Siracusa. Fatima II, per la morte di Gianluca Bianca condannati a 24 anni due egiziani

La Corte d’Assise del Tribunale di Siracusa ha condannato a 24 anni di carcere gli egiziani Mohamed Ibrhaim Adb El Moatti Hamdy e Elasha Rami Mohamed. Per i giudici sono stati loro ad uccidere il comandante del peschereccio Fatima II, il siracusano Gianluca Bianca. Il suo corpo non è mai stato ritrovato e da anni la vicenda è al centro di un caso di cronaca internazionale. La Corte ha ritenuto i due colpevoli di omicidio volontario e sequestro di persona. Assolto invece il tunisino Jelil Abdel Slimane.
I due egiziani, al momento irreperibili, sono stati condannati anche al risarcimento delle parti civili con provvisionale di 40mila euro per la moglie e per la madre di Bianca e di 20mila per ciascuno dei figli.
L’avvocato difensore Alessandro Cotzia anticipa la volontà di impugnare in appello la sentenza. “Non comprendo come la Corte abbia potuto ritenere credibile la versione dei tre italiani, in ordine al sequestro di persona asseritamente patito, e al contempo assolvere l’imputato tunisino pure da tale reato, oltre che dall’omicidio. I tre italiani a bordo del peschereccio avevano accusato anche lui. Non comprendo quale delle tante versioni sia stata condivisa dalla Corte per ritenere che solo i due egiziani siano colpevoli di omicidio volontario. Aspetto di leggere le motivazioni della sentenza”.
I fatti risalgono al luglio del 2012. A brodo del Fatima II, secondo le testimonianze degli italiani che facevano parte dell’equipaggio, ci sarebbe stato un ammutinamento contro il comandante, Gianluca Bianca, ad opera dei tre stranieri. I testimoni parlarono di un colpo di pistola udito. I nordafricani avrebbero raccontato di aver ucciso Bianca e di aver gettato in mare il corpo. Corpo che non è mai stato ritrovato.
A bordo di due gommoni di salvataggio, i tre italiani a bordo raggiunsero Creta mentre il motopesca siracusano venne ritrovato al porto di Rashid, in Egitto. Molti aspetti della tragica vicenda sono rimasti avvolti nel mistero.




Siracusa. Due condanne per l’omicidio di Gianluca Bianca, la madre: “sono indignata”

In aula, al momento della lettura della sentenza, non c’era Antonina Moscuzza. La madre di Gianluca Bianca aveva accusato un malore e si trova ricoverata in ospedale. Viene però subito raggiunta dalla notizia: condanna a 24 anni per i due egiziani che avrebbero guidato l’ammutinamento, uccidendo suo figlio e gettandone il corpo in mare.
“Sono indignata”, dice con rabbia. “Mi vergogno di essere italiana. Tanto valeva la vita di mio figlio: 24 anni, neanche un ergastolo. La verità è ancora lontana. Mi devono dire perchè mi hanno ammazzato un figlio, cosa ha fatto scatenare la lite. Voglio sapere quali sono state le sue ultime parole. Abbiamo assistito ad un processo insolito, con gli imputati latitanti e una difesa basta su messaggi di amici e conoscenti. Tre accusati ma solo due colpevoli. Per me sono tutti, tutti colpevoli”.




Siracusa fuori dalla classifica di Legambiente: ecco perchè non è stata inviata la risposta

“Un disguido”. Se Siracusa è uno dei due capoluoghi italiani ai margini della classifica di Legambiente sulle città più green, è tutta colpa di “un disguido”.
Niente da nascondere, non c’è stata voglia carbonara di tenere segreti o riservati chissà quali dati relati ai 18 indicatori presi in considerazione da Ecosistema Urbano. Su alcuni, anzi, Siracusa avrebbe fatto registrare lievi miglioramenti rispetto a tre anni addietro. Molto più semplicemente, nessuno ha coordinato la preparazione della risposta ai questi che avrebbero richiesto l’iterazione tra diversi uffici comunali che, a vario titolo, si occupano di aria, acqua, rifiuti, mobilità, ambiente urbano, energia. Insomma, a Palazzo Vermexio nessuno s’è filato la mail di Legambiente.
Era arrivata il 7 maggio scorso. Conteneva tutte le istruzioni e l’indicazione della scadenza di fine giugno per far pervenire la risposta. Nessuno degli uffici ha però dato seguito alla mail.”E’ mancato chi facesse da collettore, da coordinamento”, ammettono a mezza bocca. Ecco perchè è stato “un disguido”. Ad onor del vero, è la ripetizione di un disguido perchè anche lo scorso anno Palazzo Vermexio non ha inviato alcuna risposta a Legambiente.




