In porto ad Augusta la Sea Watch 3 "ignorata" da Malta: a bordo 363 migranti

E’ Augusta il porto sicuro assegnato alla Sea Watch 3. A bordo della nave della ong tedesca ci sono 363 migranti soccorsi nel Mediterraneo che ha prestato assistenza a 5 barconi in difficoltà. L’imbarcazione ha raggiunto la rada megarese, in attesa dell’espletamento delle procedure previste e che passano anche dall’esecuzione del tampone prima del trasferimento a bordo della nave quarantena. I minori non accompagnati verranno trasferiti in strutture di accoglienza del territorio, probabilmente Pozzallo. A coordinare le operazioni, la Prefettura di Siracusa di concerto con il ministero dell’Interno.
Nelle ore scorse, dalla Sea Watch 3 erano stati lanciati appelli a Malta ed all’Italia. “Abbiamo bisogno di un porto sicuro per far sbarcare le 363 persone a bordo”, scrivevano sui canali social della ong tedesca. Alla fine è stata l’Italia a rispondere.

Un video pubblica sui canali social della Sea Watch 3




La scelta di Portopalo e Buccheri: scuole chiuse, il covid torna a mordere in provincia

Si riaffacciano preoccupazioni legate al covid ed ai contagi a Portopalo. Nella cittadina della zona sud della provincia ha fatto subito il giro la notizia di nuovi positività rilevate da tamponi rapidi eseguiti in laboratori privati. Subito informata l’Asp ma in attesa di ogni valutazione dell’autorità sanitaria, il sindaco Gaetano Montoneri ha deciso prudenzialmente di chiudere da oggi e per tutta la settimana la scuola dell’infanzia, la scuola elementare, la scuola media e lo spazio gioco per bambini. “Conosco la situazione locale, raccolgo le paure dei miei concittadini. Non possiamo permetterci di temporeggiare perchè poi diventerebbe difficile contenere la situazione”, spiega subito dopo aver emesso l’ordinanza di chiusura.
Ad oggi, i positivi confermati al molecolare a Portopalo sono 8 ma nelle ultime 24 ore, con i test rapidi, si sarebbe riscontrato un numero di nuovi contagiati (da confermare, ndr) tale da richiamare l’attenzione del primo cittadino. Gli ultimi casi sono presumibilmente da collegare ad un raduno scout tenutosi all’aperto domenica scorsa. “Non ho autorizzato io quell’appuntamento”, si limita a dire Montoneri senza entrare in polemica.
Nelle settimane scorse la Regione aveva chiarito che i sindaci avrebbero potuto chiudere le scuole solo dietro parere dell’Asp competente. Montoneri però ha preferito sposare subito la linea interventista. “Sono sempre lo stesso dei mesi scorsi. Non ho esitato a chiudere le scuole quando la situazione lo richiedeva per tutelare i miei concittadini. E anche ora, ho fatto quello che ritenevo giusto per i bambini e le famiglie, evitando esposizioni ad eventuali contagi. Non voglio ritrovarmi con dei focolai nel nostro territorio”, spiega.
A Buccheri, il sindaco Alessandro Caiazzo ha chiuso con ordinanza il plesso scolastico Badia in modo da provvedere alla sanificazione dei locali. In precedenza, e sempre dietro suggerimento dell’Asp, aveva “inibito” l’accesso alla prima media. Sono tre i nuovi contagiati nella cittadina montana, un nucleo familiare. “Invito tutti a non sottovalutare il virus e ad attenersi scrupolosamente alle indicazioni che vengono diramate dalle istituzioni e dalle autorità sanitarie”.

foto archivio




Scommesse online, l'operazione della Guardia di Finanza di Catania tocca anche il siracusano

Ci sono anche i nomi di tre siracusani tra quelli delle 23 persone destinatarie di misure personali restrittive, nell’ambito dell’operazione “Doppio Gioco”. Sono stati arrestati il 62enne Corrado Casto (di Noto) e il 42enne Giuseppe Boscarino (Siracusa). Interdizione dall’esercizio dell’attività commerciale per Alfredo Valenti (Siracusa).
Maxi-operazione della Guardia di Finanza di Catania con oltre 150 militari impiegati per una ordinanza di custodia tra Italia, Germania, Polonia e Malta. Intervento eseguito in collaborazione con lo Scico, il Servizio centrale investigazione criminalità organizzata. Gli investigatori etnei hanno concentrato le loro attenzioni sul mondo delle scommesse on line con l’ombra della mafia.
Per 12 indagati è stata disposta la custodia cautelare in carcere, 2 ai domiciliari e 9 sopposti alla misura interdittiva dell’esercizio dell’attività commerciale. Dovranno rispondere, a vario titolo, di esercizio abusivo di gioco e scommesse, evasione fiscale, truffa aggravata, autoriciclaggio.




