Covid, i numeri: 566 nuovi positivi in Sicilia, 28 in provincia di Siracusa (1 nel capoluogo)

Sono 566 i nuovi positivi al covid in Sicilia nelle ultime 24 ore. Processati 24.743 tamponi, con una incidenza di positivi che torna a salire e si assesta al 2,2%. I guariti sono stati 1.004, mentre 14 i decessi registrati. Negli ospedali continua a scendere il numero dei ricoveri legati al coronavirus. Ma procedere a rilento la campagna di vaccinazione, anche a causa delle difficoltà a reperire le dosi necessarie.
In provincia di Siracusa i nuovi positivi sono 28, numeri che tornano sotto la soglia di guardia. Nel capoluogo, un solo nuovo caso di contagio nelle ultime 24 ore ed i positivi attuali scendono a 113 (Siracusa città). Due classi del plesso Isola del comprensivo Santa Lucia in quarantena.
Quanto alle altre province: Palermo 293 casi, Catania 138, Messina 27, Trapani 16, Ragusa 10, Caltanissetta 14, Agrigento 32, Enna 8.




L'Urban Center si trasforma in hub vaccinale, le prime immagini. Proseguono le vaccinazioni

Ecco le prime immagini dell’Urban Center di Siracusa che cambia pelle e si appresta a diventare il primo hub vaccinale della provincia. La struttura è stata messa a disposizione dal Comune e, sotto la guida della Protezione Civile Regionale, viene adesso ridisegnata all’interno seguendo i progetti già visti per la Fiera di Palermo e l’ex mercato ittico di Catania già attivi come centri vaccinali.
All’Urban Center verranno realizzate 24 postazioni per l’inoculazione del vaccino. Con la posa all’interno delle prime pannellature, prendono forma i nuovi spazi dove verrà attivata quanto prima – si spera – la campagna di vaccinazione di massa. Molto dipenderà anche dalle dosi di vaccino disponibili. La struttura dovrebbe essere completata entro giovedì. L’indomani prevista la presenza del presidente della Regione per la cerimonia di inaugurazione.


Intanto, l’Asp di Siracusa ha avviato la vaccinazione domiciliare agli over 80 che ne hanno fatto richiesta. Sono circa 700 le prenotazioni per questo tipo di prestazione.
Contestualmente è partita l’organizzazione della vaccinazione del personale del Dipartimento regionale di Protezione civile relativo alla provincia di Siracusa e dei cittadini cosiddetti disabili gravissimi, secondo l’indirizzo dell’Assessorato regionale della Salute che prevede, in prima istanza, che le persone da vaccinare saranno individuate attraverso gli elenchi già formati dall’Azienda dei cittadini che, per la condizione di “disabile gravissimo” da cui sono affetti, ricevono mensilmente il pagamento dell’assegno di cura. Da questi elenchi saranno ovviamente esclusi coloro i quali hanno diritto ad altro titolo alla somministrazione del vaccino, come i cosiddetti over 80. Per tale categoria sarà privilegiata la vaccinazione domiciliare.
E’ in corso, inoltre, la vaccinazione dei cittadini appartenenti al personale scolastico ed universitario, docente e non docente, e ai corpi delle Forze Armate e delle Forze di Polizia nella fascia di età compresa tra i 18 e i 65 anni, ad eccezione dei soggetti estremamente vulnerabili.




