Agenda politica 2021 a Siracusa: tra rimpasto e ipotetico ritorno del Consiglio comunale

Secondo indiscrezioni sempre più diffuse, il Consiglio comunale di Siracusa potrebbe “ritornare” in carica e nelle sue funzioni. Le prime settimane del 2021 dovrebbero portare questa novità, destinata a cambiare in qualche misura anche gli equilibri interni alla giunta. Bisognerà attendere il pronunciamento dei giudici amministrativi, chiamati a chiarire il rebus nato oltre un anno addietro, dopo la bocciatura da parte dell’aula del bilancio comunale.
Che sia davvero come molte fonti – interessate – suggeriscono, o meno, un rimpastino nella squadra che governa la città pare alle porte. In diretta su FMITALIA, il sindaco Francesco Italia parla per il momento di una “normale verifica” tra forze politiche. Ma la sensazione è che “l’aggiustatina” sia inevitabile.
I tempi e i modi sarebbero, però, ancora da definire. Molto dipenderà proprio dall’eventuale ritorno del Consiglio comunale. In quel caso, i nuovi equilibri di giunta andrebbero discussi e bilanciati tenendo conto anche della mappa politica dell’assise. Altrimenti, mani libere per il sindaco Francesco Italia che potrebbe affrontare e risolvere alcuni “equivoci” di giunta. C’è chi addirittura ipotizza un azzeramento, ma la voce non trova alcun riscontro. Ad ora.
Uno dei temi “politici” riguarda il rapporto tra il sindaco ed Italia Viva. Pur essendo fortemente presente in giunta, il partito dei renziani non perde occasione per polemizzare. Partito di lotta e di governo che crea qualche imbarazzo alla giunta. Il primo cittadino smorza le tensioni sul nascere. “Finchè Italia Viva vota e condivide i provvedimenti della giunta andiamo d’amore e d’accordo”: come dire, normale dialettica ma nei fatti i renziani sostengono l’azione amministrativa. Solo che i mal di pancia, anche tra gli assessori di Italia Viva, sarebbero ricorrenti. E allora strappo in vista? Non è certo. Ma l’amministrazione vuole darsi slancio adesso e non ritrovarsi zavorrata fin sotto elezioni.




Turismo, nel futuro c'è la ripartenza. Ma il 2020 è stato per Siracusa "raccapricciante"

Sono sconfortanti i numeri del turismo a Siracusa nel 2020. L’emergenza sanitaria, lo stop agli spostamenti e le mille paure che hanno segnato l’anno che si chiude zavorrano pesantemente il settore. “Il confronto con il 2019 è raccapricciante”, esordisce il presidente di Noi Albergatori, Giuseppe Rosano. “Nel 2020 gli arrivi, nella totalità, hanno subito un calo del 63,8%, pari a meno 166.093 turisti (lo scorso anno erano 260.357 contro i 94.264 del 2020), di cui: -45,1% (-61.765) italiani (scorso anno erano 136.791 nel 2020 invece 75.026); stranieri -84,4% (-104.328), nel 2019 sono stati 123.566, quest’anno appena 19.238”.
Ancor più il dato dei pernottamenti, aggiornato al 30 novembre. “Qui si registra un -61,1% per un totale di 458.942 turisti in meno (nel 2019 ben 751.244 nel 2020 invece 292.302), con i soggiorni italiani che hanno subito un calo del 42,3%, pari a meno 176.523 (nel 2019 erano 416.537 nel 2020 invece 240.014). Ingenti le perdite di presenze di stranieri: -84,4%, per un negativo di -282.419 con i 334.707 del 2019 contro i 52.288 del 2020”.
Il calo maggiore riguarda gli stranieri cosiddetti alto-spendenti, ovvero francesi (19%), tedeschi (17%), inglesi (11%), Svizzera e Liechtenstein (9%). “La Russia, che negli anni scorsi superava il 10%, quest’anno ha accordato un magro 1%”, sottolinea Rosano.
E’ chiaro che non solo Siracusa soffre. Tutto il settore turismo si è fermato. Il futuro, per ora, non fa ben sperare. “Lo scorso 11 novembre, in occasione del World Travel Market di Londra – precisa Rosano – è stata supposto che per la ripresa completa del settore viaggi ci vorranno dai 3 ai 5 anni. E una ripresa, è stato sottolineato, premierà le destinazioni turistiche più attente e attrezzate a valorizzare sicurezza sanitaria e sostenibilità. Tornando al presente, l’ultimo decreto con le restrizioni Covid imposte per Natale-Capodanno, ha affossato una situazione già drammatica, dacché il settore turistico, costituito da piccole-medie imprese, è in grave crisi economica. Mentre il Piano nazionale di ripresa e resilienza ha stanziato per cultura e turismo 3,1 miliardi, ovvero un misero 1,6% dei 196 miliardi del Recovery Fund. Un’altra dura mazzata alle speranze degli operatori turistici che confidavano su maggiori investimenti per rafforzare l’attrazione turistica italiana”.




