Augusta. Istanza respinta, l'ufficiale della Marina accusato di concussione rimane ai domiciliari. Lo ha stabilito il Riesame

Resta ai domiciliari il 44enne capitano di fregata, responsabile dell’Ufficio Servizi Generali del Com.For.Pat. di Augusta, accusato di concussione.  Lo ha deciso il tribunale del Riesame di Catania  che non ha accolto l’ istanza di scarcerazione presentata dal difensore dell’ufficiale della Marina Militare, in servizio da agosto ad Augusta. La comunicazione è di poche ore fa. L’udienza, invece, si era tenuta lo scorso sei febbraio. Allo studio la possibilità di un ricorso in Cassazione.
Secondo l’accusa, l’ufficiale avrebbe approfittato delle sue funzioni di controllo dei lavori eseguiti nel comparto per pretendere da un imprenditore catanese – che avrebbe dovuto fare dei lavori edili ed elettrici – il pagamento di una somma pari al 10% del valore dell’appalto. A “garanzia” avrebbe anche preteso un assegno bancario. Ma l’imprenditore ha denunciato tutto, registrando alcune conversazioni pare con un cellulare. Il capitano di fregata ha da subito negato ogni addebito. La difesa contesta non solo la ricostruzione ma soprattutto il valore probatorio delle intercettazioni ambientali effettuate. Inoltre, nelle trascrizioni mancherebbero alcuni passaggi ha lamentato l’avvocato Francesco Nigroli. “Il capitano di fregata non c’entra nulla nell’affido degli appalti, non è un suo compito. I lavori al centro dell’indagine, peraltro, non sono stati ancora eseguiti e non è detto che sarebbe stato lui l’ufficiale incaricato del controllo. Anzi, di solito se ne occupa una commissione di tre persone”. Quanto all’assegno che per l’accusa sarebbe stato richiesto a “garanzia” della presunta tangente, sarebbe invece “il pagamento di un banchetto tenuto presso il ristorante della moglie” dell’ufficiale.




Siracusa. Perimetrazione del parco archeologico, pareri e ritardi. Giansiracusa: "Tutto nei tempi. Ecco cosa faremo"

Ci siamo già occupati nei giorni scorsi delle ultime vicende relative alla perimetrazione del parco archeologico di Siracusa. Vi abbiamo proposto il parere della soprintendete Beatrice Basile dopo il mancato parere del Comune di Siracusa, entro i 45 giorni previsti, e della “tolleranza” concessa a Palazzo Vermexio (leggi qui). Oggi prende posizione l’assessore all’Urbanistica, Paolo Giansiracusa. “Siracusa più di ogni altra città classica, necessita di una perimetrazione archeologica tesa a salvaguardare i segni della storia, le testimonianze dell’età antica, i valori paesaggistici e naturali. E’ per tale ragione che l’Amministrazione Comunale auspica, fin dal proprio insediamento, una perimetrazione che con rigore scientifico sappia contemplare la salvaguardia dei beni culturali ed ambientali con gli equilibri funzionali già programmati dal piano regolatore”, illustra Giansiracusa. Che parla anche di garanzie per la storia da confrontare con le esigenze urbanistiche. “Pur con la volontà di tutti non sarà facile poiché Siracusa , come poche altre città antiche, ha un sistema complesso di preesistenze su cui da secoli insistono dinamiche sociali che hanno comportato lo sviluppo di una città, capoluogo di provincia, di oltre centomila abitanti con servizi comprensoriali centralizzati”. Quanto ai termini scaduti per il parere, l’assessore elenca data e protocolli fino alla nota n.396/2014 della Soprintendenza (“pervenuta all’Ufficio Urbanistica il 20.1.2014”), contenente i nuovi criteri della perimetrazione che contemplano e precisano quelli già esaminati dal Consiglio Comunale nell’ambito del Piano Paesistico.  “Ho espresso delle perplessità, insieme ai tecnici dell’Ufficio Urbanistica, in merito alle scadenze. La Soprintendente Beatrice Basile ha dato la possibilità al Comune di far decorrere i 45 giorni utili alla presentazione delle osservazioni dalla data di una seconda comunicazione, pervenuta il 20 gennaio”. Poi un aggiornamento che contiene anche un’anticipazione sulle intenzioni del Comune.   “Il 7 febbraio l’Ufficio Urbanistica ha depositato la proposta di Deliberazione del Consiglio Comunale, contenente l’adesione dell’Amministrazione alla perimetrazione archeologica, pur con tutte le osservazioni del caso. In base alla proposta, che sarà esaminata nel massimo consesso cittadino, il Comune aderisce alla proposta di parco archeologico disponendo, quale atto d’indirizzo nell’ambito delle direttive per la revisione del vigente Piano Regolatore Generale, il riequilibrio dello strumento urbanistico alla proposta definitiva di parco archeologico che scaturirà dal confronto tra le osservazioni e la bozza trasmessa dalla Soprintendenza”.




