Augusta polo dell’eolico offshore italiano. Di Sarcina: “Attendiamo l’assegnazione delle risorse”

A che punto è la “trasformazione” del porto di Augusta in poli principale dell’eolico offshore italiano? Un decreto interministeriale di diversi mesi addietro, indicava l’area megarese – insieme a Taranto – come quella su cui concentrare cantieri per la produzione, assemblaggio e varo di piattaforme galleggianti per turbine eoliche offshore. “Confidiamo in una rapida assegnazione delle risorse previste, pari circa 50 milioni di euro, per poter iniziare ad adeguare le infrastrutture e farci trovare pronti tra due o tre anni circa, con l’obiettivo di avviare le attività dell’eolico offshore nel porto di Augusta”, risponde il presidente dell’Autorità di Sistema portuale del Mare di Sicilia orientale Francesco Di Sarcina, intervenuto ieri a Palermo all’evento Offshore Wind Revolution.
“Grazie alla pubblicazione del decreto Energie è accertato a tutti gli effetti che Augusta e Taranto sono stati individuati come porti italiani hub per lo sviluppo del comparto dell’eolico offshore. Ad Augusta – puntualizza Di Sarcina – siamo arrivati dopo un lavoro di riflessioni e approfondimenti fatti sia col governo nazionale che col governo regionale, tanto che con il presidente della Regione Renato Schifani abbiamo concordato una candidatura unitaria della Sicilia, perché Augusta si è dimostrata avere. rispetto agli porti siciliani, le attitudini e spazi maggiori per poter essere competitiva. Sul fronte dell’organizzazione delle aree, abbiamo già iniziato i confronti con gli operatori privati interessati che detengono questi spazi necessari alle attività e con i soggetti a livello nazionale interessati a vario titolo alla filiera complessiva e contiamo di definire i ruoli di ciascuno in parallelo all’adeguamento delle ultrastrutture indispensabili”.
Il presidente Di Sarcina non ha dubbi. “Augusta ha già tutte le caratteristiche che servono alla filiera logistica dell’offshore. Siamo certi che l’assegnazione di questo ruolo, che il governo ci ha riservato, stimolerà grossi player nazionali e internazionali a dialogare con noi, come del resto già stiamo notando in considerazione del fatto che siamo invitati spesso all’estero per discutere il ruolo di Augusta nel mar Mediterraneo”.
Gli investimenti previsti servono per dragaggi, profondità dei fondali, ampliamento delle banchine, piazzali, potenziamento logistico. In particolare, parte di questi fondi serviranno per il dragaggio di Punta Cugno, uno dei punti che dovrà essere adeguato per permettere movimentazioni di imbarcazioni e strutture galleggianti di grandi dimensioni.
Il settore dell’eolico offshore è considerato essenziale per raggiungere gli obiettivi di energia rinnovabile nel breve-medio termine. Godere di un hub predisposto, come Augusta, permetterebbe all’Italia di accelerare lo sviluppo dei parchi offshore. Il grande porto megarese, avendo già alcune infrastrutture e ampi spazi disponibili, abbassa i tempi di avvio rispetto ad aree che dovrebbero essere costruite quasi da zero.