Noto. A 10 anni piazzano il colpo: furto alla mostra d’arte

È stata ritrovata dalla Polizia di Noto la palla da biliardo in bronzo facente parte dell’opera d’arte di Man Ray denominata “Assemblange”, riproducente una mano che tiene una biglia.
La sua scomparsa era stata denunciata il 23 ottobre scorso, dalla responsabile della mostra d’arte al Convitto Ragusa.
Dagli accertamenti espletati e dalla verifica in particolare dell’impianto di video sorveglianza, gli agenti hanno scoperto che gli autori erano
minori di circa 10, 11 anni, caminanti, non imputabili per la giovane età.
Si sono introdotti nella sala al piano superiore ove era collocata l’opera d’arte e,sollevata la teca di protezione, hanno asportatato la biglia in bronzo adagiata sulle dita della mano, anch’essa in materiale bronzeo. L’opera era stata assicurata per un valore di 25mila euro.
Il pezzo mancante è stato ora rinvenuto e consegnato all’avente diritto. Gli atti venivano trasmessi all’Autorità Giudiziaria competente (procura dei minori di CT) per le valutazioni del
caso trattandosi di minori assolutamente non imputabili.




Col reddito di cittadinanza ma spacciava cocaina: arrestato 41enne in Porsche

Girava in Porsche Macan, auto di gran lusso, eppure ufficialmente percepiva il reddito di cittadinanza. Insospettiti, i finanzieri del Comando Provinciale di Siracusa hanno fatto partire una indagine che ha portato anche al sequestrato a Floridia di 327 dosi di cocaina.
Il 41enne floridiano è stato arrestato e condotto in carcere a Cavadonna. Il cane antidroga Aquila ha fiutato lo stupefacente durante la perquisizione domiciliare. La cocaina era nascosta all’interno di doppi fondi ricavati in lattine di bevande e in un piccolo estintore. Oltre 1.000 euro in contanti erano nascosti in parte all’interno della cappa della cucina, anch’essi sottoposti a sequestro poiché ritenuti provento dell’attività illecita. Le dosi erano pronte per lo spaccio e contraddistinte da confezioni di diverso colore, rosso e blu, in ragione del quantitativo richiesto dal “cliente”.
Gli uomini delle Fiamme Gialle stanno al momento vagliando ogni indizio in loro possesso, per cercare di individuare i canali di approvvigionamento dei pusher.




E alla fine Philippe Daverio si scusò. “Ho generalizzato, non dovevo. Ma Bobbio ha vinto”

E alle fine arrivano le scuse di Daverio. Parziali e a mezzo facebook. “Mi scuso con i siciliani, perché ho generalizzato dicendo a tanti ciò che era destinato a pochi facinorosi”, scrive in apertura di un lungo post nel quale, però, dimostra di averla presa davvero male e – forse – non ancora compreso cosa è accaduto.
“Sono talvolta ingenuo e come tale, dopo una lunga giornata di viaggio e di lavoro, dopo una sommatoria di insinuazioni d’interesse mio privato lanciatomi da politici siciliani per il mio voto libero nella trasmissione dei borghi e dopo aver ricevuto minacce d’ogni genere e anche di morte a me e alla mia famiglia, mi sono trovato pure inseguito da una iena della nota trasmissione, ex candidato sindaco di Palermo, che mi ha posto una serie di tranelli. Mi ha fatto ribollire il sangue e ho sbottato come lui sperava che facessi. Non tollero i ricatti, dal nord o dal sud. E ho reagito in un modo ironico che ha generato confusione e da parte di spiriti malversati reazioni spropositate. Al Presidente della Regione Sicilia che ha dato una intervista contro di me sul Giornale di Sicilia nella quale esige la mia espulsione dagli schermi della Rai ho scritto una lettera aperta”.
Una lunga lettera dal tono ironico nella qual ricorda i suoi anni siciliani, da insegnante alla Facoltà di Architettura a Palermo e consulente per il festino di Santa Rosalia. “Ho più d’una volta in Sicilia litigato con dei siciliani; sono umano e sanguigno come lo erano i miei parenti svevi ed è forse la mia quota sveva che mi ha reso possibile intendere la complessità dell’animo siciliano, nel bene sempre e nel male talvolta”, scrive tra l’altro, rivendicando subito dopo con fierezza la sua origine francese ma il suo essere italiano al tempo stesso. Quanto al caso dei casi, le votazioni per la scelta del Borgo dei Borghi con Bobbio preferito a Palazzolo Acreide, “anche gli altri due componenti della Giuria hanno votato a favore di Bobbio: ritenere che siano stati influenzati da me è un drammatico insulto alla loro professionale competenza e alla loro rispettabilità. Sono l’una olimpionica con varie medaglie d’oro, la gentile signora triestina Margherita Granbassi e il geologo Mario Tozzi, il quale ha votato pure per Rotondella in provincia Matera, dove ha lavorato per anni (sarà quindi anche lui mosso da conflitto d’interesse per via del martelletto da geologo?) e per la quale ho votato pure io (c’eravamo forse messi d’accordo con dei pizzini passati sottobanco?). La cultura del sospetto e delle insinuazioni è repellente”. Daverio richiama la libertà di espressione e di pensiero, citando l’articolo 21 della Costituzione, e si rammarica di non poter più lavorare in Sicilia dove il clima d’odio nei suoi confronti avrebbe partorito persino minacce di morte via social.
“Le scuse a tutti i siciliani le faccio con sommo piacere, e so che alcuni mi capiranno, almeno quelli non troppo suscettibili ai pizzicotti critici”. Basterà per chiudere la polemica?