Il Magazzino, l'Ufficio, le vedette, le donne manager: come operava il gruppo di via Algeri

Dovranno rispondere di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, aggravata dall’uso delle armi, dall’impiego di minori di anni 18 e dal fatto che lo spaccio avveniva nei pressi di un istituto scolastico della zona, nonché detenzione e porto abusivo di armi da sparo anche clandestine. Sono le accuse a carico, a vario titolo, delle 31 persone coinvolte nel blitz di questa notte dei Carabinieri. L’operazione, diretta dalla Dda di Catania, è stata ribattezzata “Algeri”, dal nome della via teatro delle operazioni.
Arriva a breve distanza temporale da altre simili (Euripide, Aretusa, Bronx e Tonnara) che hanno a più riprese colpito i gruppi egemoni in città nello spaccio di droga.
Le indagini sono state avviate dai Carabinieri del Nucleo Investigativo a novembre 2018 e si sono protratte fino al luglio 2019 con servizi di osservazione, controllo e pedinamento con riprese ed intercettazioni telefoniche ed ambientali.
A capo del sodalizio, secondo gli investigatori, c’era Maximiliano Genova. A completare il vertice, tre nuclei familiari “che gestivano un lucroso traffico di stupefacenti spacciando cocaina, hashish, marijuana, crack e metanfetamine” hanno illustrato i Carabinieri in conferenza stampa. Il cospicuo flusso di denaro generato (si parla di 25mila euro al girono, ndr), veniva utilizzato per nuovi approvvigionamenti e per la costante remunerazione delle figure minori come custodi, corrieri, staffette e spacciatori al dettaglio.
Lo spaccio avveniva all’interno dei portoni e negli androni interni alle scale delle case popolari di via Algeri. Gli accessi erano protetti da cancelli costruiti abusivamente dagli spacciatori, così da impedire o ritardare irruzioni da parte delle Forze dell’Ordine. La capacità intimidatrice del gruppo era tale da imporsi anche sugli altri residenti nelle palazzine che, estranei alle attività illecite, non erano in possesso delle chiavi dei cancelli abusivi ed erano così costretti, per entrare ed uscire, a chiedere il “permesso” alle sentinelle armate che, a turno, presidiavano il territorio ininterrottamente, per l’intero arco delle 24 ore.
I luoghi di operatività della piazza sono le palazzine di via Algeri poste sul lato mare, situate ad Est del centro abitato di Siracusa, luogo molto favorevole per gestire attività illecite: grazie alla loro particolare conformazione urbanistica, l’accesso delle Forze dell’Ordine è infatti particolarmente problematico e subito evidente; la topografia della zona ha poi permesso a vedette ben posizionate sui tetti dei palazzi di avvisare tempestivamente gli spacciatori al dettaglio dell’arrivo di pattuglie delle Forze dell’Ordine, tramite ricetrasmittenti, individuandole anche grazie a videocamere collocate in punti strategici.
“Tali caratteristiche della piazza di spaccio hanno agevolato il gruppo di “via Algeri” a concentrare su di sé l’attività del traffico di droga, acquisendo in tal modo la maggiore fetta di mercato rimasta scoperta, soprattutto dopo la chiusura delle piazze Bronx e Tonnara”, ha aggiunto il colonnello Giovanni Tamborrino, comandante provinciale dei Carabinieri.
Le indagini hanno permesso di accertare che la zona era costantemente presidiata, giorno e notte, da spacciatori e vedette ed era organizzata con più turni di lavoro, una vera e propria “centrale” dello spaccio aperta 24 ore su 24.
I guadagni erano così fiorenti che il sodalizio di Via Algeri aveva aperto addirittura delle vere e proprie trattative per la “vendita” tout court della piazza di spaccio ad altri gruppi criminali della città. Trecentomila euro per la “Piazza”, 50mila per entrare in “società”.
Per gestire l’attività, venivano utilizzati specifici locali che erano stati denominati “Ufficio” e “Magazzino”. Il primo era una vera e propria base logistica, ossia il luogo dove avvenivano le riunioni del gruppo e la ricezione dello stupefacente da parte dei fornitori, dove si effettuava la cottura della cocaina, dalla quale veniva ricavato il crack, dove si procedeva al confezionamento della sostanza ed alla distribuzione delle dosi (di diverse tipologie) agli spacciatori incaricati della vendita al dettaglio. L’ufficio era ubicato presso le abitazioni delle famiglie Cacciatore e Linares che – secondo l’accusa – si sono avvicendate nella gestione.
Presso l’Ufficio gli addetti ricevevano i proventi delle vendite da parte degli spacciatori e tenevano i ‘registri contabili’ sui quali rendicontavano le attività quotidiane.
