Impianti industriali sequestrati, la replica di Isab: "sempre rispettate norme e prescrizioni"

Poche righe ma ferme. Per ribadire di avere sempre operato rispettando i dettami della normativa vigente. È la replica di Isab/Lukoil poche ore dopo la notizia del sequestro degli impianti disposto dal gip del Tribunale di Siracusa su richiesta della Procura.
“La società ISAB S.r.l. precisa che i propri impianti sono e sono sempre stati eserciti nel pieno rispetto della normativa ambientale e delle relative autorizzazioni e prescrizioni alla medesima impartite dalle competenti autorità in materia”, il contenuto della nota diffusa alla stampa.




Impianti industriali sequestrati, Esso: "pronti a collaborare per chiarire la posizione"

Dopo il sequestro preventivo, anche Esso affida la sua posizione ad una nota. “Il provvedimento, subordinato a misure che sono allo studio dei nostri tecnici, lascia attualmente la raffineria nel suo normale assetto operativo”, la precisazione.
“La Esso Italiana, convinta di avere operato nel rispetto della normativa vigente e delle autorizzazioni rilasciatele, è pronta a collaborare con le Autorità competenti per chiarire la propria posizione. È in corso un’attenta valutazione del testo integrale del documento e al momento la Società non ritiene pertanto opportuno rilasciare ulteriori commenti”.




Impianti industriali sequestrati, l'arcivescovo Pappalardo: "Maggiore attenzione nei confronti della persona umana"

Nel 2015 l’arcivescovo di Siracusa, Salvatore Pappalardo, aveva scritto la lettera pastorale “Grazia, Misericordia e Pace” nata – nell’Anno Santo della Misericordia – anche da una attenta analisi del territorio.
Oggi, nel giorno in cui vengono sequestrati preventivamente gli impianti industriali Esso ed Isab Nord e Sud, l’alto prelato – “senza entrare nel merito del provvedimento, ai magistrati il compito di compiere le indagini ed alle aziende quelli di difendersi” – ricorda alcuni passaggi di quella lettera: “Il diritto ad una vita libera e dignitosa è possibile solo con un lavoro altrettanto libero e dignitoso, ma il nostro territorio continua purtroppo a soffrire di contraddizioni stridenti”. Scriveva ancora l’arcivescovo di Siracusa: “Una adeguata prevenzione dei tumori e di altre gravi patologie, accompagnata al rispetto delle leggi in materia di tutela ambientale, potrebbe alleviare, se non evitare sul nascere, molte sofferenze”. Una maggiore attenzione nei confronti della persona umana diventa oggi ancor più fondamentale, il richiamo. “Non è possibile rinviare e rimandare a domani. Con la grazia dello Spirito e l’intercessione della nostra concittadina Santa Lucia chiedo di aprire i cuori di chi ci governa e ci amministra”.




Impianti industriali sequestrati, il sindaco di Siracusa: "contento che la magistratura si sia occupata dei miasmi"

“Il sequestro preventivo degli impianti Isab ed Esso è la conferma del bontà del lavoro svolto dall’amministrazione comunale al tavolo Aia del ministero dell’Ambiente”. Lo afferma il sindaco, Giancarlo Garozzo, apprendendo la notizia del provvedimento emesso dal Gip di Siracusa su richiesta della procura della Repubblica.
“Sono contento – aggiunge il sindaco Garozzo – che la magistratura abbia rivolto la sua attenzione su quanto accade nella zona industriale e sui ripetuti casi di molestie olfattive di questi anni. Ma come sindaco di Siracusa, sono ancora più soddisfatto nel notare che le prescrizioni imposte alle aziende per la restituzione degli impianti siano praticamente uguali a quelle che siamo riusciti ad introdurre nel corso delle riunioni in sede Aia, tavolo al quale siamo stati ammessi, su nostra richiesta, solo nel 2015. Una conferma – conclude il sindaco Garozzo – del valore delle nostre proposte in difesa della salute dei cittadini e del loro fondamento scientifico e tecnico”.




