Lukoil e la possibile vendita di Isab. Le reazioni della politica: "tranquillizzare i lavoratori"

Non si fanno attendere i commenti della politica locale dopo la notizia della possibile vendita degli impianti Isab di Priolo da parte di Lukoil. “È chiaro che nessuno può, né vuole, entrare nelle scelte strategiche della Lukoil, ma dal momento che sono quasi 1.000 i lavoratori dipendenti dal colosso russo, sarebbe opportuno che facessero conoscere quali sono le loro reali intenzioni in modo da tranquillizzare i lavoratori e consentire al territorio di poter esprimere le proprie valutazioni su un’ipotesi di passaggio delle azioni della raffineria Isab”, dice il deputato regionale Enzo Vinciullo.
“Non credo che le indagini della Procura possano aver stimolato la società ad assumere questo atteggiamento dal momento che già da subito si era dichiarata disponibile a mettere in atto le prescrizioni sugli impianti in modo da avere una tutela certa del territorio, ma preoccupa il fatto che tutto starebbe avvenendo alle spalle del territorio”, aggiunge poi.
Per il candidato alle regionali, Gaetano Cutrufo, “la zona industriale, pur con la necessità di un graduale ma veloce adeguamento a una maggiore ecosostenibilità ambientale, rappresenta una risorsa importante del nostro territorio. La vendita di una raffineria non può avvenire senza il coinvolgimento della politica regionale e nazionale”.
L’assessore regionale Bruno Marziano parla di “allarme e preoccupazione”. Nella sua nota spiega che “un conto è sapere che un pezzo importante dell’industria siciliana e siracusana è nelle mani di un grande gruppo come la Lukoil , altra cosa è pensare cosa può succedere in termini di nuove ipotesi di governance e scelte industriali. Come la politica, e io personalmente, si mise a disposizione nei contatti con il governo regionale, per sostenere i progetti di Lukoil in termini di autorizzazioni per investimenti, avendo dato credito alla stesa Lukoil, anche in questo caso c’è piena disponibilità del governo regionale ad affrontare eventuali problemi. Il tutto, comunque, nel rispetto delle prescrizioni della Magistratura sugli interventi per mitigare gli impatti ambientali. Solo così si può assicurare un futuro industriale alla Sicilia, alla provincia di Siracusa , e alle prospettive di lavoro ed occupazione”.
Il vicepresidente di Anci Sicilia, Paolo Amenta, si dice preoccupato ma non sorpreso. “Soprattutto se pensiamo alla latitanza della politica su un problema così delicato per l’economia già debole della provincia di Siracusa, con il dramma di una disoccupazione giovanile che oltrepassa il 60% e di quella ordinaria che va ben oltre il 30%. Occorre subito l’apertura di un tavolo permanente di confronto tra forze sociali, imprenditoriali, istituzionali e la politica, per scongiurare la morte di quel che resta dell’are industriale e la messa in strada di migliaia di lavoratori”, il pensiero dell’ex sindaco di Canicattini Bagni.
“Quello che mi rammarica è che si continua a percorrere la strada del silenzio su questo delicato problema di un’area industriale ormai per un buon 50% dismessa con vaste aree inutilizzate che, al contrario, andrebbero recuperate, bonificate pensando ad un loro nuovo utilizzo attraverso un’economia sostenibile nel campo energetico e meccanico. Invece – continua Amenta – assistiamo all’atteggiamento silente di una politica che non ha, dopo anni, ancora una strategia, non si confronta con il territorio e con il sindacato, non parla più di bonifiche e non si preoccupa di far crescere l’economia e l’occupazione in questa provincia.”




Priolo. "Non mi hai pagato a sufficienza" e gli brucia lo scooter: arrestato 18enne

Nel video dei carabinieri di Priolo si vede un ciclomotore dato alle fiamme nelle prime ore del mattino, alle 4. Il mezzo è andato distrutto.
Una veloce attività d’indagine ha permesso in pochissime ore di individuare come presunto responsabile il 18enne siracusano Mirko Tempra. Il gesto – secondo quanto ricostruito dai carabinieri – sarebbe da ricondurre a un dissidio di carattere economico tra l’autore del reato e il proprietario del veicolo. Sembrerebbe infatti che il giovane non sarebbe stato pagato a sufficienza per un lavoro svolto al proprietario dello scooter.
Il 18ennne, arrestato, è stato sottoposto agli arresti domiciliari come disposto dall’Autorità Giudiziaria di Siracusa.