Siracusa. Autostrada fino a Gela, ritardi su ritardi. I 19 km per Modica pronti solo nel 2018

Capire quando sarà completata la Siracusa-Gela in tutti i suoi 130,80 chilometri è operazione che sfida ogni potere divinatorio. Ad oggi, la cosiddetta autostrada è attiva fino a Rosolini, in totale 40 km realizzati in diversi lustri. Tra magagne varie ed immancabili, non ultima quella relativa al casello di Cassibile ed al suo gemello in costruzione.E poi, in ordine sparso, l’asfalto, i ritardi, il blocco dei lavori, le inchieste. Insomma, per concorrere alla carica di eterna incompiuta ha le carte in regola.
Sono in ritardo anche i lavori per la costruzione dei lotti 6+7 e 8 quelli che da Rosolini “allungheranno” la lingua d’asfalto fino a Modica. In totale 19 km. Ultima previsione per il completamento di questa tratta: maggio 2018. A cui è possibile aggiungere l’ineffabile chiosa del “se tutto va bene”.
Secondo l’ultimo cronoprogramma stilato dal Consorzio Autostrade Siciliane, i lavori saranno consegnati alla ditta che se li è aggiudicati il 24 marzo di quest’anno. Ovviamente in ritardo. Perchè in ritardo si sarebbe mossa anche la Commissione di gara. Sempre secondo la nuova tabella di marcia, il lotto 6 insieme a qualche opera dei successivi – vale a dire il viadotto Scardina – sarà completato entro il dicembre del 2015. Opere ultimate a febbraio 2018, male che va maggio. E si arriva a Modica. Da Modica a Gela mancano altri 80 chilometri. E, con questa media (6 km all’anno), qualche decennio.
Visto il ritardo accumulato – che peraltro aveva messo a rischio anche  il finanziamento europeo – la Regione ha deciso di procedere con un unico appalto per assicurare subito la copertura finanziaria con risorse comunitarie, del piano di salvaguardia e del Cas. Lo ha spiegato al parlamentare regionale siracusano, Enzo Vinciullo, l’assessore alle infrastrutture Cartabellotta. L’esponente di Ncd ha pungolato la Regione sui ritardi accumulati. Al punto che lo stesso Cartabellotta ha dovuto ammettere che “i tempi di attuazione si sono dilatati in maniera consistente, tali da non potere assicurare la funzionalità dei lotti 6+7 e 8 nei tempi inizialmente previsti”. Una presa d’atto, braccia allargate e portate pazienza. In fondo, Siracusa – vista da Palermo – è così distante… Specie se i collegamenti autostradali continuano ad essere miraggi.




Avola. Chi sbaglia, paga: il sindaco Cannata taglia le indennità ai dirigenti che non producono

