Si tuffa nei laghetti di Avola e accusa un malore. Soccorso dai carabinieri e dal 118

Doveva essere una tranquilla mattinata trascorsa all’interno della riserva di Cavagrande, ai laghetti di Avola. Ma per una comitiva catanese si è trasformata in un incubo. Nelle prime ore del pomeriggio di ieri, poco dopo un tuffo nelle acque gelide dei laghetti, uno dei giovani ha infatti accusato un malore.
I suoi amici hanno tentato di risalire il costone insieme al malcapitato che accusava forti dolori addominali e malessere diffuso. Solo uno di loro, alla fine, si è inerpicato sino a raggiungere la sovrastante area di parcheggio dove ha fermato una pattuglia dei Carabinieri di Avola, in transito in zona.
Scattato l’allarme, sul posto è arrivata un’ambulanza del 118 con medico a bordo. Anche l’elicottero dei Vigili del Fuoco si è levato in volo per raggiungere la zona.
Ma la fitta vegetazione ha reso difficile l’individuazione del giovane dall’alto. Così un carabinieri ed un paramedico si sono avventurati a piedi. Raggiunto il giovane, lo hanno accompagnato nella risalita del costone con la forza delle loro braccia. Il ragazzo è stato poi trasferito in ospedale, al Di Maria di Avola.
I Carabinieri ricordano che, causa del pericolo di rotolamento massi, sono interdetti gli accessi alla zona “A” della Riserva Naturale Orientata Cavagrande del Cassibile. I cartelli sono ben visibili in tutti gli accessi.




Istituite le Zone Economiche Speciali, una grande opportunità anche per 12 centri siracusani

Il ministro per il Sud, Provenzano, ha firmato il decreto di istituzione delle aree Zes (zone economiche speciali). In Sicilia saranno due, una Orientale l’altra Occidentale, per un totale di quasi 6 mila ettari, incluse aree portuali, retroportuali e aree di sviluppo industriale. Nell’area della Sicilia orientale inserite anche le siracusane Augusta, Avola, Carlentini, Floridia, Francofonte, Melilli, Pachino, Palazzolo Acreide, Priolo Gargallo, Rosolini, la zona industriale di Siracusa e Solarino.
L’obiettivo – viene spiegato in una nota – “è quello di attrarre investimenti in particolar modo nell’ambito dell’economia portuale” in settori come la logistica, i trasporti ed il commercio, e di accompagnare la transizione ecologica degli insediamenti produttivi, attraverso una drastica semplificazione amministrativa e la possibilità di accedere a forti sgravi fiscali.
Le aree indicate come Zes possono contare su notevoli benefici economici per investimenti fino a 50 milioni: incentivi fiscali, credito d’imposta e un consistente regime di semplificazioni da definire in dettaglio attraverso appositi protocolli e convenzioni. Possibile anche l’accelerazione dei tempi procedimentali per garantire l’accesso agli interventi di urbanizzazione primaria (gas, energia elettrica, strade, idrico) alle imprese insediate nelle aree interessate.




Siracusa, 146 ettari di Zes. Il sindaco: "percorso accidentato, risultato importante"

“Un risultato di grande importanza per le imprese locali, per il rilancio
economico e la riqualificazione del territorio, ma anche un esito per nulla scontato che premi l’impegno di tutti i soggetti istituzionali e degli stakeholder che hanno deciso di scommettere su questa opportunità”. Così il sindaco di Siracusa, Francesco Italia, commenta il decreto con il quale il ministro per il Mezzogiorno,
Giuseppe Provenzano, ha istituito ieri le Zone economiche speciali (Zes) che consentiranno di attrarre investimenti produttivi con gli strumenti dello sconto fiscale e del credito d’imposta. In Sicilia sono state realizzate due Zes, una occidentale e una orientale; quest’ultima mette assieme il
65 per cento dei territori contemplati. Siracusa parteciperà con 146 ettari (più del doppio di quelli previsti all’inizio) individuati nell’area portuale di Targia, a Santa Teresa Longarini e nella zona di confine con il polo artigianale di Floridia.
“È stato un percorso accidentato – aggiunge il sindaco Italia – che ha richiesto uno sforzo comune di tutti i soggetti interessati per ottenere il risultato massimo possibile. Abbiamo dovuto superare l’ostacolo delle aree Sin, che restringevano di molto i margini di movimento dei comuni nell’individuazione delle Zes, e va considerato che secondo l’ipotesi iniziale a Siracusa dovevano spettare aree per 67 ettari complessivi. Siamo stati bravi a fare squadra guardando tutti insieme all’obiettivo di mettere le aziende nelle condizioni di investire risorse a condizioni vantaggiose. Alla
Regione abbiamo trovato orecchie attente e di questo ringrazio il presidente Musumeci e l’assessore Mimmo Turano; e ringrazio pure il ministro Provenzano che è stato disponibile alle istanze partite dalla Sicilia”.
Le Zes furono previste dal decreto Mezzogiorno del 2017 per favorire gli interventi dei privati, anche in un ottica di recupero del territorio. Fino a 50 milioni di euro di investimenti, le aziende godranno di incentivi fiscali e crediti di imposta, oltre a un regime di semplificazioni, che sarà messo a punto attraverso appositi protocolli, per ridurre i tempi burocratici e per realizzare in quelle zone le opere di urbanizzazione primaria.