Impianti industriali sequestrati, la Cisl: "bene i controlli ma non si penalizzino 1.600 lavoratori"

Anche il mondo sindacale prende posizione sul sequestro preventivo degli impianti della zona industriale. La Femca Cisl parla di “preoccupazione” dopo i provvedimenti disposti dalla Procura di Siracusa nei confronti di Esso e ed Isab. Gli impianti sono stati sottoposti a sequestro preventivo, pur senza il fermo degli impianti.
“Consideriamo fondamentale che le aziende ottemperino alle prescrizioni dettate dalle norme vigenti per tutelare la salute dei cittadini e salvaguardare la salubrità dell’ambiente”, dichiara la segretaria nazionale della sigla, Nora Garofalo. “Abbiamo massima fiducia nell’operato della Magistratura, massima fiducia nell’azione degli organi di controllo competenti, ma siamo preoccupati che sul territorio si possa innescare un gioco tra le parti che finisca per penalizzare i 1.600 lavoratori dei due impianti di Priolo”.
Una linea condivisa anche dalla Cisl provinciale. “Restiamo in attesa di tutte le verifiche tecniche che, siamo certi, saranno veloci. Questo per garantire, insieme all’ambiente e alla salute, il giusto diritto al lavoro di migliaia di persone, tra diretti e indotto”, dice il segretario Paolo Sanzaro con accanto il responsabile dei chimici, Seby Tripoli. “Come sindacato restiamo rispettosamente in attesa degli esiti degli accertamenti, sottolineando, contestualmente, la necessità di tutelare una fetta di economia ancora oggi importante per questa”.




Impianti industriali sequestrati, le reazioni della politica: "non paghino i lavoratori"