Siracusa. Patenti straniere false convertite in italiane, 24 denunce. Operazione della Stradale

La Polstrada di Siracusa ha portato a termine una brillante operazione che ha portato alla luce presunte irregolarità nella conversione di patenti estere in equivalenti italiane. Sono stati denunciati 24 cittadini stranieri per il reato di falsità in atto pubblico. Avevano ottenuto, previa esibizione di una patente di guida estera falsificata, la conversione cioè un medesimo titolo di guida italiana perfettamente in regola.
L’attività investigativa scaturiva dall’esigenza di monitoraggio di “reiterati casi” di richieste di conversione di patenti di guida “apparentemente” rilasciate da Stati esteri per le quali il riscontro successivo ne acclarava la falsità. .
Nel mese di gennaio del 2016, la squadra di Polizia Giudiziaria della Sezione Polizia Stradale di Siracusa, comandata dal sovrintendente capo Corrado Paolo Sipala, sulla base di precise direttive emanate dal comandante Antonio Capodica, ha definito accordi con la Motorizzazione Civile provinciale affinché per ogni relativa pratica di conversione patente estera istruita, venisse trasmessa la patente di guida, depositata dal richiedente, al fine di poter effettuare tutti gli accertamenti del caso, finalizzati alla verifica dell’autenticità dei documenti.
Gli accordi bilaterali tra l’Italia ed alcuni paesi esteri permettono, infatti, a chi è in possesso di una patente rilasciata dallo Stato straniero, di potere convertire la patente estera in un’analoga patente italiana senza dover sostenere alcun esame, purché il richiedente risulti residente in Italia da non più di quattro anni ed abbia ottenuto la patente estera prima dell’ingresso nel nostro Paese. In base a tali accordi la patente di guida estera viene ritirata e restituita alle competenti Autorità, come di prassi.
L’indagine- non facile per la complessità dei controlli documentali – ha portato alla denuncia di 24 cittadini extracomunitari, in prevalenza di cittadini dello Sri Lanka (12), del Marocco (6), della Tunisia (2) ed in ultimo solo in ordine temporale, cittadini tedeschi, con la particolarità di aver contraffatto due patenti di guida con lo stesso numero identificativo ed utilizzando materiali e sistemi di stampa non conformi a quelli previsti per i corrispondenti documenti autentici.
Gli accertamenti documentali venivano effettuati attraverso un accurato screening di primo livello da parte del personale della Squadra di Polizia Giudiziaria della Sezione che una volta esaminate le patenti di guida estere trasmesse dalla Motorizzazione Civile ed individuate quelle ritenute non conformi agli Specimen previsti (campione o fac-simile) inoltrava le patenti di guida al Gabinetto Regionale della Polizia Scientifica dove personale dell’Area Falso Documentale ne curava l’ulteriore minuzioso esame decretandone la natura apocrifa supportata dalle relative relazioni tecniche, tali da escludere l’ipotesi del falso grossolano, dato che il documento accertato contraffatto risulta essere stato di certo idoneo a trarre in inganno sia gli impiegati della Motorizzazione preposti alla trattazione delle pratiche di conversione delle patenti di guida estere.
Il meccanismo svelato dalle indagini ha permesso di appurare che diversi cittadini di diversa nazionalità, dai tunisini, marocchini, cingalesi ed in ultimo in ordine temporale cittadini tedeschi si erano avvalsi verosimilmente di qualche loro connazionale per ottenere una falsa patente di guida estera o il documento che ne attestava il possesso rilasciato apparentemente dal consolato estero in Italia, consentendo in questo modo di poter disporre di un documento “genuino” regolarmente rilasciato dalle autorità italiane sebbene non avessero il titolo.
“Queste persone avevano un titolo che li abilitava pericolosamente alla guida di un veicolo pur senza conoscere le basilari norme del codice della strada italiano”, ha sottolineato il comandante Capodicasa.




Avola. Accoltellamento in piazza Regina Margherita, la vittima in ospedale. Il coltello sequestrato

E’ ancora avvolto nel mistero quanto avvenuto ieri pomeriggio ad Avola. Un uomo è stato accoltellato in piazza Regina Margherita. Sul posto sono arrivato gli agenti del locale commissariato, avvisati da una chiamata. La vittima, di 53 anni, è stata accompagnata in ospedale e l’arma estratta è stata posta sotto sequestro. Indagini in corso.




Siracusa. Diffamazione aggravata e continuata, la Procura oscura un sito web

La Procura della Repubblica di Siracusa, nell’ambito di una indagine coordinata dal procuratore capo Francesco Paolo Giordano e diretta dal sostituto Margherita Brianese, ha disposto il sequestro preventivo del sito web ilponteweb.it.
Il gip del Tribunale di Siracusa, Carmen Scapellato, accogliendo la richiesta dei pm ha disposto nei confronti del gestore del sito la misura cautelare reale del sequestro preventivo.
I reati ipotizzati sono diffamazione aggravata e continuata a seguito di numerosi articoli pubblicati che avrebbero leso il diritto all’onore ed al decoro.
Alle indagini e al sequestro ha provveduto nei giorni scorsi il Nucleo Investigativo Telematico della Procura della Repubblica di Siracusa, il quale ha oscurato e inibito a chiunque la connessione al sito mediante il provider di internet service.




Noto. Sorpreso in città con un coltello di genere vietato, denunciato un 23enne nigeriano

Denunciato a Noto un ragazzo di 23 anni, di origini nigeriane. L’accusa per lui è di porto abusivo di un coltello a serramanico di genere vietato. La lunghezza complessiva dell’arma bianca è di 15 cm. E’ stato anche segnalato alla competente Autorità Amministrativa per possesso di 2 grammi di marijuana.




