Noto, domani riapre il cimitero: obbligo di guanti e mascherine per accedere

Da domani, 5 maggio, riapre anche a Noto il cimitero comunale. Firmata questa mattina dal sindaco Corrado Bonfanti l’apposita ordinanza. L’accesso sarà consentito nel rispetto delle disposizione di legge e quindi imponendo il distanziamento sociale tra visitatori e vietando gli assembramenti. E’ obbligatorio l’utilizzo di guanti e mascherine. Il cimitero di Noto sarà aperto dal lunedì al sabato, dalle 7 alle 17, e la domenica dalle 7 alle 13.




Siracusa. Mascherine per i medici di famiglia, nuova donazione di imprenditori cinesi

Ancora una donazione di mascherine da parte di imprenditori cinesi che da anni vivono e lavorano a Siracusa. Ji Hai Yong e Lin Susu, marito e moglie, attivi nel settore della ristorazione, hanno donato 500 chirurgiche all’Ordine dei Medici di Siracusa. Verranno adesso distribuite ai medici di famiglia.
Nelle settimane scorse, grazie alla collaborazione con la famiglia rimasta in Cina, i due imprenditori avevano donato mascherine tecniche ffp3 ed altre 1.500 chirurgiche a forze dell’ordine e sanitari.




Le strategie dell'Asp di Siracusa, il direttore sanitario Madeddu: "Così contrastiamo l'epidemia"

