Nuovo ospedale di Siracusa, bandire la gara prima dell’aggiornamento dei prezzi

Nonostante si avvicini la data del 31 dicembre ed il temibile aggiornamento del “prezzario”, il commissario straordinario per la realizzazione del nuovo ospedale di Siracusa non perde il suo ottimismo. Guido Monteforte continua a lavorare per gli espropri nell’area su cui dovrà sorgere l’attesa struttura sanitaria in modo da essere pronto per far partire le bonifiche di ordigni bellici e le richieste prospezioni archeologiche prima degli scavi. Non preoccupano inoltre eventuali osservazioni o possibili rilievi da parte dell’ente certificatore al progetto definitivo che dovrà andare a gara.
L’ultimo tassello che ancora manca davvero all’appello è quella parte di finanziamento promessa e necessaria per arrivare ai circa 370 milioni di euro che servono per l’ospedale di Siracusa. La materiale erogazione di quelle somme dipende dai Ministeri dell’Economia e della Salute, in accordo quadro con la Regione. Senza la disponibilità di tutti i soldi necessari per la costruzione dell’opera nelle casse della struttura commissariale, impossibile andare in gara d’appalto. E se le procedure non dovessero vedere la luce entro la fine dell’anno, c’è il rischio che il subentro e l’adozione dei nuovi prezziari (a gennaio 2026) possa far saltare il quadro economico faticosamente composto nel corso di questo anno. Insomma, sarebbe di nuovo tutto da rifare, o quasi. Una mazzata tremenda per le speranze dei siracusani.
Le interlocuzioni con la presidenza della Regione, frequenti, al momento invitano alla calma. “La situazione è in controllo”, ripetono da Palermo con riferimento ai contatti con i Ministeri. Ma a contare i giorni che passano, qualche brutto pensiero si affaccia. Non nell’espressione del commissario Monteforte che resta sereno. E siccome sino ad ora non ha sbagliato una mossa, non resta che affidarsi a quella sua imperturbabile serenità.




Furto in sagrestia, coppia denunciata ad Augusta. I due ripresi dalle telecamere

Denunciata per furto aggravato una giovane coppia di Augusta. I due, 27 anni lui e 21 lei, sono stati identificati dopo un furto all’interno della sagrestia della chiesa di San Francesco di Paola. Secondo quanto ricostruito, nelle fasi preparatorie della messa, si sarebbero impossessati del borsello del parroco. Il sacerdote, quando si è accorto del furto, ha chiamato la Polizia di Stato. Con l’ausilio di telecamere per la videosorveglianza, gli agenti sono riuscita ad individuare i responsabili del furto.
La coppia è già conosciuta dalle forze dell’ordine per aver commesso analoghi reati nel territorio megarese. I due ladri, essendo non residenti ad Augusta, saranno oggetto di apposita richiesta per l’emissione di un divieto di ritorno nel Comune.




Maria Latino nella segreteria provincia di Grande Sicilia

Maria Latino è stata nominata componente della segreteria provinciale di Grande Sicilia. Avrà il compito di coordinare il direttivo del movimento e sarà la responsabile della comunicazione e delle attività di segreteria. Si occuperà quindi della gestione della comunicazione interna ed esterna al partito e del raccordo tra i responsabili dei dipartimenti e la struttura provinciale.
Assessore comunale a Noto con deleghe alla Polizia Municipale, Viabilità, Verde Pubblico, Servizi Cimiteriali; la nomina di Maria Latino punta a rafforzare l’organizzazione provinciale del movimento.
“Ringrazio l’On. Giuseppe Carta, il direttivo provinciale e il gruppo cittadino con il quale vige assolta unità d’intenti, per la fiducia accordatami”, le parole di Maria Latino. “La mia adesione a Grande Sicilia nasce da un percorso di confronto e condivisione di idee e valori. Entrare in questa realtà rappresenta per me un onore oltre che una motivazione ulteriore nel mio impegno politico”.
Proprio Carta accoglie con favore la nomina di Maria Latino: “Grande Sicilia consolida ulteriormente la propria organizzazione territoriale e il coordinamento delle attività a livello provinciale”.




Hashish e bilancino di precisione, denunciato 25enne a Siracusa

Un 25enne è stato denunciato da agenti della Squadra mobile di Siracusa, nell’ambito del quotidiano contrasto al consumo ed alla vendita di sostanze stupefacenti. Con pattuglie motomontate in abiti civili, i poliziotti hanno fermato il giovane che, alla vista degli investigatori, ha tentato la fuga. Raggiunto, è stato perquisito. Controlli estesi anche alla sua abitazione. Trovato un panetto di hashish, due coltellini intrisi di droga, un bilancino di precisione e materiale usato per il confezionamento dello stupefacente.




