Siracusa. Francesco e Ivana, i due senzatetto domani sposi che intanto protestano a Palazzo Vermexio

I protagonisti di questa storia adesso hanno un nome ed un volto. I due senzatetto che hanno chiesto l’aiuto del Comune di Siracusa sono Francesco ed Ivana. Niente lavoro, niente casa ma quattro figli. Dopo gli appelli lanciati dalla consigliera del Pd, Princiotta, e dopo un incontro alle politiche sociali, questa mattina hanno deciso di venire allo scoperto.
Alle 8.00 erano in piazza Duomo, sotto Palazzo Vermexio. Un cartello scritto a penna per far conoscere, con dignità, il loro disagio: “Vogliamo invecchiare dignitosamente. Un lavoro e non morire di freddo e di fame senza un tetto”. Vigilia insolita di nozze, visto che domani Francesco e Ivana si sposeranno. Ironia della sorte, proprio in Comune. Francesco ha raccontato sulla sua bacheca facebook i primi istanti della loro protesta come quando, pochi minuti dopo le 8, scriveva: “buongiorno, palazzo vermexio ha aperto ora il portone e novità nessuna”. Nelle loro intenzioni, vorrebbero proseguire in questa visibile forma di protesta fino a che non matureranno buone nuove.
In realtà, dall’assessorato alle politiche sociali sono stati chiari quando hanno risposto alla loro richiesta di un alloggio popolare.  “Il Comune non ne ha disponibili ma in ogni caso ci sono le graduatorie da rispettare”. Alla famiglia in difficoltà era stato offerto un alloggio temporaneo, rifiutato. Fino a pochi mesi fa occupavano abusivamente un immobile in Ortigia. Attualmente sono ospiti della Caritas.




Siracusa. Finito l'incubo dei furti con spaccata: organizzazione catanese con manovalanza siracusana

E adesso basta furti con la “spaccata”. Gli inquirenti sono certi di aver assestato un colpo deciso all’organizzazione che si era specializzata in questo genere di colpi a Siracusa. Tre arresti, ieri, per confermare i sospetti iniziali. La banda che aveva iniziato a seminare preoccupazione tra gli esercenti più in vista della città aveva base e menti a Catania. Siracusana la manovalanza, i basisti. Non a caso, dei tre bloccati dalla Mobile di Siracusa subito dopo il quarto colpo tentato in via Monsignor Carabelli, due sono catanesi. Erano a bordo dell’auto di appoggio e sarebbero dovuti entrare in “scena” subito dopo la spaccata. Sono riusciti a sfuggire all’arresto, invece, i complici – o il complice- che si sono (è) occupati dell’auto ariete. Sulle loro tracce, adesso, c’è la Mobile di Catania che ha collaborato con i colleghi siracusani nelle indagini.
L’incubo in città dovrebbe essere finito, a meno di pericolose emulazioni. I furti erano diventati frequenti e persino spregiudicati. Colpi a ripetizione, quattro in poche settimane. Un modo di agire sin troppo sospetto che ha subito messo gli investigatori sulla pista giusta.
L’organizzazione sceglieva con “cura” i negozi da svaligiare. Prevalentemente abbigliamento di lusso, richiesto e facile da rivendere a basso costo sul mercato nero. Pochi minuti per fare tutto. La “spaccata” attira subito attenzioni e fa scattare immediatamente gli allarmi. Guadagni facili e immediati quindi, ma realizzati con una “tecnica” criminale rischiosa.
Sul fatto che tutte le rapine con auto ariete avvenute a Siracusa siano opera della stessa organizzazione ci sarebbero pochi dubbi. Gli investigatori stanno incrociando i dati per collocare gli arrestati sulle scene dei precedenti furti e magari risalire anche ai complici.




