colleghi a non arrendersi: la nostra voce deve continuare a farsi sentire”.
L’ONA prosegue il proprio impegno per il prepensionamento dei lavoratori del Polo Petrolchimico Enichem di Priolo-Melilli-Augusta. L’associazione offre assistenza gratuita tramite il sito www.osservatorioamianto.it o il numero verde 800 034 294.