Calcio. Gaetano Cutrufo lascia il Siracusa. "La mia avventura finisce qui"

Dopo voci su trattative, vere o presunte, la doccia fredda.”La mia avventura con il Siracusa finisce qui”. Poche parole, con cui Gaetano Cutrufo annuncia di lasciare la guida della società nata la scorsa estate per tentare il rilancio del calcio in città.  “A mio avviso non ci sono le condizioni per soddisfare una piazza così esigente e in un momento storico così drammatico in ambito lavorativo, ho bisogno di dedicarmi completamente all’azienda, senza permettermi distrazioni”. E adesso il futuro della prima squadra cittadina torna ad essere un mistero. “Farò di tutto perché il calcio continui a vivere”, assicura Cutrufo. Mi sto adoperando per cercare un valido successore”.
Gaetano Cutrufo annuncia quindi la sua uscita di scena. SC Siracusa in vendita e tutto da rifare. Dalle basi. E nel frattempo, via qualche sassolino dalla scarpa. “La verità è che non ho mai scelto Siracusa per secondi fini anzi la scorsa estate sono stati i fratelli De Salvo a chiedermi di intraprendere questa avventura. Avrei dovuto rappresentare il 50 per cento della proprietà. Invece mi sono ritrovato completamente da solo e per di più ho dovuto sopportare la loro uscita di scena improvvisa tramite un semplice sms. Ad oggi non hanno avuto ancora il coraggio di darmi spiegazioni. Ma ho sempre fatto calcio per puro entusiasmo e ho continuato malgrado quest’anno sia trascorso a dover convincere e rincorrere, quasi chiedendo alla gente di potersi avvicinare alla squadra”.  Parole che rinfocoleranno vecchie polemiche. “Ecco perché penso che la mia avventura con il Siracusa finisca qui”, ripete Cutrufo. A una passo dalla Serie D tanto agognata, sfuggita in coda ad una stagione nata male e diventata poi entusiasmante.




Siracusa. La morte di Francesco Avola, il papà domani davanti al magistrato. "Soccorsi tempestivi?"

Sarà ascoltato domani in Procura, Giacinto Avola. E’ il papà di Francesco, il sedicenne che ha perso la vita inghiottito dalle acque del Plemmirio otto giorni fa. E’ stata aperta un’inchiesta, formalmente un atto dovuto. Dovrà stabilire cosa è successo davvero su quel tratto di scogliera. Perchè nelle ore convulse della ricerca e della tragedia si sono accavallate versioni su versioni.
Giacinto Avola non punta il dito contro nessuno, parla di  “drammatico incidente” e non ritiene credibile una “sfida” al mare tra giovani spensierati. Ma da padre si domanda se è stato fatto tutto il possibile per salvare il suo Francesco, studente dell’Einaudi. Ed è quello che chiederà anche al magistrato che si occupa del caso. Se, insomma, i soccorsi sono stati puntuali ed efficaci.
Intanto, su La Sicilia, parla di un filmato che documenterebbe  quegli istanti terribili, ripreso con lo smartphone da chi era nei pressi di quel tratto di mare.  “Vorrei che chi ha quei filmati li mettesse a disposizione degli investigatori per contribuire a fare luce sulla dinamica di quello che è successo”, l’appello di Giacinto Avola lanciato attraverso il quotidiano.




Siracusa. Tari, domani il Consiglio Comunale completa l'iter. Bordone chiede "agevolazioni reali per i contribuenti"

