Sanità nella bufera, il sindaco di Palazzolo: "non è solo colpa di Ficarra"

“Vogliono far pagare a Ficarra il fatto che ha dato il via libera all’individuazione dell’area per l’ospedale di Siracusa”. Il sindaco di Palazzolo Acreide, Salvo Gallo, si schiera a difesa del direttore generale dell’Asp di Siracusa, sotto attacco per la gestione dell’emergenza coronovirus.
“Non penso sia colpa solo sua. Non penso possa essere solo colpa di uno che è venuto a Siracusa da meno di due anni. Come si fa a risanare il danno causato da anni di abbandono? Come si fa a risanare 40 anni di tirare a campare e di lotte fratricide per l’accaparramento di ruoli? Come si fa a risanare la totale assenza di interesse della politica siracusana nel settore della sanità?”, si domanda.
“È stata la politica siracusana, senza distinzione tra sinistra e destra, a disinteressarsi totalmente di sanità, se non di Pizzuta dove c’erano in ballo 20 milioni di euro. Il processo mediatico lo stanno facendo tutti a Ficarra e non a 40 anni di malasanità avallata da tutti, sindacati compresi. Adesso tutti Soloni e giudici vendicatori. Errori, ritardi, lacune a Siracusa ce ne sono una infinità e bisognerebbe mandare tutti a casa, non solo il dg dell’Asp. Penso agli arrampicatori della sanità, ai nullafacenti, ai raccomandati cronici e soprattutto a chi ha fatto politica fino all’altro ieri e che oggi ha ancora il coraggio di dare sentenza addossando responsabilità ad una sola persona”, dice Gallo.




La strigliata di Garozzo (IV): "sindaci siracusani troppo timidi, via i vertici dell'Asp"

“Cari Sindaci della provincia di Siracusa e cari deputati, mandate a casa i vertici dell’Asp, a dir poco imbarazzanti e inconcludenti. E con loro l’assessore regionale Razza, che ha atteso oltre un mese per attrezzare con il minimo indispensabile le strutture siracusane. Dovete farlo a tutele della salute delle comunità che vi hanno eletto ma anche perché il ruolo ve lo impone”. A scriverlo è Giancarlo Garozzo, esponente di primo piano in Sicilia in Italia Viva.
L’ex sindaco di Siracusa non le manda a dire. “Credo che, a questo punto, chi ha ruoli istituzionali non può continuare a dire che va tutto bene. Ci voleva un atto di coraggio, si doveva venire allo scoperto e non ve la siete sentita…Oggi però dovete chiedere le dimissioni dei vertici Asp e dell’assessore regionale Razza. Siete stati timidi”, l’accusa che Garozzo rivolge ai sindaci siracusani. “Quello che sapevate già, oggi lo ha reso di pubblico dominio Report”, la chiosa.




Sanità nella bufera, il Movimento 5 Stelle attacca i vertici Asp: "Serve un nuovo assetto"

