Siracusa. È sceso dal Tempio di Apollo il tassista Alessandro: c'è l'impegno della Regione

È sceso poco dopo le 16 l’uomo che si era arrampicato questa mattina sul Tempio di Apollo, a Siracusa. Alessandro, questo il suo nome, era salito sulla parete della cella del monumento spinto dalla disperazione. È un tassista, categoria pesantemente colpita dal lockdown prima e dall’assenza di turismo adesso. I promessi aiuti regionali per la categoria, non sono ancora arrivati. Provato nella dignità di uomo e lavoratore, Alessandro ha dato vita alla clamorosa protesta. Polizia e Vigili del Fuoco lo hanno seguito in tutte queste lunghe e calde ore, fino alla lieta conclusione. Anche il sindaco di Siracusa, Francesco Italia, ha più volte raggiunto largo XXV Luglio per parlare con lui.
Ad Alessandro sono arrivate anche telefonate da Palermo, in particolare dall’assessore regionale Edy Bandiera e dal deputato regionale Stefano Zito. Anche la parlamentare nazionale, Stefania Prestigiacomo, si è interessata del caso.
L’assessore regionale alle Infrastrutture, Marco Falcone, starebbe cercando di accelerare la riprogrammaziome delle risorse, in modo da riuscire a rendere disponibili i fondi a sostegno di tassisti ed ncc siciliani entro il 10 luglio. Forte il pressing su Armao e sugli uffici del bilancio che dovrebbero scorporare questo pezzo di finanziaria regionale dal resto della manovra, onde poter procedere.
Anche il collega di giunta, Edy Bandiera, ha confermato l’impegno della Regione in tal senso. Inoltre il deputato Zito, di rientro da Palermo, ha anticipato al telefono di voler incontrare Alessandro per affrontare insieme a lui la vicenda, coinvolgendo anche altre parti degli uffici regionali.
Intanto, la Soprintendenza di Siracusa avrebbe avviato dei controlli per rilevare eventuali danni causati all’antico tempio greco. Ad occhio, non risulterebbero evidenze di possibili danneggiamenti.




VIDEO. Clamorosa protesta a Siracusa: tassista si arrampica sul Tempio di Apollo

Clamorosa protesta di un tassista siracusano. Si chiama Alessandro e questa mattina, attorno alle 8, si è arrampicato su un pezzo del Tempio di Apollo, monumento che insiste nel centrale largo XXV Luglio, in Ortigia.
Ha scalato la parete laterale (cella) e si è seduto sui blocchi in pietra, legato con una corda.

Sul posto è arrivato anche il sindaco di Siracusa, Francesco Italia. A seguire la situazione anche le forze dell’ordine. Ragioni economiche alla base della protesta. “Sono disperato, mio figlio ieri mi ha chiesto un gelato ed io non ho i soldi per comprarglielo”, racconta in diretta al telefono su FMITALIA.
Il lockdown si è abbattuto sui tassisti siracusani cancellando di fatto ogni possibilità di guadagno o sostegno. “Devono sbloccare i fondi in Regione ed io scendo”, dice ancora Alessandro. “Ho un po’ paura a stare quassù, ma sono disperato”, confida.

Nei giorni scorsi i tassisti siracusani avevano dato vita a diversi momenti di protesta con sit in in Prefettura e sotto il Comune di Siracusa. Erano stati ricevuti anche dal sindaco. “Ma non è cambiato nulla”, racconta un collega che segue da largo XXV Luglio la protesta di Alessandro. “Siamo pronti a salire con lui se nessuno ci aiuta”.




Spaccio in Ortigia, gli 8 indagati dell'operazione Posto Fisso fanno scena muta

Per gli 8 arrestati nell’operazione Posto Fisso, scena muta davanti ai magistrati che si sono occupati dell’interrogatorio di garanzia. Si sono avvalsi, in questa fase, della facoltà di non rispondere.
Gli otto indagati, difesi dagli avvocati Junio Celesti e Giorgio D’Angelo, sono stati arrestati tre giorni fa dai Carabinieri di Siracusa, con l’accusa di avere creato e gestito una fiorente attività di spaccio alla Giudeccca, nel centro storico di Siracusa.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, il gruppo si sarebbe mosso con una precisa organizzazione di ruoli e turni così da garantire la vendita di stupefacenti su piazza dalle 11 del mattino sino alle 4.
Per sei di loro è stata disposta la custodia cautelare in carcere. Si tratta di Francesco “Cesco” Mauceri, 29 anni, ritenuto dai magistrati della Procura di Siracusa a capo del gruppo; Francesco Gallitto, detto U Baffuni, 64 anni; Andrea Aliano, 38 anni; Michele Amenta, 32 anni; Salvatore Grande, 32 anni; Federico Diana, 28 anni. Per lori, udienza via streaming. Si trovano invece ai domiciliari Alessio Iacono, di 24 anni e Mirko Lo Manto, 20 anni, i quali hanno potuto partecipare di presenza all’interrogatorio di garanzia.




