Siracusa. Disabilità, istituito l'osservatorio provinciale diritti diversamente abili

Il Comune di Siracusa ed il Forum del Terzo settore sono i primi sottoscrittori della convenzione per l’istituzione dell’Osservatorio Provinciale sui diritti delle persone diversamente abili.
“L’organismo- dichiara l’assessore alle Politiche sociali, alla Famiglia, alla Legalità e alla Trasparenza del Comune, Giovanni Sallicano- nasce dall’esigenza di dotare il nostro territorio di uno strumento di osservazione, proposta ed intervento sul tema dei diritti delle persone disabili, ispirandosi agli obiettivi previsti dalla Convenzione Onu e dalle successive leggi applicative”.
La Convenzione, dopo la stesura definitiva dell’apposito regolamento, sarà sottoposta all’approvazione degli altri soggetti pubblici che dovranno essere coinvolti, tra i quali la Prefettura, l’Anci, gli assessorati alle Politiche sociali degli altri Comuni della Provincia, l’Asp, i rappresentanti delle istituzioni scolastiche, delle forze sindacali, degli ordini professionali e dell’associazionismo di volontariato e di promozione sociale.
Aggiunge Sallicano: “Il Comune, già aderente al circuito internazionale delle Citta Educative, ed il Forum, hanno ritenuto che l’Educazione, così intesa, deve essere considerata un “Valore comune” da garantire. Il Forum, peraltro, ha riconosciuto gli sforzi e i risultati raggiunti dall’Ente, anche se abbiamo entrambi la consapevolezza che restano ancora molti interventi da porre in essere in materia sanitaria, dei servizi di supporto, della scuola, delle iniziative di promozione culturale e del terzo settore, per una condivisa cultura dell’inclusione e delle pari opportunità. Occorre- continua l’assessore – coltivare positivamente la “deistituzionalizzazione” della problematica di contrasto all’isolamento delle persone con disabilità. Compito delle Istituzioni è quello di promuovere, proteggere e assicurare il pieno ed uguale godimento di tutti i diritti e di tutte le libertà da parte di queste persone che devono poter partecipare in modo pieno ed effettivo alla società.
Si auspica- conclude Sallicano- che l’istituzione dell’Osservatorio rafforzi la capacità di analisi e confronto, individui le priorità, valorizzi le professionalità presenti sul territorio, coinvolgendo le tante attività di volontariato; e miri, infine, all’uso appropriato delle risorse pubbliche e comunitarie, eliminando sprechi o sistemi non sempre confacenti allo scopo”.




Ottava edizione del premio Carlo Castelli, nel carcere di Brucoli la premiazione e il convegno

“La libertà del perdono” è il titolo del convegno che si svolgerà venerdì 7 ottobre, nella casa di reclusione di Brucoli. L’iniziativa è promossa dalla Società di San Vincenzo De Paoli in collaborazione con il ministero della Giustizia.
Il convegno è abbinato al premio “Carlo Castelli” per la solidarietà, giunto all’ottava edizione, riservato ai detenuti delle carceri italiane. La cerimonia di assegnazione dei premi si terrà nella mattina del 7 ottobre a partire dalle 10. Tutte le opere finaliste sono raccolte in una pubblicazione dal titolo “Sete di perdono”, che sarà distribuita nel corso della cerimonia stessa.
“Per noi è un onore e un piacere – ha commentato Camillo Biondo della Società San Vincenzo De Paoli – ospitare il premio nazionale Castelli, dedicato ad un nostro volontario che si è dedicato ai carcerati, lasciando una testimonianza importante. Siamo giunti ormai all’ottava edizione e la qualità degli elaborati e la partecipazione lascia sempre stupita la giuria. Nel pomeriggio rifletteremo su un tema molto attuale che mette in crisi e non lascia spazio alla razionalità, ma deve essere vissuto come dono”.
La Giuria del Premio “Carlo Castelli” per la solidarietà ha reso noto i nomi dei tre vincitori e dei dieci segnalati della ottava edizione del concorso riservato ai detenuti delle carceri italiane, avente per tema “Il cuore ha sete di perdono”: primo posto a Diego Zuin – “E allora ti chiedi”; secondo a Simone Benenati – “Perdonare: una grazia infinita da dare e ricevere”; terzo classificato, Domenico Auteritano – “Notti tra Morfeo e morfina”.
Segnalati: Francesco De Masi – “Seconda chance” ; Daniele Liseno – “Citando Bukowski”; Vincenzo Ruggieri – “Testimonianza della mia vita”; Nazareno Caporali – “Perché perdonare? La storia di Carla e Marco”; Giovanni Nigro – “I magnifici 7”; Giuseppe Musumeci – “Il lupo e l’agnello”; “Sasà” –“ Un’identità sciupata”; Salvatore Perricciolo – “Un domani migliore”; Valerio Sereni – “Nuovi occhi” ; Alessandro Cozzi – “Giovanni”.
Segnalazione fuori concorso: “Domenico Pi” – “I dialoghi di un tonno”
Ai tre vincitori vanno rispettivamente 1.000, 800 e 600 euro con il merito di finanziare un progetto di solidarietà. Infatti, a nome di ciascuno dei tre vincitori saranno devoluti, nell’ordine: 1.000 euro per finanziare l’acquisto di attrezzature e materiale didattico di un’aula scolastica in India; 1.000 euro per un progetto formativo e di reinserimento sociale di un giovane adulto dell’IPM “Malaspina” di Palermo; 800 euro per l’adozione a distanza di una bambina del Kazakistan per 5 anni.
Il Premio Castelli, che ha ottenuto i patrocini di Senato, Camera e Ministero della Giustizia, richiedeva di sviluppare il tema “Il cuore ha sete di perdono”. Sono pervenuti alla giuria 166 elaborati provenienti da 80 diversi istituti penitenziari.




