Bufera sulla sanità siracusana: Nas e Carabinieri all'Umberto I, al Trigona ed in direzione Asp

Carabinieri di Siracusa e Nas questa mattina si sono presentati in due ospedali della provincia di Siracusa e negli uffici della direzione dell’Asp, in via Brenta. Sono arrivati all’Umberto I poco prima di metà mattina mentre in contemporanea era in corso un’altra visita al Trigona di Noto.
Al momento, solo indiscrezioni sui motivi che hanno portato alle ispezioni nelle strutture sanitarie siracusane. Tra le ipotesi, un approfondimento sul reparto di Geriatria dell’Umberto I recentemente chiuso (non il solo, ndr) e con personale in quarantena dopo alcuni casi di anziani positivi al covid-19. Nelle prime fasi dell’epidemia ha creato poi un certo allarme il ripetersi di notizie su contagi in ospedale, tra sanitari e pazienti, fino all’arrivo del covid team inviato dalla Regione.
Ma nei giorni scorsi sono stati formalizzati anche degli esposti sui percorsi covid-non covid dentro delle strutture ospedaliere. Secondo fonti sindacali, sotto i riflettori delle forze dell’ordine ci sarebbe pure l’uso promiscuo degli ascensori.




Siracusa. Coronavirus, dalla Rianimazione alla vita: la storia di un 68enne guarito

Dalla Terapia Intensiva alla vita. E’ una storia a lieto fine quella di un 68enne di Canicattini ma residente a Siracusa che ha superato la durissima prova del coronavirus. “Sono entrato morto, ho anche avuto un collasso dei polmoni e poi pure l’infarto”, racconta adesso Santo. Ha lasciato il reparto covid di Siracusa tra gli applausi del personale sanitario. Un corridoio di solidarietà dopo una battaglia per la vita condotta tutti insieme, dietro tute e mascherine. Oggi è finalmente rientrato a casa.
Il un decorso clinico, all’inizio sfavorevole, è durato oltre un mese e mezzo con un passaggio anche nel reparto di Rianimazione. “Grazie a tutti, alla dottoressa Franco, al dottore Di Stefano, al dottore Carpinteri e a tutta l’equipe delle malattie infettive e della rianimazione, sono rinato. Pensavo di non farcela”, confida non senza commozione.




Ospedale di Avola, nuova denuncia della Cisl: "area grigi chiusa, manca personale"

L’ospedale di Avola finisce nuovamente nel mirino della Cisl. Il segretario provinciale del sindacato, Vera Carasi, lancia una nuova denuncia pubblica. “Area grigi chiusa per mancanza di personale. Tenda pre-triage chiusa nelle ore notturne per mancanza di personale. Pazienti che, in attesa del tampone, anche se senza sintomatologia evidente, restano al pronto soccorso per quattro o cinque giorni. Tutto questo sta accadendo ad Avola”, dice insieme ai segretari della Cisl Medici, Vincenzo Romano, della FP, Daniele Passanisi, e della Fisascat, Teresa Pintacorona.
La segnalazione sarebbe partita da un gruppo di operatori sanitari che si sono rivolti ai vertici aziendali e di presidio. In estrema sintesi, i percorsi Covid e No-Covid annunciati, non sarebbero stati attivati.
“Abbiamo colto immediatamente, con soddisfazione, la creazione di un’area grigi allestita nella sala conferenze del Di Maria – continuano i segretari – ma a quattro giorni dalla nota Asp arriva la segnalazione, grave, di questi operatori. In quell’area, il protocollo firmato il 16 aprile, prevede la presenza continua di un medico e un infermiere. Ad oggi nulla. Addirittura si chiede al medico in servizio al pronto soccorso di lasciare il posto, spostarsi nell’area grigi, effettuare la vestizione di sicurezza, controllare il paziente, effettuare la svestizione e tornare in postazione di emergenza.
Altrettanto grave – continuano i quattro segretari – appare la decisione di lasciare per giorni, al pronto soccorso, anche quei degenti che, pur senza sintomi, hanno l’obbligo di effettuare il tampone. Un’attesa che, ovviamente, alimenta promiscuità pur nella speranza che nessuno risulti positivo al virus.
Facciamo nostre le preoccupazioni esposte dai medici – concludono Carasi, Romano, Passanisi e Pintacorona – Chiediamo l’immediato invio di personale che garantisca il servizio Covid grigi. È una esigenza reale, concreta e urgente”.