Il gruppo disponeva anche di un “Magazzino” che era il luogo (ubicato presso le abitazioni dei magazzinieri incaricati) dove venivano stipate ed occultate le forniture di stupefacente, o le quantità in eccesso che transitavano dall’ufficio per essere trattate e contabilizzate. Tale strategia era finalizzata ad evitare il rischio di ingenti sequestri in caso di perquisizioni presso l’ufficio.
Un altro particolare emerso nel corso delle investigazioni è stato il ruolo attivo svolto, in seno al gruppo, dalle donne che rivestivano compiti operativi precisi: gestivano gli approvvigionamenti di droga e si occupavano del confezionamento, fino alla consegna della sostanza ai pusher. Per le abilità manifestate dalle indagate nella gestione delle attività, le stesse sono da considerarsi vere e proprie “donne manager” della droga, in grado di sostituire gli uomini negli affari criminali.
Anche i figli minori degli indagati assistevano puntualmente a tutte le operazioni relative al traffico degli stupefacenti o venivano impiegati nei turni di spaccio o vedetta, come riscontrato da riprese video ed intercettazioni e come confermato dalla presenza dei loro nomi all’interno dei registri contabili sequestrati.
Sulla base di quanto documentato nel corso dell’indagine, si è potuto stabilire come si svolgeva l’attività giornaliera del gruppo. In particolare, lo spaccio al dettaglio era svolto in tre turni di lavoro: mattina (dalle 6 alle 14), pomeriggio (dalle 14 alle 22) e notte (dalle 22 alle 6); gli spacciatori di turno si rifornivano nell’ufficio dove avveniva anche la consegna del denaro provento dello spaccio; gli addetti all’ufficio annotavano i movimenti sul quaderno (libro mastro), riportando sia la quantità consegnata, con a fianco il nome dello spacciatore di turno, sia i soldi ricavati dalla vendita della sostanza; gli spacciatori si rifornivano ad inizio turno e tornavano nell’ufficio ogni volta che esaurivano la sostanza per rifornirsi nuovamente; talvolta gli spacciatori dal luogo di spaccio, individuato in Via Algeri 118, raggiungevano l’ufficio di via Algeri 112 passando dai tetti delle palazzine, riducendo così i rischi di eventuali controlli delle Forze dell’Ordine; in ufficio l’attività era continua e gli addetti lavoravano freneticamente di giorno e di notte. Appena arrivava un carico i coniugi Cacciatore – hanno ricostruito gli investigatori – provvedevano a contabilizzare sul quaderno, trattenevano una parte della sostanza e inviavano al magazzino la parte in eccesso. In caso di carenza di stupefacente in ufficio Mario Cacciatore e Erminia Puglisi chiamavano in magazzino per fare giungere un nuovo quantitativo da confezionare e spacciare; presso l’ufficio si procedeva con la cottura della cocaina per ricavare il crack, si tagliava e si confezionava la sostanza suddividendola in palline, impacchettate in bustine di colore diverso in modo da individuare subito le diverse tipologie di stupefacente e la relativa quantità; in ufficio avveniva settimanalmente il pagamento degli stipendi, prontamente annotato sul quaderno; in ufficio si svolgevano le riunioni con i fornitori GRECO e VISICALE (e i loro corrieri), si contrattavano gli approvvigionamenti, si stabilivano i turni di lavoro, si effettuava la contabilità, si discutevano i problemi del gruppo e si pianificavano le strategie per eludere i controlli ed i sequestri delle Forze dell’Ordine; in ufficio si tenevano anche le riunioni del gruppo nelle quali Maximiliano Genova aveva il potere decisionale per tutto ciò che riguardava il sodalizio, anche se gli addetti all’ufficio godevano spesso di una certa autonomia quando si assentava.
Altro elemento che contraddistingueva il sodalizio malavitoso era il mantenimento economico degli associati detenuti, essenziale per il buon andamento della piazza, al fine di evitare delazioni o collaborazioni da parte degli arrestati. Tutti gli affiliati al gruppo percepivano uno stipendio, parametrato in base alla mansione ed al ruolo svolto all’interno dell’organizzazione. Ad esempio, lo stipendio settimanale di un magazziniere era di 250 euro, 400 a settimana per uno spacciatore.
Le indagini dei Carabinieri hanno permesso di evidenziare l’estrema pericolosità del gruppo, i cui appartenenti non esitavano ad usare la violenza e ad armarsi per regolare le ‘beghe interne’. Sono state anche sequestrate armi, pistole e revolver. Non avrebbero esitato a pestare o minacciare con le armi quanti non pagavano o non si mostravano allineati alla gestione dell’attività criminale.