Istituzione delle Zes nel siracusano, il M5s: "impegno mantenuto con il territorio"

“Con l’istituzione delle Zes dopo la firma del ministro Provenzano si chiude un iter importantissimo per il rilancio della Sicilia e della provincia di Siracusa”. A dirlo sono i parlamentari nazionali e regionali del Movimento 5 Stelle Filippo Scerra, Paolo Ficara, Stefano Zito, Giorgio Pasqua, Maria Marzana e Pino Pisani che sin dal primo momento hanno seguito l’iter di istituzione delle zone economiche speciali, divenute realtà con la firma del Ministro per la coesione territoriale e il Mezzogiorno Giuseppe Provenzano.
“In Sicilia – spiegano – ne nasceranno due, una nella zona Orientale e un’altra in quella Occidentale per un totale di quasi 6 mila ettari, tra aree portuali, retroportuali e aree di sviluppo industriale. Il fine ultimo è quello di attrarre investimenti in particolar modo nell’ambito dell’economia “portuale” in settori come logistica, trasporti e commercio, ma anche di favorire la transizione ecologica degli insediamenti produttivi, attraverso un taglio netto a livello burocratico e con la possibilità di accedere a importanti sgravi fiscali per investimenti fino a 50 milioni di euro”.
Per la deputazione pentastellata si tratta senza troppi giri di parole di “un altro impegno rispettato con il territorio, ottenuto tramite una forte azione di pressione politica e di collaborazione con il Ministero per il Sud”.Una delle svolte più importanti per favorire l’economia della Provincia di Siracusa è avvenuta infatti il 5 agosto dello scorso anno in fase di trattativa con il governo Regionale. “Il M5S ha dato il suo importante contributo a questo risultato. Un anno fa, in un incontro con la Regione – ricorda Scerra – in presenza del sottoscritto, del sindaco di Augusta Cettina Di Pietro e degli altri attori del territorio, riuscimmo a far ampliare le aree per la provincia di Siracusa, raddoppiando i circa 300 ettari inizialmente assegnati e rendendo il porto Core di Augusta vero cuore dell’area Zes della autorità di sistema portuale del mar di Sicilia orientale”.
“Da oggi – concludono i deputati a 5 Stelle -si apre una nuova importantissima fase per l’Isola e per la provincia di Siracusa, che dovranno cogliere questa occasione, ancor più importante visto il periodo storico post Covid, per essere più attrattive verso gli investitori. Non possiamo che essere soddisfatti – concludono- per il risultato raggiunto ma resteremo sempre vigili affinché la Regione e i territori adesso facciano la propria parte per cogliere al volo l’occasione”.