Prove di normalità: riapre il Mercato del Contadino, distanziamento in piazza Adda

Riapre dopo lo stop per emergenza sanitaria il mercato del contadino di piazza Adda, a Siracusa. Sono ritornati gli stand dei produttori locali, seppur in una formula riveduta e corretta a causa del coronavirus. E quindi distanziamento sociale non solo tra gli acquirenti, comunque rispettosi della norma, ma anche tra gli stessi stand “protetti” con nastri e non totalmente aperti come è sempre stato in passato.
Oggi è stato il primo giorno di riapertura, inevitabili mille attenzioni per i nuovi comportamenti: distanza di sicurezza di almeno un metro tra le persone; prodotti disinfettati per le mani messi a disposizione anche dei clienti; guanti e mascherine obbligatori per i venditori. Ma su questo punto, anche i clienti di giornata si sono mostrati molto attenti. Pur non essendoci un obbligo preciso, hanno raggiunto il mercato del contadino indossando la loro mascherina. E con un ordine nella fila e nel distanziamento sociale prima ignoto a queste latitudini, specie in tempi “normali”.




Siracusa. Auto cappotta, salvo il conducente: incidente autonomo sulla Statale 115

Incidente autonomo nel primo pomeriggio lungo la Statale 115. Poco prima del bivio per Santa Teresa di Longarini, una Seat Marbella è finita capovolta. Non sono chiare le cause che hanno portato al cappottamento della vettura.
Sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco che hanno soccorso l’uomo alla guida. È stato affidato alle cure del 118.




Coronavirus, Siracusa e provincia: 97 contagiati, 56 ricoverati, 19 deceduti

Sono 97 gli attuali positivi al coronavirus in provincia di Siracusa. Ed è il secondo giorno consecutivo con numeri in calo, per quanto la flessione sia contenuta: uno in meno rispetto ad ieri. Sono 56 invece i ricoverati, 81 i guariti e diventano 19 i decessi. I numeri sono quelli forniti nel report quotidiano di aggiornamento della Regione.
Questa la divisione degli attuali positivi nelle altre province: Agrigento, 129 (0 ricoverati, 2 guariti e 1 deceduto); Caltanissetta, 119 (17, 16, 10); Catania, 706 (96, 123, 76); Enna, 321 (160, 40, 25); Messina, 397 (103, 78, 44); Palermo, 358 (68, 48, 27); Ragusa, 62 (4, 6, 6); Trapani, 112 (6, 18, 5).
Si raccomanda di attenersi scrupolosamente alle indicazioni fornite dal ministero della Salute per contenere la diffusione del virus. Per ulteriori approfondimenti visitare il sito dedicato www.siciliacoronavirus.it o chiamare il numero verde 800.45.87.87.




Siracusa dice no alla sperimentazione 5G, pubblicata l'ordinanza

Niente sperimentazione della tecnologia 5G a Siracusa. Dopo la chiara dichiarazione d’intenti dei giorni scorsi, è arrivata l’ordinanza. “No ad impianti 5G sul territorio siracusano fino a tutta la durata dell’emergenza sanitaria legata alla diffusione del coronavirus”, spiega la nota di Palazzo Vermexio.
Il provvedimento prevede “la sospensione della sperimentazione del 5G su tutto il territorio comunale” ma anche “del rilascio di autorizzazioni per l’istallazione di nuove stazioni radio-base” oltre alle “autorizzazioni per l’adeguamento di stazioni radio-base già esistenti alla nuova tecnologia 5G, anche delle autorizzazioni già concesse, sino alla cessazione dell’emergenza sanitaria da covid-19”.
L’ordinanza ha carattere contingibile e urgente sia per ragioni sanitarie che di incolumità pubblica ed è stata adottata nel rispetto del principio di precauzione per prevenire conseguenze sulla salute umana e sull’ambiente.
“Come ho avuto modo di dire in altre circostanze – afferma il sindaco Italia – la fase che stiamo attraversando non è la più adatta. A una popolazione già sotto pressione psicologica per la diffusione della pandemia, non si possono imporre ulteriori stress con scelte che alzano il livello di allarme e che si aggiungono ai rischi già vissuti per l’inquinamento atmosferico. In questo momento, piuttosto, le istituzioni devono dare fiducia ai cittadini e rafforzare la coesione”.
L’ordinanza, lunga sette pagine, evidenzia come la letteratura faccia riferimento a “criticità sconosciute” e a “conseguenze biologiche non intenzionali” del 5G.
“È una materia – conclude il sindaco Italia – che richiede cautela. C’è la necessità di attendere ulteriori progressi della ricerca perché allo stato il rischio potenziale per la salute pubblica è più alto dei benefici portati dalla sperimentazione. Le misure di contenimento del coronavirus, il flusso di notizie, purtroppo non sempre veritiere, sulle conseguenze dell’infezione e l’incertezza sulla durata dell’emergenza e delle prospettive economiche stanno causando un forte disagio emotivo tra la gente. Tutti i giorni, in misura maggiore in queste settimane, tocco con mano la preoccupazione della gente e non vedo la ragione di fornire oggi ulteriori motivi di allarme”.