Una settimana dopo, il Consiglio Comunale torna a occuparsi del regolamento Tari, la tassa sui rifiuti. L’iter non era stato completato martedì e mercoledì scorso, quando nell’aula di Palazzo Vermexio ha avuto inizio l’analisi e il confronto sul regolamento e gli emendamenti presentati da maggioranza e opposizione. Domattina alle 9.30 i quaranta consiglieri si ritroveranno al quarto piano del palazzo di città per completare e approvare anche la tassa sui rifiuti che sostituisce la Tares, di cui è in massima parte una riproposizione.
Anche dai consigli di circoscrizione si guarda con interesse a quanto disporrà l’assemblea cittadina. Emiliano Bordone (Art.4), dal quartiere Neapolis, invita a riduzioni tariffarie “per i residenti nelle zone balneari, dato che il problema dello scarso servizio di raccolta rifiuti effettuato dall’Igm non si è ad oggi mai risolto e i cittadini vivono enormi disagi, a causa delle numerose discariche abusive che quotidianamente si vengono a creare. E’ passato pochissimo tempo – ricorda – da quando la maggioranza del Consiglio Comunale bocciò l’emendamento proposto con forza dal Consiglio di Circoscrizione Neapolis, il quale richiedeva delle riduzioni della tassa per i residenti nelle zone ove si effettuano livelli inferiori di servizio, eppure domani si ritroverà nuovamente ad approvare una medesima tassa con un differente nome. Mi auguro che questa volta i consiglieri rivedano gli errori commessi lo scorso anno, quando votarono in maniera scellerata gli emendamenti proposti dai consiglieri di opposizione”.
Emiliano Bordone ricorda in proposito che il Governo  “ha concesso ampi poteri ai Comuni sulle agevolazioni fiscali per il nuovo tributo sui rifiuti. Infatti, hanno il potere di concedere con regolamento riduzioni tariffarie, senza limiti, ed esenzioni anche legate al reddito familiare. Le agevolazioni Tari possono essere collegate alla capacità contributiva dei contribuenti, desunta gli indicatori della situazione economica (Isee). Queste previsioni sono contenute nell’articolo 1, commi 659 e 682, della legge di Stabilità (legge n. 147/2013). Le amministrazioni locali, dunque, hanno un’ampia facoltà di stabilire riduzioni ed esenzioni senza limiti. Con regolamento possono essere deliberate riduzioni tariffarie, che a differenza della Tares non sono più soggette alla soglia massima del 30%, o esenzioni per particolari situazioni espressamente individuate dalla legge.  E’ importante sottolineare, inoltre, che gli enti possono deliberare riduzioni tariffarie ed esenzioni Tari diverse da quelle già previste dalla legge e solo se superano il tetto del 7% del costo del servizio si pone il problema della copertura finanziaria”.




Siracusa. Festa della Repubblica, i messaggi del Prefetto Gradone e del Sindaco Garozzo