Siracusa, provincia in mutande. “Responsabilità diffuse, poca maturità collettiva”

Quel penultimo posto tra le provincie italiane, nella classifica sulla qualità della vita del Sole 24 Ore, è un dato schiacciante per Siracusa. Per inquadrarlo bene, anzitutto, bisogna andare oltre la ricerca del colpevole facile. “Quando si precipita così in basso – dice Giampaolo Miceli di Cna Siracusa – le responsabilità ricadono in larga parte su chi governa i processi decisionali. Ma non solo. Alcuni indicatori raccontano molto anche del nostro comportamento civico”.

Il paradosso più evidente è in uno degli oltre 90 indicatori alla base dello studio. “Siamo 94esimi per partecipazione elettorale. A molti non interessa neppure andare a votare. Non si può dire ‘è sempre colpa della politica’ senza fare un minimo di autocritica collettiva. Pecchiamo di maturità”, dice Miceli. Un deficit culturale che si riflette anche nella facilità con cui il territorio si divide su ogni tema, dagli investimenti industriali ai servizi turistici. “È tutto ridotto al tifo. Questo impedisce scelte mature”.
Tra i dati più preoccupanti, quelli legati alla salute: mortalità evitabile (105° posto), mortalità per tumore (104°), speranza di vita alla nascita (106°). “Siracusa – denuncia Miceli – è fra le province più penalizzate dalle scelte della sanità pubblica nell’ultimo decennio. Quando i redditi sono bassi, come qui, curarsi diventa ancora più difficile”.
Ecco, il quadro economico è altro elemento di fragilità. Siracusa è tra le province con più pensionati, molte ore di cassa integrazione e redditi tra i più bassi del Paese. “La zona industriale, pur con tutte le sue criticità, resta l’unica che garantisce reddito ed export. Tutto il resto è ancora debole”, analizza Miceli. Il turismo rimane tra gli asset più promettenti, ma la sua forte stagionalità non garantisce stabilità ai redditi. Il patrimonio museale è ricco, ma poco valorizzato. “Abbiamo musei chiusi e siti inutilizzati: il valore non diventa reddito. E ogni volta ci dividiamo anche su questo”.
A questo si aggiunge un elemento particolarmente allarmante, la quasi totale assenza di start-up innovative. “È il segnale che manca crescita culturale d’impresa. Siamo ultimi in Italia per numero di laureati, ritratto di un territorio addormentato e che dice troppi no”. Dal rigassificatore agli investimenti privati, “il problema non è dire ‘no’ ma il dirlo senza competenza e senza un’alternativa. Se si dice no a tutto, senza visione e conoscenza dei fatti ma solo per inseguire del consenso facile, si finisce al 120° posto…”. Si rinuncia, insomma, alla responsabilità di essere alla guida – al comando – di una collettività.
Da chi o da cosa ripartire? “Dai sindaci del territorio provinciale. Non per addossare colpe – precisa – ma per assegnare responsabilità: sono il primo terminale del rapporto con i cittadini. Devono essere i primi a fare squadra sui grandi temi. E noi, come imprese e comunità, dobbiamo fare la nostra parte. Non basta dire ‘fatelo voi’. Bisogna iniziare a fare le cose insieme”.
Woody Allen, con una battuta, diceva che la maturità non si misura dall’età, ma da come reagisci quando ti ritrovi in mutande davanti a tutti. “Noi oggi siamo quella persona in mutande. Tutti ci guardano perché siamo penultimi. Ora dobbiamo reagire”.
Miceli conclude con un invito che è anche un monito. “Le classifiche non vanno subite. Sono un’occasione. Bisogna ragionare in modo maturo, individuare le priorità e lavorare insieme. Sindaci, imprese, associazioni, cittadini. Non c’è un uomo solo con la bacchetta magica che può risolvere le situazioni. C’è una comunità che deve tornare a essere adulta”.