Foto dal web




Terapie domiciliari per aggredire il virus dalle prime battute, via alle Usca

Per dare il via alle terapia domiciliare sono operative da oggi le cosiddette Usca, le Unità Speciali di Continuità Assistenziale.
Dopo l’approvvigionamento degli adeguati dpi e la fase di formazione, i medici delle Usca sono da oggi attivi sul territorio. Sarà grazie a loro e ai medici curanti e ai pediatri che a Siracusa sarà possibile avviare la gia citata terapia domiciliare precoce per i pazienti covid.
Una strategia di attacco del virus, sin dai primi sontomi, che vede l’Asp aretusea tra le prime ad avviarla nel sud.
“Nel Nord Italia – afferma la Direzione aziendale – questa sperimentazione sta dando importanti risultati. L’idea è quella di affrontare questo nemico invisibile fin dalle prime battute. Cominciare una terapia domiciliare precoce significa infatti modificare l’esito della malattia, migliorando la prognosi e abbassando il numero dei ricoveri, specialmente quelli critici, col vantaggio di decongestionare gli ospedali e le terapie intensive”.
È stato istituito un Comitato Tecnico Scientifico della Terapia domiciliare precoce Covid, coordinato dal direttore sanitario Anselmo Madeddu e costituito dal primario di Malattie infettive Antonella Franco, dai primari di Medicina Roberto Risicato e Salvo Italia, dal rappresentante della Simg (medici di base) Irene Noè, dal rappresentante della Fimp (pediatria) Salvo Patania, dal direttore ff delle Cure primarie Giuseppe Bruno e dal consulente esperto Carlo Gilistro. Il Comitato tecnico scientifico vigilerà sul protocollo terapeutico, che sarà comunque sempre prescritto dall’infettivologo.

L’Asp di Siracusa ha fornito un approfondimento tecnico, a cura del direttore sanitario Anselmo Madeddu. Lo riportiamo di seguito.

“I medici delle USCA – spiega Anselmo Madeddu – su indicazione del medico curante o del pediatra andranno al domicilio dei pazienti ed effettueranno, oltre al tampone, anche un semplice esame del sangue, per escludere alcune controindicazioni alla terapia come ad esempio il favismo e, se necessario, un ECG per escludere eventuali allungamenti del tratto Q-T e dunque del rischio di aritmie. Quindi, sempre sotto il controllo dell’infettivologo, somministreranno la terapia, fondata sostanzialmente su quattro farmaci, a seconda dei casi. Il primo è l’idrossiclorochina, un antimalarico che si sta rivelando un potente antivirale perché interferisce sui recettori cellulari di SARS-CoV-2 impedendo al virus di entrare nelle cellule. Il secondo è l’eparina a basso peso molecolare, perché previene il tromboembolismo venoso che molti studi italiani stanno dimostrando essere alla base delle morti per covid. Il terzo è un cortisonico secondo le indicazioni dell’infettivologo, perché previene le reazioni abnormi dei processi infiammatori della malattia. Ed il quarto è un antibiotico, di solito una cefalosporina di terza generazione, in caso di sovrinfezione batterica”. Ma si tratta di una rivoluzione terapeutica che ha già dato risultati anche in Ospedale. Oggi Siracusa ha il tasso di guarigioni più alto dell’Isola e sono crollati i ricoveri in Terapia Intensiva.
“Fino a metà marzo – continua Madeddu – la letteratura scientifica, soprattutto cinese, ci diceva di non usare antinfiammatori e cortisonici. Poi in Italia ci si è accorti che i pazienti andavano in Terapia Intensiva per Tromboembolia venosa polmonare. E se era così era inutile ventilare polmoni in cui il sangue non arrivava, perché prima occorreva sciogliere i trombi. Non è un caso che da quando è stata introdotta l’eparina sono crollati i ricoveri in Terapia Intensiva. Ed inoltre, poiché si è capito strada facendo che il problema non è il virus ma la reazione immunitaria che distrugge le cellule penetrate dal virus, sono stati introdotti farmaci come il famoso Tocilizumab usati nelle malattie autoimmuni reumatiche. Non è un caso che i pazienti affetti di artrite reumatoide non si ammalano di coronavirus. L’introduzione di queste nuove strategie terapeutiche nelle ultime tre settimane ha completamente modificato l’esito clinico. E mi sento davvero di ringraziare i colleghi delle Malattie Infettive di Siracusa che hanno tempestivamente adottato le nuove strategie, ottenendo questi brillanti risultati”.
Adesso dunque la parola passa al Territorio. Giocare d’anticipo, insomma, ed aggredire la malattia già a casa, nelle prime fasi per evitare i ricoveri e alleggerire il sistema. “Mi sento di ringraziare tutti i colleghi del Comitato Tecnico-Scientifico – conclude Madeddu – e tutti i medici e gli operatori sanitari della ASP, che insieme ai medicini di medicina generale, ai pediatri di libera scelta e ai medici delle USCA stanno dando il meglio di se nell’interesse primario della salute dei cittadini”.