Melilli, approvato il Bilancio di previsione. Il sindaco: "Programmiamo con competenza"

Il Consiglio Comunale di Melilli è tra i primi in Italia ad approvare il Bilancio di previsione 2021-2023 e strumenti di programmazione (Dup e Piano Triennale Opere Pubbliche). Per il secondo anno consecutivo, in seduta ordinaria si è ripetuta l’approvazione degli strumenti programmatici e previsionali entro tutti i termini di legge.
“Sono soddisfatto che l’amministrazione comunale abbia ripetuto questo splendido risultato!”, commenta il sindaco Giuseppe Carta. “E’ importante dimostrare che Melilli riesce a programmare con massima competenza e rispetto delle scadenze”, aggiunge.
Le linee programmatiche del D.U.P (Documento unico di programmazione) per il triennio 2021-2023, relativamente alle rubriche Cultura e Turismo, sono state frutto di una sinergia tra l’assessore alla Cultura, Teresa Santangelo, l’assessore al Turismo, Rosario Cutrona, e una delegazione di professionisti del territorio. “Ciascuna azione strategica prevista del programma – dice Santangelo – verrà innanzitutto declinata nella concertazione di strategie che coinvolgeranno simultaneamente le realtà di Melilli centro, Villasmundo e Città Giardino, al fine di garantire una promozione e valorizzazione culturale ampia e articolata. Si prevedono delle macro-aree di intervento, strutturate in azioni mirate al raggiungimento di obiettivi specifici: dalla riqualificazione di importanti realtà culturali alla progettazione di itinerari turistici, così da promuovere processi culturali dinamici e creativi”.




Coronavirus, il bollettino: 1.084 nuovi positivi in Sicilia, +98 in provincia di Siracusa

Sono 1.084 i nuovi positivi al covid in Sicilia, nelle ultime 24 ore. I tamponi processati sono stati 8.497. Diminuiscono, rispetto a ieri, i ricoveri in ospedale: -11 (8 ordinari, 3 terapia intensiva). I guariti sono 1.077. Registrati anche altri 29 decessi.
In provincia di Siracusa brusca impennata dei contagi. Sono infatti 98 i nuovi positivi rilevati nel siracusano, nel giro di 24 ore. Caduti nel vuoto gli appelli di vari sindaci che hanno chiesto ai loro concittadini di non abbassare la guardia sotto le feste.
Quanto alle altre province: Palermo 292, Catania 251, Messina 232, Trapani 76, Caltanissetta 57, Ragusa 46, Enna 20, Agrigento 12.
I dati sono contenuti nel bollettino quotidiano del Ministero della Salute.




