Siracusa. Il Consiglio Comunale litiga anche sulle iniziative simboliche. E rimedia una figura così, così…

Il Consiglio Comunale di Siracusa si “perde” parlando del regolamento del Consiglio comunale dei ragazzi. Una bella iniziativa proposta dal consigliere pd, Carmen Castelluccio, avallata dal difensore dei diritti dei bambini, Franco Sciuto, si tramuta in brutta figura. Per l’istituzione e per i consiglieri. Organismo simbolico, il consiglio comunale dei ragazzi rappresenta un modo per “aprire” le istituzioni e consentire ai più piccoli di avvicinarsi e comprendere il funzionamento della macchina pubblica. Tanto semplice e tanto meritevole che l’iniziativa doveva essere salutata con un applauso dell’aula già dieci minuti dopo l’inizio della seduta. Considerando che ci sono voluti sei mesi per portarla in aula.
E invece l’approvazione del regolamento del consiglio comunale dei ragazzi – leggasi bene: consiglio comunale dei ragazzi – diventa oggetto di battaglia politica. Nemmeno si stesse parlando di Prg, impianti sportivi o Tares. Oltre 80 minuti di discussioni, anche accese. In mezzo una sospensione e bizantinismi da “manuale Cencelli” per composizione, regole di accesso e quant’altro. Neanche ci fossero in ballo posti di sottogoverno. Non una grande figura per i consiglieri comunali di Siracusa. Amareggiata la Castelluccio che sperava ben altro cammino per l’approvazione – che c’è stata alla fine – del regolamento. Dai banchi dell’opposizione, il “censore” Salvo Sorbello ha allargato le braccia ed è andato via. “Ma che esempio diamo ai giovani, così?”, si domanda raggiunto al telefono dalla redazione di SiracusaOggi.it. “Se un bambino avesse seguito la seduta di ieri, altro che interessarsi al consiglio dei giovani…Voci, litigi. Una scena assurda. Una iniziativa simile nasce per spiegare ai più piccoli che la politica non è una cosa sporca da cui stare alla larga e invece la discussione si arena sulla composizione del consiglio dei ragazzi…”. Sorbello, per una volta, è rimasto senza parole. Ha preso le sue carte ed ha lasciato, alquanto disgustato, l’aula.
Il Consiglio Comunale di Siracusa torna a riunirsi questa sera, in seconda convocazione. Ma la frittata ormai è fatta. Un altro pezzo di credibilità istituzionale è andata. Signori Consiglieri, una domanda: quando comincerà l’operazione simpatia?




Cassibile. I carabinieri inseguono e arrestano ladri di arance e ortaggi

Furti nelle aziende agricole. Sventato un altro colpo nei pressi di Cassibile. I carabinieri hanno arrestato Andrea Danto e Luigi Calcinella , rispettivamente di 25 e 28 anni, entrambi di Siracusa e con precedenti di polizia. Sono accusati di furto aggravato in concorso di arance ed ortaggi vari. I due, insieme ad una terza persona incensurata (un 20enne),  sono stati sorpresi dai militari che, dopo un lungo inseguimento lungo la S.S. 115, li hanno bloccati nei pressi del mercato ortofrutticolo di Siracusa. I tre avrebbero avuto l’intenzione di rivenderli.  La refurtiva, per circa 260 kg, è stata restituita al proprietario. Gli arrestati  sono stati posti ai domiciliari.




Siracusa. I vertici regionali e locali dell'Idv dal sindaco Giancarlo Garozzo

Il sindaco, Giancarlo Garozzo, ha ricevuto la visita dei vertici regionali e locali dell’Italia dei Valori. La delegazione era guidata dal segretario regionale, Salvatore Messana, che era accompagnato dal suo vice, Nino Alessi, e dal commissario provinciale, Mimmo Scalone.
“Si è trattato di un incontro cordiale – dichiara il sindaco Garozzo – nel corso del quale abbiamo tracciato un quadro dei rapporti all’interno del centrosinistra per la condivisione di un percorso comune. I dirigenti dell’Idv apprezzano l’operato della mia amministrazione e si sono detti pronti a collaborare nell’interesse della città. Ho ringraziato per l’apprezzamento e ho auspicato la migliore fortuna nell’opera di riorganizzazione del movimento attuata dalla nuova dirigenza”.




