Insofferente dei domiciliari, finisce in carcere: troppe violazione per un 46enne

Si trovava agli arresti domiciliari per aver commesso dei furti. Una misura che ha ripetutamente violato e pertanto un siracusano di 46 anni è stato condotto a Cavadonna.
I numerosi controlli operati dagli uomini delle Volanti di Siracusa, e le relative segnalazioni effettuate all’Autorità Giudiziaria competente, hanno aperto le porte del carcere all’uomo destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dalla Corte di Appello di Catania.




Ex Caserma Cassonello di Noto, la gestione passa al Comune: convenzione con la Regione

Sottoscritta questa mattina la convenzione tra la Galleria Regionale di “Palazzo Bellomo” di Siracusa e il Comune di Noto grazie alla quale la Regione affida, per un periodo di tre anni, la gestione dei locali dell’ex Caserma Cassonello, che si trovano all’interno del complesso monumentale dell’ex Chiesa e Convento di Sant’Antonio da Padova, al comune di Noto.
L’accordo, sottoscritto tra la Direttrice del Museo, Rita Insolia e il sindaco del Comune di Noto, Corrado Bonfanti, apre a una nuova stagione di valorizzazione e fruizione del pregiato complesso di proprietà della Regione, assegnato dall’assessorato dell’Economia alla Galleria di Palazzo Bellomo sin dal 2011.
Per la durata della convenzione gli oneri relativi agli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria e quelli di adeguamento e sicurezza saranno a carico del Comune che si coordinerà con la Galleria Regionale di Palazzo Bellomo nella programmazione delle attività.
“Questo è un chiaro esempio dell’inversione di tendenza del governo Musumeci nell’utilizzo del patrimonio regionale. Un utilizzo virtuoso – evidenzia l’assessore dell’Economia, Gaetano Armao – che adesso consente di valorizzare beni monumentali per troppo tempo restati inutilizzati, soprattutto in aree a grande vocazione turistica, come Noto. Questa strategia e’ rafforzata dall’accordo siglato con l’Agenzia del demanio, intesa che consentirà di accelerare sulle valorizzazioni”.
“Grazie alla convenzione – sottolinea l’assessore dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà – si attua un’importante azione di compartecipazione nella gestione responsabile di un importante complesso monumentale, dal forte valore identitario. L’affidamento al comune di Noto costituisce, infatti, un’opportunità di maggiore rafforzamento della memoria storica e di valorizzazione del patrimonio culturale regionale; ciò in linea con la volontà del Governo di creare le condizioni perché le comunità locali tornino a sentirsi partecipi nella gestione dei processi culturali culturali volti alla crescita dei territori”.
“Grazie all’accordo stipulato questa mattina – spiega la direttrice del Museo Bellomo, Rita Insolia – abbiamo cercato di garantire le migliori condizioni di fruibilità e valorizzazione della struttura. La sinergia con il comune di Noto, peraltro, prevede la collaborazione per la realizzazione di eventi che, proprio grazie alla presenza attiva del territorio, potranno godere di uno sguardo attento e continuo. Questo potrà solo favorire la programmazione di un calendario di eventi culturali più ricco e interessante”.




Uomo si scaglia contro la Polizia: denunciato 33enne marocchino irregolare

Un uomo di 33 anni, di origine marocchina, è stato denunciato per violazione delle leggi sull’immigrazione, resistenza, oltraggio e minaccia a pubblico ufficiale.
Lo straniero, sorpreso a bivaccare senza fissa dimora nei pressi di piazza Duomo, a Siracusa, alla vista della Polizia, si è scagliato contro gli agenti che, dopo averlo bloccato e condotto in Questura, hanno accertato che la sua presenza nel territorio nazionale era irregolare e che lo stesso aveva violato le leggi sull’immigrazione.