Sorpreso a rubare arance, aggredisce il proprietario del fondo con il cric: arrestato

Arrestato a Lentini il 44enne Giovanni Pellegrino. I Carabinieri hanno eseguito un’ordine di sottoposizione a custodia cautelare emesso dal gip del Tribunale di Siracusa.
L’uomo, nella notte del 29 dicembre 2020, fu sorpreso dal proprietario di un fondo agricolo di contrada San Basilio, a Lentini, mentre faceva razzia di arance. Per guadagnarsi l’impunità ed assicurarsi la refurtiva, non esitò a minacciare ed a colpire il malcapitato proprietario con il cric dell’autovettura su cui aveva già caricato circa 500 chilogrammi di agrumi Tarocco, dandosi poi alla fuga.
La vittima ha denunciato tutto ai Carabinieri che hanno identificato l’uomo, risultato anche recidivo: già nel mese di marzo del 2020 infatti era stata colto in flagranza di reato ed arrestato unitamente ad altri 4 complici mentre rubava arance nel medesimo fondo.
Il giudice ha emesso la misura cautelare degli arresti domiciliari con il dispositivo del braccialetto elettronico, contestando il più grave reato di rapina impropria, per via della violenza usata nell’atto di compiere il furto. I militari lo hanno rintracciato nel quartiere catanese di Librino e lo hanno ristretto nella sua abitazione.

foto archivio




Siracusa. Dopo i vandali, la rinascita: completati i lavori alla scuola materna Montessori

Per sette volte la scuola materna Montessori di Siracusa è stata “visitata” dai vandali. Dopo l’ultimo episodio, poco prima della scorsa estate, la dirigente scolastica aveva affisso disperata un cartello: non c’è più nulla da rubare. Quella immagine colpì l’allora ministro dell’istruzione, Lucia Azzolina. Dal dicastero arrivarono fondi grazie a cui sono stati ora completati tutta una serie di lavori. Una nuova rampa per l’accesso ai bimbi in carrozzella, il ripristino delle finestre, fiori e giardini, pannelli fonoassorbenti, porte nuove e tinteggiatura pareti, banchi e sedie modulabili, Lim e pc nuovi, sistemi meccanici anti-intrusione, un sistema antifurto grazie all’architetto Grasso, “persino un nuovo parco giochi realizzato grazie alla determinazione della preside Pinella Giuffrida e ad un mio piccolo contributo”, aggiunge il deputato regionale Stefano Zito (M5s).




Covid, i numeri: 566 nuovi positivi in Sicilia, 28 in provincia di Siracusa (1 nel capoluogo)

Sono 566 i nuovi positivi al covid in Sicilia nelle ultime 24 ore. Processati 24.743 tamponi, con una incidenza di positivi che torna a salire e si assesta al 2,2%. I guariti sono stati 1.004, mentre 14 i decessi registrati. Negli ospedali continua a scendere il numero dei ricoveri legati al coronavirus. Ma procedere a rilento la campagna di vaccinazione, anche a causa delle difficoltà a reperire le dosi necessarie.
In provincia di Siracusa i nuovi positivi sono 28, numeri che tornano sotto la soglia di guardia. Nel capoluogo, un solo nuovo caso di contagio nelle ultime 24 ore ed i positivi attuali scendono a 113 (Siracusa città). Due classi del plesso Isola del comprensivo Santa Lucia in quarantena.
Quanto alle altre province: Palermo 293 casi, Catania 138, Messina 27, Trapani 16, Ragusa 10, Caltanissetta 14, Agrigento 32, Enna 8.