La battaglia dei sindaci della zona industriale: "i soldi del Recovery per allontanare la crisi"

“C’è un atteggiamento menefreghista verso il Sud. Ma Priolo, Gela e Biancavilla sono zone industriali che hanno sempre dato tanto al Paese, come produzione e come tasse. Ora lo Stato deve restituire qualcosa, in termini di investimenti”. Il sindaco di Priolo, Pippo Gianni, estremizza il “do ut des” e chiama il governo alle sue responsabilità per evitare che la crisi travolga il polo industriale siracusano.
E’ noto l’attuale momento: le nuove tensioni che agitano i lavoratori dopo il piano Lukoil, le collegate preoccupazioni per il futuro del principale motore economico locale. Non restano indifferenti i sindaci dei centri che ospitano i principali impianti industriali del siracusano. Dopo una serie di riunioni ed incontri, anche in Prefettura a Siracusa, ecco la richiesta forte e chiara: “Se Isab-Lukoil parla di cassa integrazione, è evidente che c’è qualcosa che non va. A questo punto, i fondi del Recovery devono prevedere risorse per questa area produttiva del Paese. Ci sono mille cose da fare e una transizione energetica da stimolare”.




La crisi della zona industriale, incontro Lukoil-sindacati: "salvaguardare tutti gli occupati"

I sindacati unitari serrano le fila in vista di un 2021 che si presenta subito di battaglia, specie guardando alla zona industriale ed al piano Lukoil. “Resta centrale la salvaguardia di tutti i posti di lavoro compresi quelli dell’indotto. Saremo vigili passo dopo passo”, dicono subito i segretari generale di Cgil e Cisl, Roberto Alosi e Vera Carasi, e il commissario straordinario della Uil, Luisella Lionti, dopo l’incontro tra il vertice aziendale del colosso russo e i sindacati che si sono ritrovati nella sede di Confindustria Siracusa.
“L’azienda ha presentato un piano di crisi che non smentisce il possibile futuro ricorso alla cassaintegrazione – hanno aggiunto i segretari – L’auspicio che le cose possano cambiare nei prossimi tre mesi è la speranza di tutti. Come abbiamo già detto, siamo perfettamente coscienti della crisi economica generata dalla pandemia. I consumi sono scesi e le produzioni ne hanno risentito. Al centro, però, deve restare la salvaguardia di tutti i posti di lavoro, nessuno escluso. Se si chiedono sacrifici ai lavoratori lo si faccia nell’ottica di un piano di rilancio che segua la ripresa dei mercati e nuovi investimenti che, nei periodi di crisi, sono risultati vincenti per molte aziende. Serve lavorare per dare garanzie occupazionali a tutto l’indotto anche dopo il 31 marzo, data ultima del provvedimento che blocca i licenziamenti. Se così non fosse si rischierebbe un disastro occupazionale che non possiamo più permetterci”.
Per questo i sindacati seguiranno con attenzione tutte le mosse del colosso petrolifero. “Le aziende, soprattutto se leader delle produzioni industriali, siamo certi, sapranno mettere in campo tutta la propria forza di impresa”, l’auspicio.

foto archivio




Addio senza polemica: Edy Bandiera lascia la giunta regionale, "i miei fatti per la Sicilia"

