Siracusa. Dopo il Cga: quando rilancio fa rima con rimpasto

Senza più la spada di Damocle di un giudizio sospeso, l’amministrazione Italia può ora muoversi nel pieno dei suo poteri. Via quella condizione frenante e, al tempo stesso, via quell’alibi.
Non è un caso se le forze politiche alleate del sindaco di Siracusa tornano a chiedere – chi sottotraccia, chi apertamente – un cambio di passo invocato a più riprese anche in passato. Ma che, effettivamente, da dicembre ad oggi non si è potuto o voluto tradurre in azioni concrete proprio per via dell’attesa del giudizio del Cga. Tolto quel senso di precarietà, ora la giunta può e deve rilanciarsi. Magari guidando ed agevolando la necessaria ripresa economica e sociale del capoluogo postl lockdown.
Una delle prime azioni sarà un inevitabile rimpasto. Almeno due cambi in giunta. Erano nella mente del primo cittadino già da mesi, serviva però scrivere prima la parola fine sul lungo caso del ricorso elettorale.
Ora si può. E sarà fatto. Questione di tempo, poco tempo. Giorno, al massimo. Giusto un paio di consultazioni tra forze politiche alleate e poi si procederà con le aggiustate alla squadra di governo cittadino.
Tutti da valutare i rapporti con Italia Viva che però mira a mantenere la doppia rappresentanza in giunta (Furnari, Burti). Nel gioco di forze c’è da valutare anche il “peso” elettoral-rappresentativo dei singoli assessori, cosa che potrebbe lasciare immaginare delle sorprese. Indiscrezioni. El




Elezioni regionali bis del 2014: revoca delle sentenze, punto a favore di Pippo Gianni

Il Consiglio di Giustizia Amministrativa di Palermo ha emesso un’ordinanza collegiale, di natura interlocutoria, nei processi instaurati dall’ex deputato Pippo Gianni.
Il sindaco di Priolo ha chiesto la revocazione delle sentenze del 2014, relative alla ripetizione delle elezioni regionali in alcune sezioni del siracusano, emesse proprio dal Cga allota presieduto dal giudice De Lipsis. La tesi dei difensori di Gianni ipotizza il dolo nelle decisioni poi assunte e che lo hanno poi portato fuori da Sala d’Ercole.
Il Collegio ha adesso disposto l’acquisizione nel processo di tutti gli atti dei procedimenti penali in corso e/o conclusi sulla vicenda, nonché di tutti gli atti delle elezioni del 2012 da parte della Prefettura di Siracusa.
Gli avvocati Michele Cimino, Massimiliano Mangano e Valentina Castellucci attendono adesso l’appuntamento nel merito, con udienza fissata per il 23 settembre. “Attendo con ansia la pronuncia sul merito, in modo da ristabilire al più presto la giustizia violata. Sono pronto ad intraprendere ogni ulteriore via legale, attivando anche la Corte di Giustizia Europea, la mia è una battaglia legale per far rispettare la costituzionalità dello Statuto della regione; Sono fiducioso che il Cga potrà prendere atto del fatto che quelle sentenze di cui si chiede la revocazione siano state emesse con dolo del giudice, condannato per corruzione in atti giudiziari, ed eliminando la mortificazione che è stata fatta della legislazione regionale”, commenta Pippo Gianni.