Operazione Algeri, i nome degli arrestati: 22 in carcere, 6 ai domiciliari e una estradizione

Sono 31 i destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Catania e ritenuti tutti facenti parte di un sodalizio criminoso operante a Siracusa, in particolare nella zona di via Algeri. Indagini dei Carabinieri, dirette dalla Dda di Catania.
Il gruppo criminale aveva costituito una piazza di spaccio delimitata anche da cancelli abusivamente collocati e protetta da vedette, capace di produrre incassi fino a 25.000 euro al giorno. Lo spaccio avveniva anche in prossimità di scuole ed avvalendosi di minori. Tra gli appartenenti al sodalizio finiti nell’indagine, in 17 sono risultati indebiti percettori del reddito di cittadinanza. Verrà avanzata richiesta di perdita del beneficio economico concesso.
Dei 31 arrestati, 22 sono destinatari di ordine di custodia cautelare in carcere.

1. ALI’ Francesca, nata a Siracusa il 19.01.1981 (art. 74 DPR 309/90);
2. CACCIATORE Gabriele nato a Siracusa il 08.05.1997 (art. 74 DPR 309/90 – L. 895/196);
3. CACCIATORE Giovanni, nato a Siracusa il 19.08.1992 (art. 74 DPR 309/90 – L. 895/196);
4. CACCIATORE Mario nato a Siracusa il 15.01.1972 (art. 74 DPR 309/90 – L. 895/196 – legge 110/75);
5. CAPPUCCIO Alessio, nato a Siracusa il 27.11.1987 (art. 74 DPR 309/90 – L. 895/196);
6. COSSU Sara Lice, nata a Assisi (PG) il 26.04.1992 residente Siracusa (art. 74 DPR 309/90 – L. 895/196);
7. FORTEZZA Danilo, nato a Siracusa il 26.04.2001 (art. 74 DPR 309/90);
8. FORTEZZA Carmelo, nato a Siracusa il 20.11.1997 (art. 74 DPR 309/90);
9. GENOVA Maximiliano (inteso Massimo), nato a Siracusa il 21.08.1981 (art. 74 DPR 309/90 – L. 895/196);
10. GRECO Corrado, nato a Siracusa il 27.10.1983 già detenuto presso la casa circondariale di Caltanissetta (art. 74 DPR 309/90);
11. GUGLIOTTA Alfredo, nato a Siracusa il 08.04.1979 (art. 73 DPR 309/90);
12. LINARES Giovanni, nato a Siracusa il 15.07.1997 (art. 74 DPR 309/90 – L. 895/196);
13. LINARES Massimo, nato a Siracusa l’11.02.1975 (art. 74 DPR 309/90 – L. 895/196);
14. MOLLICA Damiano, nato Siracusa il 02.09.1990 (art. 73 DPR 309/90);
15. NOTTURNO Decio Massimiliano (inteso “Flipper”), nato Siracusa il 15.10.1995 (art. 74 DPR 309/90);
16. PIAZZESE Dario (inteso “fagiolino”), nato a Siracusa il 10.11.1981 (art. 74 DPR 309/90);
17. PUGLISI Concetta (intesa Cetty-Cettina), nata a Siracusa il 18.04.1980 (art. 74 DPR 309/90);
18. PUGLISI Erminia, nata a Siracusa il 28.10.1974 (art. 74 DPR 309/90 – L. 895/196 – legge 110/75);
19. Soggetto minorenne – in istituto penale minorile (art. 74 DPR 309/90);
20. SCARIOLO Gaetano (inteso “Gorilla”) nato a Siracusa il 28.03.1989 (art. 74 DPR 309/90);
21. TORRICELLINI Umberto (inteso “Calatosto”), nato a Siracusa il 09.01.1979 (art. 74 DPR 309/90);
22. VISICALE Alessio, nato a Siracusa il 06.04.1997, già detenuto presso la casa circondariale di Siracusa (art. 74 DPR 309/90).