Avola verso le elezioni, si muove il centrodestra con qualche scossone tra alleati

Si mette in moto il centrodestra ad Avola, uno dei comuni del siracusano a breve chiamato al voto. Ma non senza scossoni, come nel caso della Lega che prova a fare la voce grossa. Ma Fratelli d’Italia, partito del sindaco Luca Cananta, tira diritto con una prima riunione indetta dal coordinatore cittadino di FdI nel corso della quale si è insediato il tavolo del centro-destra. C’erano anche Diventerà Bellissima e Forza Italia. Non la Lega, appunto.
Gli esponenti del centrodestra dichiarano però che c’è “unità di intenti nel fare squadra e stabilire le regole per le scelte programmatiche future e per la scelta del futuro sindaco, con l’apertura alle liste civiche, alle realtà sociali, di volontariato e quanti vorranno lavorare per il bene di Avola”.
Le porte – spiegano dal tavolo del centrodestra – restano “aperte a chi vorrà partecipare, condividendo il percorso di costruzione libero da pregiudizi o pacchetti preconfezionati. Non si sono fatti dunque nomi ma si è esplicitata la voglia di condividere un percorso unitario a sostegno della città”. Un messaggio che suona diretta proprio agli alleati al momento tiepidi.
“Hanno convocato, autonomamente, una riunione dei rappresentanti dei partiti del centrodestra. Riteniamo tale iniziativa, se pur nel merito condivisibile, slegata dalle dinamiche del territorio provinciale, quantomeno nei tempi e priva di rispetto politico verso quei Comuni interessati da elezioni nella tornata autunnale 2021”, è la posizione che vede insieme Lega Sicilia, Udc, Cantiere Popolare ed Mpa che hanno disertato l’incontro.
“Sensibilizziamo ulteriormente i rappresentati di FdI e Forza Italia alla partecipazione ad un tavolo provinciale avente come oggetto ‘gli appuntamenti elettorali del prossimo autunno’. Riteniamo contraddittorio il comportamento tenuto dal primo cittadino che sensibilizza, per legittime personali ambizioni, un tavolo di coalizione per discutere delle elezioni avolesi, mentre non si pone lo stesso tipo di esigenza metodologica per gli appuntamenti elettorali, già in scadenza, ad iniziare dalle amministrative del prossimo autunno nelle città di Lentini, Noto, Rosolini, Ferla, Sortino e Pachino. Non si può ragionare in termini di coalizione a corrente alternata, sulla base delle singole esigenze elettoralistiche cittadine. La coalizione, a nostro parere, è sempre un valore aggiunto”.
Al momento, però, Fratelli d’Italia va avanti con Diventerà Bellissima e Forza Italia. In attesa di eventuali, prossimi sviluppi.




Siracusa dice no al pizzo, manifestazione alla Borgata: "non ci pieghiamo"

C’erano le associazioni antiracket, le associazioni di categoria, le istituzioni e tanti pezzi di società civile alla manifestazione contro racket e pizzo di questo pomeriggio. Alla Borgata, davanti alla tabaccheria dei fratelli Cassarino colpita settimana scorsa da una bomba carta, si sono ritrovati tutti insieme per lanciare un segnale chiaro a quanti pensano di poter dettare legge criminale a Siracusa.
“È stata una manifestazione di solidarietà che è riuscita nel suo intento. Oltre a sindaco, assessori, deputati, rappresentanti di associazioni di categoria, erano presenti anche delegazioni di associazioni antiracket della FAI, federazione antiracket italiana, che sono venute dalla provincia di Messina ed Enna, da Gela, Vittoria. Erano presenti le associazioni della provincia che aderiscono alla Fai, come a dire che chi tocca uno di noi, tocca tutta la federazione. Erano presenti anche dirigenti della polizia e dei Carabinieri. Speriamo – dice al termine Paolo Caligiore, coordinatore della federazione antiracket – che comunque questa solidarietà continui con atti concreti. Mi riferisco soprattutto all’amministrazione di Siracusa. E speriamo che riprendano le denunce. Se c’è un gioco di squadra che dura nel tempo si può vincere”.
Poco distante c’è il sindaco Francesco Italia. Con lui anche gli assessori Gentile e Granata. “Le istituzioni a fianco delle associazioni e dei cittadini, hanno inviato un messaggio molto chiaro: Siracusa non si piega”, il suo messaggio.
“Quella di oggi è stata una importante manifestazione di solidarietà ai fratelli Cassarino e a tutti i commercianti che ogni giorno operano nel nostro territorio e che rifiutano con forza di cedere alle pressioni dela criminalità organizzata”, dice Elio Piscitello, presidente di Confcommerio Siracusa. Parla con il presidente della Camera di Commercio del SudEst al suo dianco, Pietro Agen. “Tutto il nostro territorio ha detto no al racket e a un rigurgito criminale che vuole riportare la nostra città indietro di 30 anni. Nell’ultimo anno e mezzo – prosegue Piscitello – si sono susseguiti una serie preoccupante di atti intimidatori e attentati. È arrivato il momento di fare fronte comune. Martedì 29 ho convocato il consiglio di Confcommercio invitando a partecipare i fratelli Cassarino e i rappresentanti delle associazioni antiracket per organizzare le prossime iniziative e attività a supporto dei commercianti. Già da oggi manifestiamo la nostra intenzione a costituirci parte civile in tutti quei procedimenti penali aventi ad oggetto reati di estorsione nei confronti di commercianti del nostro territorio. Infine ribadiamo la nostra piena disponibilità, già in passato comunicata al Prefetto, ad attuare il protocollo sicurezza stipulato fra Confcommercio nazionale e il ministero dell’Interno per realizzare una rete di video sorveglianza nel territorio a supporto delle forze dell’ordine nell‘attività di contrasto di tale fenomeno”.