Blitz nella più grande discarica della Sicilia: 9 indagati e sequestri milionari

La Guardia di Finanza di Catania, in collaborazione con lo Scico e il gruppo aeronavale di Messina, sta eseguendo un’ordinanza di misure cautelari nei confronti di nove persone (2 in carcere, 3 ai domiciliari e 4 sottoposti a obblighi di Pg) per una presunta illecita conduzione della discarica di Lentini (Siracusa), la più estesa della Sicilia, gestita dalla Sicula Trasporti, dove peraltro conferisce parte dei suoi rifiuti anche il Comune di Siracusa. “Mazzetta Sicula” il nome dato all’operazione.
Secondo le accuse, i reati ipotizzati a vario titolo vanno dall’associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, alla frode nelle pubbliche forniture sino alla corruzione continuata, rivelazione di segreto d’ufficio e concorso esterno all’associazione mafiosa.
Ordinanza di custodia cautelare in carcere per l’amministratore della Sicula Trasporti srl, il 57enne Antonino Leonardi, peraltro amministratore di fatto della Gesac Srl ed amministratore di diritto della Sicula Compost Srl. E’ accusato di associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, corruzione e frode nelle forniture. In carcere anche Filadelfo Amarindo, 68 anni, dipendente della Sicula Trasporti Srl che dovrà rispondere di concorso esterno all’associazione mafiosa.
Disposti i domiciliari per Salvatore Leonardi, 57 anni, fratello di Antonino, socio della Sicula Trasporti Srl e della Gesac Srl; Vincenzo Liuzzo, 57 anni, dirigente di unità operativa semplice della sede di Siracusa dell’Arpa Sicilia, addetto ai controlli ed ai monitoraggi ambientali; e per Salvatore Pecora, 63 anni, istruttore tecnico impiegato presso il Libero Consorzio Comunale di Siracusa, addetto al controllo sulla gestione dei rifiuti.
Le imprese destinatarie del sequestro preventivo sono la Sicula Trasporti Srl (ora Sicula Trasporti Spa) di Catania, società con fatturato annuo di circa 100 milioni di euro e oltre 120 dipendenti; Sicula Compost Srl, con sede a Catania, con circa 20 dipendenti e fatturato di 3,6 milioni di euro; Gesac Srl, con sede a Catania, con oltre 20 dipendenti e fatturato annuo medio di circa 2 milioni di euro. Sequestrato preventivamente oltre 6 milioni di euro, ritenuti illecito profitto.




Omicidio Emanuele Nastasi, caso di lupara bianca nel 2015: arrestato il presunto killer

I Carabinieri della Compagnia di Noto hanno arrestato un uomo di Pachino, ritenuto responsabile dell’omicidio e dell’occultamento del cadavere di Emanuele Nastasi, all’epoca 35enne, avvenuti nel 2015. Il corpo della vittima, la cui autovettura fu ritrovata bruciata nelle campagne del siracusano, non è mai stato ritrovato, ma le indagini, pur a distanza di cinque anni, hanno permesso di arrestare il presunto assassino, noto spacciatore del luogo, con cui la vittima, per un banale debito di droga, aveva avuto delle discussioni e si era ribellato, pagando l’affronto con il sangue. Il fatto risale alla sera del 4 gennaio 2015, quando il cellulare di Nastasi smise di funzionare e in contrada Campo Reale fu rinvenuta la sua auto in fiamme. Voci artatamente messe in giro per depistare le indagini dicevano che si fosse allontanato volontariamente. Nessuna lettera di addio, né altri indizi che potessero fare pensare alla sua fuga o ad un gesto autolesionistico. Le indagini sono state dirette dal Sostituto Procuratore  Gaetano Bono e coordinate dal Procuratore Aggiunto della Repubblica  Fabio Scavone. L’omicidio sarebbe stato commesso da  Raffaele (Rabbiele) Forestieri e Paolo Forestieri (ucciso nel 2015).
Questa mattina, i Carabinieri della Compagnia di Noto, coadiuvati da quelli del Nucleo cinofili di Nicolosi (CT) e con l’ausilio di un elicottero del 12° Elinucleo di Catania, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP di Siracusa  Salvatore Palmeri  hanno tratto in arresto Raffaele Forestieri, pachinese, 42 anni,  e lo hanno condotto presso la Casa di Reclusione di Noto. Durante le perquisizioni eseguite al momento dell’arresto, i Carabinieri hanno sequestrato una pistola calibro 7,65 con matricola abrasa, 77 proiettili del medesimo calibro, 16 grammi di cocaina e ben 900 grammi di marijuana, oltre a circa € 1200 in banconote di vario taglio, tutto materiale rinvenuto nelle pertinenze delle case popolari dove vive Forestieri.  Saranno ora svolti specifici accertamenti volti ad attribuire la riconducibilità del materiale sequestrato ed in particolare l’arma sarà inviata al RIS di Messina perché su di essa siano svolti specifici accertamenti dattiloscopici e balistici utili a stabilire chi ne fosse il detentore e se essa sia stata già utilizzata in qualche evento delittuoso in passato.
La storia della morte di Nastasi si interseca con il suo stato di tossicodipendenza.
Le indagini hanno evidenziato che l’uomo comprava l’eroina dai Forestieri .  Ed è proprio da un debito di droga di appena 80 euro che trarrebbe origine la vicenda.Una settimana prima della sua scomparsa, Nastasi avrebbe acquistato un quantitativo di droga per 80 euro, ma si trattava di eroina di scarsa qualità e di quantità inferiore rispetto al prezzo pattuito. Nastasi avrebbe fatto delle rimostranze agli spacciatori. Questa sua “irriverenza” sarebbe stata alla base della sua uccisione. Forestieri, infatti, sarebbe solito  sottomettere i suoi debitori incutendo timore con la sola presenza, specie nel complesso delle case popolari di Via Mascagni, dove si atteggerebbe a piccolo boss forte del suo  curriculum criminale e della sua pericolosità sociale, ben nota ai  residenti, traendone profitto. Del corpo, nessuna traccia, nonostante le attente ricerche, anche con l’ausilio di personale specializzato del Nucleo Speleo-Alpino-Fluviale del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Siracusa.