Non vuol sentir parlare di coraggio. A lui, giovane sindaco di Avola, è sembrata una cosa naturale da fare. E così, con naturalezza, Luca Cannata ha iniziato a sfidare un tabù: la responsabilità di dirigenti e funzionari comunali. Ha avviato una politica interna chiara: chi produce servizi e rende, viene premiato. Ma chi, invece, pur percependo determinati emolumenti non riesce a rispettare gli obiettivi si ritrova “punito” con tanto di decurtazione delle cosiddette indennità di posizione. Dalle parole ai fatti il passo è stato breve. E i primi provvedimenti sono già diventati effettivi, con tagli – anche pesanti – in busta paga.
Una applicazione del concetto di responsabilità estesa alla meritocrazia. “Perchè non solo disposto decurtazioni. Chi ha lavorato bene è stato premiato”, vuole subito specificare Cannata. Che non vuole passare per uno sceriffo quanto piuttosto per un sindaco che guarda tutti dritto negli occhi, dentro palazzo di città. “Certo, so di avere creato un precedente poco simpatico agli occhi dei dipendenti. Eppure le attestazioni di stima, anche dentro il Municipio, sono tante. E’ ora di ragionare sul merito senza puntare il dito contro nessuno. Ma credo che sia giusto chiedere conto delle attività svolte percependo determinate indennità”, spiega ancora il primo cittadino di Avola.
Chissà se il suo esempio verrà seguito da altri sindaci del siracusano. “Mi sto muovendo nel rispetto della legge. Sulle indennità di posizione si può intervenire senza ledere i diritti dei lavoratori. So che si tratta di provvedimenti con dei pro e dei contro. L’importante è il segnale: conta il lavoro, anche nel pubblico. Non sono provvedimenti ad personam, non voglio punire nessuno. La logica è quella della esigenza dei cittadini avolesi: più produttività, più servizi. Noi amministratori abbiamo la responsabilità di indirizzo politico, i funzionari e i dirigenti comunali devono essere il braccio operativo. Al di là di amicizie o, se preferite, connivenze. In venti mesi da sindaco mi sono reso conto che alle volte la produttività si perde di vista. Chi lavora bene non ha nulla da temere”.




Siracusa. Sai 8, scontro Marziano-Foti. "Si assuma le sue responsabilità", contrattacca l'ex sottosegretario

Puntuale, arriva la replica di Gino Foti alle esternazioni di Bruno Marziano sul caso Sai 8 (leggi qui). Che tra i due non corra esattamente buon sangue non è un mistero. Espressioni di due anime differenti del Pd siracusano ma soprattutto di due modi differenti di concepire la politica. “Lo sforzo dialettico dell’onorevole Marziano, non coglie nel segno”, scrive in apertura del suo comunicato Gino Foti. “È vero che il bando, non il contratto, prevedeva l’onere di una fideiussione; ma per trenta milioni, per trenta anni. Il contratto, invece, è stato stipulato con la Sai 8, che aveva prestato una fideiussione per tre milioni, anziché trenta. E il contratto è stato firmato dall’allora Presidente della Provincia Regionale di Siracusa, Bruno Marziano”, annota ancora Foti. “Un contratto con numerose pronunzie giurisdizionali è stato dichiarato nullo. Le conseguenze a seguito del fallimento della Sai 8 sono sotto gli occhi di tutti. Come mai è stato firmato il contratto? Risponda a questo l’onorevole Marziano”, insiste l’ex sottosegretario. “L’eventuale parere positivo o meno di alcuni sindaci componenti l’Ato è assolutamente ininfluente. Si assuma la responsabilità dell’atto e dia le dovute spiegazioni. Quanto meno sul piano politico”, l’invito finale rivolto da Foti a Marziano. E sottotraccia, lo scontro tra le due fazioni si fa ancora più duro.
 
 




Siracusa. L'Azienda Sanitaria "differenzia". Sensibilità ambientale negli uffici e negli ambulatori

