Siracusa. Corone di fiori ai cancelli chiusi del cimitero: "omaggi ai nostri cari defunti"

Il cimitero rimane chiuso, come da disposizioni per il contenimento dei contagi. Un tentativo di riapertura controllata, proposta dal Comune di Siracusa, non è andato a buon fine, ricevendo il no secco della Regione.
Non manca comunque il pensiero verso i defunti. Questa mattina, il sindaco Francesco Italia ha deposto tre corone di fiori agli altrettanti cancelli (chiusi) della struttura comunale. “Lo abbiamo fatto in nome e per conto di chi, purtroppo, in questi giorni non può farlo. Un omaggio ai nostri cari defunti da parte di tutta la comunità”, ha detto il primo cittadino.
Le corone di fiori sono state donate dalla fioreria “Il Pothos” di Giuseppe Palazzolo.
Domenica prossima, 3 maggio, si ripete l’iniziativa dell’omaggio floreale ai cancelli.




Fase 2, gli industriali scrivono a Musumeci: meno burocrazia, più investimenti

Un piano straordinario per la ricostruzione. Un’Authority a garanzia della coesione tra governo, parti sociali e comunità scientifica. Una operazione drastica e radicale di semplificazione amministrativa. Tempi certi e veloci per le autorizzazioni. Liquidità alle imprese. Contributi per la copertura degli oneri sociali. Un’attenzione particolare al turismo.
In sintesi una nuova e convinta politica industriale sostenibile.
Queste le priorità che gli industriali indicano in una lettera aperta al governatore della Regione Siciliana, Nello Musumeci. Il documento è firmato dal vicepresidente vicario di Sicindustria Alessandro Albanese, dal presidente di Confindustria Catania Antonello Biriaco e dal presidente di Confindustria Siracusa Diego Bivona.
Due pagine in cui vengono individuati i tratti necessari per una ricostruzione efficace e una ripartenza effettiva del tessuto produttivo dell’Isola.
Liquidità alle imprese e risorse umane. “È urgente – si legge nella nota – mettere in campo tutte le risorse umane ed economiche, a cominciare da una adeguata liquidità, per dare fiducia alle imprese che si sono fermate, per reimpiegare il personale, per contribuire alla ripartenza generalizzata dei consumi, con una particolare attenzione al comparto del Turismo che è senz’altro il più vulnerabile essendo l’ultimo che entrerà a regime. Bisogna guardare oltre e pensare di progettare una nuova rinascita”.
La copertura degli oneri previdenziali. È fondamentale far sì che vengano mantenuti i livelli occupazionali. Per questo occorre dirottare sulle imprese i fondi per poter sostenere gli oneri previdenziali dei dipendenti. Le risorse, ampiamente reperibili tra le pieghe del POC (Programma Operativo Complementare) e del PO Fesr (Programma Operativo sul Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale).
Opere pubbliche e semplificazione amministrativa. “Il Governo e la Politica tutta, si impegnino a semplificare la macchina amministrativa rendendo certi e veloci i percorsi autorizzativi per i nuovi investimenti ed alleggerendo i molteplici vincoli imposti dalla attuale normativa; si utilizzino i fondi comunitari per investimenti che creino realmente valore per l’economia; si avviino tutte le opere pubbliche bloccate, con estrema decisione e con procedure di assoluta emergenza, come ad esempio la semplificazione del Codice degli Appalti, utilizzando il “sistema Genova” se è il caso”.