“Esigiamo la verifica dei fatti e delle responsabilità”. Il parlamentare siracusano Paolo Ficara (M5s) interviene così nella giornata più rovente dell’Asp di Siracusa. “Qualcosa non va nella gestione siracusana della sanità. Ci auguriamo che a fare luce, e presto, possano essere gli organi competenti, ad ogni livello. Torniamo a chiedere maggiore responsabilità a chi gestisce la situazione sanitaria provinciale ed all’assessore di riferimento, fino alle estreme conseguenze. Pur nell’asprezza delle critiche, risulta irrispettoso non fornire risposte alla cittadinanza tanto quanto il trincerarsi dietro posizioni arroganti”, aggiunge con riferimento all’intervista del direttore generale finita nell’ampio servizio di Report (Rai Tre).
Ma Ficara chiama in causa anche il direttore sanitario, Anselmo Madeddu, il cui silenzio viene definito “assordante”.
Anche gli altri parlamentari e senatori siracusani del Movimento (Filippo Scerra, Maria Marzana e Pino Pisani), non risparmiano critiche. “Auspichiamo che si faccia il massimo della chiarezza sulle modalità di gestione della crisi da parte della Sanità siracusana. Lo si deve alle famiglie di chi purtroppo ha perso la vita, ai cittadini, ma anche al rispetto della dignità di quanti, medici e personale sanitario, stanno combattendo in prima linea questa drammatica guerra”.
Ficara, Scerra, Marzana e Pisani sono concordi nell’affermare che “la politica regionale deve mettere da parte il colore e le appartenenze per decidere di fare piena luce sulle tante vicende poco chiare, insieme al lavoro della Procura”.
Anche i deputati regionali Stefano Zito e Giorgio Pasqua puntano il dito contro l’Asp di Siracusa. “All’emergenza cronica si è aggiunta l’emergenza Covid19 che va ad appesantire una situazione già precaria. Dall’assessore Razza ci attendiamo oggi risposte che deve non a noi, ma ai cittadini della provincia di Siracusa che non si sentono sicuri. A noi non serve un Covid Team di passaggio: serve un aiuto costante. Serve qualcuno che chiarisca cosa è successo e cosa succede nella gestione dei casi covid, dei tamponi, dei Dpi e cosa si sta facendo per garantire la sicurezza degli operatori sanitari. A noi serve un laboratorio d’analisi pubblico che abbia la strumentazione adatta (che andava acquistata prima). Serve più attenzione verso la nostra sanità pubblica mettendo a disposizione più soldi per assumere il personale adatto per fronteggiare l’ordinario e l’emergenza. A noi serve qualcuno prenda gli imboscati e li riporti dove ce n’è bisogno. Serve valorizzare i bravi e giovani medici ed infermieri che abbiamo e farne arrivare di nuovi. Serve un riassetto complessivo dell’Asp e non sempre e solo nuovi direttori generali”.




Donazioni per gli ospedali: mascherine, tute, ventilatore e caschi respiratori dalla Irem

La società di costruzione Irem, leader nel settore Oil & Gas a livello internazionale, ha donato agli ospedali di Noto e Siracusa 1.950 mascherine, 250 tute protettive e 9 caschi respiratori.
“In questo periodo così difficile, non potevamo stare a guardare. Abbiamo ritenuto giusto dare un contributo alle esigenze di tutto il personale medico e paramedico impegnato in prima linea, nel nostro territorio. Stiamo aspettando l’arrivo di altri 51 caschi respiratori e di un ventilatore polmonare che saranno immediatamente consegnati agli stessi ospedali. Invito tutti ad attenersi alle disposizioni emanate dal Ministero della Salute e dalle ordinanze della nostra Regione. Insieme possiamo farcela”, le parole dell’ad di Irem, Giovanni Musso.

foto dal web




Siracusa. Danneggiato il centro anziani di Grottasanta, vandali per poche monetine

Ancora un grave atto criminale. Nella notte, ignoti hanno preso di mira il centro sociale di Grottasanta. Hanno vandalizzato mobili e locali per poi rubare pe poche monetine contenute nel distributore di bevande. “Attaccare il centro sociale di Grottasanta, rubare e vandalizzare ciò che conteneva, è un gesto vile e da codardi, contro un luogo simbolo della vità di comunità dei nostri anziani, in un momento di emergenza nazionale e di estrema fragilità per i nostri nonni”, le parole del sindaco Francesco Italia, che ha visitato i locali.
“Continueremo a difendere in prima linea la città e la proprietà pubblica da chi vorrebbe che le istituzioni arretrassero. Sistemeremo il circolo e lo riapriremo non appena potremo nuovamente riabbracciarci”.
Nei giorni scorsi, ignoti avevano scagliato sassi contro due mezzi della Municipale, distruggendone finestrini e lunotti.




Priolo. Coronavirus, un ex hotel a disposizione di chi deve osservare la quarantena