Rilancio del commercio, Diana: “Bene gli incentivi in Borgata, ma occhio al caro affitti”

Un rilancio commerciale per tirare fuori la Borgata dalla marginalità in cui è sprofondata. Una delle due azioni allo studio del Comune di Siracusa è un programma di sgravi concessi a chi decide di avviare servizi o attività commerciali nel rione storico del capoluogo. “È la strada giusta”, commenta subito il presidente di Confcommercio Siracusa, Francesco Diana. “Tra l’altro questo è un programma che a livello nazionale Confcommercio sta mettendo in piedi con il suo progetto ‘cities’, ovvero un percorso di rigenerazione urbana di quei luoghi urbani che non sono più al centro dell’economia. L’idea degli sgravi ben si sposa con questo progetto, di cui parlerò nei prossimi giorni al sindaco di Siracusa. Lavoriamo su questi spunti, sono interessanti per la Borgata”.
L’idea è semplice: dare un taglio ai costi di avvio di un’impresa, rinunciando a tributi locali o riducendoli per un periodo di tempo determinato e coerente con le finalità della misura. Dal suolo pubblico alla Tari, alla tassa per l’insegna. “Utili sarebbero anche delle facilitazioni burocratiche”, suggerisce il presidente di Confcommercio Siracusa. “E poi c’è il discorso relativo ai proprietari degli immobili. Diversi oggi sono sfitti. Calmierare i prezzi, senza insistere con canoni da centro città e spesso fuori mercato, è un altro elemento da considerare se vogliamo davvero incentivare aperture e start up in Borgata”, osserva Diana.
Ma quali strumenti si possono mettere in campo? “Non molto più di azioni dolci come la moral suasion. Dobbiamo far capire al proprietario dell’immobile che un affitto ridotto non è una sconfitta. Le nuove aperture, i servizi rappresentano un valore aggiunto. Paradossalmente, contribuiscono ad aumentare il valore commerciale di un immobile o di una zona. Con uno schema di aumenti progressivi, si metterebbe in moto una vera azione di riqualificazione”. Certo, ci vuole pazienza e lungimiranza. Rinunciare tutti a qualcosa oggi per un affare di prospettiva e redditizio per gli anni a venire. Ma qui servirà qualcosa in più di una semplice moral suasion.
“Gli studi di Confcommercio Italia mostrano chiaramente la relazione tra la desertificazione commerciale di una zona ed il valore degli immobili presenti in quell’area. Cioè, se la città o un quartiere si desertifica commercialmente, vale a dire che chiudono e spariscono le saracinesche, anche gli immobili perdono valore”. Ecco perchè sostenere il commercio di vicinato è un’azione che – in senso lato – supporta l’intero sistema di un quartiere. In Ortigia la magia è riuscita: piano Urban. legge speciale e boom del turismo hanno trasformato il centro storico in un vero e proprio marchio territoriale. Una ricetta che, in parte, è replicabile in Borgata.




Verde pubblico, Aloschi: “Circolano cifre esagerate, dato più fondi per punteruolo rosso”

L’assessore Luciano Aloschi risponde agli appunti mossi nei giorni scorsi sull’appalto del verde pubblico. Al centro delle polemiche, il costo del servizio ed il “taglio” ad alcune attività come la potatura degli alberi. “Non risponde al vero che l’appalto di manutenzione e gestione del verde pubblico sia pari a 3,4 milioni di euro. L’importo esatto è di 1,63 milioni per due anni, come stabilito dagli atti di gara reperibili all’albo pretorio on-line del sito istituzionale del Comune di Siracusa”, precisa insieme al dirigente Emanuele Fortunato.
Il ribasso applicato del 43,87% “non ha ridotto né la qualità né le quantità del servizio previsto in progetto: le prestazioni contrattuali vengono gestite dall’Ufficio nell’ambito del rapporto contrattuale e del progetto che fu appaltato”. E’ però vero che “le somme previste per le potature sono insufficienti per far fronte alle effettive esigenze per la manutenzione del verde pubblico nell’intero territorio. La recente variazione di bilancio (altri 63.000 euro, ndr) è stata responsabilmente richiesta ed approvata dal consiglio comunale per motivi oggettivi, cioè allo scopo di integrare ed implementare le attività contrattuali alle attuali esigenze del servizio”, le parole di Aloschi.
Con quella integrazione si fronteggeranno maggiori potature e criticità fitosanitarie che hanno interessato in modo straordinario le palme (punteruolo rosso, ndr). “Si tratta di un fenomeno che, pur non essendo più qualificato come emergenza dall’Istituto Fitosanitario Regionale, continua a produrre effetti straordinari sul patrimonio arboreo cittadino. Il Capitolato Speciale d’Appalto non prevede trattamenti fitosanitari attivi come prestazioni ordinarie del servizio, ma richiama espressamente ed in più punti l’obbligo per l’appaltatore di rispettare le norme vigenti in materia fitosanitaria, di mantenere un aggiornamento costante con l’Osservatorio Regionale per le Malattie delle Piante e di adottare tutte le cautele previste dai Criteri ambienta minimi per il verde pubblico, che privilegiano metodi non chimici e consentono l’uso di fitofarmaci solo in presenza di specifici obblighi di legge”.
La normativa regionale che prevedeva la “lotta obbligatoria” al punteruolo rosso è stata recentemente abrogata, il parassita è tuttora presente e diffuso sul territorio. “L’intensità del fenomeno registrato sulle palme ha determinato un fabbisogno straordinario rispetto a quanto previsto dal computo metrico e richiede pertanto un’integrazione di risorse finalizzata a garantire interventi aggiuntivi, tempestività e sicurezza nelle aree maggiormente esposte. Di fronte a un quadro straordinario, l’amministrazione ha privilegiato la strada della responsabilità istituzionale: intervenire con tempestività, garantire la sicurezza delle aree pubbliche e preservare il decoro urbano della città. Una scelta orientata alla tutela dei cittadini e alla continuità del servizio”.