Un’Authority per la politica industriale. ”Servono subito segnali inequivocabili che la Regione Siciliana promuove una convinta politica industriale sostenibile. Per fare questo è necessaria una sorta di Authority per la ricostruzione, fondata sulla capacità di creare il necessario clima di coesione tra Governo della Regione, Politica, Organizzazioni di categoria e Sindacati, con l’imprescindibile presenza della Comunità scientifica, per lavorare su un Piano strategico basato, più che sui settori, sui fattori di sviluppo”.
L’attrazione di investimenti. “Si mettano in atto provvedimenti mirati che rendano di nuovo attrattiva la nostra regione per nuovi investimenti produttivi, supportando le imprese oggi presenti nel nostro territorio, incentivando nuovi operatori, chi ha voglia di investire in prodotti strategici e vitali di cui la Sicilia ha grande bisogno”.
I numeri del lockdown. “Il lockdown – si legge nella nota degli industriali siciliani – ha fermato circa il 58% delle nostre imprese lasciando a casa circa 50.000 lavoratori solo nel settore industriale. La perdita del sistema economico nel suo complesso è stimata in 2,1 miliardi al mese. Un sistema economico già provato dalla crisi del 2007 che ha generato nell’arco temporale 2007-2018 una diminuzione del 15% del PIL regionale. Se dovessero ripartire tutte le attività a maggio, alla fine del 2020 si registrerà una ulteriore diminuzione del Pil tra il 10% e il 12%. Purtroppo i numeri, che non sono né di destra né di sinistra, nella loro durezza ci dicono che ci troviamo in una situazione di grave recessione. Dobbiamo scongiurare in ogni modo di entrare nella pericolosa fase della depressione economica”.
No agli errori del passato. ”Superata la “fase 2”, serve una forte discontinuità che parta da una serena analisi degli errori di politica economica di questi anni, nei quali è mancata, tra le altre cose, una politica industriale legata a principi di sviluppo sostenibile”. Gli industriali non omettono di sottolineare l’ampia collezione di errori del passato. Basti pensare allo stato in cui oggi versano le aree industriali ex Asi che sono passate da una gestione provinciale farraginosa ed inefficiente ad una gestione regionale che sulla carta avrebbe dovuto diventare, con l’Irsap, una sorta di Agenzia per lo sviluppo delle attività produttive e di attrazione d’investimenti ma che di fatto oggi è soltanto una sovrastruttura che non è nelle condizioni di gestire nemmeno i servizi essenziali delle stesse aree industriali, come la semplice manutenzione”.
Pianificare il futuro. “Pertanto, si rende necessario ed inderogabile cominciare ad identificare e pianificare provvedimenti indispensabili per iniziare la fase della ricostruzione che, se ben gestita, potrebbe consentirci di guardare al nostro futuro con più fiducia, ritrovando una nuova normalità che ci veda non più fanalino di coda nei parametri economici e nella qualità della vita, cause che portano tanti giovani a lasciare la Sicilia”.
Attenzione a non restare un passo indietro. “Queste – concludono Albanese, Biriaco e Bivona – sono solo alcune delle priorità cui bisogna subito mettere mano per vincere la competizione con altri territori nazionali ed internazionali, colpiti come noi dagli effetti della pandemia. Ma non dimentichiamo che gli altri territori non hanno i nodi strutturali della nostra Regione, dunque saranno senz’altro più reattivi a cogliere le opportunità che si presenteranno“.




