Siracusa. Teatro di Verdura alla Latomia dei Cappuccini, 308mila euro per recuperare il sito

Nell’ambito del Pac, il Programma di azione e coesione della Sicilia, è stato finanziato nella sua interezza il progetto di “attrezzamento delle Latomie dei Cappuccini per lo svolgimento di attività culturali, musicali e teatrali”.
Presentato dal Comune nel 2019, come da proposta del Consiglio comunale, il progetto permetterà il recupero, per la sua piena fruizione, di uno dei luoghi simbolo della cultura cittadina, quel “Teatro di Verdura che- dichiarano il sindaco, Francesco Italia, e l’assessore alle Politiche culturali, Fabio Granata- negli anni a cavallo tra il 1960 ed il 1970 è stato uno spazio teatrale e concertistico. Il pieno recupero del sito, che ubicato sotto il giardino di Villa Politi è un altro proscenio all’aperto nella disponibilità del Comune, permetterà al contempo una rigenerazione delle Latomie dei Cappuccini come luogo di cultura. Esso infatti si inserisce ed armonizza con gli altri che lo circondano, quali il borgo di Santa Lucia o la pista ciclabile, diventando quindi un ulteriore percorso attrezzato da offrire ai turisti”.
Il finanziamento ammonta a poco meno di 308mila euro e costituisce una parte del più complessivo progetto di riqualificazione delle Latomie dei Cappuccini, pari a 850mila euro, per il quale sono stati presentati altri progetti esecutivi nell’ambito di Agenda Urbana.
Il progetto prevede la realizzazione di un palcoscenico in legno di 200 mq ed una platea da 570 posti, con quattro vie di accesso ed esodo sempre illuminate, ed un proprio gruppo elettrogeno. Tra i servizi previsti anche un ascensore per la piena accessibilità del sito. “In questo modo- aggiungono Italia e Granata- quello del Teatro di Verdura diventa anche un progetto di coesione sociale: gli interventi previsti a favore delle persone diversamente abili permetteranno infatti di allargare la platea dei beneficiari finali”.




Covid, i numeri: tornano a salire i contagi, 44 nuovi positivi in provincia di Siracusa

Sono 595 i nuovi positivi al coronavirus in Sicilia a fronte di 22.842 tamponi processati. Incidenza in lieve calo, oggi al 2,6%. I guariti nelle ultime 24 ore sono stati 1.774, registrate altre 18 vittime. Negli ospedali, i ricoveri continuano a diminuire: sono oggi 777 le persone nei reparti covid siciliani. In terapia intensiva sono 112 (-8).
In provincia di Siracusa, contagi in ripresa nelle ultime 24 ore: sono 44 i nuovi positivi. Si accelera sul fronte della vaccinazione, attivi quasi tutti i centri provinciali. Accelerazione con l’AstraZeneca, da questa settimana possono prenotare anche i cittadini di età compresa tra i 70 e i 79 anni. Paradossalmente scarseggiano i vaccini per le persone fragili ed i malati, ovvero Pfizer e Moderna.
Quanto alle altre province, questi i numeri: Palermo 295 casi, Catania 106, Messina 44, Trapani 14, Ragusa 30, Caltanissetta 25, Agrigento 36, Enna 1.




La richiesta di Siracusa alla Difesa: "intitolate a Lele Scieri la caserma di Pisa"

Con una lettera inviata al ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, Siracusa chiede che la caserma Gamerra di Pisa venga intitolata a Emanuele Scieri.
“Signor Ministro della Difesa,
lei è certamente a conoscenza della tragica morte del militare siracusano Emanuele Scieri, avvenuta il 13 agosto del 1999 all’interno della caserma Gamerra di Pisa”. Inizia così la lettera firmata dal sindaco Francesco Italia, in cui vengono ripercorsi i troppi anni trascorsi tra silenzi e archiviazioni. Poi il lavoro della commissione d’inchiesta parlamentare presieduta da Sofia Amoddio, con la presenza dei parlamentari siracusani Prestigiacomo e Zappulla, ha portato alla riapertura del caso e ad una udienza preliminare che il 29 marzo “vedrà alla sbarra per omicidio volontario tre commilitoni di Scieri e due alti ufficiali accusati di favoreggiamento”.
Al titolare del dicastero della Difesa, il sindaco chiede, a nome della città,
un segnale di discontinuità rispetto ad un passato con troppe ombre. Il nonnismo, i silenzi, le coperture. Ecco perché Siracusa chiede ora al ministro
“di indicare con chiarezza da che parte stanno le forze armate in questo caso. Un segnale forte all’esterno e all’interno dell’Esercito sarebbe quello di intitolare, subito, prima del processo, la caserma Gamerra a Emanuele Scieri”. Una scelta che, dice il sindaco di Siracusa, “avrebbe una forza, un valore, un’importanza simbolica che certamente non le sfugge e contribuirebbe a restituire a quel luogo l’onore che il delitto ha inevitabilmente macchiato”.