Chiuso l’accordo, riapre le porte dell’ex hotel Le Palme di Priolo Gargallo. Verrà utilizzato per offrire una stanza a chi, rientrando da altre zone d’Italia, dovrà osservare il prescritto periodo di quarantena. Non dovrà così costringere l’intero nucleo familiare ad osservare il rigido isolamento fiduciario.
Lo ha comunicato il sindaco di Priolo, Pippo Gianni, che dopo trattative durate settimane è riuscito oggi a chiudere l’accordo con il presidente della società che gestisce la struttura dell’ex hotel. Per poterne usufruire si dovrà contattare il Comune allo 0931/779209 e l’Ufficio di Protezione Civile al numero 0931/779266.
Il primo cittadino aveva già raggiunto un accordo per poter utilizzare l’albergo dell’Autoporto; lo ha reso disponile all’Asp di Siracusa, che lo sta utilizzando per ospitare i pazienti risultati positivi che devono effettuare il periodo di quarantena.
Adesso questo ulteriore via libera per poter usufruire dei locali dell’ex hotel Le Palme, per consentire a coloro che stanno tornando dall’estero o da altre regioni d’Italia e non hanno a disposizione ulteriori soluzioni, di trascorrere qui il periodo di isolamento previsto per legge.




Ventilatori polmonari, mascherine ffp2 e chirurgiche: donazione di Eni per la sanità

Ventilatori polmonari per le terapie intensive dell’Asp di Siracusa: anche Eni (attraverso il suo stabilimento di Priolo) partecipa alle donazioni per le strutture sanitarie delle città in prossimità dei suoi impianti. Sono state già consegnate 5mila mascherine FFP2 e 20mila mascherine chirurgiche.
Interventi anche a Gela e per Messina-Milazzo. A Gela, in accordo con la Azienda Sanitaria Provinciale, Eni ha realizzato il piano ingegneristico per la realizzazione di una unità di terapia intensiva all’ospedale “Vittorio
Emanuele”. È inoltre in corso sempre a Gela l’approvvigionamento di una sterilizzatrice ospedaliera per l’ospedale locale, mentre sono già state consegnate 7500 mascherine FFP2 e 30mila mascherine chirurgiche per tutto il territorio di Gela.
Per le Aziende sanitarie locali di Messina-Milazzo, la raffineria di Milazzo (joint venture Eni al 50%) supporta il progetto per l’allestimento di 10 postazioni di terapia intensiva presso l’ospedale di Milazzo e sono già state consegnate 5250 mascherine FFP2 e 15mila mascherine chirurgiche rispettivamente all’Azienda sanitaria provinciale di Messina e al Distretto sanitario di Milazzo.




Coronavirus, Siracusa e provincia: 79 contagiati, 44 ricoverati, 7 deceduti

Salgono a 79 i positivi al coronavirus in provincia di Siracusa. Due in più rispetto ad ieri. I ricoverati sono 44, 25 i guariti, 7 i decessi.
L’aggiornamento viene fornito, come ogni giorno, dalla Regione. Questi i casi di Coronavirus riscontrati nelle varie province: Agrigento, 106 (0 ricoverati, 2 guariti e 1 deceduto); Caltanissetta, 92 (22, 4, 8); Catania, 540 (159, 25, 49); Enna, 271 (168, 1, 15); Messina, 320 (139, 17, 25); Palermo, 260 (74, 29, 12); Ragusa, 47 (7, 4, 3); Trapani, 100 (24, 1, 3).
Si raccomanda di attenersi scrupolosamente alle indicazioni fornite dal Ministero della Salute per contenere la diffusione del virus. Per ulteriori approfondimenti visitare il sito dedicato www.siciliacoronavirus.it o chiamare il numero verde 800.45.87.87.




Siracusa. L'odissea dei tamponi di fine quarantena, attesa di una chiamata che non arriva