Coronavirus, Siracusa e provincia: 96 contagiati, 50 ricoverati, 23 deceduti

Diventano 96 gli attuali positivi al coronavirus in provincia di Siracusa. Uno in meno rispetto ad ieri. Sono invece 50 i ricoverati, 82 i guariti. Salgono ancora i decessi, ora 23. I dati sono contenuti nel consueto report regionale di aggiornamento.
In totale, dall’inizio dell’epidemia, sono complessivamente 201 i casi di coronavirus registrati in provincia di Siracusa.
Questa la divisione degli attuali positivi nelle altre province: Agrigento, 129 (0 ricoverati, 2 guariti e 1 deceduto); Caltanissetta, 116 (15, 21, 11); Catania, 670 (107, 195, 78); Enna, 302 (133, 67, 28); Messina, 402 (98, 83, 45); Palermo, 372 (70, 48, 27); #Ragusa, 75 (6, 6, 6); Trapani, 110 (6, 20, 5).
Si raccomanda di attenersi scrupolosamente alle indicazioni fornite dal Ministero della Salute per contenere la diffusione del virus. Per ulteriori approfondimenti visitare il sito dedicato www.siciliacoronavirus.it o chiamare il numero verde 800.45.87.87.




Ospedale di Avola, lettera dei medici: "rischio di contagio al Pronto Soccorso"

Con una lettera inviata al direttore generale dell’Asp, 9 medici dell’ospedale Di Maria di Avola espongono le loro perplessità sui nuovi percorsi recentemente attivati nel nosocomio, in tempi di emergenza covid. Il giudizio dei sanitari che hanno firmato la lettera è netto: le criticità al Di Maria rimangono, nonostante il piano aziendale per evitare contatti tra pazienti e percorsi covid-non covid. Le misure annunciate, secondo i medici, ad Avola sarebbero di difficile se non impossibile applicazione.
“Il protocollo prevede che qualora il paziente presenti caratteristiche da sospetto Covid19 – si legge nella lettera – sarà sottoposto a tampone rinofaringeo. Se non presenta una sintomatologia tale da richiedere il ricovero ospedaliero, verrà dimesso, con prescrizione di isolamento domiciliare, mentre nel caso in cui presenti una sintomatologia tale da richiedere il ricovero ospedaliero, sarà trasferito con ambulanza dedicata presso il Pronto Soccorso covid di Siracusa o in mancanza di posti letto nell’area grigia del Pronto soccorso di Avola in attesa del tampone”. In caso di paziente con sintomatologia non covid, “lo stesso accederà ai locali del Pronto soccorso e seguirà il percorso consueto che, se è seguito da ricovero, prevederà comunque l’effettuazione del tampone pre ricovero, come da precedente procedura trasmessa. Dunque, tutti i pazienti che si recano al Pronto soccorso, indipendentemente dalla presenza di sintomi Covid vengono sottoposti a tampone rinofaringeo e rimangono in Pronto soccorso in attesa dell’esito del tampone, anche per 4-5 giorni”.
E questo comporta, secondo i nove medici dell’ospedale di Avola, comporta “che ogni giorno in Pronto soccorso  si trova un esubero di pazienti in attesa del tampone, con conseguente impossibilità di visitare altri pazienti che vi si recano per assenza di barelle disponibili. Peraltro – prosegue la loro lettera – la sosta per diversi giorni in Pronto soccorso genera il pericolo di un eventuale contagio tra gli stessi, che potrebbero essere asintomatici. Secondo le prescrizioni date, la divisione pazienti Covid-No Covid è allo stato non attuata e non attuabile”.
Inoltre ci sarebbe anche un problema di organico: un difficoltà in più per il piano previsto dalla direzione dell’Asp di Siracusa e dal vertice del presidio ospedaliero Avola-Noto. “Il protocollo prevede che sia attiv  l’area riservata ai pazienti cosiddetti grigi, nei locali dell’ex sala convegni del Pronto soccorso con personale dedicato, ossia un infermiere ed un ausiliario. Allo stato non vi è disponibilità di personale dedicato presso l’area grigia e pertanto rimane chiusa”. La tenda pre-triage sarebbe già inattiva nelle ore notturne proprio per carenza di personale, come denunciato nei giorni scorsi anche dalla Cisl. “Dunque, la separazione dei percorsi Covid-No Covid è allo stato inattuata, a causa della mancanza di personale”, l’amara conclusione dei medici che hanno scritto alla direzione generale dell’Asp.




