Augusta. Consiglio comunale delle polemiche: c'è chi chiede l'intervento della Digos ma intanto la Tari è ribassata dell'11%

Dopo i nervi tesi delle ultime sedute, c’è anche chi invoca la presenza delle forze dell’ordine a seguire i lavori del Consiglio comunale di Augusta. Accuse, ripicche e insulti rimbalzati via social network dopo lo scontro – quasi fisico – che ha visto contrapposti consiglieri della maggioranza pentastellata e opposizione. Battaglia scattata sul provvedimento che rivede al ribasso l’aliquota Tari, provvedimento illegittimo nella forma secondo gli esponenti della minoranza che pur guardano con favore ad un provvedimento a favore dei cittadini, con la dovuta copertura finanziaria. “Ci hanno portato in aula e solo a tarda serata una proposta riveduta e corretta con pochi documenti di appoggio e pareri non completi. Non siamo stati messi nella condizione di studiare e capire. Probabilmente l’amministrazione più avanti sarà chiamata a rivedere questa Tari”, il parere di Giuseppe Di Mare che – insieme ai colleghi di opposizione – ha abbandonato polemicamente l’aula.
Nel vortice della polemica toccata anche la presidenza dell’assise, rea di non aver concesso la parola al consigliere Angelo Pasqua. Ma sono le parole grosse pronunciate a distanza troppo ravvicinata a Giuseppe Schermi che hanno fatto salire la tensione.
Mentre Di Mare anticipa la volontà di rivolgersi al prefetto di Siracusa a tutela della democrazia, il deputato regionale Enzo Vinciullo chiede con una nota stampa l’intervento durante il Consiglio Comunale delle forze dell’ordine oltre all’acquisizione dei filmati di quello accade durante l’assise. “Non sia consentito a nessuno di assumere comportamenti e atteggiamenti intimidatori e vessatori nei confronti della controparte politica”.
Nessuna presa di posizione ufficiale da parte del sindaco, Cettina Di Pietro. “I cittadini pagheranno una Tari ribassata dell’11% grazie alla modifica del regolamento sui rifiuti”. E forse, in effetti, questa è la notizia che più interessa gli augustani.