Zona industriale, aziende pronte a lasciare. Regione in stallo sul Piano dell'aria e la ripresa non si vede

A lanciare l’allarme “desertificazione” nella zona industriale siracusana è stato nei giorni scorsi il presidente di Confindustria Siracusa, Diego Bivona. Attraverso le colonne del Sole24Ore, il numero uno degli industriali siracusani non ha nascosto il rischio che le grandi aziende ancora presenti nel territorio possano decidere di andare via. “Non c’è convenienza economica, ci sono solo vincoli”, spiega al principale quotidiano economico Bivona. Ed il riferimento pare indirizzato al Piano della qualità dell’aria della Regione, peraltro impugnato dalle aziende del polo petrolchimico.
Il post lockdown e la ripresa appaiano più complicati del previsto. I depositi restano pieni di prodotto stoccato e non ancora venduto, con un andamento del mercato che spaventa e preoccupa a più livelli.
Su FMITALIA ne hanno parlato Claudio Geraci, vicedirettore generale di Isab-Lukoil, e Rosario Pistorio, amministratore delegato di Sonatrach Raffineria Italiana.
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Dal mondo sindacale, la Uil fa subito sentire la sua voce con Luisella Lionti. “Rivedere il piano della qualità dell’aria, reinvestire il 5% delle accise e attivare subito un tavolo permanente con il governo regionale per il rilancio dell’industria siciliana”. Queste le proposte del sindacato che ricorda come solo il petrolchimico di Siracusa conta 3.200 lavoratori diretti e 4mila dell’indotto. “Dobbiamo cercare una soluzione, insieme alla Confindustria, per evitare la chiusura. In una realtà come quella di Siracusa, con un alto tasso di disoccupazione, non possiamo permettere che le aziende vadano via mentre dalla Regione non arrivano segnali. Servono risposte immediate, per questo motivo occorre spostare la questione anche a livello regionale. Noi abbiamo il dovere di tutelare i lavoratori e la buona occupazione sempre rispettando l’ambiente. Non possiamo rispondere alla mossa del cavallo con il lancio dall’aereo senza paracadute”.
La politica non resta in silenzio. Il deputato regionale Giovanni Cafeo sottolinea come “il combinato disposto della crisi economica dovuta alla pandemia di Covid-19 e l’approvazione di un piano di tutela della qualità dell’aria che è riuscito a mettere tutti in disaccordo, impugnato da aziende di tutta la Sicilia e che anche il parere dell’avvocatura dello Stato nella costituzione in giudizio a difesa del decreto chiede, nel caso sia soccombente, di stralciare solo la parte relativa alla zona industriale – spiega Cafeo – ha costretto tutti i grandi impianti a perdite impossibili da sopportare per un tempo troppo lungo, senza dimenticare i problemi dovuti allo stoccaggio di quanto raffinato ma rimasto invenduto a causa del calo globale della domanda di prodotti petroliferi”.
Premesse disastrose che spingono le aziende a ritenere sia più conveniente chiudere che restare aperti, “soprattutto quando l’interlocutore istituzionale principale, ossia la Regione Siciliana, sembra disinteressarsi completamente dell’argomento, lasciando al proprio destino non tanto le aziende in sé, senza prospettive per il futuro e senza un piano di visione strategico cui fare riferimento per ipotizzare qualunque tipo di investimento, quanto le migliaia di lavoratori e le loro famiglie, il cui destino appare oggi a tinte fosche”.
Il deputato di Italia Viva striglia Musumeci. “Pur comprendendo la sua necessità di mantenere un atteggiamento populista di lotta alle industrie a prescindere, come ribadito in più circostanze, faccio appello al buon senso di tutte le forze di Governo affinché non si continui a ignorare e a trattare da serie B i problemi della provincia di Siracusa, provando a confrontarsi con gli operatori dell’industria anziché intestardirsi su una posizione che fa ridere tutta Italia. Risulta evidente, a chi conosce la materia, che l’applicazione del piano dell’aria così com’è raggiungerebbe solo l’obiettivo di fare chiudere le imprese, anziché avviare un percorso virtuoso di transizione energetica ed ambientale. Quando finalmente si avrà la consapevolezza che il Pil generato dal settore industriale non può essere considerato in antitesi con quello proveniente dagli altri settori di sviluppo e che il settore manifatturiero è la colonna portante dell’economia siciliana e dell’intera Italia – conclude Giovanni Cafeo – allora ci si renderà conto un cambio di prospettiva è ormai necessario, perché è impensabile sostenere l’intera economia soltanto con il settore terziario”.