Lentini. Pensionato con ottimi riflessi mette in fuga i rapinatori

A 73 anni sembrava una vittima perfetta per una rapina. Devono avere pensato qualcosa di simile i due che a Lentini, in via Monte Grappa, hanno aggredito un pensionato per rubargli la pensione appena riscossa. Quello che non potevano immaginare, però, era la pronta reazione del malcapitato. Che ha spiazzato i malviventi. I due hanno rinunciato al loro piano criminale dandosi alla fuga. Sul caso indaga la polizia.




Sortino. Loro giocano alle macchinette e la figlioletta di tre anni vaga da sola. Denunciati marito e moglie

La chiamano ludopatia, malattia dei nostri tempi. Una sorta di assuefazione al gioco, specie d’azzardo. Una dipendenza vera e propria, capace di non far pensare ad altro che a quelle macchinette installate in molti esercizi pubblici e null’altro. Nemmeno alla propria figlia. Succede a Sortino, all’interno di una tabaccheria. I poliziotti, durante dei controlli amministrativi, si trovano davanti l’incredibile scena: una giovane coppia, marito e moglie, totalmente assorbiti dal gioco mentre la figlioletta di tre anni vagava senza alcuna attenzione. I due sono stati denunciati perchè per un considerevole lasso di tempo si sarebbero disinteressati della bimba. L’ipotesi di reato loro contestata è violazione dell’assistenza materiale.
(foto: dal web)




Noto. L'avvocato di Antonino Restuccia: "Ha cercato di salvare gli altri, il carcere misura dura"

Paolo Signorello è il difensore di Antonino Restuccia, il netino da ieri in carcere con l’accusa di omicidio colposo plurimo dopo che un’onda di piena ha colpito l’auto che guidava in contrada Romanello, nelle prime ore di domenica. Tre vite spezzate, tra cui quella della piccola Marisol, sette anni, nipote di Restuccia. Signorello parla di un uomo doppiamente traumatizzato. “Ha rischiato anche lui l’annegamento ma soprattutto nessuno dimentichi che due delle vittime sono sue parenti”. E’ provato, l’esperienza del carcere ha scosso nervi già tesi per quanto accaduto. Domattina l’avvocato Signorello andrà a trovarlo a Cavadonna. Intanto lavora alla difesa, acquisisce testimonianze, valuta i documenti. “E ho già chiesto al pm di voler disporre la custodia cautelare ai domiciliari, in casa della madre, in attesa dell’udienza di convalida. Non so se questa carcerazione è la misura adeguata”, dice ancora lasciando trapelare dubbi su di una eccessiva severità nei confronti del suo assistito.
“Lui non ha intravisto nella maniera più assoluta una situazione di pericolo”, illustra poi il legale parlando della posizione di Restuccia. “Tutti in quell’auto hanno condiviso la scelta di proseguire. Tranne la povera bimba, erano tutti maggiorenni. Se volevano, ragionando per assurdo, potevano anche chiedere di fermare l’auto e scendere. Non lo ha fatto nessuno. Avrebbero persino fatto cenno di proseguire. Voglio leggere bene le testimonianze di tutti perchè alcune dichiarazioni apparse sulla stampa non mi tornano”. Poi chiarisce cosa sarebbe successo in quei drammatici e fatali istanti. “La macchina si è fermata solo perchè si è spento il motore, a causa della troppa acqua. Si sono ritrovati in mezzo al guado, proprio quando arrivava l’ondata di piena. Una disgrazia. Ma Antonino Restuccia è stato anche lui il primo a correre il pericolo di non farcela. E quando si è ritrovato fuori, si è prodigato per salvare gli altri: ha spaccato un vetro ma soprattutto mi ha detto che per un istante era riuscito ad afferrare la piccola Marisol. Non ce l’ha fatta a salvarla. Ed è il suo cruccio più grande”.
Nel buio totale della zona – non c’è un solo palo di illuminazione pubblica – ha poi perso di vista tutti gli altri. Ecco perchè quando i soccorritori sono arrivati sul posto di lui non c’era traccia. Solo grazie alla luce del telefonino ha ritrovato poco dopo l’altro uomo, che gli era seduto al fianco e che avrebbe avvisato le forze dell’ordine di quanto accaduto.
Il resto è storia conosciuta. L’ospedale per le prime cure, l’acquisizione di dichiarazioni spontanee e l’arresto scattato nel primo pomeriggio. Poi le porte del carcere che si chiudono alle sue spalle.
(foto: nel tondo, Antonino Restuccia)




