Voci dalle quarantene infinite, la nuova denuncia: "hanno perso i nostri attesi tamponi"

Di storie dalle quarantene infinite ne abbiamo raccolte a decine. Si tratta di siracusani, di ogni parte della provincia, rientrati dal nord Italia nei giorni “caldi” di marzo. Rispettosi delle norme di contenimento dei contagi, si sono registrati ed isolati dal mondo circostante. “Per 14 giorni”, era l’indicazione iniziale. Poi corretta in corsa con nuova ordinanza regionale “fino a risultato negativo del tampone di fine quarantena”. E quell’isolamento è divenuto quasi eterno: 24, 28, 30, 33 giorni. L’elenco è vario. Non solo ci sono centinaia di siracusani lasciati senza alcuna comunicazione, anche solo orientativa, sul quando saranno sottoposti a tampone di fine quarantena. Ci sono anche i ritardi nella comunicazione degli esiti di quelli già effettuati. E addirittura tamponi persi e presumibilmente da rifare. Mentre i giorni passano.
Racconta Giuseppe, rivolgendosi alla nostra redazione: “dopo mia insistenza con mail e telefonate, ci chiedono di recarci il giorno 4 Aprile per il tampone. Ad oggi nessun esito e la cosa più assurda è che telefonando alla Protezione Civile mi è stato comunicato che dovevo chiamare l’Asp perché loro non si occupavano di comunicare i risultati delle analisi. All’Asp di Siracusa non risultano tamponi a nome mio e di mio figlio”. Sono andati perduti? Non sarebbe, purtroppo, la prima volta.
Giuseppe era rientrato da Torino insieme a suo figlio il 15 marzo. “Abbiamo notificato il nostro rientro all’Asp di Siracusa, alla Protezione civile ed al medico di famiglia. Alla fine del periodo di quarantena di 14 giorni, era il 29 Marzo, ricevo una chiamata dalla protezione civile nella quale mi viene chiesto di non uscire da casa fino all’esecuzione del tampone e fino a ricevimento dell’esito negativo dello stesso. Per quanto ancora dobbiamo restare a casa?”, si domanda.
C’è poi la storia di Antonio e di suo fratello. Stanchi di attendere una comunicazione che non arriva, dopo una serie infinita di telefonate a vuoto, si sono presentati all’ex Onp per il tampone di fine quarantena minacciando di chiamare i carabinieri se non fosse stato loro fatto l’esame di fine quarantena. Adesso attendono l’esito. Ancora in isolamento.
Pino è in quarantena da 33 giorni. Mostra in chat una serie ininterrotta di mail inviate all’indirizzo creato per l’emergenza coronavirus dall’Asp di Siracusa. Racconta di telefonate continui ai numeri dedicati, spesso senza risposta. E’ stanco, si sente prigioniero di un sistema che lo ha isolato e si è dimenticato di lui e di centinaia di altre persone. “Lunedì presenterò una denuncia. Sono stanco, basta aspettare. Il sistema pubblico mi ha deluso, confido solo nella magistratura adesso”.
Proprio ieri il sindaco di Siracusa ha scritto anche al Viminale, preoccupato per il ritardo ormai insopportabile nell’effettuazione dei tamponi di fine quarantena.




Le 10mila firme della polemica: "caro Ficarra, le chieda a Musumeci"