Caporalato e braccianti stranieri, il sindaco Italia: "affittate le case sfitte a questi lavoratori"

“Consentire ancora occupazioni o sistemazioni abitative abusive significa solo favorire i caporali. Vogliamo interrompere questo circolo vizioso. E stiamo dimostrando nei fatti di voler fare qualcosa, nella direzione della legalità”. Il sindaco di Siracusa, Francesco Italia, commenta con queste parole lo sgombero dei 27 stranieri a Cassibile, avvenuto lo scorso venerdì. Il tema è al centro di un acceso dibattito pubblico e la Prefettura ha recentemente richiamato i sindaci di tutti Comuni a seguire la strada intrapresa dal capoluogo e da Lentini. Allo stesso tempo, da Palazzo del Governo, hanno anche invitato le aziende agricole ad occuparsi pure delle soluzioni abitative per la manovalanza stagionale.
Intervenendo in diretta su FMITALIA, il primo cittadino ha rivolto un appello ai proprietari di case attualmente sfitte, in tutta la provincia. “Affittatele a questi lavoratori. Sottraiamoli allo sfruttamento di delinquenti senza scrupoli. Non vogliono l’elemosina, non sono dei senzatetto e men che meno dei naufragi. Sono lavoratori che vogliono pagare l’affitto. E possono pagare: lavorano, hanno la dignità del lavoro. Così si spezza la prima catena del caporalato”. Il sindaco sprona su questo fronte anche le aziende agricole del territorio: “facciano la loro parte e il loro dovere. In fondo, senza questi lavoratori avrebbero grosse difficoltà ad andare avanti”.
Ma c’è anzitutto da vincere la perplessità di molti proprietari di case che potrebbero non vedere di buon occhio una simile soluzione. “Come facciamo già da tempo, insieme alla Caritas, per i siracusani in difficoltà abitativa, anche in questo caso saremmo pronti a fornire garanzie reali per i proprietari delle abitazioni”.




Cassibile dopo lo sgombero. Andrea Buccheri: "affrontare il nodo caporalato"

Non si arrestano le prese di posizione dopo lo sgombero degli stranieri che avevano occupato le fatiscenti costruzioni del borgo vecchio di Cassibile. Nel dibattito pubblico interviene anche l’assessore del Comune di Siracusa, Andrea Buccheri. “Il caso si può ridurre in una sola questione: le condizioni di lavoro nelle campagne e il caporalato”, scrive in premessa in una lunga nota.
“Senza scomodare la Questione meridionale di ottocentesca memoria o la tragedia dei morti di Avola del ’68, è importante ricordare che nel 2016 lo Stato abbia deciso di punire con una legge, la 199, chi ‘approfittando dello stato di bisogno dei lavoratori recluta manodopera per destinarla al lavoro presso terzi in condizioni di sfruttamento’; inoltre, la stessa legge, all’articolo 9, chiama in causa le istituzioni locali poiché prevede il ‘coinvolgimento di regioni, province autonome e amministrazioni locali, delle rappresentanze dei datori di lavoro e dei lavoratori del settore e delle organizzazioni del terzo settore nonché idonee forme di collaborazione con le sezioni territoriali della Rete del lavoro agricolo di qualità anche ai fini della realizzazione di modalità sperimentali di collocamento agricolo modulate a livello territoriale’. Se si vuole risolvere il problema degli stagionali, ma anche creare le condizioni per un’agricoltura di qualità – scrive ancora Buccheri – bisognerebbe recuperare i dettami della norma e affrontare con decisione il problema del ‘lavoro grigio’ per cui lavoratori hanno contratti di durata ridotta e a tempo parziale quando invece effettuano orario di lavoro a tempo pieno”.
Ed è questa, a detta dell’assessore Buccheri, la vera piaga. “Aziende che pagano i lavoratori senza segnare tutte le giornate. In questo modo i datori risparmiano, hanno in mano un contratto, utile in caso di controllo, e possono tenere sotto scacco i lavoratori immigrati che hanno bisogno di dichiarare un certo reddito per restare in Italia o per chiedere il ricongiungimento familiare. Questa è una partita da affrontare con la compartecipazione tutti gli attori coinvolti; è apprezzabile lo sforzo messo in atto da sua Eccellenza il Prefetto, dal mondo del terzo settore, dalle associazioni sindacali e politiche, a cominciare dal Partito democratico; ma all’appello manca ancora una parte dei datori di lavoro e delle loro associazioni di categoria”.
Parole che suonano come una nuova richiesta di assunzione di responsabilità, dopo quella contenuta in una recente nota della Prefettura di Siracusa. “Sicuramente – spiega Andrea Buccheri – sul tavolo c’è anche il problema dei piccoli produttori terrieri costretti a vendere sotto costo ai prezzi imposti dalla grande distribuzione e dalla concorrenza sleale, ed è anche per queste ragioni che è necessario il contributo della organizzazioni datoriali. La teoria della massimizzazione del profitto è linfa vitale per il caporalato, ma alla fine ciò che resta, ciò con cui i cassibilesi devono fare i conti, sono gli effetti delle condizioni lavorative inaccettabili e la mancanza di alloggi per i lavoratori regolari, anello debole della catena. Questa amministrazione il problema di Cassibile lo sta affrontando con forza, a differenza di quanti nei decenni, hanno fatto orecchie da mercante e oggi, magari, cavalcano il malcontento. Spero che anche le amministrazioni dei comuni limitrofi facciano lo stesso”.