Due giugno, festa della Repubblica. Ricorrenza celebrata anche a Siracusa. Questo il discorso del Prefetto, Armando Gradone.
“E’ un grande ed immeritato privilegio essere chiamato, ancora una volta, a dare voce a nome di tutti, nella veste di rappresentante dello Stato, ai valori ed alle ragioni che tengono insieme, da quel lontano 2 giugno del 1946, la nostra Repubblica democratica, esempio nel mondo, negli anni del dopoguerra, di riscatto morale e materiale, di capacità di fare, di fantasia, di intraprendenza, di sviluppo economico e civile.
L’Italia di oggi si trova di fronte a difficoltà che sollevano interrogativi a cui non è possibile sfuggire.
Sei anni di crisi – la crisi più lunga del dopoguerra – hanno inferto duri colpi alla società italiana: più di 2 milioni di posti di lavoro andati in fumo; più di 6 milioni di italiani senza lavoro;un’intera generazione di giovani resa inattiva a dispetto di saperi e competenze acquisiti con sacrificio ed impegno; natalità ai minimi storici; aumento delle disuguaglianze; un Sud sempre più distante dal Nord non solo in termini di ricchezza prodotta ma anche e soprattutto in termini di diritti di cittadinanza, di efficienza del sistema pubblico, di coesione sociale.
Sei anni di crisi ci consegnano un Paese smarrito; un Paese che continua ad interrogarsi sulle cause di un così drastico e diffuso peggioramento delle condizioni di vita di milioni di famiglie, alimentando, specie nelle giovani generazioni, sfiducia nel futuro, nel proprio Paese, nelle Istituzioni, nella possibilità di una vita migliore attraverso un lavoro onesto.
Come se non bastasse, l’Europa ci assegna ancora una volta il primato della corruzione: secondo le stime di Bruxelles l’Italia vale da sola il 50% della corruzione complessiva dei 28 Paesi dell’Unione Europea. E’ un dato difficilmente dimostrabile, è vero. Però è innegabile che, al di là della reale entità del fenomeno, esiste un diffuso convincimento in Italia e all’Estero che il nostro Paese non abbia rivali nella produzione in ogni campo, nel pubblico come nel privato, di fenomeni di malcostume prodotti da intrecci di complicità in grado di determinare ad esclusivo vantaggio di amici, sodali e compiacenti l’accesso agli affari, agli incarichi, al lavoro, ad ogni sorta di servizio pubblico, in dispregio delle regole, del merito, della concorrenza e, in definitiva, del bene collettivo.
Gli italiani stanno imparando a proprie spese che la corruzione è una delle cause principali dell’inefficienza del sistema pubblico ed uno dei fattori determinanti, insieme alla criminalità organizzata ed all’abnorme evasione fiscale, della minore capacità del Paese di superare l’attuale momento di difficoltà.
Siamo oggi tutti più consapevoli che burocrazie deboli e impreparate, controlli tardivi e confusi, normative inutilmente complesse e disordinate, apparati organizzativi anacronistici, sono un peso enorme per l’economia e la società del nostro Paese.
Siamo oggi tutti più consapevoli dell’urgenza di un’etica pubblica e privata che promuova l’affermazione di un’economia libera da ogni forma di illegalità; che assicuri la realizzazione di servizi di qualità; che si erga a garanzia dei diritti e dei doveri; che renda possibile un uso corretto dei beni e delle risorse pubbliche.
Sei anni di crisi ci offrono l’immagine di un Paese in affanno, incerto sul futuro, confuso sul suo destino nel contesto europeo. Un Paese nel quale tuttavia si va facendo strada un rinnovato sentimento di speranza sulla possibilità di ritrovare la via di un nuovo progresso civile ed economico.
Il dibattito pubblico di questi giorni dimostra che vi è nel Paese una diffusa domanda di cambiamento, di discontinuità rispetto al passato.
Quella che sta emergendo con forza è soprattutto una richiesta di risveglio morale, di stimolo alla classe dirigente ad operare con determinazione contro ogni forma di illegalità, contro logiche affaristiche e parassitarie che alterano la concorrenza e impediscono l’affermazione di progetti imprenditoriali capaci di generare, nel rispetto delle regole, nuovo sviluppo e nuova occupazione, a partire dalla valorizzazione della cultura e delle vocazioni dei territori.
L’Italia di oggi, come l’Italia del dopoguerra, può e deve vincere questa sfida, recuperando le ragioni e lo spirito di un impegno collettivo che ci ha portati ad essere una grande Nazione.
Per riuscirvi servono, come allora, rinnovate energie morali e materiali.
La politica deve tornare ad essere strumento essenziale di promozione del benessere pubblico, favorendo la partecipazione delle migliori risorse del Paese all’impegno per l’affermazione di un sistema istituzionale, economico e civile coeso, un sistema nel quale a tutti i cittadini sia garantita l’opportunità di mettere a frutto, nel rispetto delle regole, meriti, competenze ed attitudini.
La politica deve tornare ad essere passione e dedizione per il bene pubblico, per lo sviluppo del Paese, senza secondi fini, nel libero confronto di idee e valori, nel rispetto della dialettica democratica.
L’amministrazione della cosa pubblica deve tornare ad essere presidio credibile di rigore, trasparenza, imparzialità ed efficienza.