Augusta. Fermato il presunto scafista dello sbarco di ieri. Era alla guida del barcone con altri 202 migranti

Attesa, è arrivata in porto ad Augusta la nave San Marco della Marina Militare. A bordo del mezzo anfibio, 203 migranti soccorsi in precedenza dalla Zeffiro. Con  qualche ora di ritardo rispetto alle previsioni, l’ingresso nel porto commerciale megarese. Arrestato anche il presunto scafista, identificato direttamente a bordo da personale della polizia di frontiera imbarcato. Si ratta di Hichem Talmoudi, tunisino di 43 anni.  L’uomo è stato sorpreso al timone del  barcone soccorso  in mare  nell’ambito dell’operazione “Mare Nostrum”, mentre tentavano di raggiungere le coste italiane. Il barcone carico di immigrati era stato localizzato in un primo momento da un elicottero EH101 proprio della San Marco che ha inoltrato la posizione alla fregata più vicina per prestare soccorso. Il comandante di nave Zeffiro, dopo aver raggiunto la posizione dei migranti, constatato il sovrannumero di persone a bordo, quasi tutte prive di dotazioni di sicurezza, ha dichiarato la situazione di emergenza. Nella serata di ieri sono stati condotti a bordo della fregata. Dalle prime dichiarazioni rilasciate, risultano essere provenienti da Pakistan, Nigeria, Marocco, Palestina, Liberia, Camerun, Siria, Yemen e Tunisia. Tra di loro 157 uomini, 16 donne (di cui tre in stato interessante) e 29 bambini.

Due giorni fa stati condotti al porto megarese altri 236 immigrati (leggi qui).

 




Siracusa. Non convalidato il fermo di Fiorino. Che dopo il blitz e l'arresto si congratula con i poliziotti

Vito Fiorino, il siracusano latitante dall’agosto del 2012, arrestato nei giorni scorsi con un blitz della Mobile in città, è in carcere a Siracusa. Dovrà restarvi almeno per altri cinque mesi, dopo la fuga dalla Casa di Lavoro di Sulmona dove scontava la sua pena. Ma gli investigatori sono convinti di un suo coinvolgimento nell’omicidio di Liberante Romano, vicenda di mafia che affonda le sue radici nel lontano 2002, una storia che potrebbe allungare la sua permanenza in carcere. Ritenuto elemento di spicco del can Bottaro-Attanasio, Fiorino è stato “sorpreso” proprio nella sua abitazione a Siracusa il 10 gennaio.
Il blitz è stato condotto dalla Mobile siracusana a cui il latitante, sorpreso dall’operazione, ha voluto rivolgere i suoi complimenti come nella tradizione dei grandi boss finiti in arresto. Gli investigatori erano sulle sue tracce da diverso tempo. Sapevano che dopo un primo periodo di latitanza lontano dalla sua città, era tornato a Siracusa. Ma non nella casa di famiglia, quanto piuttosto in un’abitazione nella zona di mare. Non sentendosi particolarmente braccato, negli ultimi tempi era diventato meno “discreto”, abbassando la guardia, recandosi spesso in quella casa dove si era comunque premunito di dotarsi di una comoda via di fuga: una botola per scappare dai tetti.
Non ha comunque avuto modo di servirsene. Quando i poliziotti hanno fatto scattare il blitz, Fiorino era in casa, circondato, con agenti anche sul tetto. Sorpreso, si è congratulato per l’operazione.
Ora si attendono risvolti anche sul fronte giudiziario. Il fermo operato su richiesta della Dda di Catania non è stato intanto convalidato dal gip che ha ritenuto insufficienti le dichiarazioni dei due collaboratori che citano Fiorino. La direzione distrettuale antimafia ha preannunciato di voler presentare ricorso.




Siracusa. Rifiuti, un'idea di ritorno per il futuro: termovalorizzatore. La proposta di Milazzo (Progetto Siracusa)