Vaccini: ok per gli avvocati, ma è ormai scontro tra categorie. Intanto Cannata chiarisce

La carenza di vaccini disponibili amplifica le polemiche, deflagrate anche nel siracusano e rimbalzate sui media nazionali. La necessità di procedere per categorie non aiuta e il clima è subito rovente. Le parole del sindaco di Avola, Luca Cannata, pronunciate su FMITALIA e finite sul Fatto Quotidiano, sono lo specchio di questi giorni strani. “Mi spiace che sia passato un altro messaggio rispetto al mio pensiero. Nessuna classifica o graduatoria sui vaccini, ma una riflessione ragionata”, dice oggi il diretto interessato dopo il parapiglia scoppiato per un non felice raffronto sulla priorità nella vaccinazione con i malati oncologici. “Il vaccino sembra stia dividendo gli italiani e si assiste da settimane a un dibattito su una serie di priorità. Sicuramente chi ha patologie oncologiche e di altro tipo deve essere tutelato prima degli altri. E ciò vale anche per i soggetti con disabilità, come ho dichiarato a più riprese. Non occorre arrivare al conflitto tra istituzioni e cittadini”, dice ancora Cannata in una lunga nota. “Mi spiace per l’incomprensione uscita dall’intervista. Anche perché proprio per i malati oncologici sono stato in prima linea in questi anni, ho voluto con determinazione la realizzazione per la prima volta nella mia città di una sede della Lilt di prevenzione tumorale e ho continuato a lottare con risultati concreti anche per avere un reparto funzionale e importante di oncologia nel presidio ospedaliero Di Maria della città che amministro”. Quanto al vaccino da somministrare prima ai sindaci, il primo cittadino di Avola illustra la sua posizione. “Io non mi sono ancora vaccinato e lo farò per ultimo o comunque quando lo Stato lo riterrà opportuno. Sono amareggiato e mi spiace se sia passato un altro messaggio dal piccolo frammento video fatto girare sui social. I malati oncologici, insieme ai soggetti fragili, vengono prima di tutti, come tra l’altro ho ribadito più volte nell’intervista integrale, e mi auguro che le scelte statali possano portare alla loro immediata vaccinazione”.
Tutto chiarito? No, perchè è già pronto il nuovo filone dopo l’ok della Regione ad anticipare la vaccinazione degli avvocati siciliani. Gli ordini provinciali, incluso quello di Siracusa, hanno inviato le liste degli iscritti per procedere con le prenotazioni e le inoculazioni. Ezechia Paolo Reale, avvocato molto noto a Siracusa, è però perplesso. “Secondo me è assurdo che ragionando per categorie professionali si proceda più spediti che per necessità reali. Ma è quanto sta accadendo con i vaccini. Io ho 60 anni e comunque non sono se darei consenso ad essere vaccinato con l’AstraZeneca. Detto questo, non c’è però motivo al mondo per cui gli insegnanti debbano venire prima degli avvocati o le cassiere prima delle forze dell’ordine. Sono d’accordo al fatto che i sindaci possano essere vaccinati anche adesso, considerando come abbiamo già ricevuto la loro dose gli amministrativi delle Asp siciliane, anche per maggiori garanzie per il sistema in caso di nuova ondata. E un sindaco è importante sul territorio”, taglia corto Reale.
“Di priorità comunque si doveva parlare prima. Il problema generale è come affrontare la situazione in carenza di vaccini. E purtroppo il vero motivo delle scelte è segreto e non dibattuto. E questo è estremamente grave. E’ sbagliato il modo di ragionare”, conclude Reale.