Ippica. Fine settimane di gare al Mediterraneo che apre al pubblico

Da venerdì 19 giugno torna il pubblico all’ippodromo del Mediterraneo. Tutto rispettando i protocolli di sicurezza anti-covid.
Gli appassionati saranno accolti limitatamente negli spazi all’aperto. Consentita l’accettazione al gioco già dal previsto convegno di trotto e, sabato 20 giugno, per le previste 7 corse di galoppo.
Riservate a Siracusa la Tris Quartè Quintè e una delle II Tris Nazionali; arricchiscono, poi, ben tre corse da 11 mila euro di montepremi. Orario di apertura alle 16:35, con il Premio Cipro. Subito dopo scatteranno i Debuttanti maschi di 2 anni sui 1200 metri di pista piccola che consegneranno la scena al Premio Somalia una bella condizionata sul miglio di pista grande, riservata a cavalli di 3 anni. Abbinata alla II Tris nazionale, la competizione riserva un ruolo da protagonista a Freccia Rossa, Rockey Racoon e Shooting To Heart che vantato ottime prestazioni in contesti più impegnativi. Punteranno sulla buona forma Otsukaresama, Yes by Force e Irish Shamrock.
La quarta corsa in programma, Premio Tunisia, riserva il generoso montepremi a cavalli di 3 anni e oltre sulla selettiva distanza dei 2300 metri di pista grande. Più affidabili i primi 4 dello schieramento, con i pesini che cercheranno di sfruttare al meglio la perizia. La TQQ è legata al Premio Macedonia. Scatterà alle 18:45 e impegna i cavalli di 3 anni e oltre sui 2100 metri di pista piccola. La base della corsa sembra essere Vermithor, vista la vittoria al rientro. Il portacolori della scuderia Guerrieri trascina con sé Ladycammyofclare e Kingston Sassafras. Carichi Juamento e Crupi the Best.




Coronavirus, situazione stabile in Sicilia e Siracusa si conferma sicura

Due nuovi contagi in Sicilia, nessun decesso. Situazione epidemiologica ampiamente sotto controllo in regione e ancora di più in provincia di Siracusa. Ormai da dieci giorni non c’è presenza del coronavirus: 0 positivi e da quasi venti giorni 0 nuovi contagi. È il miglior dato regionale, ancora ineguagliato.
Questi i casi di coronavirus riscontrati nelle altre province dell’Isola, aggiornati alle ore 15 di oggi. Agrigento, 32 (0 ricoverati, 108 guariti e 1 deceduto); Caltanissetta, 9 (1, 157, 11); Catania, 397 (10, 579, 101); Enna, 8 (0, 388, 29); Messina, 120 (10, 387, 59); Palermo, 217 (7, 329, 38); Ragusa, 7 (0, 84, 7); Trapani, 15 (0, 123, 5).




La morte di Renzo Formosa, per la sentenza tutto rinviato al 15 luglio

Si è conclusa con un rinvio al 15 luglio l’udienza del processo per la morte di Renzo Formosa. Dopo un’attesa di qualche ora, appuntamento in aula nel primo pomeriggio, al Tribunale di Siracusa.
La formula scelta è quella del rito abbreviato.
Unico imputato Santo Salerno, accusato di omicidio stradale. Era alla guida dell’auto che travolse – secondo la ricostruzione – il giovane Renzo in via Cannizzo, a Siracusa.
Dopo l’intervento degli avvocati e delle parti, che hanno presentato le proprie conclusioni, tutto aggiornato a metà luglio per le repliche del pm, Gaetano Bono.
Proprio il pubblico ministero ha chiesto una condanna a 7 anni e 6 mesi, ridotti a 5 per il rito abbreviato.
Pronunciamento rinviato al 15 luglio.




Incendio in autostrada, distrutto il rimorchio di un autoarticolato. Salvo il conducente

Un autoarticolato ha preso fuoco, questo pomeriggio, in autostrada tra Rosolini e Noto. A rendersi conto che qualcosa non andava è stato lo stesso autista, che ha notato delle fiamme spuntare da una delle ruote del rimorchio. Ha fermato il mezzo in una piazzola di sosta prima dello svincolo di Noto e si è allontanato dipo aver spento la motrice.
Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco di Siracusa, Noto e Palazzolo.
Il rimorchio, contenente collettame vario, è andato completamente distrutto dall’incendio.