Idrocarburi non metanici e benzene nell'aria di Augusta, indagine di Arpa

Le oltre 800 segnalazioni inviate lo scorso 13 aprile dai cittadini di Augusta tramite la app Nose hanno fatto scattare le procedure di analisi di Arpa Sicilia. I megaresi hanno lamentato una sensazione di malessere e la presenza di sgradevoli odori, soprattutto nella mattinata. “Un discreto numero di segnalazioni è arrivato anche dalla città di Melilli”, spiegano dall’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale. Sono stati effettuati controlli ad Augusta da tecnici specializzati, tenendo anche conto delle indicazioni modellistiche fornite in via sperimentale dal Nose, riguardanti il percorso compiuto dalle masse d’aria odorigene.
Le segnalazioni ad Augusta sono iniziate al mattino (dalle 7:00) e sono proseguite per tutta la giornata, concentrandosi comunque tra le 8:00 e le 12:10. In questo intervallo sono pervenute 754 segnalazioni. La tipologia di odore maggiormente avvertita è stata quella relativa alla percezione di idrocarburi; numerose anche le segnalazioni relative alla percezione di bruciato, seguite da segnalazioni di solventi. Il malessere maggiormente percepito è stato quello relativo alla difficoltà di respiro, seguito da segnalazioni di bruciore, irritazione alla gola e mal di testa.
“Attraverso le analisi effettuate sui campioni d’aria prelevati con il canister dalla Polizia Municipale di Augusta il 13 aprile e da Arpa Sicilia il 14 aprile nel porto commerciale di Augusta si rileva – per il 13 aprile – la presenza di benzene, toluene, etizene, e p-m-o-xilene e per il 14 aprile la presenza, seppur in maniera minore rispetto al prelievo effettuato il giorno prima nella città di Augusta, di benzene, toluene, etilbenzene, e p-m-o-xilene”, si legge nel report Arpa.
“I campioni prelevati il 13 ed il 14 aprile sono stati analizzati anche tramite spettrometria di massa con Airsense, per la determinazione dei composti solforati. Nel campione d’aria prelevato il 13 aprile ad Augusta si sono rilevati valori di concentrazione di Isobutilmercaptano di 37,84 μg/m3  e di dimetilsolfuro di 3,88± 0,15 μg/m3 . Nel campione d’aria prelevato il 14 aprile nel porto commerciale di Augusta si è rilevato una presenza di Isobutilmercaptano, inferiore alla soglia olfattiva, di 1,44 μg/m3. L’Isobutilmercaptano e il dimetilsolfuropossono pertanto avere causato sinergicamente le molestie olfattive segnalate dalla popolazione. I composti solforati, quali l’isobutilmercaptano e il dimetilsolfuro, sono sostanze facilmente rinvenibili in presenza di condizioni anaerobiche nelle acque e nei rifiuti”. Da cosa possono derivare? Alla domanda rispondono i tecnici di Arpa Sicilia.
“Sia i mercaptani che il dimetilsofuro possono derivare da impianti di compostaggio, da impianti di depurazione delle acque, dalle cartiere e da impianti di rifiuti urbani e industriali. Inoltre i mercaptani possono provenire anche dalle raffinerie”.
A questo proposito, sono stati analizzati i dati registrati dalle stazioni di monitoraggio della qualità dell’aria presenti nel territorio di Augusta e relativi agli idrocarburi non metanici, idrogeno solforato e benzene, “particolarmente indicativi di fenomeni di cattiva qualità dell’aria e dei disturbi olfattivi”. 
Dalla stazione di Villa Augusta si rileva, in corrispondenza delle ore in cui si è manifestato il picco di segnalazioni (tra le 7:00 e le 10:00), un aumento delle concentrazioni di idrocarburi non metanici, “comunque al di sotto della soglia dei 200 μg/m3”. Quanto ai valori di benzene, “sotto i 20 μg/m3”. Valori di idrocarburi non metanici più alti si sono registrati nella stazione di Augusta Marcellino (“dalle 09:00 alle 11:00 e dalle 15:00 alle 23:00”). Nella stazione di Augusta si è registrato un valore superiore alla soglia di 200 μg/m3 alle ore 03:00; valori significativi ma inferiori a 200 μg/m3 si concentrano al mattino, in corrispondenza delle segnalazioni arrivate fino alle 09:00. Le altre stazioni di monitoraggio della qualità dell’aria presenti nel territorio non hanno mostrato valori significativi.
Nel lungo report di Arpa Sicilia si analizzano anche la direzione dei venti e le retrotraiettorie fornite dal Nose per individuare la possibile sorgente delle molestie olfattive che “potrebbe essere localizzata nell’area marina/portuale prospicente la penisola di Augusta e/o nell’entroterra a Nord Ovest di Augusta”.
Arpa Sicilia ha richiesto alla Stazione Navale di Augusta di fornire i dati sulle navi presenti in rada o in porto e la tipologia del trasporto delle navi, richiedendo altresì di individuare una modalità di scambio dati che permetta anche per il futuro un intervento immediato dell’Agenzia.