Siracusa. Epipoli e gli allagamenti, si cercano soluzioni a Palermo: audizione in commissione Territorio

A voler essere ottimisti, tra un anno potrebbero piovere su Siracusa quei fondi necessari per risolvere una volta per tutti il problema di Epipoli. Ogni pioggia finisce per dare vita ad un allagamento, con rischi concreti e disagi notevoli. Ma serve uno straordinario sforzo da parte di tutti.
La politica ci sta provando. Oggi del caso si è discusso in commissione Territorio e Ambiente dell’Assemblea Regionale Siciliana, a Palermo. C’era l’assessore regionale Maurizio Croce e c’erano anche il sindaco di Siracusa, Giancarlo Garozzo, ed il presidente del Consiglio comunale, Santino Armaro.
Le soluzioni ipotizzate per poter recuperare i fondi possono essere facilmente riassunte in tre mosse: inserire Epipoli in uno dei piani regionali alluvionali; attingere a parte dei milioni di euro previsti per il viadotto di Targia ed inseriti nel patto per il sud per realizzare le opere necessarie nel quartiere; oppure utilizzare i ribassi d’asta realizzati sugli altri interventi per un finanziamento ad hoc per la vicenda siracusana.
L’assessore Croce ha chiesto un paio di settimane per analizzare meglio il caso, seguito da vicino anche dal deputato pentastellato Stefano Zito, anche lui in commissione.
Ma perchè tutto possa davvero concretizzarsi occorre avere un progetto esecutivo e cantierabile, altrimenti diventa inutile la caccia ai “soldi”. Dodici mesi dovrebbero essere più che sufficienti per stilare non un abbozzo di massima sui lavori da effettuare, ma un dettaglio progetto definitivo pronto a diventare “cantiere”.




Caso Siracusa in Antimafia: il 13 ottobre convocata Simona Princiotta

Lo aveva chiesto a gran voce. Adesso Simona Princiotta è stata “accontentata” dalla commissione regionale Antimafia. La consigliera comunale, grande accusatrice di palazzo Vermexio, è stata convocata dal presidente Nello Musumeci. A Palermo la attendono alle 10 del 13 ottobre, pochi giorni dopo l’audizione dell’avvocato Calafiore, legale di Open Land e della stessa Princiotta.
Il suo nome era stato fatto durante l’audizione a porte chiuso del sindaco di Siracusa, Giancarlo Garozzo di cui lei è grande accusatrice.
La Princiotta conferma che porterà a Palermo cd con registrazioni audio “per far capire chi è e con chi parla Giancarlo Garozzo”, spiega. E poi ancora documenti e faldoni con “denunce non ancora pubbliche sugli affari siracusani che ho già depositato”.
Ma con la commissione antimafia potrebbe anche toccare il tema dei rapporti tra consiglieri comunali e cosa pubblica, su cui si è scontrata anche nelle aule di giustizia con Alberto Palestro. Peraltro lo stesso Palestro è stato indicato dal sindaco Garozzo, nella precedente audizione, come vittima della Princiotta.
La seduta si svolgerà a porte chiuse. I “segreti” però dureranno poco. L’indomani, il 14 ottobre, Simona Princiotta svelerà in conferenza stampa i contenuti della sua audizione in commissione regionale antimafia.