Coronavirus, Siracusa e provincia: i positivi sono 9, altro giorno senza nuovi contagi

Gli attuali positivi in provincia di Siracusa scendono sotto la doppia cifra: sono 9. Diventano 213 i guariti, una sola la persona ricoverata, in terapia intensiva. Ultime 24 ore senza nuovi contagiati.
Sono i dati principali contenuti nell’aggiornamento quotidiano fornito dalla Regione sull’andamento dell’epidemia nell’Isola.
Dalla comparsa del coronavirus, sono stati 251 i contagiati in provincia di Siracusa. Ad oggi sono stati effettuati 16.721 tamponi. Attuale tasso positivi a 0,23 per 10.000 abitanti.

Questa la divisione degli attuali positivi nelle altre province: Agrigento, 32 (0 ricoverati, 108 guariti e 1 deceduto); Caltanissetta, 18 (5, 147, 11); Catania, 411 (22, 561, 100); Enna, 12 (1, 384, 29); Messina, 131 (22, 377, 57); Palermo, 265 (16, 279, 36); Ragusa, 11 (0, 79, 7); Trapani, 15 (0, 120, 5).




Fiamme a Solarino, Città Giardino e Siracusa: inizia la stagione degli incendi

Giornata di gran lavoro per i Vigili del Fuoco. Diversi incendi di sterpaglie hanno impegnato per ore, da mattina a sera, i pompieri siracusani.
A Solarino, fronte di fuoco in mattinata in contrada Cugno di Canne, verso Floridia. Intervenuta la locale protezione civile, insieme ai vigili del fuoco di Siracusa e Palazzolo. È intervenuto anche l’elicottero dei Vigili del Fuoco per ricognizione.
Nel pomeriggio, fiamme a Città Giardino. Oltre tre lavoro per avere la meglio di un incendio insidioso che si è sviluppato su terreni vicini a Priolo ma senza minacciare strade, case o siti industriali.
In serata, in fiamme le sterpaglie di un campo tra via Alì e via Cirinnà a Siracusa, alle spalle del plesso scolastico Mazzini. Poco tempo prima, proprio su quella zona, aveva lanciato il rischio incendi la Consulta Civica presieduta da Damiano De Simone.