I numeri ufficiali diffusi anche oggi dalla Regione pongono la provincia di Siracusa tra le ultime 5 per numero di positivi al coronavirus in Sicilia e tra le prime per guariti. Numeri incoraggianti, senza volere però con questo dato tacere delle criticità registrate nella prima fase di gestione dell’emergenza, specie all’Umberto I, con contagi in crescendo tra sanitari e pazienti. “Molto spesso sono derivati da comportamenti individuali”, spiega oggi il direttore sanitario dell’Asp di Siracusa, Anselmo Madeddu. “Avete notato che il più basso tasso di contagio al mondo è tra gli operatori delle malattie infettive, ovvero tra coloro che sono più preparati alla cultura dell’infection control?”.
Ma torniamo al dato della bassa incidenza provinciale. “E’ il frutto di precise strategie sanitarie. In una fase in cui le cure domiciliari non erano ancora partite, la nostra strategia è stata quella di anticipare i ricoveri e dunque le cure. E ciò è stato possibile grazie all’aumentata disponibilità di posti di malattie infettive derivanti dalla sana programmazione del Piano Covid. Questo ha determinato un aumento dei ricoveri e, quindi una diminuzione dei casi al domicilio, un aumento dei guariti e il crollo dei ricoveri in terapia intensiva, consentendoci di tenere la curva degli attualmente positivi molto più bassa rispetto alla media regionale. Ed oggi che sono partite le Usca, ci aspettiamo un ulteriore miglioramento”, rivendica con orgoglio Madeddu dopo aver inghiottito per settimane in silenzio le critiche che da ogni dove piovevano sul management dell’Asp di Siracusa.
Tra queste anche quella di aver puntato su tre centri covid in provincia anziché uno solo, aumentando così – potenzialmente – i possibili centri di contagio. “L’ospedale di Siracusa non poteva essere escluso dalla rete covid perché le linee guida ministeriali prevedono che la sede hub debba avere Rianimazione, Malattie Infettive e Pneumologia. E l’unico ospedale con queste caratteristiche è l’Umberto I. Inoltre il presidio non poteva essere dedicato solo ai covid, poiché possiede specialità di vitale importanza per l’intera provincia che non possono essere trasferite agevolmente altrove. Valga per tutti l’esempio della Emodinamica. Pertanto – spiega Madeddu -l’ospedale di Siracusa rientra nella tipologia di ospedale generale con aree interne dedicate ai covid, purchè ben distinte, prevista dal Ministero. Per farlo, nell’Umberto I sono state delimitate tre aree: la prima è il filtro della tenda di pre-triage, che funge da separatore dei percorsi all’ingresso, quindi c’è l’Area “Grigi, Tac e Rianimazione” e infine il Centro Covid del padiglione nord di Malattie Infettive. Padiglione che si è mostrato da subito la sede ideale, perché isolato e ben separato dal resto del’ospedale e, pur tuttavia, inglobato nello stesso in caso di emergenza. Motivo per cui è stato scartato il Rizza, troppo lontano dall’Umberto I in caso di necessità di rianimazione e troppo obsoleto. Dal padiglione nord sono state tolte Pediatria e Talassemia, e i posti di Malattie Infettive sono stati raddoppiati a 36 e dotati di impianto gas medicale per ventilare i critici. Il tutto in 13 giorni. Molto funzionale si presentava anche la scelta di allocare i grigi nei pressi della tac dedicata, per il necessario completamento diagnostico, mentre più delicata appariva la separazione tra area dei grigi e pronto soccorso, che presupponeva continue sanificazioni e massima attenzione nei percorsi. E’ per questo che il piano è stato completato col trasferimento del pronto soccorso al piano terra. Oggi dunque, e in particolare a partire dai primi di aprile, i percorsi sono del tutto separati. Ma per far tutto questo occorrevano i tempi necessari. In questo modo – aggiunge il direttore sanitario – i pazienti critici o a media complessità vengono trattati nell’hub di Siracusa, e quando sono in via di guarigione a Noto e Augusta, fino alle dimissioni, secondo un modello vincente sperimentato anche in altre aree d’Italia. Abbiamo invece lasciato fuori dalla rete gli altri due ospedali dell’Asp dotati di rianimazione (Lentini e Avola) per destinarli ai non covid, come da Linee Guida”.
Anselmo Madeddu si mostra contrariato quando si dice che a Siracusa ci si è mossi in ritardo. “Dai primi casi osservati nella nostra provincia ad oggi, tanto è stato fatto: il 2 marzo la prima direttiva su organizzazione e sanificazioni, il 7 marzo l’avvio dei pre-triage, il 10 marzo l’avvio dei lavori al padiglione nord, il 12 marzo rianimazione covid e tac dedicata, il 16 marzo la ristrutturazione dei primi 18 posti di malattie infettive, il 20 marzo l’avvio dei due covid center di Noto e Augusta, il 25 marzo l’attivazione di altri 18 posti al padiglione, l’indomani il completamento dell’impianto gas medicale e l’installazione di 12 ventilatori e monitor. Ed infine il 31 marzo il piano di trasferimento del pronto soccorso non covid al piano terra”. Venti giorni circa per rendere l’Umberto I capace di reggere meglio all’impatto del coronavirus. Eppure c’è voluto l’intervento di un gruppo di esperti inviati dalla Regione per “normalizzare” l’ospedale del capoluogo. “Voglio ringraziare i colleghi del Covid Team, professori Pomara, Cacopardo e Murabito, per l’apporto decisivo che hanno dato nell’ottimizzare e completare il lavoro”, commenta con diplomazia il direttore sanitario Anselmo Madeddu. Al di là di scambi di battute a distanza con altri esperti di casa nostra, i numeri – oggi – sembrano dargli ragione.




Incidente domestico a Floridia, uomo trasferito al centro ustionati di Catania

È stato trasportato in elicottero al Cannizzaro di Catania il floridiano rimasto vittima di un incidente domestico. Secondo una prima ricostruzione, sarebbe stato investito in pieno volto da una lingua di fuoco. Pare un probabile ritorno di fiamma, forse provocato dall’esplosione di una bombola di gas.
Chiesto l’intervemto del 118, l’uomo è stato trasferito in elisoccorso al centro grandi ustionati di Catania, poco dopo mezzogiorno.
Sulle cause dell’incidente, indagini in corso da parte dei carabinieri.