L'Urban Center si trasforma in hub vaccinale, le prime immagini. Proseguono le vaccinazioni

Ecco le prime immagini dell’Urban Center di Siracusa che cambia pelle e si appresta a diventare il primo hub vaccinale della provincia. La struttura è stata messa a disposizione dal Comune e, sotto la guida della Protezione Civile Regionale, viene adesso ridisegnata all’interno seguendo i progetti già visti per la Fiera di Palermo e l’ex mercato ittico di Catania già attivi come centri vaccinali.
All’Urban Center verranno realizzate 24 postazioni per l’inoculazione del vaccino. Con la posa all’interno delle prime pannellature, prendono forma i nuovi spazi dove verrà attivata quanto prima – si spera – la campagna di vaccinazione di massa. Molto dipenderà anche dalle dosi di vaccino disponibili. La struttura dovrebbe essere completata entro giovedì. L’indomani prevista la presenza del presidente della Regione per la cerimonia di inaugurazione.


Intanto, l’Asp di Siracusa ha avviato la vaccinazione domiciliare agli over 80 che ne hanno fatto richiesta. Sono circa 700 le prenotazioni per questo tipo di prestazione.
Contestualmente è partita l’organizzazione della vaccinazione del personale del Dipartimento regionale di Protezione civile relativo alla provincia di Siracusa e dei cittadini cosiddetti disabili gravissimi, secondo l’indirizzo dell’Assessorato regionale della Salute che prevede, in prima istanza, che le persone da vaccinare saranno individuate attraverso gli elenchi già formati dall’Azienda dei cittadini che, per la condizione di “disabile gravissimo” da cui sono affetti, ricevono mensilmente il pagamento dell’assegno di cura. Da questi elenchi saranno ovviamente esclusi coloro i quali hanno diritto ad altro titolo alla somministrazione del vaccino, come i cosiddetti over 80. Per tale categoria sarà privilegiata la vaccinazione domiciliare.
E’ in corso, inoltre, la vaccinazione dei cittadini appartenenti al personale scolastico ed universitario, docente e non docente, e ai corpi delle Forze Armate e delle Forze di Polizia nella fascia di età compresa tra i 18 e i 65 anni, ad eccezione dei soggetti estremamente vulnerabili.




Il Magazzino, l'Ufficio, le vedette, le donne manager: come operava il gruppo di via Algeri

