Ascensore villetta Aretusa, il no di Italia Nostra: “Inutile e dannoso”
Italia Nostra Siracusa esprime la propria ferma contrarietà al progetto di realizzazione di un ascensore pedonale che colleghi il passeggio Adorno alla villetta Aretusa, nel cuore di Ortigia.
La villetta, definita affettuosamente “un grazioso fazzoletto di verde storico”, rappresenta uno dei pochi angoli verdi rimasti nel centro storico siracusano, un bene paesaggistico e ambientale che l’associazione ritiene debba essere tutelato da interventi invasivi e inutili.
Secondo Italia Nostra, infatti, il percorso che conduce alla villetta è già di per sé breve, panoramico e agevole, grazie al suggestivo tragitto che costeggia la Fonte Aretusa. L’ascensore, oltre a rappresentare una spesa ingente, non risponderebbe quindi ad una reale esigenza, risultando una “soluzione costosa e ad alto impatto a un problema inesistente”.
Più preoccupante ancora, per l’associazione, è la possibile conseguenza sull’ambiente: l’installazione potrebbe infatti comportare l’abbattimento o lo sfoltimento dei secolari ficus presenti. Anche per questo, p’associazione chiede con forza chiarimenti alla Soprintendenza.
Il tema degli ascensori riguarda anche la Latomia dei Cappuccini, altro luogo di grande valore archeologico e paesaggistico che Italia Nostra ha gestito per dieci anni (2004-2014). L’associazione ricorda che, oltre alla scalinata d’accesso, l’intero sito presenta dislivelli e caratteristiche naturali che mal si prestano a un intervento meccanico invasivo. “La Latomia non è più una cava – si legge nella nota – ma un monumento per sottrazione, unico al mondo, da preservare nella sua integrità”.
Italia Nostra invita quindi a valutare con estrema attenzione la sostenibilità di ogni proposta, ribadendo che il rapporto tra guasti e benefici in contesti fragili come la Villetta e la Latomia è fortemente sbilanciato verso i primi. A questo si aggiungono dubbi sulla futura gestione e manutenzione degli impianti, che rischiano di diventare cattedrali nel deserto, come già accaduto con l’ascensore della Rocca di Sutera: costato due milioni di euro nel 2012, mai entrato in funzione e oggi in stato di degrado.
L’appello finale dell’associazione è chiaro: che il principio della compatibilità con la fragilità dei luoghi, “diventi davvero il criterio guida per ogni scelta urbanistica e paesaggistica”.