Delegati di quartiere, la maggioranza si spacca: Italia Viva boccia la mossa e si interroga

“Ho appreso dalla stampa la notizia della nomina dei nove delegati alle circoscrizioni scelti dal sindaco, figure inedite a livello amministrativo ma alle quali auguriamo comunque buon lavoro, pur non avendo nessuna idea di quale possa essere”. Un commento che rientrerebbe nella normale diatriba politica, se non fossero state pronunciate dal deputato regionale Giovanni Cafeo. Lui è esponente di primo piano di Italia Viva e il partito dei renziani è un pezzo importante della maggioranza Italia, con rappresentanti in giunta. La critica – puntata sul sarcasmo ma anche su qualche dubbio – non si ferma a quella frase.
“Oltre ai compiti specifici che attenderanno i fortunati nove, restano avvolti dal mistero sia i criteri adottati per la selezione, a parte quello fiduciario si intende, sia eventuali risorse che potranno gestire direttamente i delegati, ferma restando la gratuità dell’incarico che è comunque apprezzata”, aggiunge Cafeo.
Poi il nuovo affondo: “avremmo gradito una consultazione preventiva con tutti i partiti della coalizione anche se in ogni caso come Italia Viva non avremmo dato la disponibilità per alcuna delegazione, perché riteniamo che il decentramento sia un argomento troppo importante e delicato per affidarlo ad una semplice nomina fiduciaria”.
Abbastanza? Non ancora. Perchè Cafeo si domanda poi “come le circoscrizioni, ridotte dalla delibera di giunta del dicembre 2019 da 9 a 5, siano oggi tornate ad essere magicamente 9 considerando che, ad esempio, la sede di Grottasanta non esiste neppure più; pur convinti delle buone intenzioni del sindaco, oggi riteniamo necessaria l’attuazione dei principi di democrazia, utilizzando strumenti innovativi per favorire il coinvolgimento attivo di tutti i cittadini nelle scelte più importanti e nell’attività amministrativa in generale”.




Siracusa. Iniziano i lavori per ripristinare la ringhiera di passeggio Adorno e largo Aretusa

Ammontano ad oltre 73mila euro le somme stanziate dall’amministrazione comunale di Siracusa per lavori urgenti di pristino della ringhiera del passeggio Adorno, di fronte all’Hotel Des Etrangers, e della porzione della stessa sulla Fonte Aretusa, nonché per la “incocciatura” del muraglione di largo Aretusa.
“Attraverso il ripristino delle parti degradate saranno garantite la sicurezza ed allo stesso tempo il decoro dei luoghi. L’intervento – spiega l’assessore al Turismo, Alessandro Schembari- sarà realizzato attingendo al capitolo della tassa di soggiorno. E per rendere visibile il contributo dei turisti alla salvaguardia di quel patrimonio mondiale che è appunto la nostra città, abbiamo pensato di posizionare delle targhe, in italiano ed inglese, che lo ricordino: mi sembra un modo significativo di riconoscere ai turisti il valore della tassa che viene loro richiesta”.
I diversi sopralluoghi effettuati dai tecnici comunali avevano evidenziato la necessità di interventi soprattutto nei pilastrini costituenti la parte portante della ringhiera del passeggio Adorno, fronte l’Hotel des Etrangers ed in alcuni di quelli prospicienti la Fonte Aretusa.
Anche il muraglione di contenimento del belvedere della Fonte Aretusa richiedeva un intervento di manutenzione e conservazione, in quanto mancante di quella “rincocciatura di pietra e malta” necessaria alla sua corretta funzione e durabilità.
Nel dettaglio gli interventi prevedono, tra l’altro, l’estirpazione della vegetazione spontanea, il “trattamento” delle pareti verticali del muraglione, la sostituzione dei pilastrini ammalorati in cemento armato con nuovi in pietra; la rimozione, manutenzione e rimontaggio delle ringhiere esistenti una volta trattate con vernici adatte; il risanamento delle strutture in cemento armato e la pulizia delle parti in pietra ornamentale.