Ha causato diverse reazioni l’annunciata querela nei confronti del promotore della petizione online con cui si chiedono le dimissioni dei vertici dell’Asp di Siracusa. A dare il via all’azione legale è proprio il dg dell’Azienda, Salvatore Lucio Ficarra.
“Trovare il tempo per leggere la petizione, telefonare ad un avvocato, convocare l’addetto stampa e pensare un comunicato stampa, mi fa venire i sensi di colpa per averlo distratto così tanto dal suo lavoro manageriale”, ironizza Peppe Patti, il promotore, per nulla intimorito dalla querela.
“Trovo quanto mai scomposta la sua decisione. Ha il sapore di una minaccia, che incrina ulteriormente il rapporto con la società civile siracusana. Trovo quanto mai intimidatoria la sua richiesta di entrare in possesso delle firme. Come se fosse alla ricerca delle serpi in seno, magari una caccia alle streghe a qualche infermiere o a qualche medico dipendente dell’Asp, da poter punire”, dice Patti a ruota libera.
Poi ripercorre tutti i casi che hanno sorpreso l’opinione pubblica, con al centro la situazione dell’Umberto I di Siracusa.
“Il dg dell’Asp continua a non dare risposte, continua ad ergersi a bulletto, non rendendosi conto che sta bullizzando una città intera”, punge Patti.
Quanto alle 10mila firme raccolte, sono state consegnate lo scorso 14 aprile al presidente Musumeci ed all’assessore Razza. “Se ritiene di doverne necessariamente entrare in possesso, può chiederle a loro. Io sarò ben lieto di consegnarle qualora mi venissero richieste dall’autorità giudiziaria”.
Anche il deputato regionale ragusano, Nello DiPasquale, attacca il dg dell’Asp siracusana per la scelta di adire le vie legali. “Fa bene Ficarra a rivolgersi ad un legale: ne ha bisogno. Quanto alla petizione, non avrebbe dovuto essere necessario che cittadini, persone impegnate per il miglioramento del servizio sanitario, sindacati e forze politiche dovessero mobilitarsi per chiedere ciò che appare ovvio, necessario e urgente.  Già da prima Ficarra avrebbe dovuto essere separato da una funzione alla quale si è rivelato inadeguato. In ogni caso le minacce non ci spaventano. Continueremo a raccogliere le firme e invito tutti i cittadini a firmare per il bene di un bene pubblico essenziale come il servizio sanitario”.




Sabato sera a cena da amici, sanzionati per violazione norme anti-covid

Nell’ambito dei quotidiani controlli, gli agenti di Priolo Gargallo hanno sanzionato un catanese di 40 anni, che si trovava fuori dal proprio comune per comperare della droga, motivo per il quale è stato anche segnalato alla competente Autorità Amministrativa.
A Pachino, gli agenti hanno sanzionato 4 persone, una delle quali all’ottavo mese di gravidanza, che si stavano recando a casa di amici per cenare insieme.
Gli agenti del Commissariato di Lentini hanno controllato, nei comuni di Lentini, Carlentini e Francofonte, 34 attività commerciali, risultate tutte in regola con le vigenti norme in materia di contenimento sanitario ed hanno sanzionato un giovane di 31anni che ha dichiarato di essere uscito per andare a trovare la fidanzata.
Infine, ad Augusta gli agenti hanno sanzionato un uomo che si trovava fuori dal proprio domicilio e che ha dichiarato che era in giro per prendere dell’aria fresca.




Quanto è difficile restare a casa: sanzioni in tutta la provincia, controlli dei Carabinieri

Anche i Carabinieri hanno sorpreso numerose persone in circolazione senza motivo valido, nonostante le norme di contenimento dei contagi da coronavirus.
Alcune hanno ammesso di stare in giro perché stanche di rimanere chiuse in casa. Sanzioni sono state elevate a Siracusa, Solarino, Priolo Gargallo, Rosolini, Pachino, Noto, Francofonte, Sortino e Melilli.
Alcuni casi più emblematici. A Siracusa sono stati sanzionati un avolese, sorpreso ad aggirarsi in tarda serata nella zona balneare, e due soggetti intenti a discutere tra loro seduti su una panchina di una via centrale.
A Sortino sono stati sanzionati due uomini sopresi mentre si recavano nell’abitazione di un loro conoscente.
A Solarino è stato sanzionato un 30enne proveniente da un comune limitrofo, sorpreso in circolazione senza un motivo valido.
A Priolo Gargallo sono stati sanzionati due persone, controllate a bordo di un’autovettura, poiché circolavano senza valido motivo dichiarando di essere alla ricerca di una ferrament. A Noto sono stati sanzionati due giovani, entrambi provenienti da altri Comuni, sorpresi a circolare a bordo di uno scooter senza un motivo valido.
I Carabinieri, quotidianamente impegnati nel garantire la corretta osservanza delle misure di contenimento, rammentano che è stato fatto divieto a tutti di circolare se non per “comprovate esigenze lavorative”, “assoluta urgenza” o “motivi di salute” e che le nuove disposizioni di legge prevedono per i contravventori sanzioni da 400 euro fino a 3000, da aumentare fino a un terzo se la violazione avviene mediante l’utilizzo di un veicolo e da raddoppiare in caso di recidiva.




Cassibile e la tendopoli dei braccianti stranieri: "utilizzare i container della Protezione Civile"

Il caso Cassibile all’attenzione della Prefettura e della politica siracusana. A luci spente, senza proclami, dagli uffici di piazza Archimede stanno lavorando ad una soluzione del decennale problema della baraccopoli che nasce nei pressi dello svincolo autostradale, a pochi passi dall’ingresso sud della frazione siracusana. Centinaia di braccianti stagionali, per la gran parte stranieri, trovano rifugi di fortuna in un improvvisato “villaggio” privo di servizi. E in tempi di restrizioni da coronavirus è aumentata la diffidenza dei cassibilesi verso quelle persone che, alle volte, si spostano a gruppi nella frazione, ignorando il divieto di assembramento ed ogni altra norma disposta per contenere i contagi da covid-19. Da quel punto di vista, la situazione non pare destare preoccupazioni. Ma la problematica, anche di ordine sociale, c’è e merita attenzione. Quella che parte della politica sta mettendoci in queste giornate. Come il parlamentare siracusano Paolo Ficara e il deputato regionale Stefano Zito (M5s). “A marzo abbiamo avuto un incontro nel corso del quale abbiamo discusso del tema con il prefetto, Giusy Scaduto. Abbiamo avuto la conferma che la Prefettura sta già seguendo la vicenda e nei giorni scorsi ha incontrato associazioni di categoria e datoriali, richiamando regole ed obblighi. Purtroppo – spiegano i due pentastellati – è un caso che da molti anni attende soluzioni, e ricordiamo che lo scorso febbraio il Ministero del lavoro ha approvato il primo Piano nazionale contro lo sfruttamento e il caporalato in agricoltura, il quale affianca interventi emergenziali e interventi di sistema o di lungo periodo. Lo si deve alla dignità di questi lavoratori ed alla sicurezza dei Cassibilesi. Per l’immediato, riteniamo ci siano le condizioni per poter utilizzare container di cui è in possesso la Protezione Civile comunale di Siracusa. È un peccato che il protocollo stilato un anno fa per il villaggio dei migranti sia naufragato senza poter neanche trovare una prima applicazione pratica. Ma adesso ci sono le condizioni per procedere e ci auguriamo anche con la dovuta sollecitudine da parte del Comune di Siracusa. E’ un momento particolare, ma con una richiesta di aiuto della Protezione Civile Regionale o alla Croce Rossa si potrebbe finalmente garantire un minimo di dignità e soprattutto adeguate condizioni sanitarie, per la sicurezza dei lavoratori e dei cittadini di Cassibile”.




Siracusa. Micetti abbandonati dentro contenitori per abiti usati: salvati in quattro

Piccole ma utili lezioni di umanità arrivano dai Vigili del Fuoco e dagli agenti dell’Ambientale di Siracusa. A fronte della brutalità di certi individui, c’è chi si spende con impegno per ribadire il valore di ogni vita, fosse anche quella di gattini appena nati
I mici erano stati abbandonati all’interno dei contenitori degli abiti usati. Due diversi episodi nelle ultime sere, in zona Borgata. Durante i controlli di routine per verificare fenomeni di abbandono di rifiuti, gli agenti dell’Ambientale hanno avvertito i flebili miagolii provenire da un contenitore. Hanno chiesto l’intervento dei Vigili del Fuoco che hanno forzato i lucchetti per aprire i contenitori degli abiti usati al cui interno erano stati abbandonati i mici. Nei due distinti interventi, hanno salvato 4 gattini ancora in vita. Uno, purtroppo, non ce l’ha fatta. L’abbandono di animali è un reato perseguibile penalmente.




Siracusa. Niente tamponi, quarantene infinite: il sindaco scrive al Viminale

L’attesa per il tampine di fine quarantena volontaria è divenuta infinita per la stragrande maggioranza dei siracuaani rientrati dal nord. E il sindaco Francesco Italia ha scritto al Viminale, al ministro della Salute ed alla Protezione Civile nazionale.
“Sono centinaia i siracusani intrappolati in una quarantena infinita, in attesa di un tampone che non arriva mai”, scrive il sindaco.
“Ho personalmente inviato i nominativi di centinaia di concittadini all’Asp e per conoscenza alla Prefettura per sollecitare i tamponi ma, se il governo non mette a disposizione della Regione Siciliana il numero di kit necessari, come dovrebbero farli?”, si domanda Francesco Italia.
“Molti rischiano di perdere il lavoro, alcuni vivono in affitto in attesa di ricongiungersi dopo più di 30 giorni alle proprie famiglie. Occorre trovare una soluzione adesso. Ricevere immediatamente i kit con cui fare i tamponi o dare risposte scientificamente valide ai cittadini in quarantena, come opportunamente proposto dal comitato tecnico scientifico regionale già il primo di aprile”, la richiesta del sindaco di Siracusa.




Coronavirus, Siracusa e provincia: 105 contagiati, 63 ricoverati, 17 deceduti

Toccano quota 105 gli attuali positivi al coronavirus in provincia di Siracusa. Quattro in più rispetto ad ieri. Di questi, 63 sono i ricoverati nelle strutture ospedaliere covid ma senza stress per la terapia intensiva. Sono 60 i guariti mentre i decessi aumentano e diventano 17.
I dato vengono forniti dalla Regione, nel consueto aggiornamento quotidiano.
Questa la divisione degli attuali positivi nelle altre province: Agrigento, 129 (0 ricoverati, 2 guariti e 1 deceduto); Caltanissetta, 113 (14, 15, 10); Catania, 612 (107, 78, 68); Enna, 311 (171, 29, 25); Messina, 389 (128, 52, 40); Palermo, 342 (74, 45, 25); Ragusa, 58 (4, 6, 5); Siracusa, 105 (63, 60, 17); Trapani, 112 (7, 18, 5).
Si raccomanda di attenersi scrupolosamente alle indicazioni fornite dal Ministero della Salute per contenere la diffusione del virus. Per ulteriori approfondimenti visitare il sito dedicato www.siciliacoronavirus.it o chiamare il numero verde 800.45.87.87.




Siracusa. Infermieri senza tute protettive, il presidente Zappulla: "risolvere in fretta il problema"

“Per giorni e giorni si è parlato del problema mascherine tralasciando l’importanza dell’approvvigionamento delle pur necessarie tute”. Il presidente provinciale dell’ordine degli Infermieri, Nuccio Zappulla, alza la voce dopo settimane di incontri, richieste e discussioni ad ogni livello.
“Oggi abbiamo piena contezza che i protocolli senza i dispositivi di protezione individuale non servono a nulla. Le tute sono indispensabili. Servono per assistere i pazienti covid e servono per assistere i pazienti sospetti in attesa di tampone. E’ inammissibile che a distanza di due mesi non si riesca ad approvvigionare gli infermieri con questo materiale”, lamenta Zappulla. E non è forse solo un caso se nei reparti ospedalieri più “caldi” come Pneumologia, Malattie Infettive e Terapia Intensiva non vi sia stata ad oggi notizia di contagio. La perfetta combinazione tra protocolli e disponibilità di dispositivi di protezione degli operatori sanitari ha probabilmente prodotto l’atteso risultato.
Gli infermieri delle strutture sanitarie ed ospedaliere siracusane chiedono adesso un aiuto, senza perdere ulteriore tempo. E allora Zappulla lancia un appello. “La Regione, il Comune, la Prefettura, l’Asp, la Protezione Civile, tutti i rappresentanti politici, tutte le organizzazioni sindacali si adoperino per risolvere questo problema nelle nostre strutture. Senza protagonismi, aiutate gli infermieri, tuteliamo tutti gli operatori sanitari”. Perchè, a quanto pare dalla parole del presidente dell’ordine degli Infermieri, quelle 40 tonnellate di materiale sanitario arrivate in Sicilia nei giorni scorsi qui nel siracusano non le ha viste quasi nessuno.




Consigliere comunale positivo al coronavirus? Le voci e la smentita: "nessun contagio"

E’ il sindaco di Avola, Luca Cannata, a smentire l’indiscrezione secondo cui un consigliere comunale sarebbe risultato positivo al coronavirus. Per ore, le voci si sono rincorse sulle condizioni di un esponente politico di maggioranza. Poi la secca smentita. “Non ha mai contratto il coronavirus”, si è affrettato a precisare il primo cittadino avolese. Anche il presidente del Consiglio comunale, Fabio Iacono, ha smentito la notizia di un contagio tra i consiglieri. “L’uomo al centro della vicenda si trova in quarantena fiduciaria dallo scorso 21 marzo, dopo aver appreso di un collega di lavoro a Noto risultato contagiato e già dimesso dall’ospedale di Modica. Il consigliere comunale, purtroppo come tanti altri cittadini di tutta Italia, è stato costretto a subire i ritardi dell’effettuazione del tampone oltre che degli esiti”, spiega Cannata. “Solo oggi è arrivato il risultato definitivo: negativo. Sta benissimo, lo stesso la sua famiglia. Non è mai stato ricoverato all’ospedale Di Maria né in altri ospedali e tornerà presto al suo lavoro quotidiano, seguendo le disposizioni e i protocolli”.