Dovranno rispondere di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, aggravata dall’uso delle armi, dall’impiego di minori di anni 18 e dal fatto che lo spaccio avveniva nei pressi di un istituto scolastico della zona, nonché detenzione e porto abusivo di armi da sparo anche clandestine. Sono le accuse a carico, a vario titolo, delle 31 persone coinvolte nel blitz di questa notte dei Carabinieri. L’operazione, diretta dalla Dda di Catania, è stata ribattezzata “Algeri”, dal nome della via teatro delle operazioni.
Arriva a breve distanza temporale da altre simili (Euripide, Aretusa, Bronx e Tonnara) che hanno a più riprese colpito i gruppi egemoni in città nello spaccio di droga.
Le indagini sono state avviate dai Carabinieri del Nucleo Investigativo a novembre 2018 e si sono protratte fino al luglio 2019 con servizi di osservazione, controllo e pedinamento con riprese ed intercettazioni telefoniche ed ambientali.
A capo del sodalizio, secondo gli investigatori, c’era Maximiliano Genova. A completare il vertice, tre nuclei familiari “che gestivano un lucroso traffico di stupefacenti spacciando cocaina, hashish, marijuana, crack e metanfetamine” hanno illustrato i Carabinieri in conferenza stampa. Il cospicuo flusso di denaro generato (si parla di 25mila euro al girono, ndr), veniva utilizzato per nuovi approvvigionamenti e per la costante remunerazione delle figure minori come custodi, corrieri, staffette e spacciatori al dettaglio.
Lo spaccio avveniva all’interno dei portoni e negli androni interni alle scale delle case popolari di via Algeri. Gli accessi erano protetti da cancelli costruiti abusivamente dagli spacciatori, così da impedire o ritardare irruzioni da parte delle Forze dell’Ordine. La capacità intimidatrice del gruppo era tale da imporsi anche sugli altri residenti nelle palazzine che, estranei alle attività illecite, non erano in possesso delle chiavi dei cancelli abusivi ed erano così costretti, per entrare ed uscire, a chiedere il “permesso” alle sentinelle armate che, a turno, presidiavano il territorio ininterrottamente, per l’intero arco delle 24 ore.
I luoghi di operatività della piazza sono le palazzine di via Algeri poste sul lato mare, situate ad Est del centro abitato di Siracusa, luogo molto favorevole per gestire attività illecite: grazie alla loro particolare conformazione urbanistica, l’accesso delle Forze dell’Ordine è infatti particolarmente problematico e subito evidente; la topografia della zona ha poi permesso a vedette ben posizionate sui tetti dei palazzi di avvisare tempestivamente gli spacciatori al dettaglio dell’arrivo di pattuglie delle Forze dell’Ordine, tramite ricetrasmittenti, individuandole anche grazie a videocamere collocate in punti strategici.
“Tali caratteristiche della piazza di spaccio hanno agevolato il gruppo di “via Algeri” a concentrare su di sé l’attività del traffico di droga, acquisendo in tal modo la maggiore fetta di mercato rimasta scoperta, soprattutto dopo la chiusura delle piazze Bronx e Tonnara”, ha aggiunto il colonnello Giovanni Tamborrino, comandante provinciale dei Carabinieri.
Le indagini hanno permesso di accertare che la zona era costantemente presidiata, giorno e notte, da spacciatori e vedette ed era organizzata con più turni di lavoro, una vera e propria “centrale” dello spaccio aperta 24 ore su 24.
I guadagni erano così fiorenti che il sodalizio di Via Algeri aveva aperto addirittura delle vere e proprie trattative per la “vendita” tout court della piazza di spaccio ad altri gruppi criminali della città. Trecentomila euro per la “Piazza”, 50mila per entrare in “società”.
Per gestire l’attività, venivano utilizzati specifici locali che erano stati denominati “Ufficio” e “Magazzino”. Il primo era una vera e propria base logistica, ossia il luogo dove avvenivano le riunioni del gruppo e la ricezione dello stupefacente da parte dei fornitori, dove si effettuava la cottura della cocaina, dalla quale veniva ricavato il crack, dove si procedeva al confezionamento della sostanza ed alla distribuzione delle dosi (di diverse tipologie) agli spacciatori incaricati della vendita al dettaglio. L’ufficio era ubicato presso le abitazioni delle famiglie Cacciatore e Linares che – secondo l’accusa – si sono avvicendate nella gestione.
Presso l’Ufficio gli addetti ricevevano i proventi delle vendite da parte degli spacciatori e tenevano i ‘registri contabili’ sui quali rendicontavano le attività quotidiane.