La Regione riscopre la tragedia dello Zaira: pressing di Zito, "soluzione entro aprile"

Per una volta la Regione era anche stata tempestiva: dopo la tragedia del motopesca siracusano Zaira, in pochi mesi era nata una legge che istitutiva, tra l’altro, un fondo di solidarietà con tanto di stanziamento importante per chi, in quella tragedia, ha perso tutto: il papà, un componente dell’equipaggio, l’imbarcazione ed il lavoro di una vita.
Ma quasi due anni dopo l’accaduto, nonostante lo stanziamento di risorse, la maggior parte di quel contributo non è ancora stato liquidato. E nei giorni scorsi Fabio Sapienza, il capitano della Zaira, ha rotto il silenzio. Intervenuto su FMITALIA ha raccontato di giorni impossibili, scanditi solo dall’attesa di una buona notizia che non arriva.
A bloccare tutto, un debito contributivo. Ma non lavorando, con il motopesca affondato e inutilizzabile, è impossibile oggi per la famiglia Sapienza pensare di poter saldare quell’importo contributivo. E senza quel pagamento, i circa 100 mila euro del contributo regionale non sono erogabili. Un paradosso. Del caso, sollevato anche da SiracusaOggi.it, si è occupato il deputato regionale Stefano Zito (M5s). “Ho presentato una interrogazione d’urgenza al nuovo assessore, Scilla. Ma nel frattempo ne ho anche parlato con il nuovo direttore dell’assessorato. Ho chiesto maggiora attenzione sulla vicenda che era finita nel dimenticatoio. Il contributo stanziato da ottobre 2019 ancora non è stato liquidato, come saprete. Ora, trascorsi tre anni scade e quella famiglia rischia di ritrovarsi privata di un beneficio essenziale. Sono rimasti solo loro, tutti gli altri già pagati dalla Regione”, dice Zito. “Gli uffici regionali mi hanno assicurato che, terminata la Finanziaria regionale, risolveranno il problema. Entro i primi di aprile, con un escamotage tecnico, si riuscirà a dare giusto ristoro alla famiglia Sapienza. La soluzione studiata è una misura compensativa: la Regione paga il debito con la riscossione con una parte dello stanziamento previsto e la restante parte viene erogata agli aventi diritto. Ho notato una certa sensibilità degli uffici sulla vicenda siracusana. Ma continuerò comunque a seguire la vicenda fino a soluzione. Entro i primi di aprile confido che si riesca a risolvere”, la previsione di Stefano Zito.
Il peschereccio siracusano venne inghiottito dalla furia del maltempo nel maggio del 2019, di fronte Malta. Due le vittime: Luciano Sapienza e un altro marittimo imbarcato.
La grande mobilitazione seguita a quel drammatico incidente, portò anche alla creazione di una legge regionale ad hoc dopo un vuoto legislativo di vent’anni. Una legge che porta la firma dell’ex assessore regionale siracusano, Edy Bandiera. A gennaio del 2020, la Regione aveva assegnato alla famiglia di pescatori siracusani 100.398,55 per l’acquisto di una nuova imbarcazione, 8.738,99 al figlio del defunto in quanto marittimo imbarcato; 9.921,99 alla moglie-erede dello scomparso Luciano (questa ultima somma effettivamente liquidata, ndr).
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VIDEO. Corse clandestine e maltrattamento di cavalli: blitz della Polizia a Noto

Blitz della Polizia in un fondo privato di contrada Coffitella a Noto. Gli agenti, impegnati in un servizio di controllo per contenere il fenomeno delle corse clandestine di cavalli, hanno accertato la presenza nella stalla di 3 equini (un cavallo dal mantello baio – di sesso femminile, chiamata “Gatta nera”, un cavallo baio – maschio ed un cavallo sauro maschio chiamato “King Nelson”) subito sottoposti a prelievi ematici alla ricerca di probabili sostanze dopanti.
Da accertamenti svolti in banca dati, si è appurato che i proprietari – “riconducibili alla consorteria mafiosa dei Pinnintula (Trigila)”, spiegano gli investigatori – non risultavano censiti, ovvero dotati di codice aziendale per la regolare detenzione dei cavalli.

Nel corso della perquisizione, sono stati rinvenuti all’interno di un armadietto 9 flaconi di farmaci prelevati dagli operatori sanitari per essere sottoposti ai dovuti accertamenti di laboratorio.
Intanto, per la mancanza del codice di registrazione aziendale per il possesso, la detenzione e l’allevamento degli equini elevata una sanzione di oltre 9.000 euro.
I controlli della Polizia di Stato verranno ulteriormente intensificati per tutelare i cavalli, “animali senzienti, capaci di provare sofferenze, prevenendo così fenomeni di maltrattamento e lucroso sfruttamento degli stessi” recita la nota della Questura.