Chiusura della discarica di Costa Gigia. Il capogruppo di Progetto Siracusa, Massimo Milazzo, chiede “scelte politiche precise che mirino ad un moderno sistema di gestione dei rifiuti urbani. Altrove la gestione dei rifiuti è un’occasione di salvaguardia dell’ambiente e di creazione di sistemi industriali e di posti di lavoro”. Dallo scorso dicembre, il Comune di Siracusa conferisce i rifiuti in una discarica del catanese con conseguente aggravio dei costi. Un di più che non si tradurrà in un aumento in bolletta per i cittadini perchè l’amministrazione ha deciso di provvedere con propri fondi di bilancio, attraverso risparmi su servizi Igm non ritenuti al momento necessari. Ciò non toglie che per Siracusa, come per altri 19 Comuni del siracusano che conferivano a Costa Gigia, si debba mettere mano ad una nuova soluzione per la gestione dei rifiuti.  “Si può andare verso la realizzazione degli impianti di compostaggio o verso la costruzione del termovalorizzatore. Riguardo quest’ultima direzione ricordo che vi sono già tanti termovalorizzatori in Italia ed in tutta l’Europa, è assodato che non inquinano e la centrale Enel Tifeo che chiuderà i battenti l’anno prossimo potrebbe essere agevolmente riconvertita in un termovalorizzatore”, la proposta di Milazzo che riporta indietro le lancette di almeno otto anni, agli albori della tribolata vicenda del rigassificatore. “L’importante è che si agisca e si superi l’antiquato e costoso per l’ambiente e per i cittadini metodo del conferimento dei rifiuti nelle discariche”, insiste ancora Milazzo.
“Oggi non ha più organi politici la provincia regionale di Siracusa ed è commissariato il comune di Augusta nel cui territorio sorge la discarica di Costa Gigia. Ritengo pertanto che il Consiglio Comunale di Siracusa, città capoluogo, insieme a tutte le forze politiche del territorio e alle organizzazioni sindacali e imprenditoriali abbia il serio dovere di onerarsi del disegno di una nuova politica dello smaltimento dei rifiuti urbani. Ne va dello sviluppo del territorio e della creazione di nuovi posti di lavoro”, il pensiero di Massimo Milazzo.




Noto. Cattedrale gremita per l'ultimo saluto al vescovo Nicolosi

Funerali del vescovo emerito di Noto, Salvatore Nicolosi. Per l’ultimo saluto all’alto prelato, per ventotto anni a capo della diocesi netina, cattedrale gremita. La celebrazione era iniziata con la processione dei Vescovi di Sicilia e di tantissimi preti e diaconi della diocesi dalla basilica del Seminario alla Cattedrale, con una significativa presenza di rappresentati delle istituzioni.
Nell’omelia, il cardinale Paolo Romeo ha ricordato come Nicolosi “ha voluto una Chiesa dal volto familiare”. C’era anche l’affetto della “sua” Noto testimoniato dalle centinaia di saluti sul libro posto davanti alla bara. L’attuale vescovo di Noto, Antonio Staglianò, ha salutato Nicolosi come “angelo custode di questa Chiesa”.
Durante la cerimonia, è stato letto anche il testamento spirituale di monsignor Nicolosi, con parole di affidamento alla misericordia di Dio e commoventi richieste di perdono, soprattutto ai preti se non si erano sentiti ascoltati o se non avevano trovato nel vescovo un esempio.
Il vescovo emerito di Noto è scomparso la mattina del 10 gennaio alle  6. “La Chiesa non è opera di singoli, fossero pure grandi santi. La Chiesa è comunione, e quindi cammino comune, sinodo, nella sua stessa essenza. Ogni gesto ecclesiale deve quindi nascere nel rispetto e nell’ascolto fraterno, nel confronto sincero e leale, nell’attenzione e nel servizio ai più piccoli, nella magnanimità verso i limiti e le necessità dei più deboli”, recita uno dei suoi scritti. Di Monsignor Salvatore Nicolosi si ricordano soprattutto la visita pastorale, il gemellaggio con Butembo-Beni, l’aggiornamento continuo alla celebrazione del Sinodo diocesano.

 




Portopalo. Intimidazione al sindaco Taccone. A fuoco l'auto di famiglia

Clima surreale a Portopalo. Comunità scossa e preoccupata dopo l’incendio che ha gravemente danneggiato la Fiat Marea di Michele Taccone, il primo cittadino. Diversi gli aspetti inquietanti, a cominciare dall’orario in cui ignoti hanno lanciato “l’avvertimento” al sindaco del piccolo centro a sud di Siracusa. Auto in fiamme alle 18.30 di ieri pomeriggio, un orario centrale solitamente per la vita cittadina. Pochi i dubbi sull’origine dolosa, anzi inesistenti. Il rogo sarebbe partito da uno degli pneumatici, un dato che scarterebbere l’eventualità di un corto circuito elettrico.  L’auto era parcheggiata in via Tasca, a poche decine di metri dalla stazione dei Carabinieri. La prima ad intervenire è stata la moglie del sindaco, che era in casa, aiutata da alcuni vicini. Per domare l’incendio è stato comunque necessario l’intervento dei vigili del fuoco di Noto. Per Michele Taccone, sindaco di Portopalo, è il secondo atto di questo tenore. Il primo nel 2005. E Portopalo inizia ad avere paura.