Zona industriale, è il momento più cupo. La spietata analisi del segretario nazionale della Uiltec

“L’area industriale siracusana rappresenta ancora il polo energetico più importante d’Italia. Ma l’attuale assetto produttivo non consente di guardare al futuro con tranquillità: la vetustà di impianti nati tra gli anni 50 e gli anni 70, rendono l’area industriale tecnologicamente non pronta alla sfida della transizione energetica”. Il segretario nazionale della Uiltec, il siracusano Andrea Bottaro, non usa mezzi termini.
“Nonostante le esperienze negative del passato, vedi il caso del rigassificatore di Erg e Shell, che certifica l’incapacità del nostro territorio ad attrarre investimenti, si continuano a dare pessimi segnali tenendo lontano gli investitori, come nel caso del deposito GNL di Augusta, sul quale i soliti noti provano a mettere il proprio veto su un progetto che rispetta tutti i canoni di sicurezza ed impatto ambientale. Basta alla politica dei no, spesso strumentali e personali”, tuona Bottaro.
“Forse non si è capito che questo è il momento più complesso nella vita dell’area industriale siracusana: è in ballo il futuro occupazionale ed economico di tutta la provincia. Occorre smetterla con atteggiamenti ostili, ma bisogna agire in maniera opposta, facendo sinergia tra chi rappresenta le aziende, chi rappresenta i lavoratori e chi rappresenta il territorio. In quest’ottica, come sindacato, abbiamo siglato il protocollo per la richiesta di area di crisi complessa, non perché servono gli ammortizzatori sociali o perché ci prepariamo a dismissioni, ma perché vogliamo riaccendere l’attenzione su un’area industriale sulla quale, per troppo tempo, non è stato messo in campo il giusto interesse. Nessuno può esimersi da tali responsabilità, ma occorre voltare pagina e guardare al futuro”. Più chiaro di così non riesce ad essere il numero uno della Uiltec nazionale, che tira le orecchie anche ai sindacati. “Devono ritrovare slancio ed iniziativa politica, ripartendo da un confronto con i lavoratori che porti alla rivendicazione di nuovi investimenti e sviluppo e alla salvaguardia dei livelli occupazionali, soprattutto dell’indotto. Bisogna vincere la timidezza dell’ultimo periodo, non servono le prese di posizione singole e neanche i palcoscenici, serve una forte azione unitaria”.
Andrea Bottaro guarda anche alle imprese ed a Confindustria. “Devono tornare a confrontarsi con il sindacato e con il territorio. Non abbiamo gradito l’interlocuzione delle aziende del territorio direttamente con il governo regionale, senza confronto con i lavoratori e con chi li rappresenta. Serve superare gli atteggiamenti divisivi tenuti da alcune aziende, alcune resesi protagoniste di episodi bizzarri con la mancata presentazione ai tavoli per timore degli interlocutori. Occorre ripartire dal confronto, se le aziende di questo territorio hanno dei piani seri, interpellino il sindacato e i rappresentanti del territorio per costruire insieme un percorso futuribile per l’area industriale. Come sindacato siamo pronti ad accettare la sfida della modernità e del futuro. Aspettiamo che le aziende vincano la timidezza ed escano dal torpore dell’ultimo periodo”. Una sorta di appello aperto in cerca di segnali e di risposte.