Studentessa siracusana fuorisede scrive a Musumeci: "Fateci tornare"

Sara Campisi è una studentessa siracusana fuorisede. Ha scelto l’Università di Bologna ed in Emilia è rimasta nei giorni in cui l’allerta coronavirus cresceva nel nostro Paese. Ha resistito con responsabilità alla tentazione di scendere a casa in queo giorni di marzo, mentre l’epidemia galoppava da nord a sud.
Oggi, però, con la prima fase del lockdown alle spalle, sperava di poter rientrare a Siracusa. Ed in effetti, le norme governative lo consentirebbero. Ma la recente ordinanza regionale del presidente Musumeci no. Almeno non in maniera così automatica.
Sara ha 23 anni e non si è persa d’animo. E attraverso lo strumento più social di questi tempi, Facebook, si è rivolta direttamente al governatore della Sicilia.
“Secondo l’Ordinanza contingibile e urgente n. 18 del 30 aprile 2020 del Presidente della Regione Sicilia, «le limitazioni di ingresso e di uscita dal territorio della regione siciliana restano invariate e sono disciplinate dal decreto n. 183 del 29 aprile 2020 del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti di concerto con il Ministro della salute». Il che si traduce dunque nell’impossibilità di poter tornare al proprio domicilio o alla propria residenza in Sicilia, in barba a quel «è in ogni caso consentito il rientro presso la propria residenza o domicilio» annunciato da Conte a reti unificate rispetto alle novità previste dal decreto del 4 maggio. Non potevamo aspettarci altrimenti. D’altronde, governatore Musumeci, noi al menefreghismo della nostra regione per i propri conterranei ci siamo abituati. A Lei i miei più sentiti complimenti, un plauso alla riuscita dell’apologia dell’ideale del pugno di ferro che se ne strafrega delle ripercussioni e saluta chi ne è vittima mettendo la testa sotto la sabbia”. Parole condivise da tutti quei siciliani che pensavano di poter far ritorno nella loro residenza. Ecco allora che Sara mette in evidenza un altro aspetto paradossale del momento. “Lei (Musumeci, ndr) dunque blinda la nostra Isola non a turisti, non a spostamenti superflui. Ma a chi, in quell’Isola, ha la propria residenza e il proprio domicilio. Lei, con le sue disposizioni, mi vieta dunque, dopo mesi e mesi, di rientrare a casa mia. E no, non tiriamo fuori l’argomento del «beh ma vi è piaciuto scappare per andare a lavorare e studiare al Nord, avete voluto la bicicletta e adesso pedalate». No, noi non pedaliamo proprio un bel niente. Perché ricordo che le stesse condizioni per cui i figli del Sud vanno a lavorare o studiare al Nord dando adito a quella cosiddetta fuga dei cervelli, sono le stesse poste da una malgestione regionale dalle radici decennali: una premessa in realtà abbondantemente estendibile a tutte le regioni del Meridione, ma questo è sicuramente un altro discorso.
Non siamo noi ad aver maledetto la nostra terra. Noi non partiamo per scelta. Noi partiamo per necessità. Perché le stesse risorse che cerchiamo al Nord sono le stesse di cui siamo stati privati al Sud, signor governatore. E non per nostra scelta. (…) Smettiamola di prenderci in giro e siamo sinceri, per una buona volta, che la retorica sulla riqualificazione della Sicilia che da anni impera nei nostri scenari d’informazione ha veramente stancato. E ha stancato perché quasi mai accompagnata da un riscontro effettivo”.
C’è rabbia nella lettera aperta di Sara. La rabbia che accompagna quell’amore deluso e disilluso per una Sicilia promessa sempre migliore a parole.
“Ci avete detto: state a casa, non vi muovete, nessun esodo dal Nord al Sud se volete bene alla vostra regione. E l’abbiamo fatto. Abbiamo evitato di imbarcarci sul primo treno o sull’ultimo aereo. E l’abbiamo fatto con senso di responsabilità, con senso civico e sì, anche con spirito di sacrificio. Perché l’idea del focolare domestico nel bel mezzo di una dichiarata pandemia le assicuro che costituiva un pensiero decisamente più allettante. Specialmente per chi, per stare qui al Nord, si fa il mazzo ventiquattro ore su ventiquattro per pagare l’affitto di camere o locali fatiscenti: per chi lavora, per chi è mantenuto da genitori che sputano letteralmente il sangue per offrirci l’opportunità di un futuro migliore.
Sì, futuro migliore, quel futuro migliore che in Sicilia non c’è, signor governatore, ma questo lei lo sa benissimo. E se finge di non saperlo, appunto finge. Fa finta. E non c’è cosa peggiore del dissimulare nella consapevolezza. E questo non solo fa di lei una persona irrispettosa delle nostre esigenze. La fa una persona insensibile, un menefreghista”.
La studentessa siracusana è un fiume in piena. “Diciamolo chiaro e tondo, signor Musumeci, e anche a gran voce, senza vergognarcene: la sua politica di chiusura dei confini regionali è solo l’ennesimo sputo in faccia. È l’ennesima dimostrazione di totale noncuranza nei confronti delle condizioni cui noi ragazzi e le nostre famiglie siamo attualmente sottoposti. È solo l’ennesima dimostrazione del fatto che nella vita conviene fare i furbi: che anche noi, come tutti, avremmo dovuto partecipare al famosissimo esodo. Forse ora ci eviteremmo la fatica di dover partecipare a questa cosa atroce che è la ressa per un biglietto aereo o ferroviario. La ressa per titoli di viaggio che non hanno mai prezzi con meno di tre cifre. Titoli di viaggio il cui numero sarà esiguo, il che, come al solito, premierà e lascerà tornare chi prima potrà mettere mano al portafoglio.
E che debba essere io, a 23 anni e venuta dal nulla, a spiegarle che le sue decisioni hanno simili ripercussioni, lo trovo davvero imbarazzante”.
Sara le sue idee le ha ben chiare. “È
tutto ridicolo. Semplicemente ridicolo, e aggiungerei frustrante”.