“Lo avevamo denunciato da anni che l’aria era irrespirabile nel quadrilatero della morte, Siracusa, Priolo, Melilli e Augusta. Oggi la magistratura di Siracusa ha dato ragione a quanti abbiamo denunciato distruzione e morte”. A complimentarsi con la Procura di Siracusa, è il parlamentare all’Ars del Gruppo Pid – Grande Sud, on. Pippo Gennuso. “I magistrati si sono avvalsi della collaborazione di esperti che hanno stabilito che i colossi petroliferi inquinano e che adesso debbono adeguarsi alle prescrizioni imposte dalla magistratura e nei tempo stabiliti. Spero che il provvedimento di sequestro del Gip di Esso Augusta e Isab Nord e Sud di Priolo, non diventi un mezzo di ricatto nei confronti dei lavoratori. Per mezzo secolo hanno seminato un disastro ambientale ed è giusto che paghino con un lauto risarcimento, Poi – aggiunge Gennuso – serve un intervento del governo centrale e dell’Europa per stanziare le somme necessarie per avviare le opere di bonifica nel quadrilatero della morte”.
Più attenzione per la questione ambientale viene chiesta adesso dalla parlamentare Sofia Amoddio e dalla deputata regionale, Marika Cirone di Marco. “Basta minimizzazioni, anche dagli stessi consorzi costituiti dagli industriali. Nei tavoli e protocolli prefettizi che si sono avuti negli ultimi anni era stato chiesto all’Azienda Sanitaria Provinciale di occuparsi dell’incidenza delle sostanze non normate sulla salute dei cittadini, compito che l’Asp non ha mai portato a termine tanto che ha indotto l’Arpa di Siracusa a richiedere il coinvolgimento diretto del Ministero della Salute per comprendere meglio la pericolosità di queste sostanze odorigene”. Le due esponenti Pd proseguono poi chiedono le dimissioni di Salvatore Sciacca dal ruolo di responsabile del Registro Tumori Integrato della Sicilia Orientale per conflitto di interesse (è anche presidente del Cipa, ndr). “Un territorio martoriato dal punto di vista ambientale come quello siracusano richiede che le persone che svolgano ruoli fondamentale nella gestione della salute pubblica siano immuni da qualsiasi ombra. È necessario che i cittadini, preoccupati per la loro salute, si fidino delle istituzioni e l’atteggiamento e le posizioni ambigue di alcune figure, non contribuisce a rinforzare tale fiducia”.
“Il sequestro da parte della Procura della Repubblica per inquinamento dell’area del petrolchimico di Siracusa dimostra ancora una volta come le istituzioni non facciano il loro dovere e l’autorità giudiziaria debba supplire alle carenze di queste utlime”, scrivono in una nota il coordinatore nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli, e il responsabile nazionale dei Verdi legalità e contrasto alle mafie, Giuseppe Patti.
“Si tratta di una delle aree più inquinate d’Italia con una presenza di patologie accertate dall’Istituto Superiore di Sanità in aumento esponenziale (ad esempio il tumore alla tiroide). Anche in questo caso l’intervento dell’autorità giudiziaria, come è successo a Taranto, evidenzia l’incapacità e la non volontà delle istituzioni preposte (in questo caso la Regione Sicilia e il Ministero dell’ambiente, ndr) di svolgere il loro dovere eseguendo i controlli necessari per monitorare i livelli d’inquinamento in quell’area a rischio della provincia di Siracusa già pesantemente penalizzata dal punto di vista ambientale. Una dimostrazione evidente di latitanza di queste istituzioni.”
“Ora spetterà alla magistratura verificare – spiegano gli ecologisti – il perché il sistema di controllo non abbia funzionato, ma noi dobbiamo rilevare e denunciare come in Italia il principio ‘chi inquina paga’ non è mai applicato. Da Siracusa a Porto Torres in Sardegna, dalla Valle del Sacco nel Lazio fino a Taranto con l’Ilva passando per la Laguna di Grado e Marano in Friuli Venezia Giulia i danni ambientali determinati dall’inquinamento sono pari a 220 miliardi di euro.”
“In Italia – concludono Bonelli e Patti – vi sono almeno 15 mila siti da bonificare pari a una superficie di 7300 Kmq che riguarda una popolazione esposta alla contaminazione di queste aree altamente inquinate di circa il 12% dell’intera popolazione nazionale (circa 6-7 milioni di persone), per questo è necessario urgentemente un Piano nazionale delle bonifiche.”
“È arrivato il momento che la Sicilia si doti di una legge innovativa che tassi chi inquina, a favore delle energie rinnovabili”. Così interviene Giancarlo Cancelleri, candidato alla Presidenza della Regione per il Movimento 5 Stelle. “Se il M5S andrà al governo – continua Cancelleri – con la GreenTax finanzierà impianti fotovoltaici sui tetti delle abitazioni dei cittadini. È arrivato il momento di cominciare la quarta rivoluzione industriale della nostra terra, quella del sole, del vento, insomma quella delle rinnovabili, del rispetto dell’ambiente e della salute dei siciliani”. È dura battaglia all’inquinamento, a dichiararla compatti i 5 Stelle all’Ars che propongono di fare dell’Arpa (Agenzia regionale per la protezione dell’Ambiente), “un’agenzia regionale dedita ogni giorno al servizio della tutela dei cittadini tutti, – dicono i parlamentari – e che renda pubblici tutti i dati. Stop all’autocontrollo delle grandi aziende, i controlli li fa Arpa. E informa tutti”.
“Il Piano della qualità dell’aria, che stabilisce tra le altre cose le condizioni di esercizio degli impianti industriali, è stato completato ormai da cinque mesi e da allora aspetta il via libera del Governo”. A denunciarlo è il deputato Cinquestelle in commissione Ambiente Giampiero Trizzino”. “E’ di tutta evidenza che se Crocetta avesse voluto dare una svolta alle politiche di tutela dell’ambiente, -aggiunge – avrebbe dato priorità assoluta al provvedimento, cosa che invece non è avvenuta. Noi abbiamo già depositato una interrogazione nella quale chiediamo le motivazioni di questo inspiegabile silenzio e, in ogni caso, in un eventuale prossimo governo a 5 Stelle, verrà data piena applicazione al piano della qualità dell’aria. E’ ora che lo sviluppo economico venga interpretato alla luce della tutela dell’ambiente”.
Infine, il deputato M5S del Siracusano Stefano Zito: “Un risultato storico, finalmente abbiamo una Procura attenta a un tema importantissimo che incide molto sulla vita di molti cittadini. Anche noi del M5S abbiamo fatto dei rilevamenti strumentali ed interrogazioni parlamentari sulla qualità dell’aria. Speriamo che l’inchiesta vada avanti perché la gente deve avere risposte e deve poter vedere alla sbarra eventuali colpevoli”.