Coronavirus, all'Umberto I ancora sanitari contagiati: positivi infermieri

Si torna a parlare di sanitari positivi al coronavirus all’Umberto I di Siracusa. Due settimane dopo gli ultimi episodi noti, sarebbero adesso risultati positivi al covid-19 – secondo fonti sindacali – degli infermieri. I tamponi sono stati tutti effettuati nella prima parte della settimana e dai laboratori è arrivato l’esito a distanza di poche ore.
Dall’11 aprile ad oggi sarebbero stati 5 in totale i sanitari contagiati. Si tratterebbe, sensibilmente, di un colpo di coda di quella scia iniziale dovuta ad una gestione non sempre indovinata e che ha portati all’arrivo del covid team regionale a Siracusa. Gli effetti dei corposi interventi decisi dal gruppo di esperti (correttivi tra corridoi e reparti, percorsi separati, ascensori dedicati, aree di svestizione per il personale e ad una generale rivisitazione dei percorsi interni) stanno iniziando a manifestare primi, sensibili effetti.
Drastica, ma necessaria, la decisione nei giorni scorsi, di chiudere reparti per sanificarli (Geriatria, Medicina, Stroke Unit).
La relazione del covid team, intanto, è stata inviata all’assessore regionale alla salute, Ruggero Razza, una settimana addietro. Lo stesso Razza ha subito parlato di “responsabilità” emerse – e da valutare con attenzione – in quanto accaduto all’Umberto I nella prima fase della gestione sanitaria dell’emergenza covid-19. La magistratura sta già vagliando con serietà estrema quanto accaduto all’interno del nosocomio siracusano e le ispezioni dei Nas e dei Carabinieri di appena 24 ore addietro sono una conferma lampante.




Coronavirus, la rabbia dei fratelli Isabella: "poco rispetto per nostro padre"

“Mio padre non aveva patologie pregresse. Non mi va che gli stessi medici che lo hanno avuto in cura liquidino la sua morte per covid-19 come se una inevitabile ineluttabilità, come se tanto sarebbe morto lo stesso”. Ha la voce calma Simone, con accanto il fratello Christian. Il loro papà, Gianni Isabella, da alcuni giorni non c’è più. Morto a causa del coronavirus.
I due fratelli hanno visto e rivisto il video con cui viene salutata la piena guarigione di un paziente che ha lasciato il covid center dell’Umberto I di Siracusa. “E pur condividendo la gioia per lui, non comprendiamo assolutamente forma e sostanza di una parte del discorso della dottoressa Antonella Franco, soprattutto quando afferma che ci sono stati diversi decessi ma di persone che avevano patologie preesistenti e molto gravi”. Parole che a Simone ed a Christian non vanno per nulla giù. “E’ una affermazione irrispettosa, perchè tutte le persone che hanno perduto la vita avrebbero meritato almeno una parola di cordoglio. E invece, quasi si lascia intendere che i decessi hanno riguardato pazienti che, essendo affetti da altre patologie gravi, probabilmente sarebbero morti lo stesso”.
Gianni Isabella è spirato il 14 aprile, dopo un ricovero iniziato il 27 marzo al pronto soccorso. “Nessuna patologia pregressa, solo febbre e tampone positivo. Nostro padre è entrato in quel reparto con i suoi piedi e sulle sue gambe, senza accusare alcun altro sintomo. Non aveva difficoltà respiratorie, non tossiva e non aveva perso gusto ed olfatto. Aveva solo una febbre persistente da 3 giorni, trattata con Tachipirina”.
Secondo il racconto dei figli, nonostante esami e terapie farmacologiche, il decorso non è stato pari alle attese. “Invece di migliorare, le sue condizioni sono tragicamente peggiorate fino a determinare il trasferimento nel reparto di terapia intensiva, da dove non è più tornato. Nostro padre avrebbe compiuto 73 anni il 17 aprile e, ripeto, non soffriva di nulla”, ripetono Simone e Christian.
Vedere come sia stata enfatizzata la guarigione di un paziente – comunque fatto importante – tralasciando il caso del loro genitore e, probabilmente, di altri pazienti come lui deceduti senza alcuna patologia pregressa, “è inaccettabile, assurdo ed irrispettoso”. Tre parole che Simone e Christina Isabella ripetono a più riprese.
Già pochi minuti dopo la pubblicazione del video, realizzato dall’Asp di Siracusa, la dottoressa Antonella Franco ha contattato la nostra redazione. “Ho sbagliato ad utilizzare la parola ‘tutti’ quando avrei invece voluto intendere che ‘molti’ dei pazienti purtroppo deceduti erano affetti da precedenti patologie. Mi spiace se il fraintendimento terminologico ha creato disappunto e me ne scuso. Come medici, vorremmo poter riuscire a fare sempre di più e per tutti i nostri pazienti. Tutte le morti ci addolorano”, ha spiegato al telefono.
“I medici dovrebbero invece spiegarci perchè nostro padre è stato sottoposto a determinati accertamenti e non ad altri, perchè gli è stata somministrata una determinata terapia farmacologica e non altra, perchè si è insistito per 10 lunghissimi giorni con un percorso che non portava alcun miglioramento nelle sue condizioni di salute che invece peggioravano giorno dopo giorno…”, insistono Simone e Christian.
“E’ una bruttissima pagina, una tragica vicenda che ha colpito la nostra famiglia e che non meritavamo affatto di vivere”, si sfogano i due fratelli. Il loro pensiero è sempre rivolto al genitore che non c’è più. “A dispetto di chi non ha interesse a ricordare bene, noi ricorderemo sempre i tuoi insegnamenti, la tua bontà d’animo e ogni istante di questi eterni e tragici 18 giorni di inferno. Ti vogliamo bene papà”.