In 6 sono stati posti ai domiciliari.

23. AGGRAZIATO Antonio, nato a Siracusa il 16.09.1999 (art. 73 DPR 309/90);
24. CAIA Tullio, nato a Siracusa il 14.02.1984, già detenuto presso la casa circondariale di Catania (art. 73 DPR 309/90);
25. CASSIA Davide, nato a Siracusa l’11.08.1984 (art. 73 DPR 309/90);
26. CORTESE Lorenzo nato a Siracusa il 28.07.1995 (art. 73 DPR 309/90);
27. GISANA Gaetano, nato a Siracusa il 27.05.1990 (art. 73 DPR 309/90);
28. LINARES Davide, nato Siracusa il 9.12.2000 (art. 73 DPR 309/90).

Disposto l’obbligo di dimora per Paride Quattrocchi, nato a Siracusa il 17.01.1963 (art. 73 DPR 309/90).

A Malta è stato arrestato il presunto capo dell’organizzazione, Maximiliano Genova, in esecuzione di un mandato europeo. Verrà richiesta l’estradizione.




Blitz nella notte, "liberata" via Algeri: "ci siamo riappropriati di un pezzo della città"

“Ci siamo riappropriati di un pezzo della città che qualcuno pensava di possedere”. Così il colonnello Giovanni Tamborrino, comandante provinciale dei Carabinieri, commenta l’importante blitz notturno con cui è stata “liberata” via Algeri. Era diventata una piazza fortificata dello spaccio, con una pesante cappa creata dal sodalizio criminale abbattuto dall’ordinanza di cu stodia cautelare eseguita dai militari aretusei.
“Un colpo importante inferto alla criminalità organizzata”, conferma il comandante Tamborrino. “Abbiamo colpito un sodalizio capace di garantirsi profitti ingenti ma che soprattutto ha tentato di impossessarsi del territorio: vedette sulle palazzine, cancelli per interdire l’accesso nei condomini dove ignari cittadini hanno vissuto limitati nella loro quotidianità”. Ed emerge anche un ulteriore dettaglio: avrebbero tentato di “vendere” ad altro gruppo la piazza di spaccio, considerata “cosa loro”.

Le immagini del blitz:




Anche a Siracusa la cenere vulcanica dell'Etna, chiusa la pista dell'aeroporto di Catania

E’ arrivata anche a Siracusa la cenere vulcanica dell’Etna. Sospinta dal vento, si è depositata su strade e balconi, ricoprendo di un sottile strato anche le auto. E’ il segno visibile dell’ottavo parossismo del vulcano, dal 16 febbraio. Un evento che è andato rafforzandosi nel pomeriggio. Notevole la ricaduta di cenere su Catania ed i paesi pedemontani.
La società di gestione dell’aeroporto di Catania, poco prima delle 16, ha comunicato la chiusura della pista dello scalo aeroportuale. Troppa cenere è “contaminata”. In corso l’attività di pulizia e bonifica.
“Per info sui voli dirottati o cancellati si prega di contattare le compagnie aeree”, spiegano dalla Sac.