Fase Due: cosa posso fare? Le risposte alle domande più frequenti

Il governo ha pubblicato gli attesi chiarimenti sulla fase due al via dal 4 maggio. Dalla novità introdotte dal dpcm del 26 aprile alla definizione di “congiunti”, dagli spostamenti alle riapertura.
Qui il link alle faq del governo sulla fase due. In Sicilia nei giorni scorso una ordinanza regionale è intervenuta anche su ulteriori aspetti della cosiddetta fase due.
L’ordinanza regionale, in vigore dal 4 al 17 maggio, si muove all’interno delle linee guida fissate da Roma, seppure con qualche “forzatura”. Viene permesso alle famiglie di potersi trasferire nelle seconde case, a patto che non facciano la spola con la principale abitazione, ma vi rimangano per la stagione.Disco verde anche per l’asporto ai ristoranti, pasticcerie, gelaterie, bar e pub, con il divieto di consumare nei locali e nelle adiacenze.Si può accedere al cimitero e acquistare fiori e piante.Un’attenzione, nell’ordinanza, anche verso gli animali da affezione per i quali sarà consentita la tolettatura.Novità pure per le società sportive che sono autorizzate a iniziare attività amatoriali di corsa, tennis, pesca, ciclismo, vela, golf ed equitazione.Rimangono congelate le limitazioni all’accesso nell’Isola almeno fino al 17 maggio. In quella stessa data il governatore Musumeci spera anche di strappare al premier Conte il permesso di riaprire le loro botteghe ai parrucchieri per uomo e per donna. Restano invariate le disposizioni relative all’obbligo di quarantena




Coronavirus, Siracusa e provincia: 112 contagiati, 44 ricoverati, 24 deceduti

Sono 112 gli attuali positivi al coronavirus in provincia di Siracusa, due in più rispetto ad ieri. I ricoverati nelle strutture covid del territorio sono 44. I guariti diventano 94, i decessi 24. I dati sono forniti dalla Regione, nel quotidiano aggiornamento.
Questa la divisione degli attuali positivi nelle altre province: Agrigento, 69 (0 ricoverati, 65 guariti e 1 deceduto); Caltanissetta, 124 (16, 24, 11); Catania, 678 (89, 226, 86); Enna, 290 (121, 93, 29); Messina, 377 (79, 122, 50); Palermo, 387 (66, 92, 28); Ragusa, 57 (7, 29, 6); Trapani, 92 (4, 42, 5).
Si raccomanda di attenersi scrupolosamente alle indicazioni fornite dal Ministero della Salute per contenere la diffusione del virus. Per ulteriori approfondimenti visitare il sito dedicato www.siciliacoronavirus.it o chiamare il numero verde 800.45.87.87.