Floridia. Droga nascosta in un soppalco con tanto di botola, 27enne in manette

Contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti, arrestato a Floridia il 27enne Fabio Raco, siracusano, meccanico. I carabinieri hanno effettuato minuziose perquisizioni nella sua autovettura e nell’officina presso cui lavora. L’acume investigativo e l’esperienza degli investigatori hanno consentito di rinvenire un ingente quantitativo di sostanza stupefacente ben occultata al di sopra di un soppalco, a cui si può accedere solo per il tramite di una stretta botola.
Sono state sequestrate 11 piante di marijuana dell’altezza compresa fra i 180 e 200 centimetri, 20 grammi di cocaina, materiale vario atto al confezionamento di dosi, un bilancino di precisione e denaro contante per l’ammontare di 285 euro suddiviso in banconote di piccolo taglio.
E’ stato condotto in carcere a “Cavadonna” così come disposto dall’Autorità Giudiziaria di Siracusa.




Siracusa. Sorpreso mentre tenta di entrare in un appartamento, minaccia con l'ascia i carabinieri

I carabinieri di Siracusa hanno tratto in arresto Samson Abderrain, classe 1968, pregiudicato, senza fissa dimora di origini marocchine. Armato di un’ascia, stava tentando di introdursi all’interno di un appartamento. I militari sono stati attivati dalla centrale operativa e si sono immediatamente recati sul posto, sorprendendo in flagranza di reato il Samson.
Quest’ultimo, alla presenza dei Carabinieri, li ha minacciati di morte brandendo l’arma che stava utilizzando per tentare di forzare la porta d’ingresso dell’appartamento. Lo hanno bloccato e disarmato nonostante un tentativo di fuga. Dopo qualche centinaio di metri è stato raggiunto e bloccato. E’ stato condotto in carcere.




Augusta. In porto hotspot per migranti, la Uil ribadisce contrarietà: "vada a Catania"

La Uil torna a manifestare il suo no all’hotspot all’interno del porto commerciale di Augusta. “Lo ribadiamo per l’ennesima volta perché l’amministrazione comunale sembra essere indirizzata diversamente”, dice Stefano Munafò, segretario generale territoriale della Uil di Siracusa-Ragusa-Gela. La delibera della Giunta comunale di Augusta del 18 settembre ha reso noto come il sindaco, Cettina Di Pietro, abbia firmato un protocollo d’intesa del 7 agosto scorso, che legittima la Prefettura di Siracusa a gestire un hotspot nel porto commerciale di Augusta.
“Ma quel porto – ha aggiunto Munafò – ha tutt’altra vocazione e noi non possiamo essere d’accordo sulla firma di questo protocollo. Non vogliamo essere fraintesi perché siamo sempre disponibili ad azioni che siano di soccorso agli immigrati e per questo con ampia vocazione per ciò che concerne la solidarietà ma tutto ciò non si può sposare con la istituzione di un hotspot all’interno di un’area che al contrario deve essere caratterizzata da ben altra attività. Insomma non può essere di competenza del Comune di Augusta. Perché invece questo tipo di competenza non viene trasferita a Catania che può mettere in campo ben altre risorse?”.




Siracusa. Tre istituti in un unico plesso, polemiche e dispetti. E forse anche una soluzione

Il caso del plesso scolastico di via Asbesta al centro di un vertice nella sede dell’ex provveditorato agli studi. La sede scolastica ospita le classi di tre diversi istituti (Martoglio, Giaracà ed Archia) con rapporti tra le dirigenze definiti “tesi”. Alla riapertura dell’anno scolastico è scoppiato il caso, con una classe – una seconda media – ospitata per carenza di spazi prima negli spogliatoi della palestra, poi in un corridoio e quindi nell’auditorium. Questa mattina i ragazzi (della Archia) avrebbero trovato banchi e cattedra sistema in palestra ma durante la prima ora – raccontano alcune mamme – la palestra ha anche ospitato un’altra classe (della Giaracà) intenta ad effettuare regolarmente educazione fisica.
E’ intervenuta l’assessore alle Politiche Scolastiche, Roberta Boscarino, che ha immediatamente convocato le dirigenti per un vertice urgente. Tra mille difficoltà e l’evidenza di piccoli dispetti in atto, si è fatta strada buona volontà e buon senso. Sarebbe stata individuata una soluzione nella “cessione” da parte della Giaracà, di un laboratorio al primo piano per ospitare la classe dell’Archia costretta a vagabondare. In cambio, la dirigenza della Archia si sarebbe impegnata a venire incontro ad altra richiesta dei dirimpettai.
I consigli di istituto dovrebbero al più presto ratificare l’intesa e l’accordo, mostrando così buon senso e rispetto del diritto allo studio di tutti i ragazzi, vittime loro malgrado di quanto avvenuto in questi primi giorni di scuola.