Una buona pratica nella pubblica amministrazione. E’ la raccolta differenziata di carta e plastica che da oggi diventa regola negli uffici amministrativi e nelle strutture sanitarie del distretto sanitario di Siracusa e del Pta di via Brenta insieme alla palazzina direzionale Asp di Corso Gelone, dell’Unità operativa Affari Generali e Risorse umane di via Reno e di tutta l’area ex Onp di contrada Pizzuta.
L’iniziativa  è stata presentata in conferenza stampa dal commissario straordinario dell’Asp di Siracusa, Mario Zappia, insieme con i direttori sanitario e amministrativo Anselmo Madeddu e Vincenzo Magnano, l’assessore comunale alle Politiche ambientali e sanitarie Francesco Italia e la consulente del Comune di Siracusa per le Politiche ambientali e sostenibili Emma Schembari.
“Negli uffici amministrativi una grande quantità di rifiuti differenziabili, soprattutto carta, può essere salvata dalla discarica e quindi alleggerire il danno ambientale e far risparmiare un bel po’ di soldi alla Pubblica Amministrazione”, ha detto il commissario Zappia. “Chiedo l’impegno di tutti i dipendenti dell’Azienda Sanitaria per collaborare al successo dell’iniziativa e al rispetto dell’ambiente”.
Felice per la collaborazione avviata l’assessore comunale alle Politiche ambientali e sostenibili, Francesco Italia: “Mi preme incoraggiare tutte le altre Istituzioni affinché seguano la stessa strada. Mi rallegro della sensibilità dimostrata dall’Azienda sanitaria su tematiche che consideriamo strategiche per il futuro della città e di tutta la nostra comunità. Abbiamo seguito l’Asp nella fase di progettazione del servizio e continueremo in tutti i successivi momenti della sua realizzazione. La prima fase di rodaggio, ovviamente, ci consentirà di calibrare il sistema in modo da renderlo efficace e funzionante”.
Previ accordi con la ditta Pfe  -che gestisce il servizio di pulizia dei locali dell’Azienda e curerà la corretta raccolta differenziata in collaborazione con la Igm  e l’Ufficio Ambiente del Comune di Siracusa – si è stabilito di posizionare nelle aree comuni antistanti ogni singolo piano del Pta di via Brenta come negli Uffici amministrativi e negli Ambulatori raccoglitori differenziati per la carta e per la plastica. Negli ambulatori sanitari i contenitori differenziati sono stati collocati nei corridoi comuni e, laddove possibile, anche al loro interno. Nell’area dell’ex Onp di contrada Pizzuta i contenitori differenziati sono stati posizionati nelle aree comuni di tutti i padiglioni e nei singoli piani.




Siracusa. In coda all'ufficio postale ma era ai domiciliari. Denunciato per evasione

Era in coda in un ufficio postale di Siracusa. E le code, si sa, spesso portano via più tempo del previsto. E lui, un 53enne, aveva un motivo in più degli altri per fare tutto di corsa: doveva tornare a casa prima di eventuali controlli della polizia. E’, infatti, sottoposto ai domiciliari. Ma nulla ha potuto fermare l’esigenza insopprimibile di raggiungere l’ufficio postale. Forse per una bolletta, magari per un’operazione sul conto corrente o solo per ritirare un pacco. Fatto sta che è stato sorpreso dai poliziotti proprio mentre aspettava il suo turno. E per questo è stato denunciato per evasione. Non è stato comunicato se sia comunque riuscito a completare l’operazione per cui aveva eluso la misura dei domiciliari. Per il futuro, meglio preparare una delega.
(foto: ufficio postale generico)




Ars, spese pazze. In Procura il primo dei siracusani indagati: Cappadona. Si è avvalso della facoltà di non rispondere

Spese pazze all’Ars, al palazzo di Giustizia di Palermo è stata la volta di Nunzio Cappadona. E’ il primo dei siracusani – parlamentari regionali in carica o ex – convocati nell’ambito dell’indagine sui conti “allegri” dei gruppi parlamentari dell’Assemblea Regionale. L’ex capogruppo di Alleanza per la Sicilia, accompagnato dall’avvocato Amato, si è avvalso della facoltà di non rispondere.  E alla stampa ha affidato il suo pensiero in una nota: “Ho correttamente impiegato il denaro ricevuto rispettando la normativa in vigore. Ho monitorato le spese degli altri componenti del gruppo attraverso l’acquisizione delle relative ricevute, pertanto attendo fiducioso che l’iter delle indagini si concluda. Sono sereno poiché le accuse mosse nei miei confronti sono prive di fondamento”.
Tra le contestazioni che gli sarebbero mosse, i contributi distribuiti ad associazioni di volontariato di Siracusa e Trapani (Marlin Club, Siracusa Giovani 900, La Famiglia Colorata, il Centro Ascolto Oncologico Simultaneo). Beneficenza, certo. Ma per i magistrati palermitani sarebbe beneficienza fatta con i soldi del gruppo parlamentare e quindi pubblici. Nunzio Cappadona è stato capogruppo Mps per due anni. Nella lista delle spese anche contributi a persone che mai avrebbero prestato attività lavorativa per la Regione, pranzi, un necrologio da 700 euro, e vari contributi per organizzazione attività congressistiche.