Siracusa. Attenzioni per il Caravaggio: arrivano i tecnici del restauro e forse anche Sgarbi

Visitatori particolari per il Seppellimento di Santa Lucia. Il Caravaggio siracusano sarà sottoppsto ad un primo esame da parte dei tecnici dell’istituto centrale del restauro. Sono attesi per il prossimo lunedì.
E valuteranno condizioni ed eventuali interventi da attuare a favore di una pala al centro di tante attenzioni e qualche polemica.
A lungo, ad esempio, si è parlato di un suo prestito al Mart di Rovereto. E proprio il presidente della prestigiosa istituzione culturale, Vittorio Sgarbi, potrebbe presto raggiungere Siracusa, direzione Santa Lucia alla Badia. Ovvero la chiesa dove, attualmente, è esposto il grande dipinto. Forse già martedì.
Nelle ultime ore, questa ipotesi di una sorta di “sopralluogo” del noto critico d’arte – che ben conosce quel Caravaggio – ha preso a circolare in città, rimbalzando da piazza Duomo fino a Targia. Nessuno conferma ufficialmente, ma la semplice indiscrezione basta a mandare in fibrillazione gli oppositori del prestito in Trentino e dell’operazione da 350mila euro per il restauro e la realizzazione di una teca protettiva per permettere al Caravaggio, dopo l’esposizione trentina, di tornare nella chiesa della Borgata per la quale il Merisi dipinse l’opera.
Eppure pochi giorni fa, attraverso un video pubblicato sui suoi canali social, Vittorio Sgarbi aveva detto di rinunciare al Caravaggio di Siracusa, a favore di uno ancor più importante. In più, il critico d’arte aveva anche provocatoriamente affermato di voler firmare l’appello di diverse personalità della cultura italiana per la tutela del Seppellimento di Santa Lucia. Ma ai promotori di quella iniziativa ad oggi non risulterebbe quella adesione. Così c’è spazio allora per un dubbio: Sgarbi ha davvero rinunciato al Caravaggio della Badia ed all’idea di portarlo a Rovereto?

Nella foto: Sgarbi alla Badia nel 2018, alle spalle il Caravaggio




Siracusa. La Tunisia non si dimentica di Monji, domani il rimpatrio della salma

Partirà domani da Palermo l’aereo militare che riporterà in patria, in Tunisia, il corpo di Monji. Venne trovato privo di vita il 5 giugno, a Siracusa, all’interno di una baracca di fortuna nella zona del molo Sant’Antonio. Viveva con lavori saltuari, nelle campagne e nelle serre del siracusano. Di lui si occupava anche la Caritas.
Grazie al lavoro coordinato del consolato tunisino a Palermo, Procura di Siracusa, Comune e Prefettura è stato possibile organizzare questa operazione straordinaria. Soddisfatto il mediatore culturale Ramzi Harrabi che, sin dal ritrovamento del cadavere, ha seguito il triste caso della morte solitaria di Monji.
La Tunisia ha organizzato un volo dedicato al rimpatrio di 11 salme di persone decedute durante il lockdown e per le quali non è stata trovata adeguata sepoltura, secondo i precetti dell’Islam.

In foto, il luogo del ritrovamento del corpo senza vita di Monji




Siracusa. La morte di Renzo Formosa, attesa sentenza di primo grado. La mamma: "giustizia"

E’ uno dei casi di cronaca che più ha colpito l’opinione pubblica siracusana e domani, mercoledì 17 giugno, potrebbe conoscere la conclusione del primo grado di giudizio. Nelle aule del Tribunale di Siracusa, udienza finale con abbreviato secco nel processo per la morte di Renzo Formosa. Il ragazzo, 15enne, perse la vita in seguito ad un tragico incidente stradale in via Bartolomeo Cannizzo.
Sul banco degli imputati, accusato di omicidio stradale, un altro ragazzo. Santo Salerno. Era alla guida dell’auto che avrebbe invaso la carreggiata opposta, finendo per travolgere Renzo. Dalle fasi dei rilievi operati dalla Municipale – di cui è ispettore il papà dell’imputato – alla stessa dinamica dell’incidente pure ricostruita dalla Procura, diversi sono i punti critici all’esame della magistratura.
Sono intanto passati diversi anni da quella tragedia, il dolore della famiglia è ancora attuale e tangibile. Mamma Lucia sarà in aula, ad attendere il verdetto. Da mesi ripete il suo appello: “giustizia per Renzo”. Al suo fianco, l’avvocato Gianluca Caruso.
L’udienza era stata fissata per lo scorso 11 marzo, poi l’emergenza covid e la necessità di rinviare tutto. All’abbreviato secco si è arrivati dopo che il giudice ha rigettato la richiesta di una nuova perizia tecnica, proposta dalla difesa dell’imputato che ha optato per il rito abbreviato. Ma nessun riesame della ricostruzione dell’incidente. Una decisione che, a dicembre dello scorso anno, l’avvocato della famiglia Formosa, Gianluca Caruso salutò con soddisfazione. “Si è tentato di mettere in discussione la stessa dinamica del sinistro, pure accertata dai periti della Procura. Da una responsabilità pressochè totale dell’imputato, si voleva far passare la tesi di una sorta di concorso di colpa di Renzo. Inverosimile ed impossibile alla luce dell’attività istruttoria compiuta fino ad ora. Abbiamo contestato punto per punto la loro ricostruzione. Si tratta di un passaggio intermedio ma siamo molto soddisfatti”, disse in quei giorni.

foto: la scena dell’incidente