Il sindaco a sorpresa a casa di Dante, musica e saluti per I Balconi di Grottasanta

Fascia tricolore e mascherina, il sindaco di Siracusa, Francesco Italia, ha scelto la festa del 25 aprile per andare a trovare Dante Baldacchino. È l’ingegnere che, in questi giorni di resto a casa, ha saputo creare una comunità di balcone in balcone. Con la lingua della musica, ha coinvolto e rallegrato tre volte al giorno tutti i vicini di Grottasanta. Casse in balcone e selezioni musicali per sentirsi vicini, con l’inno nazionale in testa.
La comunità creata da Dante è sbarcata anche sui social ed è a tutti nota come i balconi di Grottasanta. A qualcuno, però, quella animazione moderata ha dato fastidio. Da diversi giorni sui balconi non si suona più. È arrivata la polizia e l’allegria di quei tre momenti quotidiani ha dovuto traslocare online.
A sorpresa, oggi il sindaco è andato a trovare gli amici dei balconi Grottasanta. E con il primo cittadino, accolto da bandiere e palloncini dai palazzi di fronte, è tornata per qualche minuto la musica.
Tutti insieme hanno intonato l’inno italiano, il Va Pensiero e Bella Ciao. Visibilmente emozionato dal calore della comunità dei balconi di Grottasanta, il sindaco ha ringraziato tutti ed incoraggiato verso la fase due. “Fate una cosa bellissima, peccato non sia piaciuta a qualcuno”, ha anche detto al microfono.
Dante è ancora incredulo. “L’ho invitato ieri via social. E lui è venuto. Ci ha fatto sentire importanti, un pezzo di una grande comunità. È stato bellissimo. Ci ha regalato parole sincere, possiamo solo ringraziarlo”.




Dalla base di Augusta a Cingoli contro il coronavirus: l'impegno del capitano Boscarino

Doveva andare ad affrontare il coronavirus a Lodi, epicentro dell’epidemia. La Marina Militare, però, lo ha poi dirottato su Cingoli, nelle Marche, in provincia di Macerata. Poca differenza per l’ufficiale medico cardiologo Salvatore Boscarino, capitano di fregata di Augusta, abituato alle missioni mediche ed umanitarie in lungo e in largo per il pianeta.
Sulle colline marchigiane sta operando da giorni in una casa di cura divenuta ormai una sorta di Covid Hospital. Insieme a lui, un altro medico e quattro infermieri della Marina militare. Intervistato da Il Resto del Carlino, ha sottolineato con orgoglio come le forze armate dello Stato, e la Marina tra queste, “rispondono con la massima disponibilità agli impegni nelle fasi critiche, terremoti e emergenze: quando le popolazioni chiedono risposte in aiuti e sostegni, cerchiamo di dare il meglio”.
Proprio come sta avvenendo a Cingoli, nella casa di riposo dove da sei giorni è attiva la squadra medica capeggiata dall’ufficiale Salvatore Boscarino. “Siamo riusciti a rimettere in carreggiata la vettura, in un contesto operativo che, per la differenziazione del paziente, richiede una responsabilità di tipo particolare”, racconta nel corso dell’intervista.
“Scusate ma non riusciamo a trattenere quel pizzico di sano orgoglio che ci pervade”, commentano dal sindacato Autonomi di Polizia di Siracusa. “Negli uomini della nostra terra c’è tutto quello di cui questa emergenza ha bisogno: coraggio e spirito di Servizio”.