Siracusa. Reperti archeologici esposti in salone, denunciata professionista di 40 anni

Una professionista siracusana di 40 anni è stata denunciata dai carabinieri del nucleo di tutela del patrimonio artistico. Nella suaa abitazione, deteneva illecitamente beni archeologici.
I reperti, di epoca greca (III sec. a.C.), erano esposti, ben visibili, nel salone dell’abitazione. Si tratta di una kylix (coppa in ceramica), una lekythos (vaso per oli o profumi a forma di brocca ansata, con collo stretto e corpo allungato, usato prevalentemente nelle cerimonie funebri) e una pisside (contenitore usato per unguenti o profumi).
Gli oggetti sono stati sequestrati ed esaminati dai funzionari della Soprintendenza: sono ritenuti di notevole interesse storico. Sono in corso ulteriori accertamenti per individuare il luogo di provenienza dei reperti. La donna è stata denunciata per ricettazione dalla Procura della Repubblica di Siracusa, che ha coordinato le indagini.
Il sequestro si inserisce nell’ambito di una più ampia azione di contrasto al commercio illecito di beni archeologici. La Sicilia, particolarmente ricca di vestigia del passato, è oggetto di un incessante saccheggio di reperti destinati al mercato clandestino dei beni d’arte, alimentato da collezionisti incuranti delle modalità con le quali tali reperti vengono procurati.




Siracusa. Controlli del Nucleo Ispettorato del Lavoro: multe e sospensioni di attività

Continuano i controlli in provincia dei Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro. Dieci le ditte “visitate”. L’esito degli accertamenti ha fatto emergere come in due cantieri sottoposti a controllo, uno a Siracusa e il secondo a Lentini, vi fossero gravi carenze sotto il profilo della sicurezza sul lavoro non essendo stati predisposte, in entrambi i casi, imbracature e protezioni per i carpentieri contro le cadute dall’alto; i due rispettivi impresari sono stati quindi deferiti all’Autorità Giudiziaria per non aver garantito le previste misure di sicurezza. Inoltre a Lentini, a seguito di accesso dei carabinieri all’interno di un emporio gestito da cittadini cinesi, sono stati trovati due lavoratori su due presenti impiegati in nero.
Tra i casi più eclatanti, il controllo ad un’attività di panificazione di Pachino dove 4 dei 5 lavoratori presenti erano impiegati in nero. Il controllo ad un cantiere edile operante ad Augusta ha portato all’accertamento che i due operai impiegati in quel sito da un’impresa edile di Misterbianco (CT), venivano impiegati in nero. In tutti e tre i casi è stato adottato il provvedimento della sospensione dell’attività imprenditoriale.
Nel corso dell’attività ispettiva sono inoltre state levate sanzioni amministrative ed ammende per quasi 50.000 euro.