Il gruppo disponeva anche di un “Magazzino” che era il luogo (ubicato presso le abitazioni dei magazzinieri incaricati) dove venivano stipate ed occultate le forniture di stupefacente, o le quantità in eccesso che transitavano dall’ufficio per essere trattate e contabilizzate. Tale strategia era finalizzata ad evitare il rischio di ingenti sequestri in caso di perquisizioni presso l’ufficio.
Un altro particolare emerso nel corso delle investigazioni è stato il ruolo attivo svolto, in seno al gruppo, dalle donne che rivestivano compiti operativi precisi: gestivano gli approvvigionamenti di droga e si occupavano del confezionamento, fino alla consegna della sostanza ai pusher. Per le abilità manifestate dalle indagate nella gestione delle attività, le stesse sono da considerarsi vere e proprie “donne manager” della droga, in grado di sostituire gli uomini negli affari criminali.
Anche i figli minori degli indagati assistevano puntualmente a tutte le operazioni relative al traffico degli stupefacenti o venivano impiegati nei turni di spaccio o vedetta, come riscontrato da riprese video ed intercettazioni e come confermato dalla presenza dei loro nomi all’interno dei registri contabili sequestrati.
Sulla base di quanto documentato nel corso dell’indagine, si è potuto stabilire come si svolgeva l’attività giornaliera del gruppo. In particolare, lo spaccio al dettaglio era svolto in tre turni di lavoro: mattina (dalle 6 alle 14), pomeriggio (dalle 14 alle 22) e notte (dalle 22 alle 6); gli spacciatori di turno si rifornivano nell’ufficio dove avveniva anche la consegna del denaro provento dello spaccio; gli addetti all’ufficio annotavano i movimenti sul quaderno (libro mastro), riportando sia la quantità consegnata, con a fianco il nome dello spacciatore di turno, sia i soldi ricavati dalla vendita della sostanza; gli spacciatori si rifornivano ad inizio turno e tornavano nell’ufficio ogni volta che esaurivano la sostanza per rifornirsi nuovamente; talvolta gli spacciatori dal luogo di spaccio, individuato in Via Algeri 118, raggiungevano l’ufficio di via Algeri 112 passando dai tetti delle palazzine, riducendo così i rischi di eventuali controlli delle Forze dell’Ordine; in ufficio l’attività era continua e gli addetti lavoravano freneticamente di giorno e di notte. Appena arrivava un carico i coniugi Cacciatore – hanno ricostruito gli investigatori – provvedevano a contabilizzare sul quaderno, trattenevano una parte della sostanza e inviavano al magazzino la parte in eccesso. In caso di carenza di stupefacente in ufficio Mario Cacciatore e Erminia Puglisi chiamavano in magazzino per fare giungere un nuovo quantitativo da confezionare e spacciare; presso l’ufficio si procedeva con la cottura della cocaina per ricavare il crack, si tagliava e si confezionava la sostanza suddividendola in palline, impacchettate in bustine di colore diverso in modo da individuare subito le diverse tipologie di stupefacente e la relativa quantità; in ufficio avveniva settimanalmente il pagamento degli stipendi, prontamente annotato sul quaderno; in ufficio si svolgevano le riunioni con i fornitori GRECO e VISICALE (e i loro corrieri), si contrattavano gli approvvigionamenti, si stabilivano i turni di lavoro, si effettuava la contabilità, si discutevano i problemi del gruppo e si pianificavano le strategie per eludere i controlli ed i sequestri delle Forze dell’Ordine; in ufficio si tenevano anche le riunioni del gruppo nelle quali Maximiliano Genova aveva il potere decisionale per tutto ciò che riguardava il sodalizio, anche se gli addetti all’ufficio godevano spesso di una certa autonomia quando si assentava.
Altro elemento che contraddistingueva il sodalizio malavitoso era il mantenimento economico degli associati detenuti, essenziale per il buon andamento della piazza, al fine di evitare delazioni o collaborazioni da parte degli arrestati. Tutti gli affiliati al gruppo percepivano uno stipendio, parametrato in base alla mansione ed al ruolo svolto all’interno dell’organizzazione. Ad esempio, lo stipendio settimanale di un magazziniere era di 250 euro, 400 a settimana per uno spacciatore.
Le indagini dei Carabinieri hanno permesso di evidenziare l’estrema pericolosità del gruppo, i cui appartenenti non esitavano ad usare la violenza e ad armarsi per regolare le ‘beghe interne’. Sono state anche sequestrate armi, pistole e revolver. Non avrebbero esitato a pestare o minacciare con le armi quanti non pagavano o non si mostravano allineati alla gestione dell’attività criminale.