Augusta, molestie olfattive: le segnalazioni di Nose, i risultati di Arpa

Miasmi ad Augusta a fine maggio, Arpa Sicilia presenta i risultati delle sue indagini. Il 23 maggio 2020 sono pervenute tramite la app Nose ben 53 segnalazioni da Augusta. I cittadini hanno lamentato una sgradevole sensazione di malessere dovuta alle emissioni odorigene percepite soprattutto nel primo pomeriggio tra le 14:00 e le 16:00. La più “colpita” è risultata la zona Borgata.
Le analisi effettuate da Arpa Sicilia sull’aria prelevata a mezzo canister dalla Polizia Municipale di Augusta hanno rilevato oltre alla presenza di benzene, toluene, etilbenzene, e p-m-o-xilene, un’elevata concentrazione di stirene, pari a 313,6 μg/m3 (soglia olfattiva di 35 μg/m3 tratto da “Measurement of Odour Threshold by Triangle Odor Bag Metod” di Yoshio Nagata del Japan Enviromental Sanitation Centre).
Lo stesso campione d’aria è stato analizzato anche tramite spettrometria di massa con Airsense, per la determinazione dei composti solforati. Si sono rilevate concentrazioni di Isobutilmercaptano, pari a 14,97 μg/m3 (soglia olfattiva di 2 μg/m3 secondo il manuale APAT – Metodi di misura delle emissioni olfattive) e di dimetilsolfuro, pari a 3,50 μg/m3 (soglia olfattiva bassa pari a 2.5 μg/m3 e soglia olfattiva alta pari a 50,8 μg/m3 secondo il manuale APAT – Metodi di misura delle emissioni olfattive).
Pertanto, in particolare, lo stirene e l’Isobutilmercaptano possono avere causato le molestie olfattive segnalate dalla popolazione.
La presenza di alte concentrazioni di stirene in atmosfera durante il periodo nel quale è stato registrato il maggior numero di segnalazioni indica che la causa delle molestie olfattive è di origine antropica e legata ad attività di trasporto, produzione e stoccaggio di materiali industriali.
In particolare in merito ai prodotti trasportati dalle navi mercantili, Arpa Sicilia evidenzia che “alcuni additivi dei lubrificanti (lube oil), miglioratori della viscosità, sono copolimeri a base di stirene”. Complessivamente è comunque necessario uno specifico approfondimento, secondo la stessa agenzia regionale per la protezione dell’ambiente.




Omicidio Eligia Ardita, anche le parti civili per la conferma dell'ergastolo. Sentenza a luglio

Attesa in Corte d’Appello di Catania per la sentenza di secondo grado del processo per la morte di Eligia Ardita. Nel corso dell’ultima udienza, intanto, le parti civili hanno chiesto la conferma dell’ergastolo per Christian Leonardi. Anche il pm etneo aveva richiesto una simile condanna. Il 29 giugno toccherà alla difesa dell’imputato, rappresentato da Felicia Mancini e Vera Benini.
Eligia Ardita morì nella notte del 19 gennaio del 2015, al termine di un litigio maturato a seguito di una lite con il marito Christian Leonardi. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, l’infermiera siracusana avrebbe manifestato dissenso per l’uscita serale del marito con alcuni amici. Da qui la reazione, con l’uomo che le avrebbe tappato la bocca causando un rigurgito che avrebbe finito per soffocare Eligia, all’ottavo mese di gravidanza.
Leonardi, in aula, ha sempre negato i contrasti con la moglie eccezion fatta per una occasione relativa a vicende di casa e comunque priva di conseguenze. La difesa dell’imputato punta il dito sulla presunta imperizia dei medici del 118 intervenuti dopo la chiamata di soccorso e ad un malore accusato dalla donna mentre si trovava a letto.




Sta nascendo in Cittadella la Walk of Fame degli sportivi siracusani di tutti i tempi

Sta per nascere alla Cittadella dello Sport la Walk of Fame. Una iniziativa per celebrare lo sport siracusano e le sue tante glorie, presenti e passate. Una passeggiata dei famosi pensata dal Circolo Canottieri Ortigia che ne annuncia adesso la realizzazione.
Sulle pareti antistanti i campi esterni della Cittadella, sono in corso di collocazione le targhe celebrative degli sportivi siracusani di tutti i tempi che si siano distinti, a livello internazionale, nelle varie discipline.
Dalle medaglie d’oro olimpiche di Campagna e Caldarella ai titoli infiniti di Pippo Cantarella; dai campioni del mondo della Canoa polo ai magici salti di Peppe Gibilisco, fino ai successi tennistici, del ciclismo, delle arti marziali, del canottaggio, del nuoto. Un doveroso omaggio alle eccellenze dello sport siracusano, con l’idea di ampliare sempre di più il percorso.
L’iniziativa viene realizzata insieme ad alcuni autorevoli partner: il Rotary International Distretto 2110 con i Club d’area Aretusea; il Panathlon Siracusa; il CONI regionale e provinciale; la FIN Sicilia.
Una passeggiata da ammirare, per rivivere la memoria di tanti ricordi emozionanti, attraverso i nomi e le storie di tante glorie dello sport siracusano.
L’inaugurazione della Walk of Fame avverrà venerdì 19 giugno alle ore 12.




