Siracusa. Ancora un blitz in via Italia 103, i Carabinieri sequestrano 92 dosi di cocaina

Ancora un sequestro di droga nella zona di via Italia 103. I Carabinieri della Sezione Radiomobile di Siracusa hanno rinvenuto un centinaio di dosi di cocaina.
Dopo un’accurata attività di osservazione e controllo, hanno fatto irruzione in una palazzina già teatro dell’operazione congiunta di Polizia e Carabinieri denominata Demetra. Una volta entrati, i militari sono riusciti a sequestrare 92 dosi di cocaina, del peso complessivo di circa 20 grammi, pronte per la vendita.
Lo stupefacente, destinato allo spaccio nella città di Siracusa, avrebbe fruttato diverse migliaia di euro.




Camerieri senza mascherine, richiesta chiusura temporanea di un pub di Augusta

Controlli anti-covid sempre in atto. Ad Augusta, i Carabinieri hanno verificato il rispetto delle norme nei luoghi della movida. Ispezioni ed i posti di controllo, spesso effettuati anche in corrispondenza delle principali arterie stradali cittadine ed extraurbane, anche per dare impulso all’azione di prevenzione e contrasto ai comportamenti di maggior pericolo.
Sono stati controllati nei giorni scorsi 14 esercizi commerciali, 316 persone e 184 veicoli, eseguendo 13 perquisizioni personali.
Un noto e frequentato pub megarese è stato sanzionato per il mancato uso dei dispositivi di protezione individuale da parte dei camerieri che servivano i clienti ai tavoli. Una multa da 400 euro, a cui seguirà anche la richiesta al Prefetto di Siracusa di applicazione della prevista sanzione accessoria della sospensione temporanea delle attività. Non sono stati forniti elementi per l’identificazione del locale.
I posti di blocco hanno portato all’elevazione di verbali per complessivi 4mila euro. Sono stati ritirati 3 documenti di circolazione e sottratti complessivamente 20 punti dalle patenti di guida.




Consiglio comunale di Siracusa sciolto, Zito (M5s) e Cannata (FdI) vogliono riscrivere le norme

Il caso dello scioglimento comunale di Siracusa, e il successivo dibattito apertosi sulla norma regionale che consente in quei casi che sindaco e giunta rimangano in carica, approda ufficialmente all’Ars. Si moltiplicano infatti le iniziative politiche.
Tra le prime, lo scorso 3 agosto, c’è il disegno di legge presentato dal deputato regionale Stefano Zito (M5s). “E’ impensabile che la norma oggi lasci governare da solo il sindaco, per tutta la durata del suo mandato, in assenza del consiglio comunale. Proprio come sta accadendo a Siracusa”, spiega Zito.
“Una città, governata solo dal sindaco, non trae alcun beneficio anche perché manca un organo importante come il Consiglio comunale che stimola a fare meglio e di più. Quindi, in caso di mancata approvazione di bilancio, è corretto che decadano contestualmente il Consiglio e il sindaco e si vada a elezione al primo turno utile”. Così il deputato pentastellato sintetizza la novità che il suo disegno di legge vuole introdurre.
La deputata regionale Rossana Cannata (FdI) ha presentato questa mattina, insieme al suo gruppo, un emendamento al Ddl 824 “Norme in materia di enti locali” presentato su proposta dell’assessore regionale per le Autonomie locali e la funzione pubblica, Bernardette Grasso, per far rivivere i Consigli comunali sciolti a seguito della legge votata durante il governo Crocetta. “Il testo del governo regionale non risolverebbe i casi attuali, come quello dello scioglimento del Consiglio comunale di Siracusa”. L’emendamento predisposto dalla Cannata “andrebbe a interpretare al meglio la norma relativa al funzionamento del Consiglio comunale, riportando in carica quello di Siracusa”.
Anche il deputato regionale, Giovanni Cafeo (IV) aveva apertamente posto il tema, aprendo al confronto politico per evitare altri casi come quello del Comune capoluogo aretuseo.




Noto. Fiamme in un appartamento disabitato di vico Salonia

Un incendio si è sviluppato nel pomeriggio in un appartamento nel centro storico di Noto. Fiamme in vico Salonia, nei pressi di piazza XVI Maggio. L’abitazione, al pian terreno, era disabitata da tempo. A bruciare, i rifiuti accatastati al suo interno. Nessun ferito.
Sul posto è intervenuta anche la Polizia.




