Augusta. Il porto scippato, spuntano le carte: "Crocetta la mente dell'operazione"

Sofia Amoddio rinnova il suo atto d’accusa: lo scippo dell’Autorità Portuale di Sistema finita a Catania è avvenuto con la responsabilità del presidente Crocetta. “Già nel settembre 2016, in un documento ufficiale protocollato presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e facilmente rintracciabile sul sito del Ministero, Crocetta richiamava il dettato normativo di cui al comma 3 dell’art. 7 del D.lgs 4 agosto 2016 che consente, su richiesta motivata del presidente della Regione, di individuare, quale sede della istituenda AdSP in alternativa del porto Core, quella già sede di una AP soppressa e aderente alla medesima autorità di sistema”. Un passaggio che la Amoddio traduce subito dal burocratese: “più semplicemente, Crocetta chiedeva espressamente e con richiesta motivata, che l’autorità di Sistema Portuale venisse affidata a Catania a discapito di Augusta. E nel documento, Protocollo N. 15404 del 16 settembre 2016, Crocetta afferma che il vero Porto Core, per caratteristiche e storia, sarebbe quello etneo, rivendicando la centralità di Catania nei confronti di Augusta e su queste basi richiedendo formalmente che il Ministero individuasse quale sede dell’Autorità di Sistema Portuale del mare di Sicilia orientale, l’autorità portuale di Catania”.
Fuma rabbia il sindaco di Augusta, Cettina Di Pietro, che invita Crocetta “a farsi da parte una volta per tutte. Ha mentito spudoratamente. Il comunicato del Ministero delle Infrastrutture ha chiarito ciò che ho avevo già dichiarato: la Regione Sicilia, con atto firmato dallo stesso Crocetta, chiede che il Porto di Catania sia sede dell’Autorità di sistema portuale. Il Presidente Crocetta, e chi lo difende e sostiene, hanno dimostrato una volta di più che i giochi politici hanno più valore delle leggi”, dice ancora.
Da Siracusa fa sentire la sua voce anche il sindaco Giancarlo Garozzo. “Il ministro Delrio mi ha confermato il suo convincimento sul fatto che la sede debba coincidere con il ‘porto core’ quindi con Augusta, così individuato a livello europeo in quanto di gran lunga superiore a Catania per infrastrutture e traffico merci, salvo diverse indicazioni che sono arrivate dalla Regione e alle quali per legge ha dovuto attenersi. Dunque, uno scippo vero e proprio messo in atto ai danni della nostro territorio a dispetto delle norme generali e le cui responsabilità sono ben individuabili. Positivo è il fatto che l’individuazione della sede dell’Autorità coincide con la ripresa degli investimenti, dei quali Augusta beneficerà in misura adeguata, ma resta la forzatura compiuta per fini che presto verranno alla luce e che, guarda caso, coincidono con un periodo decisamente caldo dal punto di vista elettorale. Tutte le iniziative che saranno prese per dare ad Augusta ciò che le spetta mi vedranno impegnato e troveranno il mio sostegno”. Garozzo parla di “atti di prevaricazione dettati dall’ambizione, che nulla hanno a che fare con l’interesse generale e che non ci aiutano a colmare il ritardo” rispetto al resto d’Italia. Riferimento, neanche troppo velato, ad Enzo Bianco, primo cittadino di Catania.

richiesta Regione Siciliana 12 settembre 2016