Siracusa. Via libera al Paes, si tagliano le emissioni di Co2. E il Comune vuole 3 bus elettrici in più

Il Consiglio comunale ha approvato ieri sera, con 15 sì e 7 no, il Piano d’azione per l’energia sostenibile (Paes), lo strumento di pianificazione con il quale gli enti locali delineano in che modo intendono ridurre le emissioni di CO2 secondo le indicazioni fissate nel 2008 dall’Unione europea. La proposta ha anche valore di atto di indirizzo per tutte le scelte che il Comune farà in materia di sviluppo sostenibile.
L’obiettivo minimo del Piano è di ridurre del 20 per cento le emissioni di CO2 entro il 2020, obiettivo che Siracusa ha già raggiunto con le diverse le azioni messe in campo: il Piano di intervento per la riduzione dei rifiuti, il Piano strategico InnovaSiracusa, il Piano di sviluppo strategico, il Piano di Mobilità urbana, Siracusa Smart City, i semafori intelligenti, il ricorso all’illuminazione a basso consumo e a led sia nelle strade, come nel caso di Ortigia, che negli edifici pubblici. La riduzione di CO2 prevista dal Paes entro il 2020 dovrebbe essere oltre il 39 per cento.
Riconfermata la volontà, emersa due anni addietro, di acquistare 3 ulteriori bus elettrici da 56 posti per collegare meglio alla città le frazioni di Cassibile e Belvedere e i quartieri più periferici, da affidare sempre ad autisti selezionati dal Comune.
Impossibile immaginare nel breve periodo una gestione diretta del servizio di trasporto urbano. “Non è possibile fare concorsi per assumere autisti e la Regione non intende rompere la collaborazione con l’Ast, che è una sua azienda partecipata. E infine, Palermo non verserà mai al Comune la quota data all’azienda di trasporti”, le spiegazioni offerte dal sindaco Garozzo.
Sui pullman apparirà il logo “Siracusa d’Amare”. Sul punto, il consigliere Castagnino aveva chiesto perchè quella dicitura fosse spesso utilizzata accanto al logo ufficiale del Comune e a chi appartenga, visto che non risulta essere stato registrato. Il sindaco ha risposto che “Siracusa d’amare” è un brand di sensibilizzazione su tematiche ambientali e che per la prima volta è stato usato con l’introduzione del bus elettrici. L’Amministrazione, per evitare che altri se ne approprino, ha dato l’input per la registrazione e della cosa c’è traccia agli atti dell’Ufficio di gabinetto. Castagnino ha replicato che dovrebbe esserci una delibera che invece non esiste, così come non esiste la registrazione del logo perché secondo il Tuel dovrebbe essere il Consiglio comunale a proporla.




Siracusa. Istituto comprensivo Giaracà, quelle vistose crepe esterne

Prendendo in prestito una espressione divenuta famosa grazie al libro “Io speriamo che me la cavo”, il decimo istituto comprensivo Giaracà è una “scuola sgarrupata”.
Il plesso di via Gela impressiona per le sue condizioni, sin dal prospetto esterno. Intonaci caduti o rimossi per sicurezza, travi a vista, tondini in ferro esposti all’erosione, mattoni forati scoperti o spaccati. All’interno, poi, c’è il solito problema delle scuole siracusane, non importa quando siano state costruite: infiltrazioni d’acqua.
La recente ondata di maltempo ha messo alla berlina i “difetti” dell’edificio che ospita la scuola. Gli operai inviati dal Comune hanno posto in essere alcuni interventi tampone, “liberando” l’ingresso principale e le uscite di sicurezza. Ma servirebbe una nuova impermeabilizzazione, con guaina da apporre ai soffitti ed un controllo ai solai. Solo che senza bilancio approvato il Comune ha le mani legate. E per una curiosa coincidenza, sulla homepage del sito dell’istituto comprensivo campeggia tra le notizie in evidenza quella relativa alla presentazione delle offerte per l’affidamento del servizio di assicurazione in favore degli alunni e del personale scolastico.
I genitori, intanto, guardano perplessi l’esterno e mormorano. L’occhio vuole la sua parte, specie a scuola e specie quando bellezza fa rima con sicurezza.