Occorre tornare ai principi basilari che tengono insieme una Nazione ,vale a dire il rispetto della verità nelle relazioni pubbliche e private; l’impegno ad operare per la rimozione di privilegi e rendite di posizione che ostacolano la valorizzazione delle capacità e dei meriti di ciascuno; la promozione di politiche che favoriscano una più equa distribuzione della ricchezza nazionale; l’attenzione verso le categorie più deboli e svantaggiate; la massima fermezza nella lotta ad ogni forma di illegalità e di criminalità; la generosità nei confronti di quanti raggiungono il nostro Paese per sfuggire a situazioni di bisogno o di pericolo per la propria incolumità.
Ho avuto modo di toccare con mano l’enorme patrimonio di intelligenza, di energie positive, di voglia di fare che anima questa splendida terra. Una terra di indicibile bellezza e di antica civiltà. Una terra che vuole davvero costruire il proprio futuro attraverso un impegno onesto e serio di valorizzazione della storia, della cultura, delle risorse naturali, ambientali e paesaggistiche che ha avuto in dote.
Indirizzare tutte queste energie positive verso un impegno corale che veda insieme Istituzioni, forze politiche e sociali, cittadini, concorrere positivamente ad un processo di graduale rilancio del territorio è un obiettivo che si può, si deve perseguire.
Energie e volontà che la Provincia di Siracusa ha dimostrato di possedere in massimo grado prodigandosi con ammirevole passione civile, sensibilità umana e dedizione al bene degli altri nel non facile servizio di accoglienza dei migranti in arrivo sulle coste siracusane.
Un fenomeno, quello dell’immigrazione, certamente non nuovo per questa terra, e tuttavia mai sperimentato prima nelle forme, nelle dimensioni e nelle caratteristiche assunte a partire dal mese di giugno del 2013. Quello richiesto alla provincia di Siracusa è stato e continua ad essere un compito immane che merita la gratitudine e la riconoscenza dell’intera Nazione. Un compito che questa provincia sta svolgendo con un impegno collettivo senza eguali, con il coinvolgimento corale di tutte le risorse disponibili sul territorio, dando prova ogni giorno della straordinaria tempra morale che anima questa terra.
A questa terra va tutta la mia ammirazione, con l’intimo convincimento che lo stesso sentimento è in questo momento presente nell’animo di tutti gli italiani. Viva l’Italia. Viva la Repubblica. Viva la Sicilia. Viva Siracusa”.
Sintesi del discorso pronunciato dal sindaco, Giancarlo Garozzo, alla cerimonia della Festa delle Repubblica.
“Il 2 giugno del 1946 segnava una svolta definitiva nella vita del nostro Paese e nella crescita civile e sociale della nostra Nazione; in quel giorno gli italiani, annichiliti da una guerra senza precedenti per forza distruttiva, decidevano non solo di cambiare l’assetto dello Stato ma anche di gettarsi alle spalle l’esperienza dolorosa della dittatura.
Dobbiamo essere grati a quelle donne e a quegli uomini che si assunsero la pesante responsabilità di scrivere la regole basilari della nostra convivenza civile ed istituzionale: la nostra Costituzione, i cui principi fondamentali, in mezzo secolo di dibattito politico, non sono mai stati messi in discussione.
Ciò fu realizzato perché i nostri costituenti, pur appartenendo a famiglie politiche e culturali profondamente diverse, diedero vita a un confronto ricco e serrato, riuscendo, però, senza mai perdere di vista l’alto compito cui erano stati chiamati, a cogliere le sensibilità comuni a tutta la Nazione. Un risultato tutt’altro che scontato, all’indomani di un conflitto civile che aveva dilaniato l’Italia ed aveva seminato lutti.
Oggi il nostro Paese è moderno e sviluppato ma il percorso per l’affermazione dei nuovi principi non è stato né lineare né privo di ostacoli. Non sono mancate tensioni, confronti anche aspri tra le forze sociali e politiche, il riemergere delle tentazioni autoritarie, non è mancata la minaccia terroristica di destra e di sinistra.
Nella nostra terra, in Sicilia, l’emergenza e la minaccia allo Stato è arrivata, ed ancora arriva, anche dalla nefasta forza delle organizzazioni criminali che hanno esercitato prepotenze inaccettabili sul territorio, sulle pubbliche istituzioni e sul popolo. La mafia, soprattutto Cosa nostra, si è organizzata e ha agito come un vero e proprio sistema di potere deviato e violento che ha fatto versare pesanti tributi di sangue alle realtà militari, civili ed ecclesiali. Ma lo Stato ha dimostrato di sapere reagire e, dopo i successi su un piano che possiamo definire militare, adesso assistiamo alla reazione della società e delle imprese, segno che i semi buoni piantati con la Costituzione alla lunga riescono a produrre frutti.
Non possiamo nasconderci l’illegalità diffusa in alcuni contesti del nostro Paese, lo scarso rispetto per le istituzioni che talora affiora e viene fomentato, l’indebolimento del principio di responsabilità, del senso civico, della tolleranza e della solidarietà. Ma è proprio in questi momenti che bisogno guardare alla Costituzione.
Il senso della festa di oggi sta proprio nel non dimenticare il percorso compiuto, con slancio e fatica, per giungere all’affermazione dei valori di libertà e giustizia sociale, ma con uno sguardo rivolto al futuro”.