Coronavirus, c'è un caso a Siracusa: positiva una donna. Contagio "importato", nessun focolaio in provincia

La conferma è arrivata ieri sera, dopo gli ultimi test e gli esami di laboratorio. C’è un nuovo caso di positività al coronavirus a Siracusa, non collegato a quei 7 al centro nelle ultime ore di una diatriba tra la Regione e l’Asp di Siracusa (leggi qui). Si tratta di una donna, residente nel capoluogo, asintomatica e adesso in isolamento domiciliare.
Il contagio non è dovuto alla presenza di un focolaio locale, autoctono. Secondo quanto ricostruito dalle autorità sanitarie, la donna è entrata in contatto con un uomo arrivato a Siracusa dalla Campania e poi risultato positivo. L’Azienda Sanitaria di Caserta ha contattato l’Asp aretusea, consentendo di avviare lo screening sui segnalati contatti avuti dal soggetto in esame.
Secondo fonti sanitarie locali, sarebbero state in totale circa 15 persone, tutte sottoposte a tampone negli ultimi giorni. E’ emersa così la positività della donna. Totalmente asintomatica, non presenterebbe alcun fastidio. Immaginabile la sua sorpresa alla comunicazione dell’avvenuto contagio. Seguirà comunque la prevista terapia domiciliare. Atteso adesso l’esito del tampone effettuato, come da procedura, anche ai suoi parenti più stretti.
I contagi “importati” erano stati in qualche misura previsti e messi nel conto dalla stessa Asp di Siracusa, con la consapevolezza che la mobilità libera tra regioni e la riapertura delle frontiere avrebbero potuto comportare simili eventualità. Nessun allarme, il sistema di controllo ha anzi dimostrato di funzionare. La pronta comunicazione tra Aziende Sanitarie di regioni differenti ha permesso di fare scattare quella rete utile ad interrompere ogni possibile timore di catena di contagio.
La situazione epidemiologica in provincia di Siracusa rimane dunque buona, con contagi locali praticamente azzerati e nessun focolaio attivo.




Dal governo ossigeno per i Comuni: 4,5 milioni per i Municipi siracusani

“Quasi 4,5 milioni di euro in arrivo dal governo Conte per i Comuni della provincia di Siracusa e 667mila euro per il Libero Consorzio. Potranno essere utilizzati per assicurare i servizi fondamentali ai cittadini, alla luce della crisi di liquidità post emergenza covid che non ha risparmiato gli enti pubblici locali”. A darne notizia è il parlamentare siracusano del Movimento 5 Stelle, Paolo Ficara.
“Si tratta di un anticipo, pari al 30% del totale per l’anno 2020, disposto a fine maggio dal Ministero dell’Interno grazie alle risorse messe a disposizione dall’articolo 106 del Decreto Rilancio. Il resto sarà trasferito a consuntivo della perdita di gettito in base al SIOPE”, spiega ancora Ficara.
“Al Ministero dell’Economia è stato istituito un tavolo tecnico per valutare le necessità degli enti, rapportate ai fabbisogni standard. Al Comune di Siracusa trasferite risorse per 1,6 milioni di euro per il mantenimento dei servizi essenziali e 667mila euro per la ex Provincia Regionale. In totale, per la provincia di Siracusa, stanziati dal governo Conte quasi 4,5 milioni di euro”.
Le risorse stanziate dal Decreto Rilancio per il fondo esercizio funzioni fondamentali degli enti locali sono, in totale, pari a 3,5 miliardi di euro.