Il sindaco di Palazzolo, Gallo: “Non so se stringerei oggi la mano a Daverio…”

Al sindaco di Palazzolo Acreide, Salvo Gallo, le scuse di Philippe Daverio a mezzo social network non sono apparse “di cuore”. Il caso, pertanto, non è ancora chiuso. “Non può sostenere che il voto è valido. Non possono uscirsene tutti così”, dice ancora riferendosi al casus belli ovvero la posizione della giuria della trasmissione di Rai 3 “Il Borgo dei borghi”.
Domenica il primo cittadino di Palazzolo è stato invitato in tv, per stringere la mano al collega di Bobbio e stemperare le polemiche. Appuntamento davanti alle telecamere di Kilimangiaro. “Ma col sindaco piacentino non abbiamo niente. Anche loro, alla fin fine, sono parte lesa in questa vicenda. Non si stanno potendo godere la vittoria piena per via delle ombre che si sono allungate. Altro che stretta di mano, possiamo anche abbracciarci. Il problema non è Bobbio. Comunque non ho ancora deciso se andrò o meno in tv”.
Potrebbe esserci anche Daverio. La sua presenza non è confermata e in Rai, comunque, circola qualche imbarazzo. “Ecco, oggi non so se a lui stringerei la mano. Dipende, non pianifico. Certo, se le scuse fossero sincere e di cuore non ci sarebbero problemi. Ho letto quello che ha scritto e secondo me non ha capito bene cosa ha combinato. Crea dei solchi, divide e soffia sui regionalismi vanificando il lavoro di segue la via dell’unità, dell’Italia una e dell’Europa unita. Quel tipo di messaggio è pericoloso, mica il cannolo…”.




Interrogazione in Commissione Vigilanza Rai: “Daverio in conflitto d’interesse”

La parlamentare Maria Laura Paxia, componente della commissione di Vigilanza Rai alla Camera, ha presentato una interrogazione sulla questione relativa alle modalità di votazione della trasmissione di Rai Tre “Il borgo dei borghi 2019”.
Il Comune di Bobbio è stato decretato vincitore grazie alla giuria tecnica presieduta da Philippe Daverio, cittadino onorario del borgo piacentino da un anno.
“Stamattina ho depositato una interrogazione per fare chiarezza su quel che sembra essere un conflitto d’interesse a tutti gli effetti, anche in considerazione del fatto che il televoto del pubblico da casa per la trasmissione in questione, al costo di 51 centesimi per messaggio, aveva decretato il primo posto per il Comune di Palazzolo Acreide contro Bobbio”, spiega la deputata pentastellata.
“Come se non bastasse, durante la trasmissione Le Iene, lo stesso Daverio ha denigrato pesantemente la Sicilia e i suoi cittadini affermando che il siciliano ‘è convinto di essere al centro del mondo, come se fosse una patologia locale che nei secoli non si è mai riusciti a curare’. Questo personaggio ha continuato ad offendere il sud affermando di essere stato spaventato dai toni di minaccia della tradizione siciliana. Da siciliana non posso che condannare queste parole forti e offensive nei confronti di una terra splendida. Ritengo scandaloso dare spazio a questi soggetti in una televisione pubblica pagata da tutti i cittadini”, conclude la Paxia.




Siracusa, alta vincita al Lotto: quasi 39mila euro per una giocata da 50

Una giocata da 50 euro “premiata” dalla dea bendata con una vincita al Lotto con quasi 39 mila euro. A Siracusa è stata così registrata la vincita più alta dell’ultimo concorso con sei ambi, quattro terni e una quarte. Il fortunato giocatore ha puntato 50 euro complessivi sui numeri 5-16-19-31-57 su tutte le ruote.
Ad Avellino, invece, è stato centrato un terno secco (22-69-73 su Napoli) da 22.500 euro. Sul podio anche la vincita da 21.660 euro di Vercana (CO).
Si ricorda di giocare con moderazione.




VIDEO. Siracusa, lavori a rate per Targia: tocca alla segnaletica orizzontale

Lavori a rate per Targia. Adesso tocca alla segnaletica stradale orizzontale. Da questa mattina in corso i lavori per rendere evidenti le demarcazioni di corsia e la striscia continua, doppia per lunghi tratti, che indica l’impossibilità di attraversare la carreggiata.
Per completare gli interventi pensati per migliorare la sicurezza lungo l’arteria nord del capoluogo mancano adesso i marker stradali, le testine catarinfrangenti piazzate lungo la linea continua.
Dopo la pressione dell’opinione pubblica, seguita alla scia di incidenti anche mortali che si sono susseguiti a Targia, si sono decisi diversi interventi ma non lo spartitraffico. I tratti maggiormente degradati sono stati riasfaltati. Poi è arrivato il telelaser. Quindi è stata la volta dei segnalatori di velocità. E adesso, la segnaletica orizzontale.