Ripristino e ammodernamento strade provinciali, Edy Bandiera: "2,7 mln al Comune di Noto"

L’assessorato regionale all’Agricoltura ha finanziato 4 progetti, presentati dal Comune di Noto, per i ripristino e l’ammodernamento di alcune strade provinciali. Interventi di viabilità inter-aziendale e strade rurali per 2,7 milioni di euro, a valere sulla Misura 4.3.1 del Programma di Sviluppo Rurale 2014/2020.
“Attraverso questo finanziamento diamo risposte concrete al territorio che necessita di un ammodernamento della
viabilità interaziendale per una migliore fruizione e interconnessione di fondi e aziende che gravitano sul territorio”, ha detto l’assessore regionale Edy Bandiera.
Con un contributo pari al 100% ed interamente a fondo perduto sono state pertanto approvate le perizie di variante presentate dal Comune e relative ai progetti, già ammessi a finanziamento. Nella fattispecie, le strade interessate dai lavori di ripristino e ammodernamento sono: un tratto di strada provinciale n. 81 denominata strada del Castelluccio, nelle contrade Castelluccio e Mezzogricoli, per un importo pari a € 673.858,63; un tratto di strada provinciale n. 90 denominata Palazzolo – Falabia – Castelluccio nelle contrade Castelluccio e
Mucia, per un importo pari a € 667.063,25; un tratto di strada provinciale n.80 denominata San Marco Aguglia nelle contrade Aguglia – Bancazzo – San Marco – Testa dell’Acqua per un importo pari a € 675.988,54 ed in ultimo un tratto della provinciale n. 64 denominata Noto Antica – Testa dell’Acqua nelle contrade Noto Antica – Testa dell’Acqua per un importo pari a € 674.192,48.




Molestie olfattive, il sindaco di Priolo scrive ai Ministri dell'Ambiente e della Salute

“Negli ultimi tempi si sono verificati numerosi episodi di cattiva qualità dell’aria, in particolare nelle giornate del 28, 29 e 30 agosto e il 5 e 6 settembre. Durante le ore in cui le concentrazioni di inquinanti sono state più elevate sono pervenute lamentele da parte dei cittadini che, oltre al disagio olfattivo, hanno registrato numerosi fastidi, come bruciore agli occhi e difficoltà respiratorie. In qualità di responsabile della salute della popolazione mi trovo costretto a rappresentare una situazione ormai insostenibile che colpisce ininterrottamente il nostro territorio”. Lo scrive il sindaco di Priolo, Pippo Gianni, in una lettera indirizzata ai Ministri dell’Ambiente e della Salute, agli assessori regionali all’Ambiente e alla Salute ed alla Prefettura di Siracusa. Il primo cittadino priolese chiede un incontro congiunto urgente sulle problematiche ambientali, per risolvere (“definitivamente”) il problema dei miasmi.
In allegato alla lettera, i report con i dati registrati dalla rete di monitoraggio ambientale del Libero Consorzio e dell’Arpa. Chieste indagini mirate da parte dei Ministeri dell’Ambiente e della Salute, con l’obiettivo finale di incidere su quelle sostanze ad oggi non normate dal Decreto Legge 155/10, come gli idrocarburi non metanici, composti solforati, COV “e fornire così risposte concrete alla popolazione”.
Nella missiva, il Sindaco Gianni chiede inoltre di poter riconsiderare la sospensione delle Aia, decadute a seguito della recente sentenza del Tar sul Piano Regionale della Qualità dell’Aria.
A far ben sperare il sindaco di Priolo c’è il precedente di Torino. Nel giugno del 2019, il ministro dell’Ambiente, Costa, ha siglato un protocollo d’intesa per il miglioramento della qualità dell’aria. “Già a novembre dello scorso anno, durante la visita del ministro a Priolo, abbiamo chiesto di attivarsi per una analoga iniziativa. Reitero oggi quella richiesta”.
Intanto, nel pomeriggio di ieri – su richiesta del sindaco Gianni e del Disaster Manager Gianni Attard – Arpa, ex Provincia, Vigili del Fuoco e Vigili Urbani hanno effettuato un sopralluogo nel centro abitato per testare la qualità dell’aria e individuare la fonte delle emissioni che nelle ultime settimane hanno creato fastidi alla popolazione.