Cassibile rilancia la sua voglia di autonomia con Fontane Bianche: incontro a Palermo

Il vecchio pallino dell’autonomia di Cassibile torna in auge e chiama in causa, questa volta, anche la vicina Fontane Bianche.
Il Mac, Movimento autonomo Cassibile Fontane Bianche è stato ricevuto questa mattina a Palermo. Il coordinamento ha avuto un incontro con l’assessore regionale e con il dirigente delle Autonomie locali, rispettivamente Bernardette Grasso e Margherita Rizza. Obiettivol: portare avanti la trentennale richiesta di autonomia amministrativa della frazione siracusana dal capoluogo.
Ad accompagnare gli esponenti del Mac, la depututa Rossana Cannata (FdI) che ha partecipato all’appuntamento con le altre forze politiche del territorio aretuseo. “L’incontro è stato proficuo – spiega al termine – l’assessore regionale delle Autonomie locali ha apprezzato l’iniziativa e raccolto le istanze del territorio di Cassibile Fontane Bianche che, con la richiesta di autonomia, reclama il diritto di rappresentanza a livello democratico e rivendica interventi più incisivi e non più procrastinabili per migliorare le condizioni di viabilità, scuole e impiantistica sportiva, nonché la situazione igienico sanitaria a ridosso della baraccopoli. E poi ancora iniziative per incrementare il turismo in un territorio dalle straordinarie ricchezze storiche e naturalistiche”.
La Cannata aggiunge poi che il prossimo passo sarà la presentazione di un ordine del giorno “che, dopo la discussione in Aula, potrà approdare sul tavolo del governo regionale per dare risposte a un territorio che da anni lotta per avere maggiori attenzioni e dignità”.




Bentornata Carrozza del Senato, a fine mese completato il restauro. La sorpresa dell'oro

“Siamo in dirittura d’arrivo. Ci siamo quasi”. Le parole del professore Teodoro Auricchio, direttore dell’Istituto Europeo del Restauro, provocano una reazione immediata: un sorriso si allarga sul viso. La Carrozza del Senato è quasi pronta per ritornare sulle strade di Siracusa, insieme a Santa Lucia. Uno dei simboli della città ha ritrovato salute e splendore. Tutto merito di una operazione congiunta che ha visto in prima fila il Rotary e la partecipazione importante di sponsors privati e soprattutto dell’Istituto Europeo del Restauro.
Il covid ha rallentato le operazioni ma per la berlina seicentesca è di nuovo tempo di bellezza. “Abbiamo restaurato il carro e stiamo per finire la carrozza”, racconta Auricchio a due passi dal cantiere allestito proprio nel cortile di Palazzo Vermexio.
Non sono mancate le sorprese, durante il restauro. Ad esempio, è emerso che la carrozza era stata ricoperta con pennellate di oro finto, in un precedente intervento. “Il carro era un disastro, ricolorato diverse volte e con colori diversi. Il restauro ha certe regole. Abbiamo ripulito l’oro finto e fatto risaltare quello vero. Come Istituto Europeo del Restauro abbiamo offerto l’oro per le pannellature, dove ci sono i disegni artistici. Certo, la cassa alla vista apparirà sempre bella ma un occhio attento noterà che una parte è originale, un’altra no”, il rammarico di Auricchio.
Possibile rimediare? “Beh, si. Se qualche altro generoso imprenditore volesse contribuire, si potrebbe rimettere l’oro originale. Ci vogliono circa 20mila euro, tra manodopera e oro. Noi abbiamo già donato dell’oro a doppio spessore da 23 carati e 3/4. La cassa è un taglio unico e di oro ce ne va tanto. E’ stata ripitturata in passato con una vernice dorata: sotto c’è ancora l’oro vero però anche con una attenta pulitura, purtroppo non possiamo recuperarla. E dire che a noi pareva che i pannelli non fossero stati toccati. Invece – continua Auricchio – chi ha lavorato si è mosso tutto intorno al disegno”.
La Soprintendenza ha seguito e annotato quanto veniva man mano scoperto dai restauratori guidati dal direttore dell’Istituto Europeo del Restauro. “Pensavamo di fare un intervento, ci siamo trovati alle prese con un altro”, confida Auricchio. “A fine mese consegneremo la carrozza terminata. Sarà piacevole alla vista. Per correttezza, si deve sapere che questo oro non è originale e non per colpa nostra. Cuoi e sellerie sono stati ripristinati. Gli interni sono in buone condizioni. Le ruote erano state restaurate in precedenza. Ci siamo avvalsi di un esperto di carrozze a cui abbiamo fatto notare alcuni particolari del timone, per essere sicuri che la situazione potesse andare. Queste erano carrozze fatte per andare al passo, lentamente”.
Appuntamento per le strade di Siracusa a dicembre, allora. E per evitare brutte sorprese, è pronto un terzo trattamento contro quegli insetti che avevano attaccato su più punti l’antica berlina. “Abbiamo iniziato con un intervento ad atmosfera modifica. A distanza di tempo, abbiamo utilizzato della permetrina liquida. E adesso, terminato il restauro, sigilleremo la carrozza dentro una bolla ad azoto e senza ossigeno. Gli insetti infestanti saranno così debellati”.