Siracusa, resta sotto controllo il coronavirus: 0 attuali positivi, +3 in Sicilia

La provincia di Siracusa mantiene lo 0 quanto ad attuali positivi. Salgono così a 18 i giorni senza nuovi contagi.Un risultato ancora non eguagliato da altre province in regione. Un buon veicolo promozionale, anche per una stagione turistica da inventare. Peraltro in attesa di capire proprio quanto la mobilità tra regioni e nazioni europee eventualmente inciderà sull’andamento dell’epidemia.
In Sicilia registrati tre nuovi positivi, sono 805 gli attuali. Questi i casi di coronavirus riscontrati nelle altre province dell’Isola, negli ultimi due giorni (11 e 12 giugno), aggiornati alle ore 15 di oggi, così come segnalati dalla Regione Siciliana all’Unità di crisi nazionale.
Questa la divisione degli attuali positivi nelle varie province:

Agrigento, 32 (0 ricoverati, 108 guariti e 1 deceduto);
Caltanissetta, 10 (2, 155, 11);
Catania, 398 (11, 578, 101);
Enna, 8 (0, 388, 29);
Messina, 119 (12, 387, 59);
Palermo, 217 (9, 328, 38);
Ragusa, 7 (0, 84, 7);
Siracusa, 0 (0, 222, 29);
Trapani, 14 (0, 123, 5).




Gli industriali siciliani e calabresi vogliono il Ponte sullo Stretto. "Senza non c'è futuro"

Gli industriali siciliani vogliono fortissimamente il ponte sullo Stretto. “Sono passati 65 anni, spesi 960 milioni di euro, coinvolti circa 300 progettisti, 100 tra società, enti, atenei: ma ancora da Messina a Villa San Giovanni ci vuole il traghetto. Per 3,3 km, un’ora. Se va bene”.
Ed è solo un passaggio del dossier preparato dagli industriali siciliani e calabresi, con “tutte le scandalose cifre del ponte sullo Stretto”.
Unindustria Calabria, Sicindustria, Confindustria Catania e Confindustria Siracusa sono insieme in questa battaglia. “Non si può parlare di futuro e non si può parlare di Italia senza ponte. Siamo nel 2020, usciamo da una pandemia: non c’è spazio e non c’è tempo per battaglie ideologiche. Sicilia e Calabria sono distanti 3 miglia. Un trasportatore può impiegare (dipende dal traffico) fino a 3 ore per varcare lo Stretto – rilevano il vicepresidente di Confindustria Natale Mazzuca, il vicepresidente vicario di Sicindustria Alessandro Albanese, il presidente di Confindustria Catania Antonello Biriaco, il presidente di Confindustria Siracusa Diego Bivona – Questo è inaccettabile, in un’epoca in cui il mondo viaggia con l’alta velocità. Scandaloso in un Paese in cui un progetto di rilancio e unità del Paese diventa terreno di scontri politici e merce di scambio nella becera partita delle logiche spartitorie. Occorre programmare la ripresa dell’Italia e questa passa dall’alta velocità, Calabria e Sicilia comprese. Cioè dal ponte sullo Stretto. Occorre scardinare il falso paradigma secondo cui costruire il ponte significa non realizzare e/o completare le altre infrastrutture necessarie”. 
Le voci contrarie o il rassegnato ‘tanto non si farà mai’? Per gli industriali siciliani è “il pretesto per chi non vuole progettare un modello di sviluppo del Meridione slegato da dipendenze politiche ed economiche. È un alibi per chi preferisce guardare al Sud con lo specchietto retrovisore”.
La richiesta degli industriali della Calabria e della Sicilia ha il peso specifico di una rappresentanza diffusa e articolata: in Sicilia ci sono quasi 470 mila imprese, per un totale di ricavi che sfiora i 40 miliardi e circa 500.000 lavoratori occupati. In Calabria sono poco più di 187 mila imprese per un totale di 400 mila addetti circa e ricavi per oltre 20 miliardi di euro. Insieme si tratta di una robusta falange di oltre 650 mila imprese che, unite, sostengono l’improrogabilità del ponte.
Per realizzarlo è necessaria una gestione commissariale, con tempi e costi certi. Per far sì che non ci sia più un Paese diviso a metà.
Per il momento, il ponte sullo Stretto rimane uno dei più clamorosi buchi nell’acqua della storia della Repubblica. Lo dice il report degli industruali insieme a tutta una serie di dati come quanto costa il ponte, quanti esempi ci sono già nel mondo, quanti anni servono per la costruzione; e poi ancora, quanti fondi sono stati già investiti, quanti enti, progettisti, finanziatori, imprese, quanti soggetti coinvolti finora.