Il ciclone Cassilda osservato speciale sullo Jonio

Il ciclone Cassilda è l’osservato speciale dai centri meteo del Mediterraneo. Si trova al momento sul basso Mar Ionio e, secondo le previsioni, dovrebbe risalire a nord, lambendo (ma a debita distanza) la costa est della Sicilia. E proprio il settore orientale dell’isola (ragusano, siracusano e catanese) potrebbe maggiormente risentire in serata degli effetti del transito sullo Jonio di Cassilda.
Gli esperti avvisano sulla possibilità che possano verificarsi piogge temporalesche. La parte più intensa dei venti (fino a 100kmH) dovrebbe rimanere in aperto Jonio, così come le piogge alluvionali. Attese a terra, nel siracusano, folate fino ad un massimo di 60 kmh. La tempesta tropicale si sposterà poi verso la Grecia.




Coronavirus, il bollettino: 90 nuovi casi in Sicilia, tre decessi; uno in provincia di Siracusa

Sono 90 i nuovi positivi al coronavirus in Sicilia. Palermo e Catania si conferma le province con una più alta risalita dei contagi: nelle ultime 24 ore registrati 33 nuovi casi nel palermitano e 35 nel catanese. La provincia di Siracusa, per il secondo giorno consecutivo, non riporta alcun nuovo contagio. Uno dei tre decessi per covid, in Sicilia, è però avvenuto proprio nel siracusano. Sono tre purtroppo le morti legate al virus registrate nelle ultime 24 ore. I dati sono contenuti nel bollettino quotidiano del Ministero della Salute. I dati sanitari parlano comunque di persone affette da altre patologie.
Quanto alle altre province: 4 a Trapani, 5 ad Agrigento, 1 a Caltanissetta, 1 a Ragusa, 4 a Messina e 7 ad Enna.
Sono 155 i pazienti ricoverati con sintomi, altri 16 in terapia intensiva. In isolamento domiciliare ci sono 1.817 persone. Il totale degli attuali positivi sale a 1.988.

foto dal web




Varenne, l'indagine e le intercettazioni: la droga"mascherata" dietro termini ippici

L’indagine che ha condotto all’odierna operazione “Varenne” ha preso il via nell’agosto 2018, con l’arresto in flagranza del siracusano Salvatore Di Fede (detto “il pelato”). L’uomo venne sorpreso dai Carabinieri in possesso di circa 9 kg di hashish.
Un quantitativo che ha fatto sorgere agli investigatori il sospetto che Di Fede potesse essere un importante acquirente di stupefacente che poi rivendeva in città per alimentare varie piazze di spaccio. L’attività investigativa avrebbe fatto emergere anche che, nonostante fosse sottoposto agli arresti domiciliari, riusciva a continuare la sua attività di acquisto e rivendita di grosse partite di hashish e cocaina, coadiuvato da Claudio Barone e Massimo Toromosca.
Da quanto emerso nel corso delle indagini, Di Fede sarebbe stato solito utilizzare due canali per l’approvvigionamento dello stupefacente: il primo facente capo al palermitano Giovanni Pasqua, per l’hashish; ed il secondo, attraverso soggetti catanesi tra cui Rosario Sicurella.
Per i viaggi di approvvigionamento di hashish e di cocaina veniva utilizzato come corriere – secondo la ricostruzione degli investigatori – Massimo Toromosca.
Parallelamente, nel corso dell’attività di indagine, è stata scoperta l’esistenza di un altro piccolo gruppo di spacciatori composto da Sebastiano Galeota, Giuseppe Bronzo e Giuseppe Greco. Questi ultimi, dopo essersi affrancati e aver guadagnato la loro autonomia nel mondo dello spaccio, avrebbero iniziato ad approvvigionarsi in maniera autonoma dagli stessi fornitori di Salvatore Di Fede, tra i quali Giovanni Pasqua.
Da quest’ultimo, è emerso durante le indagini, si sarebbero “riforniti” anche altri presunti spacciatori “autonomi” come Francesco Paolo Zuccarello, Daniele Alì e Francesco Campanella.
Nelle telefonate intercettate, Pasqua e tutti i suoi interlocutori utilizzavano un linguaggio convenzionale mutuato dal mondo dell’ippica, per riferirsi alle varie tipologie di sostanza stupefacente. Così, di volta in volta, gli stupefacenti venivano denominati in base al loro colore, associato a quello del mantello dei cavalli: pertanto, per riferirsi all’hashish, sostanza dal tipico colore marrone, gli spacciatori usavano il termine convenzionale “sauro”, un cavallo dal manto castano.