Siracusa porto d'imbarco per Msc, si comincia a maggio con la Seaside

In ritardo di un anno, a causa del covid, e in versione ridotta, Siracusa diventa porto di imbarco e sbarco per le crpciere Msc. Si comincia a maggio, con uno scalo a settimana della Seaside. “Siracusa che diventa porto di imbarco per Msc Crociere è motivo di soddisfazione perché rappresenta il raggiungimento di un obiettivo perseguito da anni e che solo la pandemia ha fatto slittare al 2021”, commenta il sindaco, Francesco Italia, dopo l’annuncio dato dalla compagnia.
A partire dal 2019 ci sono stati diversi incontri con i manager della compagnia, che adesso ha deciso di inserire Siracusa tra gli scali delle nuove crociere nel Mediterraneo con la novità che, per la prima volta, i passeggeri potranno iniziare il loro viaggio dalle banchine del Porto grande. Il sindaco conta di avere al più presto un nuovo incontro con la Msc per parlare di aspetti logistici.
“Un risultato rilevante e non scontato – dice ancora il sindaco Italia –. Il fatto di diventare un porto d’imbarco, oltre a rappresentare una novità assoluta, apre prospettive incoraggianti per lo sviluppo del turismo crocieristico in città e può rappresentare una boccata di ossigeno per gli operatori del settore in questo momento complicato. Siracusa è una meta obbligata per chiunque voglia immergersi nella storia del Mediterraneo e scoprire un patrimonio naturalistico unico. La scelta di Msc rappresenta, dunque, un’opportunità dal punto di vista economico e un’occasione di rilancio per la promozione della città nel mondo”.
Le crociere che toccheranno Siracusa, partiranno da Genova il sabato e faranno scalo anche a Malta, Civitavecchia e Taranto. La nave Seaside è una delle più innovative, anche dal punto di vista dell’impatto ambientale, della flotta; la sua caratteristica è di disporre di una promenade esterna, con negozi bar e piscina, nei ponti più bassi così che i passeggeri possano godersi meglio il mare.
“Il settore delle crociere – conclude il sindaco Italia – sta subendo gli effetti della pandemia ma il fatto che, in un momento di crisi, la MSC abbia deciso di scommettere su Siracusa ci fa ben sperare per il futuro. Sta a noi essere all’altezza della scommessa e lavorare, in sinergia con gli operatori del settore, affinché la città diventi ancora più accogliete e offra servizi adeguati”.




Dissesto idrogeologico, Siracusa non presenta alcuna richiesta. "I fondi vanno in provincia"