Floridia. Coperti i manifesti della fiaccolata per Nuccio Sortino con altri "politici": il caso

Rischia di trasformarsi in un boomerang politico la mossa dei consiglieri comunali che sono tornati ad attaccare il sindaco di Floridia, Orazio Scalorino. Niente di scandaloso, tutto legittimo in una democrazia che si rispetti. E non scandalizza che la battaglia si combatta anche a colpi di manifesti.
Solo che quanto avvenuto rischia di diventare in un “incidente” diplomatico. I fatti. Il 3 ottobre il sindaco aveva fatto affiggere anche sulle due bacheche in piazza il manifesto che ricorda l’appuntamento del 9 ottobre, una fiaccolata in memoria di Nuccio Sortino, il panettiere di Floridia ucciso da tre balordi, ad un mese esatto dalla tragedia. Appuntamento alle 20 in via Roma, dopo la messa, per poi raggiungere proprio il panificio Sortino.
Ma dopo 24 ore quei due manifesti sarebbero stati coperti da quelli “politici”, con la diatriba accesa e in corso sul bilancio di previsione.
Scalorino parla di “offesa alla memoria di Sortino” e annuncia di voler informare i carabinieri dell’accaduto. Dal canto suo, il consigliere Salvo Burgio, primo firmatario del documento affisso, si mostra sorpreso. “Non affiggiamo noi i manifesti. Li abbiamo consegnati all’ufficio preposto e loro hanno proceduto. Il resto mi sembra veramente strumentale”. Di certo i consiglieri non volevano mancare di rispetto alla memoria di Sortino e verso un fatto di cronaca che ha colpito l’opinione pubblica, non solo floridiana. I manifesti della fiaccolata torneranno comunque presto anche nelle bacheche della piazza. Il sindaco di Floridia, però, non molla. E mostra la richiesta dei consiglieri, protocollata al Comune, dove si legge come l’affissione (esentasse) avviene attraverso mezzi propri dei proponenti anche “nelle bacheche comunali poste in piazza del Popolo e piazza Umberto, così come già avvenuto per i manifesti del Partito Democratico”.
Rimangono visibili quelli appesi alla vetrina del panificio della famiglia Sortino (sorpresa da quanto accaduto, ndr), in chiesa e sulla bacheca del Comune.




Siracusa. Storia di Giovanni, "vi racconto come ho salvato una vita". Primo soccorso a 17 anni

Giovanni, con la leggerezza dei suoi 17 anni fatica vedersi nei panni dell’eroe. Quanto ha fatto questo giovane studente siracusano non è però cosa da tutti i giorni. A raccontare con lui la storia eccezionale è Giuseppe Laurettini, istruttore della Salvamento Academy Italia che ha fatto entrare le efficaci nozioni di primo soccorso anche nelle scuole di casa nostra.
“Era estate. Un mio amico, mentre tornavamo a casa dalla zona balneare, ha un incidente. Un frontale con furgone mentre è alla guida del suo scooter”, racconta Giovanni. La vittima è in preda alle convulsioni e con gli occhi iniettati di sangue. “Stava avendo un arresto cardiaco, con successiva ostruzione delle vie aeree, causata dalla grande quantità di sangue provocata dalla divisione del palato”, spiega dal punto di vista medico Laurettini.
Giovanni, dopo un comprensibile momento di panico, inizia ad applicare quelle procedure di soccorso base imparate a scuola con i corsi della Salvamento Academy. “Un altro mio amico, intanto, si preoccupava di chiamare i soccorsi che sono sopraggiunti nel luogo dell’incidente 40 minuti dopo”, racconta Giovanni. In quei lunghi istanti è lui a tenere aggrappato alla vita il suo amico con continue compressioni toraciche e il massaggio cardiaco. “Fortunatamente con poche mosse aveva rigettato la maggior parte del sangue che gli si era coagulato in gola e il suo battito cardiaco era tornato ad essere stabile”, ricorda ancora Giovanni. “Continuava però ad essere incosciente, dava l’impressione che stesse morendo davvero. Sono arrivate le forze dell’ordine e altre persone ad aiutarmi. Sono stati forse i 40 minuti più lunghi e strazianti della mia vita in cui ho dovuto sentire tra i peggiori lamenti e le peggiori disperazioni dei genitori una volta arrivati”.
Ma il suo amico oggi sta bene e la storia la si può raccontare con il lieto fine. Ha riportato fratture multiple alla mascella, traumi cranici, frattura composta del palato, frattura del setto nasale, cedimento dello zigomo destro e lacerazione del nervo al braccio che lo costringe ad una lunga riabilitazione da una semi paralisi temporanea dell’arto.