Bocce. Due siracusani campioni regionali: sono i Giudice, padre e figlio

Lino e Daniele Giudice sono padre e figlio. Una affiatatissima coppia, quasi imbattibile quando si tratta di muoversi su di un campo di bocce. Non a caso si sono appena laureati campioni regionali. Un’affermazione maturata a Serra di Falco. Felicissimi i due siracusani appassionati bocciofili. Unico motivo di amarezza, la necessità di spostarsi ogni volta per gli allenamenti a Catania perchè a Siracusa non c’è un campo adatto.




Siracusa. Mercoledì in Prefettura il caso della Siracusa-Gela. I sindacati: "consegnare i lavori in via d'urgenza"

Si apre uno spiraglio nella vicenda dei cantieri non ancora avviati sulla Siracusa-Gela, da Rosolini a Modica. Mercoledì  alle ore 10, vertice in Prefettura con i rappresentanti del  Consorzio Autostrade Siciliane e i sindacati che chr slittano a fine giugno.  “Siamo grati e riconoscenti al Prefetto – dicono i segretari generali della UST e della Filca Cisl Ragusa Siracusa, Paolo Sanzaro e Paolo Gallo – la sensibilità e l’attenzione verso questo territorio ed i problemi del lavoro, confermate più volte dalla Prefettura, sono per noi un punto di forza e di sostegno per le tante vertenze aperte. L’incontro di mercoledì, che vedrà anche la presenza del Consorzio Autostrade Siciliane, riveste, a questo punto, un’importanza notevole. Ribadiamo che, in attesa di qualsiasi pronunciamento della giustizia amministrativa, sia necessario consegnare i lavori in via d’urgenza. La Siracusa-Gela è un’opera di vitale importanza per due province e per un intero settore, quello edile. Ora attendiamo e pretendiamo tempi certi per l’apertura dei cantieri. Già mercoledì può essere la giornata buona per cambiare il metodo e avviare una stagione nuova”.
 




Augusta. Immigrazione, oltre 800 stranieri a bordo della Libra e di un mercantile

Proseguono senza sosta le attività della Marina Militare nel soccorso ai migranti nel canale di Sicilia.  E proseguono gli arrivi ad Augusta. Ore di grande fermento a Porto Empedocle, Pozzallo e Augusta. Qui il Pattugliatore Libra è entrato questa notte in rada per le manovre di attracco. Con la luce del giorno avviato lo sbarco dei 453 migranti a bordo, di cui 52 donne e 55 minori. Sempre ad Augusta è arrivato il mercantile battente bandiera danese “Nordguardian” con a bordo 397 stranieri. Tra loro 49 donne e 52 minori. Erano stati soccorsi da nave San Giorgio e successivamente trasferiti sull’unità civile.




Siracusa. Romanzo Siciliano: sul set compare anche Gianfranco Iannuzzo

Ancora una foto e una indiscrezione dal set di Romanzo Siciliano. La nuova fiction prodotta da Tao 2, in onda il prossimo autunno su Canale 5, viene girata in questi giorni a Siracusa. E oltre ai protagonisti annunciati (Claudia Pandolfi, Fabrizio Bentivoglio, Filippo Niigro, Paolo Calabresi) a rendere ancora più “pesante” un cast già di suo ricco è arrivato anche Gianfranco Iannuzzo. L’attore, siciliano di Agrigento, è stato impegnato nelle riprese all’interno del tribunale di Siracusa, insieme a Fabrizio Bentivoglio. Secondo alcune notizie raccolte nel backstage, Iannuzzo veste i panni di un avvocato “particolare”.
Noto per la sua verve comica e la passione per il dialetto, Gianfranco Iannuzzo ha simpaticamente incantato. La professionalità era nota, ma tra un ciak e l’altro e nelle pause non si è risparmiato in battute e sorrisi, anche con le comparse locali che hanno mostrato di apprezzare con ampi sorrisi e spontanei applausi.
La troupe, intanto, si è spostata nell’area del Maniace, con i trailer della produzione posteggiati alla Marina, proprio lungo l’area di cantiere dove sono appena tornati i cassoni.