Siracusa, guarda che Sbarcadero! Pulizia "totale", colpo d'occhio dall'arenile al piazzale

Ventiquattro ore di lavoro e il colpo d’occhio offerto dallo Sbarcadero Santa Lucia è nettamente migliorato. Camminando verso la piccola spiaggia, nei pressi dell’area dove sorgeva il solarium comunale, ci si accorge subito del “paesaggio” cambiato.
Quelle carcasse di imbarcazioni abbandonate sull’asfalto, divenute in fretta discariche di rifiuti, non ci sono più. Con l’ausilio di un mezzo meccanico, sono state rimosse qualcosa come 17 barche distrutte o lasciate a marcire allo Sbarcadero. Con le spazzatrici gli operai Tekra hanno fatto il resto, ripulendo l’asfalto. A seguire da vicino le operazioni, l’assessore all’ambiente, Andrea Buccheri. In continua crescita il suo consenso presso l’opinione pubblica. L’operatività premia.
Da questa mattina, intanto, in corso anche una pulizia manuale dell’arenile. Rastrello e cestino raccogli rifiuti per un’idea di ordine e decoro da mantenere. E questa è, in fondo, la sfida di oggi.




Coronavirus, Siracusa e provincia: l'Asp corregge la Regione, "nessun positivo"

L’aggiornamento fornito oggi dalla Regione, con l’attribuzione di 7 positivi in provincia di Siracusa, sorprende la stessa Azienda Sanitaria aretusea. La scelta di adottare il criterio della residenza per l’attribuzione dei positivi, seppur domiciliati (e contagiati) altrove spariglia i conti. Da Siracusa subito partite telefonate all’indirizzo degli uffici della sanità regionale.
“Il dato regionale di 7 attuali positivi al Covid 19 attribuiti alla provincia di Siracusa, pubblicato in data odierna sul sito della Regione siciliana, non trova riscontro negli archivi informatici della Asp di Siracusa né tra i dati trasmessi da questa Azienda sulla piattaforma dell’Istituto superiore di Sanità”, spiega dopo la frittata della Regiona una nota dell’Asp.
“E’ probabile che l’attribuzione alla provincia di Siracusa possa essere scaturita dalla decisione da parte della Regione Siciliana di modificare i criteri di attribuzione (residenza/domicilio). Al fine di chiarire meglio la problematica si è in attesa di ricevere gli elenchi nominativi da parte dell’Assessorato regionale della Salute per poterli incrociare con i dati in possesso dell’Azienda, atteso che nessun cittadino siracusano trattato e seguito dalle strutture di questa Azienda risulta in atto positivo”.
Fonti vicine all’assessorato regionale alla Salute si limitano ad indicare nell’allineamento alla piattaforma dell’Istituto Superiore di Sanità la scelta dei nuovi criteri. Una scelta che, però, rischia di falsare il dato strettamente epidemiologico effettivo per provincia.




Siracusa, ritorna il coronavirus: ripresa dei contagi, 7 nuovi positivi?

La sorpresa non è delle migliori. Per quanto previsto, fa rumore il ritorno del coronavirus in provincia di Siracusa.
Dopo giorni passati a 0 positivi e la prospettiva di essere uno dei primi territori siciliani covid free, arriva la doccia fredda. Sono 7 i nuovi casi di contagio al covid-19, da venerdì ad oggi. Nell’intervallo tra gli aggiornamenti regionali, e dopo l’avvenuto allineamento dei dati, la ripresa dei contagi invita a non abbassare la guardia sul fronte dei controlli: dalle spiagge libere agli assembramenti da movida.
Sul caso, dopo la nota della Regione, interviene anche l’Asp di Siracusa che spiega i dati. “Tutta colpa dell’allineamento ai dati della piattaforma dell’Istituto Superiore di Sanità”, tagliano corto fonti vicine all’assessorato regionale alla Salute.