Talete, impianti da adeguare all'interno. C'è un piano per evitare la chiusura temporanea

C’è il rischio che il parcheggio Talete debba chiudere temporaneamente, sino ad ottenimento del rinnovo del certificato di prevenzione incendi? Non è del tutto da escludersi, per quanto al momento appaia come una ipotesi remota.
L’interrogativo interessa da vicino commercianti e ristoratori di Ortigia, preoccupati di perdere volume di affari senza quello sfogo per la sosta nel centro storico di Siracusa. Tutte le attenzioni sono concentrate sull’impianto anti-incendio esistente all’interno del parcheggio ma non esattamente operativo. Serviranno, con ogni probabilità, degli adeguamenti e quindi dei lavori. Il Comune di Siracusa è “in accelerazione” spiegano fonti vicine a Palazzo Vermexio. L’interlocuzione è costante con il Comando provinciale dei Vigili del Fuoco e ci sarebbe un piano già pronto per affrontare la situazione. Un piano che richiederebbe una chiusura parziale del parcheggio, seguendo l’avanzamento dei lavori. Lavori che, per procedere spediti, dovrebbero essere organizzati sin dall’appalto su almeno 2 se non 3 turni giornalieri (il notturno, ndr) per completare a tempo record. Una volta completata la manutenzione straordinaria dell’impianto anti-incendio del Talete, il rinnovo del certificato sarebbe quasi una sorta di formalità.
“L’amministrazione ha fatto fruire una struttura come un parcheggio al coperto mettendo a rischio l’incolumità di chi inconsapevole dei rischi lo ha utilizzato?”, se lo domanda il portavoce del Comitato Levante Libero, Giuseppe Implatini. “Credo che su questi temi si dovrebbe approfondire; le autorità competenti è forse ora che
entrino su altri aspetti del caso Talete, ci sono troppe cose prese alla leggera e in tema di sicurezza è da irresponsabili”, la sua accusa.
Implatini ricorda il piccolo incendio di un paio di mesi fa, all’interno del Talete. “Solo per puro caso si è trattato di un piccolo rogo e soprattutto con il parcheggio quasi vuoto. Elementare chiedersi se i Vigili abbiano controllato in quell’occasione, come prima cosa a seguito dell’immediato intervento, le condizioni dell’impianto di antincendio e la relativa certificazione. Esisterà una relazione, un verbale descrittivo dell’intervento effettuato, o no? Risulta che, in caso di mancanza del certificato prevenzione incendi, i soggetti al controllo siano i Vigili del Fuoco e che la mancata presentazione del rinnovo della certificazione preveda severe sanzioni, in certi casi anche di carattere penale oltre che pecuniario”, rincara la dose il Comitato Levante Libero per la demolizione della copertura ecomostro del parcheggio Talete. Allo studio persino una class action per le “lacune del posteggio comunale comunque fatto fruire”.




Certificato prevenzione incendi scaduto ma parcheggio aperto: c'è chi studia class action