Nel corso dell’indagine sono stati sequestrati complessivamente ben 73 kg di hashish e 171 grammi di cocaina, procedendo all’arresto in flagranza di reato di 16 persone. L’introito stimato del giro di droga scoperto grazie a questa indagine, iniziata a marzo 2018 e conclusasi a novembre dello stesso anno, è di circa 350.000 euro.
Sono stati tradotti in carcere:
• DI FEDE Salvatore, classe 1974
• BARONE Claudio, classe 1983
• TOROMOSCA Massimo, classe 1974
• ZUCCARELLO Francesco Paolo, classe 1971
• ALI’ Daniele, classe 1986
• GALEOTA Sebastiano, classe 1978
• BRONZO Giuseppe, classe 1979
• GRECO Giuseppe, classe 1968
• CAMPANELLA Francesco, classe 1988

sono stati sottoposti alla misura cautelare del divieto di dimora nella provincia di Siracusa:
• PASQUA GIOVANNI, classe 1968
• SICURELLA Rosario, classe 1978

All’attività di esecuzione hanno preso parte 80 militari dell’Arma dei Carabinieri di Siracusa.
Nel corso delle odierne perquisizioni sono stati altresì rinvenuti nell’abitazione dell’Alì e sequestrati circa 17 grammi di marijuana e 1 pianta della medesima sostanza alta circa 2 metri.
Risultano attive le ricerche su di un altro soggetto allo stato resosi irreperibile.




Operazione antidroga "Varenne", 12 misure cautelari tra Siracusa, Catania e Palermo

Sono 12 le persone coinvolte nell’operazione antidroga “Varenne”. Dalle prime ore del mattino, i Carabinieri stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare emessa dalla Procura di Siracusa. Tutti gli arrestati sono ritenuti responsabili di concorso in detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti: cocaina, marijuana ed hashish. Sono 10 le ordinanze di custodia in carcere, 2 invece, le misure interdittive (divieto di dimora a Siracusa). Numerose le perquisizioni eseguite, con l’ausilio di cani antidroga. I Carabinieri hanno eseguito anche controlli per scovare eventuali armi ed esplosivi.

Le indagini sono iniziate ad agosto 2018, con notevoli riscontri sulla presunta fiorente attività di spaccio a Siracusa  e i relativi canali di rifornimento. Un gruppo di spacciatori “slegati” dai grandi sodalizi presenti sul territorio e che anzi ha saputo approfittare dei “buchi” creati nella rete criminale dalle brillanti operazioni di contrasto condotte dalle forze dell’ordine. Ingenti le quantità di stupefacenti sequestrate durante le indagini. Il procuratore aggiunto Scavone ha evidenziato come “la richiesta di droga non cessa, i gruppi sono sempre pronti ad organizzarsi. Acquistano a Catania ed e Palermo, dove il costo della cocaina è inferiore”.

La terminologia utilizzata dagli odierni indagati faceva spesso riferimento ai termini dell’ippica e dei cavalli. Da qui la scelta del nome dell’operazione, battezzata appunto Varenne. Il pm Dragonetti ha evidenziato come “il linguaggio utilizzato durante le conversazioni intercettate sia stato facilmente interpretato e decriptato. Utilizzate telecamere ed intercettazioni ambientali, decisive per lo sviluppo dell’attività”.

Le indagini hanno preso le mosse dall’arresto in flagranza di Salvatore Di Fede (detto “il pelato”), considerato dagli investigatori il referente del piccolo gruppo che muoveva comunque una grande quantità di droga. Numerosi i sequestri, soprattutto se si considera il breve periodo di indagine.