Pachino. Agguato di Pasquetta 2015: non fu tentato omicidio, quattro anni per Vizzini

Era accusato di tentato omicidio, reato che è stato derubricato in lesioni. Condannato a quattro anni di reclusione il pachinese Corrado Vizzini, difeso dall’avvocato Luigi Caruso Verso.
Il 6 aprile dello scorso anno, l’imputato 51enne aveva esploso numerosi colpi di pistola contro Antonino Di Maiuta, padre di uno dei tre giovani accusati dell’uccisione – avvenuta pochi giorni prima – di Paolo Forestieri, di cui Vizzini era lo zio. Si era poi costituito dopo alcuni giorni di latitanza, scagionando il figlio Giovanni che, nell’immediatezza del fatto era stato posto in stato di fermo dai Carabinieri.
Nel rito abbreviato celebrato al Tribunale di Siracusa, l’accusa ha rilevato come risultasse dubbia la dimostrazione dell’intenzione di uccidere per cui ha chiesto una condanna per lesioni, detenzione e porto abusivo di arma e per violazione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per complessivi 5 anni di reclusione.
Il difensore del 51enne pachinese ha invece sostenuto che vi era agli atti, sin dall’inizio, la prova positiva dell’assoluta mancanza di volontà omicida, perchè Di Maiuta era stato raggiunto dai proiettili solo agli arti inferiori ed uno alla caviglia quando era già a terra e impossibilitato a fuggire. La mancanza di volontà di uccidere sarebbe confermata, secondo l’avvocato Caruso Verso, anche dalle conversazioni intercettate in carcere tra Vizzini ed i suoi familiari, nel corso delle quali l’uomo diceva chiaramente che il suo scopo era stato solo ed esclusivamente quello di ferire l’antagonista.
Accogliendo questa tesi, il gip ha derubricato il reato da tentato omicidio a lesioni ed ha condannato Corrado Vizzini , anche per il porto abusivo dell’arma e per la violazione del cosiddetto codice antimafia, alla pena complessiva di quattro anni di reclusione.




Siracusa. Gettoni di presenza in Consiglio comunale: devolverli o no ai terremotati?

Quella del 30 settembre è stata una delle (non) poche sedute del Consiglio comunale di Siracusa chiusa senza delibere. Ma con l’inevitabile gettone di presenza maturato per i presenti in aula Vittorini.
Dallo scoppio dello scandalo, i consiglieri cercano di prestare più attenzione al tema, sentendo addosso gli occhi dell’opinione pubblica. La consigliera Carmen Castelluccio ha così chiesto di destinare l’indennità di presenza maturata in quell’adunanza del 30 settembre ai terremotati del centro Italia, contribuendo alla raccolta lanciata dall’Ente con l’iniziativa “Restiamo uniti”.
Le reazioni non sono concordi. Il collega consigliere Elio Di Lorenzo ha spiegato che non avrebbe rinunciato al gettone, optando invece per una donazione a titolo personale. Polemicamente ha poi aggiunto che “dovrebbero essere i consiglieri del Pd a devolvere tutti i loro gettoni” accusandoli di condannare l’aula all’immobilismo, responsabilità che ha fatto ricadere anche sugli assessori spesso assenti alle sedute.
Enrico Lo Curzio ha invece rivendicato la primogenitura della proposta di rinuncia al gettone di presenza, fatta già nel corso nel Consiglio di giorno 30. Dall’opposizione, Salvatore Castagnino ha accusato la maggioranza di avere fatto mancare il numero legale quando era all’ordine del giorno la proposta del suo gruppo di creare un capitolo di bilancio destinato ai terremotati e collegato al ministero dell’Interno, dove versare su base volontaria i gettoni di presenza, ricordando poi che nessuna donazione di emolumenti dovrebbe essere fatta in aula verso associazioni private.