Noto. Da oggi torna in libertà Antonino Restuccia. Il dubbio sulla visita al cimitero per Marisol

Otto giorni con il fardello di un’accusa pesantissima: omicidio colposo plurimo. Quattro di questi passati in carcere, a Cavadonna, e poi ai domiciliari, confinato a Noto in casa della madre. Ma da questa mattina Antonino Restuccia torna ad essere un uomo libero. Libero anche di andare al cimitero per trovare la piccola nipotina di sette anni, Marisol. O le amiche Sandra Tumminieri e Maria Gioielli. Sono le tre vittime della tragedia di contrada Romanello, domenica 2 febbraio. Quando inizia il doppio, terribile incubo di Restuccia.
Nelle prime ore della mattina, dopo giornate di maltempo, l’incontro con la furia del torrente Asinaro che porta via la macchina che lui guidava (con sette persone a bordo, ndr) e spezza tre vite. Sotto choc, Restuccia viene trovato dai soccorritori a diversi metri di distanza dal luogo della disgrazia. Rilascia dichiarazioni spontanee agli investigatori e nel pomeriggio viene arrestato. Gli viene contestata una grave imprudenza all’origine della triste fatalità. Il gip decide, a metà della settimana scorsa, di convalidare la misura cautelare ma disponendo che dal carcere venga spostato ai domiciliari. Con il divieto assoluto di entrare in contatto con altri oltre la madre. Niente visite, niente telefonate. Una sorta di isolamento per consentire di raccogliere ulteriori testimonianze senza correre il rischio che Restuccia le “inquini”. Misura dei domiciliari valida fino a  lunedì 10 febbraio. Ora una parte del suo dramma personale è sparita.
Resta forse la più pesante, quella che parte dalla coscienza. Il dolore infinito per le tre vittime. In particolare per l’adorata nipotina. L’aveva quasi acciuffata mentre il torrente, impetuoso, sbatteva la sua auto a destra e a sinistra. Per un attimo aveva pensato di poterla tirar fuori da quell’inferno di acqua e fango. Non ce l’ha fatta e l’ha detto più volte agli investigatori e al suo avvocato, quasi fosse l’unico cruccio di tutta la vicenda. Solo urla e lo scroscio dell’acqua. Sino al silenzio finale, irreale. E alla confusione in quel buio impenetrabile che nasconde agli occhi la crudezza di quello che è accaduto.
Chissà quali pensieri davanti quelle foto e quelle lapidi. Chissà se avrà subito la forza di quell’incontro dolente. Lui, lo zio e l’amico, che avrebbe dovuto riportare tutti a casa e che invece ancora “sente” e “vede” quegli istanti in cui vivere o morire è solo questione di casualità.




Siracusa. Brogli elettorali, presentato l'esposto in Procura dai deputati eletti

Gli avvocati Gianluca Caruso e Paolo Ezechia Reale hanno depositato in procura a Siracusa, questa mattina, l’esposto dei sette deputati regionali “sub judice”. Una decina di pagine, partendo da quanto riportato nel dispositivo del Cga dello scorso 5 febbraio – quello che ha ordinato il ritorno alle urne in 9 sezioni tra Pachino e Rosolini per le Regionali 2012  -per chiedere ai magistrati siracusani di fare luce su due possibili notizie di reato che emergerebbero, a loro dire, dalla sentenza del Consiglio di Giustizia Amministrativa di Palermo: il possibile uso del meccanismo della scheda ballerina e la misteriosa sparizione dei plichi con le schede elettorali dagli archivi del Tribunale. Vicenda intricata, nella quale sarebbero peraltro emersi nelle ultime ore fatti nuovi che – secondo indiscrezioni – riguarderebbero la composizione dei seggi dove si tornerà a votare entro una quarantina di giorni.