Foto archivio




Siracusa. Movida senza regole, giro di vite: i locali chiudono all'una di notte

Ristoranti, pizzerie ma soprattutto bar e pub di Siracusa, a partire da stasera e fino a giorno 14, dovranno abbassare la saracinesca all’una di notte. Dalle 23 consentito solo servizio al tavolo lì
dov’è possibile nel rispetto della distanze.
È quanto prevede un’ordinanza firmata oggi dal sindaco, Francesco Italia, che si occupa anche dei distributori automatici i quali potranno essere accessibilifino alle 23.
Il provvedimento richiama inoltre le misure anti-contagio da covid-19 contenute nel provvedimento con il quale ieri il presidente della Regione ha regolamento il graduale ritorno alla
normalità dopo il blocco delle attività e degli spostamenti per l’emergenza sanitaria.
Si fa riferimento in particolare all’articolo 22 che prevede l’uso della mascherina nei luoghi pubblici e nei locali in cui non è possibile rispettare la distanza di sicurezza di almeno un metro.
“La mascherina – spiega il sindaco Italia – dobbiamo sempre averla con noi e utilizzarla anche quando siamo all’aperto in situazioni in cui la presenza di molte persone rende difficile il mantenimento del distanziamento sociale. È una precauzione prevista dall’ordinanza della Regione perché il ritorno alla normalità è un percorso graduale che va fatto con cautela finché il coronavirus continua a circolare. Altra misura che non bisogna dimenticare è di lavarci spesso le mani con acqua e sapone o di usare gel igienizzanti”.
I trasgressori dovranno pagare una sanzione che va da 400 a 3.000 euro.




Operazione Gold Trash travolge Igm. L'intercettazione: "giro col passaporto, pronto a scappare"

“Io giro sempre col mio zaino, faccio… ho preso pure il passaporto… perché non si sa mai arriva una telefonata… stanno venendo a prenderti, vado direttamente a Catania all’aeroporto… c’ho tutto per le cose per le banche, eccetera… eccetera… sono pronto a scappare… ad espatriare”. E’ il contenuto di una delle intercettazioni finite nell’inchiesta Gold Trash. Le indagini della Guardia di Finanza hanno condotto a 5 arresti domiciliari, 2 obblighi di dimora, sequestri per 11 milioni di euro. Sono 14 in tutto le persone finite nel registro degli indagati. I reati contestati sono associazione per delinquere, bancarotta fraudolenta e violazioni circa la responsabilità degli enti. Sequestrata anche la nota Igm Rifiuti Industriali, società operante nel settore del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti per numerosi Enti comunali tra cui, in passato, anche Siracusa. Le frodi hanno anche portato al fallimento di 3 società: la Gestioni patrimoniali srl, la So.Si.Se. srl e la Cg Ambiente srl.
Sono ai domiciliari Giulio Dessena Quercioli, Alberto Giardina, Antonio Antonuccio, Cesare Quercioli Dessena, e Pietro Luigi Galimberti, obbligo di dimora per Diego Quercioli Dessena ed Antonio Quercioli Dessena, tra gli indagati ci sono Alessandro Quercioli Dessena, Caterina Quercioli Dessena, Giuseppe Cassone, Aldo Spataro, Iole Rivelli, Giuseppa Oddo e Giovanni Confalone.
Gli investigatori hanno anche ricostruito quello che sarebbe stato il “sistema”:

Presentazione




Operazione Gold Trash: 14 indagati, 5 persone ai domiciliari, sequestri per 11 milioni