Una app a cinque stelle: "Siracusa Turismo", ecco come funziona. Il video

A ventiquattro ore dalla sua presentazione ufficiale, l’app “Siracusa Turismo” si rivela un piccolo successo. Un’impennata netta nel volume di download ed un gradimento netto testimoniato dai commenti e dal rating nei vari market, per Apple e Android. L’applicazione, disponibile per tablet e smartphone, può essere scaricata gratuitamente e si rivela una buona guida ricca di suggerimenti e interattiva per chi volesse vivere o scoprire Siracusa, da turista o siracusano curioso. Seby Bongiovanni, che ha studiato il progetto app di Siracusa Turismo, ci mostra le funzionalità della sua “creatura”.




Siracusa. La grande intuizione di Mario Tommaso Gargallo raccontata dal nipote, Federico

Federico Gargallo, nipote dell’aristocratico siracusano che diede vita alla tradizione delle rappresentazioni classiche cento fa, ha raccontato all’agenzia AdnKronos quella memorabile pagine di storia. “Decise tutto nel 1913. Aveva 25 anni e coinvolse amici e parenti. Aveva avuto la grande fortuna di assistere alle rappresentazioni classiche nei teatri romani di Fiesole e di Nimes. La sua idea era molto semplice e rivoluzionaria: portare, a Siracusa, nel più grande teatro Greco della Magna Grecia le rappresentazioni classiche. Lo potè fare – scherza Federico Gargallo con il giornalista dell’agenzia stampa- grazie ad una fortuna sfacciata, ad una abominevole ricchezza”. Si perchè fu lui a finanziare tutta la manifestazione, come i nobili dell’antica Grecia. L’avventura iniziò grazie alla collaborazione e al sostegno del fratello, ma soprattutto all’amicizia con l’allora sovrintendente di Siracusa, Paolo Rossi, uno dei padri dell’archeologia moderna, e con Ettore Romagnoli, grande grecista. “Tra i due -ricorda ancora Federico Gargallo- si creò una parterniship felice, ma non sempre facile. Mio nonno aveva una straordinaria conoscenza delle arti, del mondo antico e contemporaneo, un fiuto per gli artisti emergenti. Fu proprio mio nonno a portare a Siracusa Duilio Cambellotti, a cui affidò l’allestimento delle scenografie e la creazione dei costumi per alcuni spettacoli, come oggi accade per Arnaldo Pomodoro”.
Obiettivo di Mario Tommaso Gargallo era quello di “educare” il pubblico, farsi promotore di cultura aperta a tutti, democratica. “Non c’era bisogno di aver studiato in un liceo classico. Anche i contadini, i mezzadri, coloro che lavoravano nei campi, la sera andavano a teatro -prosegue il nipote di Gargallo – Mio nonno, attraverso le rappresentazioni classiche, aveva trasmesso quel senso di orgoglio, di appartenenza ad una città, ad una cultura. Quello che ancor oggi non hanno capito i nostri politici. E questa fu la grande intuizione di mio nonno. Oltre un secolo fa capì che la cultura poteva trasformarsi in forza imprenditorale ed economica. La cultura paga e offre opportunità”.
Mario Tommaso Gargallo, e molti amministratori locali dell’epoca, “erano molto più avanti di oggi, oltre un secolo fa. E se nel 1913 in molti seguirono il conte Gargallo in questa avventura, non lo fecero sicuramente per i suoi soldi, ma perchè compresero la grandezza e l’importanza di questa sfida, non solo per Siracusa, ma per tutta la Sicilia”.