Siracusa. Il Caravaggio osservato speciale, via alla due giorni di esami per conoscerne le condizioni

Il Seppellimento di Santa Lucia è l’osservato speciale. Se ne discute fuori dalla chiesa della Badia, sull’opportunità del prestito con benefit al Mart di Rovereto. E se ne discute, tecnicamente, all’interno della chiesa di piazza Duomo.
I primi ad accedervi, questa mattina, sono stati i tecnici del Centro Regionale per Restauro. Nel primo pomeriggio sono stati raggiunti anche dagli esperti dell’Istituto Centrale del Restauro.
Con tutte le cautele del caso, il grande dipinto è stato sceso e collocato in terra. Sono cominciati così i primi esami, con l’ausilio di strumentazione tecnica. Fino a domani sera proseguiranno gli studi dei tecnici del restauro a cui spetta il compito di certificare, al termine, lo stato di salute del prezioso Caravaggio. E stabilire, peraltro, se sia in condizioni o meno di sopportare le sollecitazioni di un viaggio sino in Trentino e ritorno. L’ultimo test è in programma per la serata di domani, poci dopo le 21. È infatti richiesto il buip per operare una scansione accurata.
Secondo un primo esame visivo, il Caravaggio non avrebbe riportato danni collegabili alle condizioni ambientali della chiesa che lo ospita. E così anche il retrostante Guinaccia. Una evidenza che dovrà però essere documentata anche con dati scientifici alla mano.
Porte chiuse oggi alla Badia. Solo in pochi hanno avuto accesso. Tra questi, il deputato regionale Zito e l’ex presidente della commissione bilancio Ars, Enzo Vinciullo. All’esterno è rimasta una troupe arrivata appositamente da Rovereto. Domani dovrebbe essere consentito l’ingresso, a piccoli gruppi, anche a visitatori e turisti.
Ma tutta l’attesa è per mercoledì pomeriggio, quando Vittorio Sgarbi illustrerà al Maniace i suoi piani per il Caravaggio e per il Mart. Siederà poco distante anche il sindaco di Siracusa, Francesco Italia, che settimane addietro non aveva guardato di buon occhio l’idea del prestito in Trentino.




VIDEO. Raccolta indumenti usati, sorpresa nei cassoni: sono vuoti. I sacchetti buttati fuori

Croce e delizia del decoro urbano, i cassoni per la raccolta degli indumenti usati sono sempre al centro di mille attenzioni. A chi piacciono, a chi no. Chi li giudica utili, chi dannosi.
In effetti, a vederli in giro per la città non offrono un grande spettacolo, molte volte. Tutto intorno, indumenti buttati o sacchetti su sacchetti. Indice puntato contro chi cerca di recuperare abiti utilizzabili e butta tutto alla rinfusa all’esterno o contro un servizio di raccolta giudicato spesso non puntuale.
E in effetti il Comune di Siracusa aveva anche diffidato la ditta Cannone, che si occupa del ritiro, minacciando persino una eventuale scissione del contratto.
Ma per capire fino a dove arrivano le “colpe” della ditta e dove invece incidono altri comportamenti, basta vedere i video che seguono.
Nelle immagini, l’apertura di alcuni cassoni per gli indumenti effettuata insieme a tecnici dell’Ufficio Ambiente. All’esterno, erano circondati da sacchi e sacchetti varii come capita di vedere tante volte. Come se fosse impossibile conferire all’interno, perché strapieni. Ma invece si vede chiaramente che sono pressoché vuoti. Insomma, neanche la fatica di riporli all’interno. Più facile buttare i sacchetti in terra. Qualcuno pulirà, sembra il pensiero guida di siracusani perduti lungo la via della civiltà. La colpa della mancanza di decoro non è sempre degli “altri” (Comune, ditte, operatori).