Siracusa. Inquinamento e miasmi: i Verdi e Green Italia presentano un esposto in Procura

Annunciato qualche settimana fa, è stato presentato oggi l’esposto alla procura della Repubblica di Siracusa su miasmi e veleni industriali. Il presidente nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli, è tornato a Siracusa come ha fatto durante i gironi caldi dell’emergenza Ilva a Taranto. E insieme a Fabio Granata (Green Italia) ed al responsabile del sole che ride in città, Giuseppe Patti, ha incontrato il procuratore capo Giordano, sin dal suo insediamento particolarmente sensibile alle tematiche della zona industriale. “E’ una pagina nuova e decisiva nella lotta ai veleni industriali in Sicilia e per il diritto alla vita e alla salute”, spiegano i tre all’unisono. L’esposto è voluminoso e vi sono denunciate quelle che per Bonelli, Granata e Patti sono state negli anni “manchevolezze nei controlli, complicità, patologie in vertiginoso aumento, mancate bonifiche, opacità. Abbiamo fornito importanti prove sulle responsabilità della Regione e delle imprese industriali. La battaglia in difesa del popolo inquinato si arricchisce di nuove speranze e di scenari inediti. Nelle prossime settimane l’iniziativa si sposterà presso la Procura di Palermo e in sede comunitaria a Bruxelles:per tutte le aree industriali siciliane e per il Governo della Regione si prospettano controlli stringenti e accertamenti di gravi responsabilità attive e omissive”, recita una nota di Green Italia.
(foto: Bonelli nel corso di una visita ad un terreno nei pressi del sito industriale di Priolo)
 




Noto. Dalla speranza dei primi soccorsi alla triste procedura di recupero dei cadaveri. Il racconto dei soccorritori

Antonio Gallitto è il funzionario dei Vigili del Fuoco che ha coordinato e gestito i primi soccorsi in contrada Romanello, Noto. Dodici ore di lavoro, dalle 4 del mattino sino alle 16 di ieri. Un lungo intervento  iniziato con la speranza di poter salvare delle vite umane e terminato con la triste operazione di recupero dei cadaveri.
“Appena arrivati – racconta a SiracusaOggi.it – abbiamo subito aiutato le due donne che erano riuscite a salvarsi”. Una delle due è la mamma della piccola Marisol e ancora non ha contezza della disgrazia. “Le abbiamo trovate in forte stato confusionale. Si erano arrampicate su quell’albero contro cui la macchina ha terminato la sua corsa”. Farfugliano, non riescono a fornire elementi concreti. Per raggiungerle, un vigile pratico in tecniche Saf guada il fiume in un punto in cui minore è il rischio e, sull’altra sponda, raggiunge proprio le due donne. Con coraggio attraversa i circa quattro metri di larghezza del torrente e inizia a montare la cosiddetta teleferica, necessaria per trasportare verso i mezzi di soccorso i superstiti. Dei due uomini che pure erano dentro l’auto non si hanno notizie in zona. “Ma l’allarme è stato dato da uno dei due, credo il passeggero lato guida”. Intanto,  i soccorritori – che operano anche con l’ausilio di un gommone – notano le sagome di altre persone dentro l’auto. “Abbiamo subito capito che per loro non c’era molto da fare”, spiega ancora Gallitto.
Per estrarli da quell’auto che è diventata una tomba, i vigili del fuoco devono prima rompere i finestrini. “Impossibile pensare di aprire il portellone o fare diversamente, a causa della pressione dell’acqua”. In quel punto raggiunge il metro e cinquanta. Gli operatori Saf sono abituati ad intervenire in scenari tipici di alluvioni o grandi incidenti. Ma quando arriva il momento di Marisol, a fatica contengono la commozione. C’è un silenzio quasi irreale attorno e persino il brusio delle acque per un istante rallenta. E la tragedia assume appieno tutto il suo tetro peso.
(foto: Ansa da La Repubblica)