Per alcuni anni il parcheggio Talete è rimasto senza “copertura” in caso di incendi. Il certificato di prevenzione era infatti scaduto, nonostante la struttura abbia continuato ad ospitare quotidianamente centinaia di auto al suo interno.
“L’amministrazione ha fatto fruire una struttura come un parcheggio al coperto mettendo a rischio l’incolumità di chi inconsapevole dei rischi lo ha utilizzato?”, se lo domanda il portavoce del Comitato Levante Libero, Giuseppe Implatini che da settimane spinge per la demolizione dell’ecomostro. “Credo che su questi temi si dovrebbe approfondire; le autorità competenti è forse ora che entrino su altri aspetti del caso Talete, ci sono troppe cose prese alla leggera e in tema di sicurezza è da irresponsabili”, la sua accusa.
Implatini ricorda il piccolo incendio di un paio di mesi fa, all’interno del Talete. “Solo per puro caso si è trattato di un piccolo rogo e soprattutto con il parcheggio quasi vuoto. Elementare chiedersi se i Vigili abbiano controllato in quell’occasione, come prima cosa a seguito dell’immediato intervento, le condizioni dell’impianto di antincendio e la relativa certificazione. Esisterà una relazione, un verbale descrittivo dell’intervento effettuato, o no? Risulta che, in caso di mancanza del certificato prevenzione incendi, i soggetti al controllo siano i Vigili del Fuoco e che la mancata presentazione del rinnovo della certificazione preveda severe sanzioni, in certi casi anche di carattere penale oltre che pecuniario”, rincara la dose il Comitato Levante Libero per la demolizione della copertura ecomostro del parcheggio Talete. Allo studio persino una class action per le “lacune del posteggio comunale comunque fatto fruire”.




Canale Galermi, le immagini del sopralluogo. Cafeo (IV): "class action contro la Regione"

“Lo scorso 14 luglio, accompagnato da alcuni titolari di concessione per l’approvvigionamento idrico, ho effettuato un sopralluogo lungo l’acquedotto Galermi, sia all’altezza delle chiuse di Belvedere sia presso il sito di Pantalica. Ho constatato di persona da una parte la potenziale abbondanza di acqua e dall’altra le condizioni disastrose delle infrastrutture storiche e anche di quelle più recenti, pressoché abbandonate da quando è il Genio Civile ad occuparsi della manutenzione, nonché un’evidente riduzione della portata del canale dopo le paratie di Belvedere, evidentemente chiuse da qualcuno”. Così Giovanni Cafeo, deputato regionale di Italia Viva.
“Già nel luglio del 2018 a pochi mesi dal mio effettivo insediamento, avevo presentato un’interrogazione sul tema ottenendo per risposta la prima di una lunga serie di promesse senza seguito. Nel 2020, l’allora assessore all’agricoltura (Bandiera, ndr) rispondeva sostenendo che entro l’estate tutti i problemi sarebbero stati risolti. Ma purtroppo, come ben sanno gli agricoltori che continuano a pagare il canone, anche questa volta quanto affermato non è stato poi seguito dai fatti”.

La proprietà dell’opera è del Demanio ma non c’è certezza sull’ente che avrebbe dovuto occuparsi della manutenzione: Genio Civile o il Consorzio di Bonifica? “Ecco quindi che prosegue il disagio da parte dei fruitori del canale, costretti a subire un odioso ping-pong di responsabilità da parte del governo”.
A febbraio 2021 è stato approvato in commissione di merito l’impegno di spesa per la manutenzione del Canale Galermi, previsto in 500 mila euro. “L’approvazione definitiva dell’emendamento alla legge di stabilità regionale però, come sappiamo, porterà il contributo agli attuali 200 mila euro, tutt’ora disponibili ma inspiegabilmente inutilizzati”.
Nel corso del sopralluogo è emersa una ipotesi di responsabilità diretta nel tenere chiuse le paratie di Belvedere, “le cui conseguenze sembrano evidenti, passando in zona Targia, dove da una parte si può vedere il normale scorrere dell’acquedotto e dall’altra uno stillicidio di acqua del tutto insufficiente che, se si dimostrasse dipendere dalla semplice chiusura delle valvole a monte oggetto del sopralluogo, rappresenterebbe una beffa inaccettabile oltre che un evidente danno ai concessionari interessati”, dice ancora Cafeo. “Chi ha accesso ai lucchetti delle paratie può quindi decidere di limitare a piacimento la portata del canale? Possibile che le attenzioni del governo regionale abbiano sempre come oggetto non i siciliani e la gestione ottimale dei servizi essenziali ma piuttosto il riequilibrio delle forze di maggioranza e la riorganizzazione delle poltrone? La risposta a queste domande, purtroppo retoriche, è con tutta l’amara evidenza sotto gli occhi dei cittadini siciliani che ormai hanno capito, loro malgrado, con chi hanno a che fare”.
Giovanni Cafeo ha messo a disposizione di chi fosse interessato un avvocato per avviare una class action “e chiedere alla Regione un risarcimento, a ristoro degli oltre due anni di inefficienza dell’opera, per la quale il canone non è mai stato sospeso. Chiunque volesse aderire, può contattare il numero della segreteria 0931-1962200 o la mail info@giovannicafeo.it”.