Operazione Algeri, i nome degli arrestati: 22 in carcere, 6 ai domiciliari e una estradizione

Sono 31 i destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Catania e ritenuti tutti facenti parte di un sodalizio criminoso operante a Siracusa, in particolare nella zona di via Algeri. Indagini dei Carabinieri, dirette dalla Dda di Catania.
Il gruppo criminale aveva costituito una piazza di spaccio delimitata anche da cancelli abusivamente collocati e protetta da vedette, capace di produrre incassi fino a 25.000 euro al giorno. Lo spaccio avveniva anche in prossimità di scuole ed avvalendosi di minori. Tra gli appartenenti al sodalizio finiti nell’indagine, in 17 sono risultati indebiti percettori del reddito di cittadinanza. Verrà avanzata richiesta di perdita del beneficio economico concesso.
Dei 31 arrestati, 22 sono destinatari di ordine di custodia cautelare in carcere.

1. ALI’ Francesca, nata a Siracusa il 19.01.1981 (art. 74 DPR 309/90);
2. CACCIATORE Gabriele nato a Siracusa il 08.05.1997 (art. 74 DPR 309/90 – L. 895/196);
3. CACCIATORE Giovanni, nato a Siracusa il 19.08.1992 (art. 74 DPR 309/90 – L. 895/196);
4. CACCIATORE Mario nato a Siracusa il 15.01.1972 (art. 74 DPR 309/90 – L. 895/196 – legge 110/75);
5. CAPPUCCIO Alessio, nato a Siracusa il 27.11.1987 (art. 74 DPR 309/90 – L. 895/196);
6. COSSU Sara Lice, nata a Assisi (PG) il 26.04.1992 residente Siracusa (art. 74 DPR 309/90 – L. 895/196);
7. FORTEZZA Danilo, nato a Siracusa il 26.04.2001 (art. 74 DPR 309/90);
8. FORTEZZA Carmelo, nato a Siracusa il 20.11.1997 (art. 74 DPR 309/90);
9. GENOVA Maximiliano (inteso Massimo), nato a Siracusa il 21.08.1981 (art. 74 DPR 309/90 – L. 895/196);
10. GRECO Corrado, nato a Siracusa il 27.10.1983 già detenuto presso la casa circondariale di Caltanissetta (art. 74 DPR 309/90);
11. GUGLIOTTA Alfredo, nato a Siracusa il 08.04.1979 (art. 73 DPR 309/90);
12. LINARES Giovanni, nato a Siracusa il 15.07.1997 (art. 74 DPR 309/90 – L. 895/196);
13. LINARES Massimo, nato a Siracusa l’11.02.1975 (art. 74 DPR 309/90 – L. 895/196);
14. MOLLICA Damiano, nato Siracusa il 02.09.1990 (art. 73 DPR 309/90);
15. NOTTURNO Decio Massimiliano (inteso “Flipper”), nato Siracusa il 15.10.1995 (art. 74 DPR 309/90);
16. PIAZZESE Dario (inteso “fagiolino”), nato a Siracusa il 10.11.1981 (art. 74 DPR 309/90);
17. PUGLISI Concetta (intesa Cetty-Cettina), nata a Siracusa il 18.04.1980 (art. 74 DPR 309/90);
18. PUGLISI Erminia, nata a Siracusa il 28.10.1974 (art. 74 DPR 309/90 – L. 895/196 – legge 110/75);
19. Soggetto minorenne – in istituto penale minorile (art. 74 DPR 309/90);
20. SCARIOLO Gaetano (inteso “Gorilla”) nato a Siracusa il 28.03.1989 (art. 74 DPR 309/90);
21. TORRICELLINI Umberto (inteso “Calatosto”), nato a Siracusa il 09.01.1979 (art. 74 DPR 309/90);
22. VISICALE Alessio, nato a Siracusa il 06.04.1997, già detenuto presso la casa circondariale di Siracusa (art. 74 DPR 309/90).

In 6 sono stati posti ai domiciliari.

23. AGGRAZIATO Antonio, nato a Siracusa il 16.09.1999 (art. 73 DPR 309/90);
24. CAIA Tullio, nato a Siracusa il 14.02.1984, già detenuto presso la casa circondariale di Catania (art. 73 DPR 309/90);
25. CASSIA Davide, nato a Siracusa l’11.08.1984 (art. 73 DPR 309/90);
26. CORTESE Lorenzo nato a Siracusa il 28.07.1995 (art. 73 DPR 309/90);
27. GISANA Gaetano, nato a Siracusa il 27.05.1990 (art. 73 DPR 309/90);
28. LINARES Davide, nato Siracusa il 9.12.2000 (art. 73 DPR 309/90).

Disposto l’obbligo di dimora per Paride Quattrocchi, nato a Siracusa il 17.01.1963 (art. 73 DPR 309/90).

A Malta è stato arrestato il presunto capo dell’organizzazione, Maximiliano Genova, in esecuzione di un mandato europeo. Verrà richiesta l’estradizione.




Blitz nella notte, "liberata" via Algeri: "ci siamo riappropriati di un pezzo della città"

“Ci siamo riappropriati di un pezzo della città che qualcuno pensava di possedere”. Così il colonnello Giovanni Tamborrino, comandante provinciale dei Carabinieri, commenta l’importante blitz notturno con cui è stata “liberata” via Algeri. Era diventata una piazza fortificata dello spaccio, con una pesante cappa creata dal sodalizio criminale abbattuto dall’ordinanza di cu stodia cautelare eseguita dai militari aretusei.
“Un colpo importante inferto alla criminalità organizzata”, conferma il comandante Tamborrino. “Abbiamo colpito un sodalizio capace di garantirsi profitti ingenti ma che soprattutto ha tentato di impossessarsi del territorio: vedette sulle palazzine, cancelli per interdire l’accesso nei condomini dove ignari cittadini hanno vissuto limitati nella loro quotidianità”. Ed emerge anche un ulteriore dettaglio: avrebbero tentato di “vendere” ad altro gruppo la piazza di spaccio, considerata “cosa loro”.

Le immagini del blitz: