Siracusa. La spesa la portano i Carabinieri, militari in soccorso di una famiglia in difficoltà

Ancora un bel gesto dei Carabinieri di Siracusa. Ricevuta la telefonata da parte di una famiglia in difficoltà, senza cibo da giorni e bisognosa di un aiuto, hanno subito contattato la Caritas diocesana. Hanno così potuto consegnare direttamente nell’abitazione della famiglia i viveri appositamente confezionati in un abbondante pacco spesa.
Pane, pasta, qualche scatola di legumi, passata di pomodoro, farina, una colomba e due uova di cioccolato per i due bambini. “Sono forse poca cosa in confronto alla sofferenza che quella famiglia, come tante altre, sta patendo in questo periodo, ma il sorriso con cui gli uomini in uniforme sono stati ringraziati è un simbolo di grande speranza”, spiegano dal Comando provinciale dei Carabinieri.




Siracusa. Imprenditori cinesi donano mascherine all'ospedale ed alle Forze dell'ordine

Gli imprenditori cinesi Ji Hai Yong e Lin Susu, da anni trapiantati a Siracusa, hanno donato nei giorni scorsi diverso materiale sanitario per l’ospedale Umberto I e per le forze dell’ordine.
Ji Hai Yong e Lin Susu hanno rifornito con 200 mascherine Ffp3 i reparti che maggiormente ne avevano bisogno, rispondendo così ad un’ esigenza dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Siracusa che ha voluto ringraziare i coniugi cinesi attraverso una nota di stima.
Altre 1.500 mascherine chirurgiche sono state donate alle forze dell’ordine, previo giusto contatto con il Prefetto di Siracusa.
“Se ci aiutiamo, possiamo tutti contribuire al superamento di questi momenti duri”, hanno spiegato i due coniugi che da anni gestiscono una nota attività di ristorazione nel capoluogo.
Un ulteriore gesto di concreta solidarietà, che fa il paio con la donazione operata ieri mattina dalla comunità cinese alla città di Siracusa. Attraverso queste attenzioni, imprenditori siracusani o qui trapiantati stanno dimostrando l’alta sensibilità di un territorio che saprà trovare in queste sue componenti la giusta forza per ripartire, non appena le condizioni lo permetteranno




Siracusa. Niente tassa di soggiorno per il 2020, la decisione di Palazzo Vermexio

Nell’ambito delle iniziative adottate per andare incontro al sistema produttivo locale, l’amministrazione comunale di Siracusa ha deciso di non far riscuotere per tutto il 2020 la tassa di soggiorno, versata dagli ospiti delle strutture ricettive. Inoltre, il versamento dell’imposta incassata da gennaio a marzo di quest’anno potrà avvenire nel 2021.
In quanto provvedimento di natura fnanziaria, la sua entrata in vigore avverrà dopo il consenso del commissario straordinario, che svolge le funzioni del consiglio comunale, al quale l’amministrazione ha subito inoltrato la proposta per l’approvazione finale.

foto dal web




L'infermiere del video shock si svela in tv: "Sono Marco Salvo"

Ha scelto la trasmissione di Rai Tre “Chi l’ha visto?” per mostrare il suo vero volto. Il famoso inferierme del video shock del 28 marzo scorso ha un nome e cognome. “Sono Marco Salvo e sono un infermiere del Pronto Soccorso di Siracusa”, rivela lui stesso in un breve servizio che chiude la puntata del programma condotto d Federica Sciarelli.
Ancora una volta finiscono al centro delle attenzioni della terza rete le controverse circolari sull’uso delle mascherine in ospedale, “per non terrorizzare l’utenza”. E quella smentita dell’Asp (“video fake”) sul caso dell’infermiere che già aveva fatto comunque fatto sentire la sua voce in città attraverso il suo avvocato. La vicenda è al centro di approfondimenti da parte della Procura di Siracusa.
E oggi il caso di quel video, al netto dei toni eccessivi utilizzati, rischia di procurare nuovo imbarazzo per l’Azienda Sanitaria Provinciale. E per i social, Marco Salvo continua ad essere “un uomo da ringraziare per il coraggio di quel video”.
E dire che, secondo la ricostruzione del suo legale, non doveva uscire oltre i confini di una chat privata. È arrivato, però, ben oltre.




Ospedale di Avola, positivi e tamponi dubbi: la Cisl, "improponibili difese d'ufficio"

“Evidentemente l’Asp e alcuni suoi dirigenti hanno bisogno di
interventi di altro tipo per cessare questa incredibile, intollerabile ed inaccettabile difesa d’ufficio
che offende tutti gli operatori sanitari e l’intera opinione pubblica”. È un nuovo attacco a testa bassa quello della Cisl, sul nuovo “fronte” dell’ospedale Di Maria di Avola.
La segretaria provinciale Vera Carasi, insieme al segretario generale FP Cisl, Daniele Passanisi, ed al segretario generale dei Medici Cisl, Vincenzo
Romano, replica alle dichiarazioni del direttore sanitario del presidio,
Rosario Di Lorenzo. Ieri ha smentito i contagi covid al Di Maria, parlando di un solo caso accertato.
“Sappia benissimo che saremmo i primi a
rallegrarci di una notizia del genere. Significherebbe che gli operatori, medici, infermieri, oss e
ausiliari, sono stati messi nelle condizioni di lavorare in sicurezza, tutelando sé stessi e,
soprattutto, i pazienti. Purtroppo non è così e, soprattutto il primo, lo sa benissimo. Giocare con i tecnicismi appare abbastanza puerile e tende, soltanto, a confondere la gente”, pungono Carasi, Passanisi e Romano. “Il dottor Di Lorenzo farebbe bene a spiegare cosa significa ‘tampone dubbio’ per non creare confusione o distorcere le informazioni. Ecco, questa organizzazione non può più tollerare questo giochetto. Le notizie arrivano dai diretti interessati, dai colleghi, da familiari. Arrivano con tanto di nomi e cognomi che noi, naturalmente, omettiamo. Spieghino, dall’Asp, che il tampone dubbio ha già un valore di positività che, secondo le linee guida nazionali, ne fanno già un caso clinico. E nella risposta ci dicano, anche, se ‘tutti gli operatori sanitari precauzionalmente allontanati dal lavoro e posti in isolamento domiciliare’, come dice Di Lorenzo, sono in ferie o in malattia. L’ASP ha in questo momento un solo dovere: evitare accuratamente difese d’ufficio improbabili, di non giocare con l’intelligenza
delle persone, di provare a smentire anche i video che hanno evidenziato i chiari ritardi nella gestione del pronto soccorso di Avola dove grigi e normali si ritrovano negli stessi spazi e lungo lo stesso ingresso e corridoio.
Ci spieghino, infine, – concludono i sindacalisti – il perché venga chiesto
ad un ex ricoverato per covid all’Umberto I di uscire di casa per andare in ospedale per il tampone
di verifica. Ci dicano perché venga chiamato più volte al telefono per tentare di convincerlo nonostante la persona in questione, responsabilmente, si rifiuta di farlo. Inutile dire che, anche in questo caso, abbiamo nomi e cognomi: del paziente e del medico che lo ha chiamato. Avola, in questo momento, ribadiamo, non può essere l’alternativa all’Umberto I per la
situazione emersa. L’Asp, direttori in testa, se ne faccia una ragione e provi soltanto a non nascondere le cose ai cittadini e dedicare il tempo per le smentite all’operatività sul campo.
Individuino un unico ospedale ‘pulito’ per tutelare anche le altre patologie, si confrontino con le organizzazioni sindacali prima di decidere questo o quel reparto.”




Coronavirus, Siracusa e provincia: 86 contagiati, 56 ricoverati, 12 deceduti

Aggiornamento quotidiano sugli attuali positivi in provincia di Siracusa. Secondo i dati forniti dalla Regione, scendono a 86 i contagiati, uno in meno rispetto ad ieri. Sono 56 i ricoverati mentre i guariti raggiungono la ragguardevole cifra di 60. Da registrare anche un ulteriore decesso, quello un anziano di Sortino ricoverato all’Umberto I di Siracusa da diversi giorni. Diventano così 12 i deceduti.
Questa la divisione degli attuali positivi nelle varie province: Agrigento, 128 (0 ricoverati, 2 guariti e 1 deceduto); Caltanissetta, 116 (17, 11, 10); Catania, 595 (124, 65, 65); Enna, 294 (176, 24, 22); Messina, 366 (132, 46, 37); Palermo, 325 (71, 44, 24); Ragusa, 59 (6, 4, 5); Trapani, 112 (8, 17, 5).
Si raccomanda di attenersi scrupolosamente alle indicazioni fornite dal Ministero della Salute per contenere la diffusione del virus. Per ulteriori approfondimenti visitare il sito dedicato www.siciliacoronavirus.it o chiamare il numero verde 800.45.87.87.




Coronavirus, due decessi in poche ore: sono entrambi sortinesi. Il sindaco: "pensiero alle famiglie"

Sono di Sortino due degli ultimi deceduti a causa dell’epidemia di coronavirus nel siracusano. I due, di 72 e 83 anni e con pregresse patologie, erano ricoverati da giorni nell’area covid dell’ospedale di Siracusa. Nelle settimane scorse erano risultati positivi al tampone, dopo aver accusato degli eventi sintomi riconducibili al coronavirus. Ricoverati nell’area dedicata del nosocomio siracusano, hanno perduto la vita a poche ore di distanza uno dall’altro, tra ieri e oggi.
A dare la notizia è stato il sindaco di Sortino, Vincenzo Parlato. “Le mie condoglianze alla famiglie in questo momento di forte dolore”, ha detto in apertura del consueto video di aggiornamento rivolto alla popolazione. Salgono così a 5 i sortinesi deceduti a causa del coronavirus. E’ uno dei dati più alti tra i comuni siracusani.
La situazione appare in miglioramento nella cittadina montana. “Abbiamo un solo positivo in assistenza domiciliare. Due dimissioni dall’ospedale, perchè negativizzati. Quanto agli altri due sortinesi ricoverati, uno è stato trasferito al covid di Noto e questo significa che le sue condizioni migliorano”, spiega il sindaco Parlato.




Siracusa. Tamponi fine quarantena: c'è chi aspetta il risultato da 11 giorni. E resta a casa

Lentamente, inizia a sbloccarsi la macchina dei tamponi di fine quarantena per i rientranti dal nord. In migliaia si sono correttamente autodenunciati in provincia di Siracusa, segnalandosi nei comuni di residenza. Per molti, l’isolamento però sta andando ben oltre i prescritti 14 giorni. Nelle ultime giornate, l’Asp ha cercato di incentivare il servizio ma il ritardo accumulato è notevole ed i disservizi non mancano.
C’è chi è arrivato ad un mese di isolamento e ancora attende convocazione. Chi ha inviato decine di mail all’indirizzo predisposto per le comunicazioni sul servizio, senza mai ottenere una convocazione. In più, lamentano alcuni, il disagio di dover chiamare numeri telefonici indicati dallo stesso centralino Asp ma senza che qualcuno risponda. Aumenta il nervosismo. AL punto che c’è chi si pente di aver rispettato le regole. “Sarebbe stato meglio comportarsi da scorretti, se questo poi è il riconoscimento…”, scrivono in chat.
Ma anche chi è riuscito ad ottenere il tampone di fine quarantena non esulta. Come Giuseppe, infermiere siracusano rientrato da fuori regione lo scorso 15 marzo. “Ero insieme a mio padre e ci siamo autodenunciati. Abbiamo
eseguito il tampone lo scorso 4 aprile e ancora ad oggi non abbiamo avuto risultato, nessuno sa dei nostri tamponi”, racconta alla nostra redazione.
Undici giorni in attesa di un risultato che non arriva, senza informazioni in un senso o in un altro e il timore di dover ripetere tutto il percorso. Con l’unica immediata conseguenza di non poter ancora rientrare a lavoro. La quarantena è finita, tampone fatto, l’isolamento ancora no.




Coronavirus, richiesta di accesso agli atti: "quanti sono i sanitari contagiati a Siracusa?"

“Quanti sono gli operatori sanitari contagiati all’Umberto I di Siracusa ed in quali reparti? E quante persone sono decedute in terapia intensiva in ospedale ed altre, invece, in casa?”. Per avere risposta a questi interrogati, Legambiente Sicilia ha presentato una richiesta di accesso agli atti, inoltrata all’Asp di Siracusa.
Sono 14 i punti su cui Legambiente chiede risposte e chiarezza, a partire dalla vicenda di Calogero Rizzuto su cui, peraltro, è in corso anche una indagine della Procura.
Attraverso il suo presidente regionale, Gianfranco Zanna, l’associazione ambientalista vuol vedere i documenti che possano, ad esempio, comprovare il rispetto dal 1 marzo 2020 delle prescrizioni “idonee a garantire il distanziamento effettivo tra i pazienti che si recano al Pronto Soccorso per sospetto di contagio da Covid-19 e coloro che ivi si recano per ragioni diverse dall’epidemia”. Occhi puntati anche sui provvedimenti adottati per le residenze degli anziani. Ma sono i “casi” del Pronto Soccorso e dei reparti di Oncologia e Geriatria dell’Umberto I ad attirare l’attenzione di Legambiente.
Non poteva mancare anche una sezione dedicata ai tamponi. Dai laboratori a cui è affidato il compito di analizzare i tamponi, ai tempi per effettuarli e comunicarle l’esito, fino alle misure precauzionali adottate nei confronti di chi chiede il tampone.
“E’ certamente nota la gravissima situazione venutasi a creare, in queste ultime drammatiche settimane, presso il Pronto Soccorso e il nosocomio Umberto I di Siracusa, a seguito della diffusione dell’epidemia di Covid-19.
Non può, infatti, sottacersi il grave rischio di contagio a cui quotidianamente sono esposti i cittadini e il personale sanitario; rischio che è oltremodo acuito in assenza di misure adeguate volte a fronteggiare la crisi”, scrivono nella richiesta di accesso agli atti gli avvocati Corrado Giuliano. Nicola Giudice e Desiree Fonte. “La denunciata mancata adozione da parte del nosocomio siracusano delle minime misure di distanziamento e di ogni cautela necessaria per evitare il contagio, ha destato forte sfiducia nella collettività, anche a seguito della morte del Dott. Calogero Rizzuto il 23 marzo, su cui la Procura ha aperto un’indagine, e del decesso della collaboratrice Silvana Ruggeri il 25 marzo”, aggiungono i legali.
“Tale situazione emergenziale – si legge ancora – postula l’interesse di tutti i cittadini ad ottenere dati e informazioni relativi alla emergenza sanitaria in atto, allo scopo di comprendere le misure finora adottate e quelle che verranno assunte, al fine di evitare che tale epidemia, che ha già interessato un certo numero di individui, ne colpisca altri incrinando la sicurezza delle condizioni di salute della collettività, in modo particolare negli ambienti ospedalieri”.




Coronavirus, test sierologici per screening epidemilogico in Sicilia: categorie interessate

C’è il si della Regione ai test sierologici per contrastare il contagio da Coronavirus. Dopo il parere positivo del comitato tecnico scientifico siciliano, adesso inizia la pianificazione di uno screening che abbia come obiettivo quello di monitorare l’andamento del contagio, come avvenuto per altre epidemie.
“Pur ribadendo l’importanza del tampone rinofaringeo che resta, comunque, il principale strumento di rilevamento della malattia – sottolinea l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza – attraverso i test sierologici puntiamo ad un’azione su un campione significativo della popolazione che ci consentirà di osservare il fenomeno da una prospettiva più ampia”.
I test sierologici, ritenuti complementari al tampone, così come indicato dal Comitato tecnico scientifico siciliano, verranno condotti su precise categorie: sul personale sanitario si effettueranno i test sierologici quantitativi, mentre per le persone che popolano le Rsa, le Cta, le Case di riposo, ad esempio, si procederà con i test sierologici qualitativi, cioè con le card.
Nello screening epidemiologico, che la Regione condurrà attraverso la supervisione del dipartimento Attività sanitarie e Osservatorio epidemiologico dell’assessorato alla Salute, sono previsti, infatti, test per le Forze dell’ordine, per gli uffici pubblici, la popolazione carceraria e comunque su una porzione significativa della cittadinanza siciliana.
“L’avvio di operazioni di screening a partire dalle Rsa, dalle Cta, dalle Case di riposo e più in generale dalle comunità che ospitano pazienti fragili – commenta l’assessore alle Politiche sociali, Antonio Scavone – assieme a un elevato controllo sanitario va allargato anche al personale delle strutture, ma non può limitarsi ad esso. Infatti bisogna puntare anche ad altre categorie”.

foto da portale Regione Siciliana