Siracusa. Lavori a Terrauzza, la rabbia del Consorzio Plemmirio: "noi gestori ma nessuno ci ha contattato"

L’Area Marina Protetta Plemmirio ha formalmente richiesto chiarimenti in merito agli interventi che la società Yota srl sta realizzando sulla posidonia spiaggiata, in località Tonnara di Terrauzza.
La missiva dal Consorzio Plemmirio è stata inviata a tutte le autorità competenti: dal pertinente organo ministeriale, al Comune, alla Capitaneria e fino all’assessorato regionale del Territorio e dell’Ambiente, ente quest’ultimo che ha rilasciato regolare autorizzazione sull’intervento di rimozione delle alghe spiaggiate, anche con ausilio di mezzi meccanici.
Dall’oasi marina fanno presente che “essendo stati allertati dal provvedimento e sollecitati dalle segnalazioni di molti utenti allarmati per le manovre sulla costa del mezzo meccanico” il Consorzio ha dapprima avvisato la Capitaneria di porto di Siracusa e, all’impossibilità di questa di potere effettuare un sopralluogo, ha inviato una squadra di agenti della polizia municipale “per controllare quantomeno la corretta esecuzione delle opere”.
“Lascia sgomenti – si legge ancora nella missiva dell’Amp Plemmirio – dover constatare che detto provvedimento autorizzativo viene predisposto e rilasciato senza sentire l’Ente gestore dell’area marina su cui si aggetta la costa interessata dall’intervento in quanto ricadente in zona B, versante sud, dell’Amp Plemmirio”.
Un ente, si evidenzia, che sulla questione invece ha una forte competenza in ragione dell’affidamento in gestione dello specchio acqueo protetto e del relativo sistema costiero per effetto del Decreto del Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare del 2005.
Nella nota si rammenta altresì ai destinatari della missiva, che il Consorzio Plemmirio è stato riconosciuto ed individuato, peraltro dal medesimo assessorato regionale, quale ente gestore del Sito di Importanza Comunitario denominato “fondali del Plemmirio”, Sic marino della Rete Natura 2000, ricadente entro i confini e limiti della stessa area marina.
“Si vuole semplicemente esprimere il forte disappunto – annotano dall’ente che gestisce l’Amp – per la scelta di rilasciare una autorizzazione, che comporta la rimozione e lo spostamento di materiale biologico sul litorale di una area marina protetta, senza interpellare questo Consorzio che ormai da oltre un decennio gestisce a Siracusa uno specchio acqueo protetto a livello nazionale in virtù di un decreto ministeriale e che è riconosciuto come ente gestore di un sito di interesse sovranazionale”.
Dall’area marina invocano pertanto un autorevole intervento sulla questione e definiscono in conclusione “bizzarro e nello stesso tempo sconfortante il fatto che sul territorio siracusano ciò che può costituire un pregio ed un valore da promuovere lo si deprezzi e lo si squalifichi al punto di ignorarne l’esistenza”.




Siracusa. Un monumento per Enzo Maiorca, c'è il si del Consiglio Comunale. Opera al Plemmirio?

Un’opera commemorativa di Enzo Maiorca. Non proprio una statua, piuttosto un elemento simbolico che richiami e ne illustri la personalità e l’impegno. Campione di sport ma anche di impegno sociale, voce “del mare” ed ambasciatore di Siracusa e della sua bellezza nel mondo.
Il Consiglio comunale ha votato all’unanimità l’atto di indirizzo che ha come primo firmatario Cosimo Burti. Toccherà adesso alla giunta predisporre un bando pubblico che potrebbe essere pronto per ottobre. Sessanta giorni di tempo per presentare le idee ed i bozzetti, poi la scelta ad opera di una apposita commissione comunale. E quindi la realizzazione materiale dell’opera commemorativa.
Ancora non c’è certezza sul luogo che dovrà ospitarla. Il consigliere Burti lancia tre proposte: “il Plemmirio per ovvi motivi, l’area del Monumento ai Caduti tra il mare e la pista ciclabile intitolata alla memoria di Rossana Maiorca o all’ingresso della passeggiata della Marina”.