Quattordici indagati, cinque persone ai domiciliari, due soggette all’obbligo di dimora e poi provvedimenti interdittivi a vario titolo per altri 7 soggetti e sequestri per circa 11 milioni di euro. Sono i numeri dell’operazione Gold Trash. Questa mattina la Guardia di Finanza di Siracusa, su disposizione della Procura, ha eseguito un’ordinanza emessa dal gip aretuseo.
Sequestrata anche una società operante nel settore del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti per numerosi Enti comunali (tra cui quello di Siracusa) dal valore stimato in oltre 45 milioni di euro.
Il provvedimento chiude ampie indagini di natura economico–finanziaria che hanno portato alla luce ipotesi di bancarotta fraudolenta ad opera di diverse società riconducibili a un noto gruppo imprenditoriale di carattere familiare. Le frodi hanno anche portato, su richiesta dei sostituti Salvatore Grillo e Vincenzo Nitti, coordinati dal Procuratore Sabrina Gambino, al fallimento di 3 società.
Le investigazioni sono partite principalmente dall’esame della contabilità di alcune imprese del gruppo che versavano in una situazione di sostanziale dissesto. Dall’attività sarebbero emerse criticità e alert che portavano i militari all’esecuzione di ulteriori approfondimenti su aziende che erano subentrate negli appalti dopo che la società aggiudicataria, improvvisamente, veniva pilotata verso uno stato di decozione. Scoperto così che tutte le entità costituivano un vero e proprio sistema di “scatole vuote” che, in modo programmato, ha “assorbito”, non onorandolo, il carico fiscale e contributivo dell’attività nel suo complesso; tutto questo grazie alla compiacenza di persone con precisi ruoli e di uno staff tecnico, formato da commercialisti, nonché da “prestanomi”, tra cui un avvocato, regolarmente stipendiati dal gruppo.
In sintesi, le frodi si consumavano seguendo un modus oeprandi ricostruito dagli investigatori: le società che svolgevano l’attività di gestione dei rifiuti mantenevano, nel corso del tempo, una stessa denominazione comune, al fine di far apparire che il servizio venisse svolto da un’unica impresa. In realtà, quando l’esposizione debitoria di una delle entità diventava insostenibile, l’azienda produttiva era trasferita (mediante contratti di affitto, cessione di azienda o scissione) ad altra società del gruppo, sino a quel momento rimasta inattiva, che proseguiva nelle attività. Le società “svuotate”, oberate di debiti e private degli asset produttivi, erano quindi avviate, con la compiacenza di meri prestanomi, alla inesorabile liquidazione e/o cancellazione, con insolvenza dei debiti erariali.
Il gruppo imprenditoriale sarebbe riuscito così a perseguire costantemente un unico disegno criminoso: gestire l’azienda di famiglia senza onorare i pregressi debiti con lo Stato (circa 130 milioni di euro), lucrando grandi profitti dagli appalti con le pubbliche amministrazioni per sottrarre, nel contempo, risorse indispensabili all’integrità contabile e patrimoniale delle varie società.
Nei fascicoli di indagine ci sono intercettazioni telefoniche e ambientali, interrogatori, riscontri attraverso banche dati, perquisizioni domiciliari, locali e informatiche, acquisizioni documentali anche nei confronti di alcuni professionisti, oggi chiamati a rispondere per le proprie responsabilità. La mole degli elementi raccolti e acquisiti agli atti ha reso evidente che i componenti della famiglia avrebbero gestito direttamente personale, appalti e rapporti con le banche dell’intera rete societaria, della quale conoscevano dettagliatamente la situazione finanziaria ed economico-patrimoniale.
In tale contesto investigativo, peraltro, il gruppo familiare compariva in ruoli formali laddove le società erano in bonis, deliberando compensi che venivano elargiti dalle bad company al fine di riversare su quest’ultime gli oneri fiscali e contributivi in modo da aumentarne l’esposizione debitoria. Le attività hanno inoltre dimostrato che il drenaggio di risorse sarebbe avvenuto sfruttando il paravento giuridico offerto dall’intestazione fittizia delle imprese decotte a soggetti che non avevano alcun potere decisionale o strategico, i quali si limitavano ad eseguire ordini firmando “carte a richiesta”. Significativa e determinante, sotto questo particolare aspetto, l’opera dei professionisti relativamente agli aggiustamenti contabili e agli istituti giuridici tesi a svuotare le imprese decotte in frode ai propri creditori.
Nel corso delle indagini è stata anche individuata una società priva di dipendenti, finanziata con il denaro delle imprese del gruppo confluito nella realizzazione di una pregevole villa a uso esclusivo dell’esponente di spicco della famiglia, nonché “regista” dell’associazione. Grazie al meccanismo di compensazione dei crediti I.V.A. della società, per l’immobile non sono stati mai versati i tributi, quali l’I.M.U. e, tra i costi di esercizio, risultavano anche annotati acquisti di champagne e altri beni di consumo personale.
L’attività, condotta dalla Fiamme Gialle in via trasversale con i poteri di polizia tributaria e poi, sotto l’egida della Procura, con quelli di polizia giudiziaria, conferma la perniciosità della criminalità economico-finanziaria, in grado di alterare, per il soddisfacimento di interessi personali, le regole del sistema produttivo.




Auto prende fuoco con tre persone a bordo: illese. Disavventura a Floridia

Disavventura per tre donne a Floridia. L’auto su cui erano a bordo, ha preso fuoco durante la marcia. Non si erano accorte delle fiamme sotto il vano motore. Fortunatamente un passante è riuscito ad avvisarle. Sono così scese dalla vettura, poi distrutta dalle fiamme. Illese le tre donne.