Omicidio colposo plurimo: che condanna rischia Restuccia, l'uomo alla guida della Ypsilon grigia

Abbiamo chiesto all’avvocato Michele Mauceri perchè all’uomo alla guida dell’auto travolta dal torrente è stato contestato l’omicidio colposo plurimo. “Gli inquirenti hanno evidentemente riscontrato nella condotta del guidatore delle irresponsabilità tali da risultare determinanti nel rapporto di causa/effetto. La prima, la più evidente, è la constatazione che dentro l’auto vi fossero sette persone. Un numero spropositato per quel tipo di vettura, specie perchè a tre porte. Immagino che il magistrato abbia subito valutato che quattro persone sedute dietro equivalga a limitare, se non annullare, le possibilità di movimento dentro l’auto”. Chi era seduto dietro si sarebbe, insomma, ritrovato in trappola una volta travolti dall’onda di piena. “Non credo – prosegue l’avvocato Mauceri – che il magistrato abbia tenuto in considerazione nella formulazione dell’accusa l’eccessivo rischio costituito dalla decisione di procedere comunque. Immagino, piuttosto, pesi di più sull’accusa il carico eccessivo che ha reso la macchina meno agile in manovra, aumentando la superficie esposta alle acque. Un altro fattore che, dovrà essere provato, potrebbe aver trasformato l’auto in una bara”. Per Antonino Restuccia, il 32enne che era alla guida dell’auto, si sono aperte ieri le porte del carcere. “E il processo potrebbe concludersi con una condanna non inferiore a tre anni”, ci spiega Michele Mauceri. “Nel caso di un patteggiamento, probabile che si arrivi a due anni e sei mesi. Meno, non credo proprio. “.




Calcio, la confessione del presidente dell'SC Siracusa: "Sogno la Serie D"

“Sogno la serie D”. Il presidente dell’SC Siracusa, Gaetano Cutrufo, non si nasconde dopo il successo di Barcellona contro l’Igea Virtus. “Una vittoria ottenuta con le unghie, grazie alla forza di volontà del gruppo e del nostro allenatore. Ragioniamo e giochiamo da grande squadra. Siamo andati a Barcellona consapevoli che un pareggio ci sarebbe stato stretto e che soltanto i tre punti ci avrebbero veramente ripagato dei sacrifici che stiamo facendo. In questo momento la squadra gira alla perfezione. Non chiedevo altro. Mi sento soltanto di fare un grosso applauso a questo gruppo”.
Quanto al clima da far west in campo e sugli spalti del D’Alcontres verso i giornalisti siracusani presenti. “Sui campi, in generale, si dovrebbe forse avere maggiore rispetto per l’avversario e saper anche perdere”, commenta serafico il presidente azzurro. “Scalare la classifica poteva sembrare un’impresa ma la speranza è rimasta sempre accesa. Mi tormentava l’idea di fallire malamente in casa mia, a Siracusa. Ecco perché ho rivoluzionato tutto. Ora però si deve guardare avanti e per vincere ancora c’è bisogno che tutto l’ambiente coltivi questo entusiasmo”.