Siracusa. Rosario Scalisi vice dirigente della squadra Mobile

Nuovo dirigente alla Questura di Siracusa. Si è insediato questa mattina Rosario Scalisi, vice dirigente della Squadra Mobile. Scalisi è’ laureato in giurisprudenza presso l’Università di Messina ed ha frequentato il master di II livello in “Scienze per la Sicurezza” tenuto presso la Scuola Superiore di Polizia di Roma.




Augusta e le armi chimiche siriane. Giovedì ufficiale il nome del porto italiano che le ospiterà. La paura di proteste organizzate

Giovedì si conoscerà il nome del porto italiano che dovrà ospitare la nave da trasporto danese Ark Futura e il suo pericoloso carico: armi chimiche sequestrate in Sira dall’Onu. Augusta è dalla prima ora uno dei nomi caldi. Nelle ultime settimane si sono moltiplicate le voci di protesta e pressione per evitare che la scelta possa ricadere sul porto megarese. E proprio le “pressioni” popolari preoccupano gli americane se persino il Wall Street Journal ha dedicato un  articolo ai ritardi possibili che le operazioni di stoccaggio e distruzione dei materiali bellici potrebbero incontrare in Italia per via delle resistenze locali. Anche i No-Muos starebbero seguendo da vicinola vicenda in previsione di una possibile mobilitazione a “difesa” di Augusta. La Ark Futura, comunque, non dovrebbe arrivare nel porto italiano che sarà selezionato dagli esponenti Onu prima di febbraio. Bisognerà però capire quanto a lungo vi sosterà in attesa della Cape Ray, la nave americana su cui saranno trasbordati e stoccati i materiali sequestrati in Siria. Tempo che quelle armi dovrebbero trascorrere giocoforza su territorio italiano. O – visto che dal Governo spiegano che non lasceranno mai la nave danese – nelle immediate vicinanze del territorio italiano. Una diplomatica olandese responsabile, della missione Onu, ha dichiarato che difficilmente le navi “resteranno in mare attendendo l’arrivo al porto del restante materiale chimico”.
Cosa c’è a bordo della Ark Futura? Le 1.300 tonnellate di armi e componenti chimici provenienti da 12 siti siriani, stipati in container. Secondo fonti vicine alle Nazioni Unite, il termine per la distruzione di 20 tonnellate più pericolose del carico è fissato per il 31 marzo, il 30 giugno per l’intero carico.
Insieme ad Augusta, restano “in ballo” i porti di Taranto, base Nato,  Gaeta e la base navale di Capo Teulada. I porti di Augusta e Gaeta, sono già off limits rispetto al territorio urbano in quanto riservati alla marina Usa e per questo godrebbero di “favore” in sede di scelta. Ma il timore, specie ad Augusta, è di forti proteste organizzate proprio in stile No Muos.




Siracusa: 1,3 milioni di euro per Ortigia. Rifinanziata dalla Regione la legge speciale. Soddisfatto Vinciullo

Approvato con la manovra regionale anche un emendamento per rifinanziare la legge speciale per Ortigia. Un milione e trecentomila euro che la Commissione Bilancio aveva già inserito nella Finanziaria 2014. Soddisfatto l’on. Enzo Vinciullo, che ha proposto l’emendamento. “L’anno scorso – spiega – era stata stanziata una somma di molto inferiore. Questo emendamento contribuirà a risanare il centro storico di Siracusa che è uno dei più apprezzati al mondo per  bellezza e storia”.
Il deputato di Ncd rivolge poi un pensiero all’ex presidente della Regione, recentemente scomparso, Santi Nicita. “E’ stato il padre della Legge Speciale per Ortigia che ha consentito in questi anni di risanare centinaia di immobili”, l’omaggio di Vinciullo.