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Supermercato della droga alla Giudecca sempre aperto, smantellata organizzazione: 8 arresti

E’ scattata alle prime ore di questa mattina l’operazione dei Carabinieri denominata “Posto Fisso”. Con il supporto di un elicottero e circa 50 militari impiegati, insieme ad unità cinofile antidroga, sono stati eseguiti 8 provvedimenti cautelari (6 in carcere e 2 ai domiciliari) emessi dal gip del Tribunale di Siracusa, Andrea Migneco, su richiesta del procuratore aggiunto, Fabio Scavone, insieme ai sostituti Andrea Palmieri e Carlo Enea Parodi. Gli 8 sono accusati, a vario titolo, di concorso in detenzione illecita di sostanza stupefacente ai fini di spaccio.
Le indagini sono stati avviate nel mese di ottobre. Numerosi servizi di osservazione, controllo e pedinamento hanno permesso di ricostruire e quindi disarticolare l’attività del gruppo criminale dedito ad una fiorente attività di spaccio di droga alla Giudecca, nel centro storico di Siracusa. Elementi utili alle indagini sono arrivati anche dalle videocamere appositamente piazzate e da intercettazioni telefoniche.
L’indagine si è incentrata tra via Alagona e vicolo dell’Ulivo, dove era stata realizzata una vera e propria “piazza di spaccio”, nella quale avevano trovato impiego a tempo pieno (da cui il nome dell’indagine “Posto Fisso”) gli 8 siracusani ora agli arresti.
Nel corso di una intercettazione tra due di loro, emerge la richiesta di sostituzione per un turno di spaccio, in modo da permettere all’altro di svolgere alcune commissione. Qui emerge l’organizzazione con orari prefissati per un’attività di spaccio, marjiuana e cocaina in particolare, sempre attiva.
Le numerose cessioni di droga immortalate dalle telecamere hanno fornito il dettaglio di una quotidiana e frenetica attività dei soggetti coinvolti, da cui è stato possibile individuare e isolare singoli episodi estremamente significativi che hanno portato agli arresti di oggi.
I vari pusher sotto indagine avrebbero organizzato il loro traffico illecito secondo i canoni caratterizzanti di una vera e propria attività lavorativa. La piazza di spaccio, secondo quanto emerso nell’indagine, apriva i battenti verso le 11.00 del mattino e rimaneva operativa sino alle 4.00 del giorno successivo, sette giorni su sette. I giovani pusher, che si avvalevano anche di “pali”, per rilevare la presenza di appartenenti alle Forze dell’Ordine, seguivano turni ben definiti, dandosi il cambio sul posto, dopo aver celato le confezioni di stupefacente da spacciare nel corso del loro “turno di servizio” in anfratti dei muri delle abitazioni degli angusti vicoli della Giudecca, sopra gli stipiti delle porte delle case abbandonate di Ortigia, nonché all’interno di uno scooter parcheggiato, disponendo di dosi di vario peso, in relazione alle richieste degli acquirenti.
In alcuni casi è stato accertato che la cessione di stupefacenti avveniva all’interno di private abitazioni, previo “squillo” telefonico a cui seguiva la consegna delle dosi, anche lanciate dalla finestra all’acquirente.
Da ottobre 2018 a maggio 2019, sono state documentate ben 2.642 cessioni di stupefacente. I soggetti che si approvvigionavano di stupefacenti dal sodalizio erano di varia estrazione sociale e provenienza e, fra di loro, figurano anche alcuni minorenni.
Nel corso dell’indagine, i carabinieri della Stazione di Siracusa-Ortigia hanno eseguito riscontri a carico di numerosi clienti della piazza di spaccio di via Alagona, molti dei quali turisti in visita nella città di Siracusa, tutti segnalati alla Prefettura di residenza quali assuntori. Sono stati sequestrati complessivamente 170,92 grammi di hashish, 2,18 grammi di marijuana e 17 grammi di cocaina. Durante la perquisizione di alcuni “bassi” di Ortigia, nel corso delle indagini, i militari hanno rinvenuto anche copioso materiale idoneo al confezionamento delle dosi, nonché un foglio su cui erano riepilogate come in un memorandum alcune azioni da effettuare per il buon andamento della gestione degli affari illeciti.
Sebbene le indagini si siano concluse a maggio, i Carabinieri hanno continuato a censire movimenti del gruppo fino agli ultimi mesi del 2019. Nel corso delle perquisizioni odierne, sono stati rinvenute 9 dosi di cocaina del peso di 9 grammi.