La quarantena volontaria sta diventando infinita per molti di quei siracusani rientrati dal nord. Come prescritto dalle norme, una volta tornati in Sicilia dal Settentrione, si sono registrati, hanno segnalato il loro domicilio ed osservato scrupolosamente i 14 giorni di isolamento. Ma per poter lasciare la quarantena, come da ordinanza regionale, devono prima essere sottoposti a tampone.
Tra ritardi vari, in molti sono ormai arrivati persino a 20 giorni di isolamento. Si affidano via whatsapp all’ironia: “se non ci uccide il coronavirus, ci uccide la solitudine”. Contattati dalla nostra redazione attraverso i social, molti raccontano di essere in buona salute. Di non avere o non aver mai avuto per tutto il periodo sintomi. Vorrebbero tornare a casa, dalle loro famiglie. Qualcuno ha anche ricevuto offerte di lavoro dall’estero e rischia di perderle perchè non può ancora uscire da casa. Una odissea autentica in pieno isolamento sociale.
Come Antonio ed i suoi fratelli. Rientrati tutti e tre dalla Lombardia, dal 16 marzo sono in isolamento volontario. Doveva concludersi il 30 marzo, ma Antonio ed uno dei suoi fratelli sono ancora in attesa di notizie circa la data di effettuazione del loro tampone. Il terzo fratello è stato fortunato: “è stato chiamato e ieri alle 15 ha fatto il tampone. Però gli hanno detto che deve stare in isolamento fino a quando non arriva risultato. E ovviamente non si quando arriva questo benedetto risultato”.
C’è poi la storia di Pino. Anche lui ormai da 20 giorni in quarantena. La moglie lascia la spesa davanti alla porta e va via. Un saluto a distanza, dalla finestra, con guanti e mascherina. “Aspetto ancora un contatto o almeno una risposta ai miei quesiti. Ma niente di niente. Lo scorso 4 aprile ho ricevuto una telefonata. Speravo fosse quella dell’Asp ed invece era la Protezione Civile che mi chiedeva se tornavo a lavoro. Ma dico io, prendete in giro? Sono chiuso in casa che aspetto questo tampone e mi chiedete se vado a lavorare? Non ho parole”, si sfoga.
C’è rabbia anche nelle parole di Salvo. “Un mio parente ha finito la quarantena e ancora aspetta il tampone. Intanto il suo datore di lavoro gli ha detto che deve partire per l’Olanda. E se rifiuta rischia quasi, quasi il licenziamento”. Hanno chiamato, anche i parenti, il numero messo a disposizione dall’Asp. “Ma ci hanno risposto che loro sono un call center e non sanno cosa rispondere. Abbiamo parlato con il medico di famiglia e ci ha rimandato all’Asp per questo aspetto. Possibile che nessuno si preoccupi di queste cose?”.
Le sollecitazioni aumentano. Sotto il peso delle migliaia di rientri dal nord, il sistema è andato purtroppo in sofferenza. Ed è lo stesso sindaco di Siracusa, Francesco Italia, ad intervenire. “Mi sono fatto portavoce presso i responsabili dell’Asp di Siracusa di questa problematica. Mi è stato riferito che in giornata arriveranno alcuni esiti e nei prossimi giorni arriveranno anche le altre risposte. Si devono accelerare i tempi e, soprattutto, va instaurato un rapporto diretto e costante con i cittadini, a partire da una verifica costante del corretto funzionamento della linea telefonica dedicata. Abbiamo il dovere di limitare al massimo l’esistenza di tali criticità”.




Siracusa. La Casa del Pellegrino diventa una covid house, in corso la sanificazione

Sono cominciati i lavori di sanificazione della Casa del Pellegrino. Dopo la firma del protocollo a due tra Asp e ente Santuario Madonna delle Lacrime, dal primo aprile la struttura è a disposizione dell’Azienda Sanitaria. Un accordo a titolo gratuito per l’utilizzo delle 71 camere della struttura che verranno destinate ai cosiddetti pazienti “grigi” ovvero non bisognosi di terapia strettamente ospedaliera. I servizi saranno curati dall’Asp con suo personale, a cui verranno destinate alcune camere della struttura. La previsione è quella di riuscire ad aprire la struttura tra sette giorni.
Sin dal mese di febbraio la Casa del Pellegrino era stata inserita tra gli edifici pubblici comunali a disposizione dell’eventuale emergenza sanitaria, insieme all’ex orfanotrofio di Grottasanta. Solo nelle ultme settimane, però, si è accelerato. Pur essendo edificio di proprietà comunale, viene gestito dall’ente chiesa Santuario in virtù di un comodato d’uso al centro, negli ultimi tempi, di diverse contrapposizioni ed interpretazioni, anche legali.
In provincia, individuata una seconda struttura alberghiera ad Augusta, nei pressi dello svincolo autostradale. Anche lì, disposto l’avvio delle procedure di accurata sanificazione. La Regione, nei giorni scorsi, aveva anticipato il ricorso a questa misura per ampliare i posti letto disponibili per fronteggiare l’emergenza coronavirus.