Siracusa. Santa Lucia di maggio, da oggi appuntamenti in streaming

Una festa di Santa Lucia del Patrocinio in tempo di emergenza sanitaria. E’ quella che la Deputazione della Cappella
di Santa Lucia ha programmato in collaborazione con l’Arcidiocesi di Siracusa e le autorità competenti, in particolare la Prefettura di Siracusa. Le disposizioni imposte dall’emergenza Covid 19 hanno reso necessario ripensare la festa per permettere a tutti i devoti costretti a casa di poter comunque partecipare ad alcuni momenti di preghiera.
Il presidente della Deputazione, Giuseppe Piccione, e i componenti della Deputazione sono stati promotori di un dialogo che potesse portare alla possibilità di riammirare l’argenteo simulacro della Patrona, seppur sempre non dal vivo.
Il primo appuntamento oggi alle 16.00. La Deputazione della Cappella di Santa
Lucia presenterà attraverso interviste e soprattutto immagini il restauro effettuato sul simulacro di Santa Lucia.
Un’intervento programmato da diversi anni che si è potuto concretizzare negli ultimi mesi. L’ Arcidiocesi e la
Deputazione hanno affidato il restauro alla Scuola del Beato Angelico di Milano.
“L’emozione si rinnova sempre più intensa e questa volta con un volto rivestito di luce nuova che diventa segno di speranza, che si riallaccia all’antico – ha detto il presidente della Deputazione della Cappella di Santa Lucia, Giuseppe Piccione -. Siracusa nel 1599 volle un simulacro quale segno perenne della fede della devozione alla nostra Patrona. Le feste della pietà popolare sono caratterizzate dalla presenza di fedeli e devoti e di
una città che ritrova momenti di condivisione e senza quella moltitudine la 374 festa del Patrocinio rischia
di perdere una parte della sua bellezza. Ma dei segni devono essere lasciati”.
Il video sarà diffuso attraverso le pagine Facebook dell’Arcidiocesi di Siracusa e della Deputazione della
Cappella di Santa Lucia e attraverso il canale You tube dell’Arcidiocesi di Siracusa.




Coronavirus, Siracusa e provincia: 97 contagiati, 49 ricoverati, 22 deceduti

Secondo l’ultimo aggiornamento fornito dalla Regione, rimangono stabili gli attuali positivi al coronavirus in provincia di Siracusa: 97. Di questi, 49 sono ricoverati nelle strutture covid del territorio. I guariti sono 81 mentre salgono purtroppo a 22 i decessi (3 in più rispetto ad ieri).
Questa la divisione degli attuali positivi nelle altre province: Agrigento, 129 (0 ricoverati, 2 guariti e 1 deceduto); Caltanissetta, 119 (18, 19, 10); Catania, 721 (93, 128, 77); Enna, 316 (155, 56, 25); Messina, 397 (98, 83, 45); Palermo, 360 (70, 48, 27); #Ragusa, 71 (4, 6, 6); Trapani, 110 (6, 20, 5).
Si raccomanda di attenersi scrupolosamente alle indicazioni fornite dal Ministero della Salute per contenere la diffusione del virus. Per ulteriori approfondimenti visitare il sito dedicato www.siciliacoronavirus.it o chiamare il numero verde 800.45.87.87.