Siracusa. Costruzioni in lockdown, la Cassa Edile anticipa ai lavoratori oltre 2mln

La Cassa Edile Siracusana si è messa in moto per tentare di tamponare l’emorragia reddituale a cui sono sottoposte le famiglie dei lavoratori edili. Diverse le misure adottate. È stato pagato, con 3 mesi di anticipo, il 50% delle gratifiche estive, per un importo complessivo di 1.036.236 euro per 2.172 operai. Erogati, con un mese circa di anticipo, 782.082 euro a titolo di anzianità professionale edile (Ape), per 1.374 operai. In arrivo, inoltre, altri 65.625 euro, sempre a titolo di Ape, per ulteriori 105 operai. Pagato, infine, con una settimana di anticipo, il cosiddetto contributo aggiuntivo, conosciuto come contributo pasquale. Si tratta di una somma complessiva di 264.396 euro suddivisa per 2.986 operai.
Giuseppe Mezzio e Salvo Carnevale, rispettivamente presidente e vicepresidente della Cassa Edile Siracusana, spiegano che “la drammatica esperienza senza precedenti della pandemia lascerà, in tutto il sistema delle costruzioni, evidenti ferite che resteranno aperte anche dopo l’allentamento del lockdown”. Da qui la necessità di intervenit tampone in ottoca locale.
“Nella provincia di Siracusa 9 imprese su 10 – ancora Mezzio e Carnevale – hanno fatto ricorso alla cassa integrazione: 442 imprese per 2.067 operai, 26 apprendisti e 229 impiegati, con un aumento del 197% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Nella migliore delle ipotesi, il sistema perderà, in provincia, almeno 6-7 milioni di euro di massa salari”.
Il presidente e il vicepresidente della Cassa Edile Siracusana aggiungono: “Non conosciamo ancora nel dettaglio le misure governative che consentiranno la ripresa, sembra, dopo il 4 maggio. Ma nel frattempo abbiamo voluto agire in maniera snella, veloce e solidale con misure sicuramente tampone ma che hanno comunque dato una boccata d’ossigeno a tanti lavoratori e ai loro famigliari. Perciò adesso sono allo studio delle parti sociali del sistema bilaterale, gestito pariteticamente dall’Ance, associazione dei costruttori edili e dalle organizzazioni sindacali di settore Feneal-Uil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil – concludono Mezzio e Carnevale – ulteriori misure per imprese e lavoratori”.