Siracusa. Lunedì riapre il cimitero, firmata l'ordinanza: ingresso per ordine alfabetico

Firmata l’ordinanza con cui il sindaco di Siracusa dispone l’apertura del cimitero dal 4 al 17 maggio. Dal lunedì al sabato, consentito l’accesso secondo regolare particolari, dalle 8 alle 18.
Per evitare assembramenti si entra solo dal primo cancello e secondo la lettera iniziale del cognome dei visitatori.
Nel dettaglio, il lunedì i cognomi che iniziano per A, B, C; ​martedì lettere D, E, F, G; mercoledì lettere H, I, J, K, L, M; giovedì lettere N, O, P, Q; venerdì lettere R, S, T; sabato lettere U, V, W, X, Y, Z.
I visitatori, all’ingresso, dovranno esibire un documentodi riconoscimento in corso di validità.




Siracusa. Mascherine, tute e visiere per il Pronto Soccorso: donazione di un gruppo di cittadini

Sono state consegnate questa mattina 250 mascherine, 20 visiere, 50 tute e 20 calzari al neo responsabile del Pronto Soccorso di Siracusa, Dario Chiaramida. Sono il frutto di una raccolta fondi promossa da Sergio Malfa, collaboratore della Procura di Siracusa, e Giovanni Raineri, in servizio alla Questura di Siracusa.
Hanno raccolto l’appello del presidente dell’Ordine degli Infermieri, Nuccio Zappulla, che aveva lanciato nei giorni scorsi l’allarme sulla disponibilità di dpi per le settimane a venire.
In molto hanno risposto alla raccolta fondi e tra questi anche componenti delle forze dell’ordine che vivono nel Nord Italia ma originari di Siracusa. “Volevamo fare qualcosa di utile e non limitarci ad una solidarietà social”, spiegano gli organizzatori.




Partita a calcetto in piazza: sanzionati in 7. Multe anche per chi pesca o chi va in bici

E’ un bollettino in aggiornamento quotidiano quello delle sanzioni per chi non rispetta le norme in vigore per contenere i contagi da coronavirus. Nelle ultime ore ancora multe elevate dai Carabinieri su gran parte del territorio provinciale: Siracusa, Cassibile, Carlentini, Rosolini, Buscemi, Portopalo di Capo Passero, Noto, Avola, Augusta e Floridia.
Ad Avola ed a Noto in tre sono stati sorpresi in riva al mare mentre erano intenti a pescare. A Cassibile, è stato sanzionato un uomo in giro per le vie cittadine in sella alla sua mountain bike. A Floridia, nottetempo, è stato controllato e sanzionato un giovane proveniente da un comune limitrofo, sorpreso a circolare senza un motivo valido, a bordo della propria autovettura.
Alla periferia di Noto – via Sonnino, via Platone, via Seneca, via Fratelli Rosselli – sanzionate 20 persone trovate in assembramento o comunque fuori dalle proprie abitazioni. Tra questi, 7 addirittura giocavano a pallone in una piazzetta.
I Carabinieri, quotidianamente impegnati a garantire la corretta osservanza delle misure di contenimento rammentano che è stato fatto divieto a tutti di circolare se non per “comprovate esigenze lavorative”, “assoluta urgenza” o “motivi di salute” e che le vigenti disposizioni di legge prevedono per i contravventori sanzioni da € 400,00 a € 3000,00, da aumentare fino a un terzo se la violazione avviene mediante l’utilizzo di un veicolo e da raddoppiare in caso di recidiva ed evidenziano che l’attività di monitoraggio su strada, a tutela della salute dei cittadini, si farà sempre più incisiva.