Non sbatte certo la porta, ma nel lasciare la giunta regionale il siracusano Edy Bandiera ci tiene a mettere i puntini sulle “i”. E così, in un lungo post pubblicato sui suoi canali social istituzionali, mette in ordine i pensieri. “Mai, nella storia della Sicilia, da non deputato, un assessore all’agricoltura è durato così tanto. Oltre tre anni. Per questa possibilità e per la fiducia ringrazio il mio partito, il presidente Gianfranco Micciché e il presidente Musumeci”, l’incipit prima di un lungo elenco preceduto dall’hashtag “i fatti per la Sicilia”. Nella lista c’è il miliardo e 191 milioni “di fondi comunitari erogati agli agricoltori; 1.800 giovani che avviano un’azienda agricola, con la Sicilia prima regione d’Italia per numero di aziende gestite da giovani; la banca della terra; la legge sulla pesca, che mancava da quasi 20 anni e approvata all’unanimità dal Parlamento Siciliano; le arance rosse, per la prima volta nella storia della Sicilia, in Cina; il marchio QS di Qualità Siciliana; la nascita dei Distretti del Cibo; la viabilità Rurale; le iniziative per il comparto zootecnico e il riavvio dei controlli funzionali e dell’assistenza tecnica; i prodotti che hanno raggiunto i marchi comunitari Igp, Doc e Dop;
oltre 5500 controlli sui prodotti in entrata ed in uscita dalla Sicilia, oltre 30 mila analisi di laboratorio e 250 intercettazioni, con sequestri, distruzione o restituzione al mittente, di prodotti non conformi; gli aiuti a tutte le aziende agrituristiche siciliane; i 15 milioni di aiuti covid a tutti i pescatori ed armatori siciliani, prossimi alla erogazione; l’imminente bando per 5.121.000 euro per il fermo pesca temporaneo dovuto al covid”. E la lista continua anche con “la difesa dei fondi del nuovo Psr dal tentativo di scippo operato da alcune regioni del nord; la valorizzazione del lavoro forestale, a servizio di città, comunità e siti archeologici di tutta la Sicilia”.
Nelle ultime ore, dopo l’annuncio delle sue dimissioni dalla giunta regionale, numerosi sono stati i messaggi ed i comunicati di apprezzamento da parte di agricoltori, consorzi di produttori, realtà produttive, organizzazioni sindacali e di categoria. “Parole di stima che mi confermano che tanto è stato fatto. Tantissimo resta da fare.
All’amico Toni Scilla, che mi succede nello straordinario ma delicato ruolo, nella certezza del suo appassionato impegno, auguro un proficuo lavoro e di ricevere le mie stesse soddisfazioni. Un solo rammarico. Non avere avuto il tempo di vedere approvata la riforma forestale. La mia idea di riforma, con un testo unico per la forestazione in Sicilia, che si compone di 40 articoli, l’ho comunque consegnata nelle mani del presidente della Regione”.
Che cosa farà adesso Edy Bandiera? C’è chi prevede per lui una futura candidatura a sindaco di Siracusa. “In questo momento, sono in macchina verso la mia provincia e la mia amata Siracusa, dove nei prossimi mesi continuerò il mio impegno, con la stessa energia, dedizione e passione che ho messo in campo in questi anni. Forte dell’esperienza maturata, delle nuove conoscenze e di una preziosa rete di relazioni istituzionali regionali, nazionali ed europee.
Rivolgo un ringraziamento sentito ai tre dipartimenti dell’Assessorato ed ai tre Direttori Generali, Cartabellotta, Candore e Greco. Agli Ispettorati dell’agricoltura di ogni provincia siciliana ed al mio prezioso staff”.




Rimpasto in giunta regionale, in uscita il siracusano Edy Bandiera (FI)

Si è dimesso l’assessore regionale siracusano Edy Bandiera. L’esponente di Forza Italia lascia la giunta Musumeci per fare spazio ad una sorta di rotazione tra province, più o meno concordata. Sostituzione tutti interna al partito azzurro, con Toni Scilla pronto a subentrare all’Agricoltura e Pesca.
Ricorrenti indiscrezioni, ormai da settimane, davano per imminente l’aggiustata alla squadra di governo e l’uscita di Bandiera che, pure, poteva contare sul sostegno di pezzi importanti del mondo dell’agricoltura e della pesca siciliana. Secondo alcuni rumors, Bandiera non avrebbe però goduto del supporto pieno di Forza Italia, soprattutto della pesante componente siracusana. Non è un mistero che con l’ex ministro Stefania Prestigiacomo – che pure aveva caldeggiato la nomina di Edy Bandiera – i rapporti non siano idilliaci, da diverso tempo.
Al momento, nessun commento ufficiale da parte dell’ex assessore regionale, impegnati in ultimi adempimenti prima di lasciare l’ufficio di Palermo.
Dalla giunta regionale in uscita anche Bernadette Grasso. Alle Autonomie Locali va l’ex sindaco di Agrigento (ed ex Dem), Marco Zambuto.