E’ stata pubblicata dal Ministero degli Interni la graduatoria di finanziamento per progetti di messa in sicurezza degli edifici e del territorio, di manutenzione di ponti, viadotti e scuole ed interventi di efficientamento energetico presentati dai Comuni italiani. “Sono stati assegnati i primi 1,85 miliardi che serviranno a far partire ben 2.846 interventi per mitigare il dissesto idrogeologico. Oltre il 60% delle risorse va al Sud Italia. Altri 1,75 miliardi, già assegnati per il 2022, serviranno a finanziare ulteriori opere con lo scorrimento della graduatoria. Per i circa 3.000 interventi che restano fuori, il governo cercherà di trovare le risorse tra le pieghe del Recovery Plan”, spiega Paolo Ficara, parlamentare siracusano del MoVimento 5 Stelle.
“Spiace che il comune di Siracusa non abbia inviato alcun progetto, rinunciando a priori alla possibilità di assicurarsi un finanziamento importante per problemi più che presenti nel territorio aretuseo, ovvero il dissesto idrogeologico o la messa in sicurezza di ponti e scuole. Anche se negli ultimi mesi sono stati diversi i finanziamenti intercettati, sarebbe grave ripetere questi errori e rinunciare ad intercettare importanti linee di credito statali o europei”, dice ancora Ficara spulciando la graduatoria.
“In provincia di Siracusa arriveranno comunque risorse importanti, per un totale di circa 10 milioni di euro per i comuni che hanno fatto richiesta: Francofonte, Palazzolo e Rosolini (2,5 milioni ciascuno), Buccheri, Cassaro e Solarino per quasi 1 milione ciascuno. Saranno invece successivamente finanziati con lo scorrimento della graduatoria i progetti presentati dai comuni di Buscemi e Ferla. Potranno utilizzare questi fondi per opere di messa in sicurezza e di prevenzione del rischio idrogeologico, incluse strade, ponti, viadotti, per l’efficientamento energetico degli edifici, con precedenza per quelli ad uso scolastico. Purtroppo – conclude Paolo Ficara (M5s) – sono stati esclusi alcuni Comuni per irregolarità nell’invio della documentazione e per la mancanza del bilancio 2019 approvato. Ma ben più grave, ribadisco, è il fatto che Siracusa, Avola, Noto, Lentini, Priolo, Melilli, Floridia e Portopalo non abbiano nemmeno partecipato, non inviando alcun progetto. Il capoluogo perde per esempio la possibilità di usufruire di 5 milioni di euro, risorse che sicuramente avrebbero fatto comodo”.




Villa del Tellaro, la richiesta del sindaco di Noto: "una nuova copertura per i mosaici"

“Sono convinto che il direttore del Parco Archeologico di Siracusa, Eloro, Villa Romana del Tellaro ed Akrai non può non condividere che la realizzazione della nuova copertura dei mosaici della Villa Romana del Tellaro sia una priorità assoluta”. Lo dice il sindaco di Noto, Corrado Bonfanti che chiede così un importante intervento per la salvaguardia dei preziosi mosaici conservati nella Villa Romana del Tellaro. Anche alla luce del recente finanziamento ricevuto dal Parco direttamente dall’assessorato regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana per interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria per i siti al suo interno.
“In questi anni – prosegue Bonfanti – anche a causa di quella struttura non abbiamo certo contribuito alla protezione e alla conservazione dei nostri mosaici. Anzi al contrario. Ne abbiamo deteriorato i colori, ne abbiamo consentito il calpestio e li abbiamo esposti a forti escursioni termiche. Confido molto nella sensibilità e nel pragmatismo della direzione del Parco per porre la parola fine a questo ‘disagio’ culturale e per scrivere la parola ‘fine’ ad anni di proteste e sollecitazioni”.




Colpo allo spaccio, i Carabinieri spazzano via sodalizio criminale: 31 arresti

Vasta operazione antidroga dei Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Siracusa. Sgominata una organizzata specializzata nello spaccio di stupefacenti, in particolare di ingenti quantitativi di cocaina, crack, marijuana, hashish e metanfetamine.
Sono 31 i destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Catania e ritenuti tutti facenti parte di un sodalizio criminoso operante nel capoluogo, finito nelle indagine dirette dalla Dda di Catania. Il gruppo criminale aveva costituito una piazza di spaccio delimitata anche da cancelli abusivamente collocati e protetta da vedette, capace di produrre incassi fino a 25.000 euro al giorno.
Lo spaccio avveniva anche in prossimità di scuole ed avvalendosi di minori. Tra gli appartenenti al sodalizio finiti nell’indagine, in 17 sono risultati indebiti percettori del reddito di cittadinanza.
Sono in atto numerose perquisizioni con l’ausilio di cani antidroga e di ricerca armi ed esplosivi. All’attività, eseguita da circa 150 militari, concorrono assetti specialistici del 12° Reggimento Carabinieri “Sicilia” di Palermo e dello Squadrone Eliportato Carabinieri “Sicilia” di Sigonella, nonché un elicottero dell’Arma.