Canadair, elicotteri e volontari contro i piromani. La domanda comune: "chi appicca incendi?"

“Poniamoci delle domande in doloroso silenzio”. Il sindaco di Ferla, Michelangelo Giansiracusa, è un mix di rabbia e amarezza il giorno dopo il devastante incendio che ha mandato in fumo ettari di vegetazione della Valle dell’Anapo. “Brucia la nostra terra, bruciano i nostri alberi, si manda in fumo un patrimonio inestimabile.
La politica, i controlli, i forestali, l’incuria, la colpa é sempre degli altri e c’è sempre una causa che determina un effetto. Mi chiedo per quale ragione si è così irresponsabili da appiccare fuoco ad una riserva, ad un bosco, al nostro patrimonio naturale”.
Ma nessuno può rispondere mentre i piromani si muovono quasi indisturbati, certi del loro vantaggio che garantisce impunità. “Chi ha appiccato gli incendi conosce bene le zone ed i sentieri. Sono aree impervie, difficili da raggiungere. Se non sai come muoverti, finisci intrappolato dallo stesso fuoco che hai appiccato”, racconta Vincenzo Parlato, sindaco di Sortino.
Nella cittadina siracusana c’è il più alto numero di forestali regionali della provincia. “Hanno iniziato da poco le loro giornate lavorative ed hanno fatto quanto potevano”, commenta al riguardo Parlato. “Semmai il problema è la flotta regionale di mezzi antincendio, specie dall’alto”. Nella Valle dell’Anapo sono stati impegnati due canadair e altrettanti elicotteri. Pure la Marina Militare ha messo a disposizione i suoi velivoli, rispondendo alla chiamata della Prefettura di Siracusa.

La situazione peggiore è quella vissuta a Cassaro. Il sindaco è Mirella Garro. “Sembrava di avere l’incendio dentro casa”, racconta ora con il sollievo del giorno dopo e dello scampato pericolo. La zona più colpita è stata quella di contrada Giambra. La Protezione Civile ha condotto in salvo un gruppo di scout impegnato in una escursione pericolosamente vicina ai roghi. Le fiamme hanno minacciato un agriturismo, chiuso al momento, ed alcune abitazioni. I continui lanci di schiumogeno e acqua dall’alto non hanno fiaccato la resistenza delle fiamme. Ancora nella notte i fianchi della Valle dell’Anapo erano in fiamme.
“Sono anni che sostengo che, soprattutto per la Sicilia, sia necessario modificare in parte la legge sui pascoli, introducendo gli divieti anche nelle aree non boscate e dei privati nelle quali venga dimostrato un incendio di natura dolosa. Sono certo che gran parte degli incendi che avvengono spesso e ciclicamente negli stessi luoghi o zone, non si ripeterebbero più”, dice il sindaco di Buccheri, Alessandro Caiazzo. “Tutto il resto dei discorsi, che siano riconducibili alla mancanza di cultura, di civiltà, di sensibilità, di amore per la natura etc. etc., sono solo le solite chiacchiere che non porteranno mai a nulla, considerato che quei pochi lestofanti che provocano gli incendi tali sono e tali resteranno. Intanto ieri, tra le 15.00 e le 18.00, 8 incendi contestuali in altrettanti territori della provincia di Siracusa, alcuni dei quali hanno lambito i centri abitati. Un sentimento di vicinanza alle comunità colpite ed a tutti coloro che hanno lottato senza sosta per salvare quanto più possibile rispetto ai 200 ettari andati in fumo”. E la sua posizione trova subito il sostegno del sindaco di Solarino, Seby Scorpo. Anche alcune abitazioni periferiche della cittadina sono state lambite dalle fiamme.