Fuori senza valido motivo o in pieno coprifuoco: 12 sanzioni dei Carabinieri in poche ore

Da domani si torna in zona rossa e nelle ultime ore si sono intensificati i controlli per garantire il rispetto delle norme in vigore per limitare la diffusione del contagio. Nelle ultime ore, i Carabinieri di Siracusa hanno sanzionato 12 persone per l’inosservanza della normativa attualmente in vigore. Sono stati fermati mentre circolavano per il capoluogo senza valido motivo o comunque in orari non consenti. La multa, in questi casi, parte da 400 euro.
Diversi i posti di controllo allestiti lungo le arterie principali di Siracusa. E numerosi sono stati gli illeciti riscontrati dai Carabinieri, anche oltre le norme covid.
Non sono mancate sanzioni per la mancanza di copertura assicurativa o per l’uso del cellulare alla guida. A Priolo Gargallo, denunciato un ventisettenne per detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio. A seguito di perquisizione veicolare e personale, è stato trovato in possesso di sette dosi di cocaina per un peso complessivo di circa 2 grammi.
Sono stati anche segnalati alla magistratura otto assuntori di stupefacente, trovati in possesso di modica quantità di droga per uso personale, quali marijuana, cocaina e hashish.




Dall'orribile 2020 all'incerto 2021: strumenti e previsioni di ripresa con Cna Siracusa

“Il 2020 è solo un anno da dimenticare. Perse imprese, persi amici. Per la ripresa nel 2021 serve ora una guida forte del governo e strumenti di accesso al credito semplificato”. Il presidente di Cna Siracusa, Innocenzo Russo, fotografa con poche parole il momento economico a cavallo dell’anno nuovo e quelle speranze di solito collegate ad un simile cambiamento, al termine di 12 mesi difficilissimi.
“L’impatto della crisi sanitaria sul mondo delle micro e piccole imprese è stato ed è ancora enorme e si aggiunge ad un trend di debolezza economica che il territorio si porta dietro ormai da molti anni”, la fotografia esatta fornita da Cna Siracusa.
Un quadro estremamente complesso, in cui la prima missione è divenuta quella di supporto quotidiano e costante ad artigiani, commercianti e micro imprenditori alle prese con un clima di incertezza mai vissuto prima. “Abbiamo fatto tutto il possibile per non lasciare indietro nessuno, un impegno quotidiano nella lettura, interpretazione e risposta ai tanti dubbi e quesiti connessi alle inevitabili restrizioni. Cna – spiega Gianpaolo Miceli – non ha mai chiuso i battenti, accogliendo con tantissime precauzioni le istanze di migliaia di imprenditori, cittadini e pensionati. Lo abbiamo fatto per i bonus messi in campo dai vari livelli di governo, per il rapporto con gli istituti di credito e con le istituzioni. Non abbiamo rinunciato alla protesta, per alcune decisioni incomprensibili anche ottenendo delle modifiche ad alcuni provvedimenti lesivi di numerose categorie economiche. Dal nostro territorio parte l’allargamento di alcuni settori economici ai ristori dei decreti degli ultimi mesi e questo è stato possibile solo grazie alla sinergia con l’intera organizzazione su tutti i livelli”.
Per la ripartenza, giocheranno un ruolo determinante strumenti come il superbonus 110%. L’8 gennaio partiranno i primi lavori a Siracusa e già vengono salutati come primo autentico segnale di riscatto dell’economia locale. Il 2021 parte allora con un all-in sul comparto delle costruzioni che ha perso centinaia di imprese negli ultimi anni migliaia di lavoratori. “Ma il 2021 deve essere anche l’anno del riscatto per tutti gli altri settori, per quelli bistrattati dai vari livelli di governo e dimenticati dai vari decreti di ristoro. È una battaglia di territorio e di civiltà che vogliamo risolvere con metodo, va dato sostegno a chi ha perso di più. Senza discriminazioni connesse ai codici ateco”, precisa subito Miceli.
Da capitalizzare, poi, le occasioni offerte da ZES e Zone Franche Montane: vantaggi fiscali per lo sviluppo e gli investimenti. E per il turismo è il momento di ragionare di una seria filiera “industriale”.