In definitiva, le somme integrate rispondono a esigenze sopravvenute che non rientrano nel quadro ordinario del servizio. Parliamo di interventi necessari, proporzionati e pienamente coerenti con il perimetro contrattuale, adottati a tutela della sicurezza pubblica e del patrimonio verde. Ogni diversa interpretazione non trova fondamento negli atti amministrativi.

Continueremo a operare con trasparenza, serietà e senso istituzionale, perché il verde pubblico non è materia di contrapposizione ma un servizio essenziale per la città che merita rispetto e una gestione responsabile.

Il Dirigente
F.to Ing. Emanuele Fortunato
L’Assessore
F.to Luciano Aloschi




Armi e droga per centomila euro in casa, arrestato dalla Polizia un 36enne

Nei giorni scorsi, la Polizia di Stato ha arrestato un uomo di 36 anni per spaccio e detenzione di una pistola con matricola abrasa e di un revolver privo di matricola. Dopo una perquisizione domiciliare, operata dagli investigatori della Squadra Mobile, gli agenti hanno rinvenuto e sequestrato, all’interno di una cassaforte nascosta sotto il letto, le armi con munizionamento calibro 7,65 mm e cal. 6,35 mm.
All’interno della cassaforte sono stati trovati un chilo di cocaina, vari bilancini, materiale da confezionamento e circa 7.000 euro in contanti, presunto provento dello spaccio. Da una stima approssimativa, gli investigatori hanno calcolato che lo stupefacente sequestrato avrebbe fruttato sul mercato al dettaglio oltre centomila euro.
L’arrestato è stato condotto presso il carcere di Cavadonna in attesa dell’udienza di convalida.
Sono in corso attività di indagine al fine di ricostruire i collegamenti sul territorio del soggetto tratto in arresto.




Murata la baracca all’ingresso del parcheggio del Molo dopo l’ultimo incendio

Dopo l’incendio che l’altra notte è quasi costato la vita ad un clochard, questa mattina sono stati murati tutti gli accessi della baracca all’ingresso del parcheggio del Molo Sant’Antonio. Era diventata rifugio di fortuna per senza fissa dimora, la cui presenza era stata più volte segnalata. All’interno, anche rifiuti vari e condizioni igieniche provvisorie.
I Vigili del Fuoco hanno intimato la chiusura di ogni varco. Pur essendo di proprietà del Demanio, secondo quanto specificato da fonti di Palazzo Vermexio, è stato il Comune di Siracusa ad inviare gli operai che hanno murato porte e finestre.
Quello di due notti addietro è stato il terzo incendio scoppiato in due anni, probabilmente a causa dell’impiego di una fiamma libera per scaldarsi.




Incendio in una baracca del molo Sant’Antonio, clochard salvato dai Vigili del Fuoco

Paura nella notte nei pressi del parcheggio del Molo Sant’Antonio. Un incendio si è sviluppato poco dopo la mezzanotte all’interno di un casolare apparentemente abbandonato. Quando i Vigili del Fuoco hanno raggiunto la baracca, hanno trovato lo stabile invaso da fumo denso sprigionato dalla combustione di una grande quantità di rifiuti. All’interno c’era un uomo, un senzatetto in stato di semi-incoscienza. E’ stato rapidamente tratto in salvo e affidato alle cure del 118, evitando esiti potenzialmente drammatici. Sul posto presenti anche la Polizia Municipale, la Polizia di Stato e il 118.
Non è la prima volta che in quel casolare scoppia un incendio. Era già successo a marzo dello scorso anno e nell’agosto 2023. Per questo, i Vigili del Fuoco hanno richiesto un intervento urgente da parte degli enti competenti per mettere in sicurezza l’area e impedire nuovi accessi allo stabile.