Continua ad alimentare una positiva discussione pubblica la nostra analisi dedicata al problema della gestione dei rifiuti a Siracusa (clicca qui). Dopo le reazioni del consigliere comunale Paolo Cavallaro (FdI) e del referente territoriale del M5s, Giuseppe Mirabella, fa sentire la sua voce anche il portavoce provinciale di Europa Verde-AVS, Salvo La Delfa. “Ho letto con molta attenzione l’articolo e non nascondo che ho avuto difficoltà ad accettare l’ipotesi di passare da una raccolta differenziata porta a porta a un sistema misto con cassonetti smart”, dice nella sua lunga lettera inviata a SiracusaOggi.it.
“L’ho considerata una provocazione – aggiunge – perché non possiamo dimenticare cosa accadeva con la raccolta stradale: ogni cassonetto conteneva materiale di tutte le frazioni, come si è visto anche nella recente ‘sperimentazione’ di via Decio Furnò e Largo Luciano Russo”, aggiunge La Delfa.
L’idea di installare cassonetti in alcune aree “soprattutto se sono le più restie a differenziare” rappresenta un passo indietro. “La raccolta porta a porta – ricorda – è lo strumento che ha permesso a tutte le città italiane di aumentare e mantenere nel tempo la percentuale di differenziata, migliorandone anche la qualità”.
E i numeri, sostiene, parlano chiaro: “Siracusa è passata in cinque anni dall’8,05% del 2017 al 49,77% del 2021. Poi però qualcosa si è fermato”. Negli ultimi quattro anni la percentuale di raccolta differenziata a Siracusa è rimasta praticamente invariata: “50,42% nel 2022, 50,32% nel 2023 e 53% a luglio 2025”, elenca La Delfa. “Dati lontani dal 65% imposto dall’Europa, con una qualità del differenziato non ottimale e con una produzione pro capite di 520 chili di rifiuti l’anno, contro i 440 chili di Treviso, che raggiunge l’87% di differenziata”.
Lecito chiedersi cosa sia successo in questi anni e perchè non si sia riusciti a superare la soglia del 50%. Secondo il rappresentante di Europa Verde, la città ha pagato anni di immobilismo. “Non si è fatto nulla per ridurre la produzione dei rifiuti, promuovere punti vendita ‘alla spina’ o recuperare le eccedenze alimentari. Non esiste una casa del riuso e il compostaggio domestico è stato abbandonato”, denuncia.
Critiche anche alla gestione del servizio da parte della ditta Tekra: “Era prevista una capillare informazione ai cittadini, ma non è mai stata attuata. È sintomatico – osserva – che il DEC, durante la sua audizione in consiglio comunale, non sia riuscito a elencare le azioni di comunicazione svolte dall’azienda”.
Un altro nodo riguarda la tariffazione puntuale, cioè il sistema che fa pagare in base ai rifiuti prodotti. “È prevista dal capitolato d’appalto del 2019 – ricorda La Delfa – ma a quattro anni di distanza siamo ancora alla sperimentazione”.
Per La Delfa, le responsabilità sono diffuse. “È mancata una regia, un indirizzo politico, una gestione unitaria. Si sono avvicendati DEC, assessori e RUP senza continuità. Nei primi tre anni e mezzo, il commissariamento ha impedito al Consiglio comunale di esercitare il suo ruolo di controllo. E anche il Comitato cittadino per la raccolta differenziata ha smarrito la propria funzione”. Il risultato, denuncia, “è sotto gli occhi di tutti: discariche a cielo aperto, scarsa qualità del differenziato, incuria e sporcizia. Se non si interviene con azioni concrete – avverte – non basteranno telecamere e multe per invertire la rotta”.
Eppure, Salvo La Delfa vede anche spiragli positivi. “Nonostante tutto, in città ci sono quartieri dove la raccolta differenziata funziona, scuole impegnate in progetti di sensibilizzazione e associazioni che si spendono per rendere Siracusa più pulita”. Quindi ci sono le potenzialità per diventare un comune virtuoso. “Ma serve smettere di improvvisare: questa città va governata e gestita bene”.