Siracusa. Operazione innovativa all'Umberto I: impiantato un defibrillatore sottocutaneo

Eseguito all’Umberto I di Siracusa un innovativo intervento di cardiologia. Ad un paziente di 44 anni affetto da rara cardiopatia genetica è stato impiantato – dopo un arresto cardiaco provocato da aritmie ventricolari maligne – il primo defibrillatore sottocutaneo che non tocca né cuore né vasi. L’equipe di Aritmologia ed Elettrostimolazione composta da Giuseppe Romano, Gianfranco Muscio e Bruno Maltese ha curato le fasi della delicata operazione. Il defibrillatore cardiaco sottocutaneo S-ICD è l’unico al mondo che viene inserito sottocute senza toccare né il cuore né i vasi sanguigni.
“Abbiamo potuto offrire una terapia innovativa, indispensabile per la sopravvivenza del paziente e con rischi operatori molto ridotti”, commenta il commissario straordinario dell’Asp di Siracusa, Mario Zappia.
Per le sue caratteristiche di “non invasività” – non si devono inserire elettrocateteri nel cuore – il defibrillatore sottocutaneo S-ICD costituisce una straordinaria alternativa ai defibrillatori tradizionali. “Le sue due componenti, il generatore di impulsi e l’elettrocatetere – spiega Eugenio Vinci – vengono posizionate rispettivamente sul lato sinistro della gabbia toracica e nella regione dello sterno. La selezione del paziente avviene a seguito di valutazione di parametri elettrici che garantiscano l’efficacia del sistema e la procedura d’impianto utilizza punti di riferimento anatomici senza ricorrere alla fluoroscopia”.
E’ una delle frontiere più avanzate della medicina minimamente invasiva “ed è motivo di orgoglio che il primo impianto in provincia di Siracusa sia stato eseguito proprio nel nostro ospedale che, al momento, costituisce l’unico centro che offre questa soluzione terapeutica”, dice ancora Vinci.

(foto da sinistra: il direttore di Cardiologia e Utic dell’Umberto I Eugenio Vinci, l’infermiera di sala operatoria Maria Carpinteri, il cardiologo dell’equipe che ha eseguito l’impianto Bruno Maltese)




Siracusa. On. Pippo Gianni. "Regione, nuova ricchezza dall'articolo 37. I Comuni industriali meritano una compensazione"

Applicazione del “famoso” articolo 37 dello Statuto Regionale Siciliano. I tempi pare siano finalmente maturi, dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dello scorso 24 dicembre. Per sintetizzare, dal 2014 le aziende che fanno impresa in Sicilia (capannoni, stabilimenti, sedi, etc) pur avendo sede legale altrove dovranno pagare le tasse alla Regione. Una pioggia di miliardi di euro – secondo alcuni calcoli addirittura 15 – che potrebbero rilanciare economia ed occupazione. Ne è certo il deputato regionale Pippo Gianni. “Sin dal 1984 mi batto per questa benedetta applicazione”, racconta. “Già allora avevo immaginato  che questa fosse la via d’uscita per salvare la Sicilia”, aggiunge poi. Ma ci sono voluti quasi trent’anni per arrivare al traguardo. “E questo perchè Roma non voleva certo rinunciare a cuor leggero a questi soldi, a fronte di una classe politica siciliana che non si è sempre curata solo ed esclusivamente degli interessi della Regione”. Per Pippo Gianni “questa è una vittoria fantastica. Felice ci sia stato questo riconoscimento”. Un riconoscimento che oggi ha tanti padri, quanti salgono sul carro dei vincitori. Gianni non bada alla medaglietta e guarda ai numeri. “Con il mio consulente economico, Peppe Liberto, abbiamo stimato che tra aziende residenti e quelle che vengono e poi vanno via, la Regione potrebbe introitare 15 miliardi all’anno con questa applicazione dell’articolo 37. Se pensiamo che la Regione ne ha 5 di debito, immaginate cosa potremmo fare con la rimanenza che, con un acronimo, ho definito Pel ovvero Prodotto Esterno Lordo. E’ una battuta, ma aiuta a comprendere quanto importante potrebbe essere per i conti e le prospettive di investimento della Regione. Si potrebbero davvero costruire infrastrutture essenziali, nuovi ospedali, scuole”. Insomma, la Sicilia rischia di scoprirsi isola ricca. Con i Comuni pronti a sfregarsi le mani per partecipare alla distribuzione delle nuove risorse. “E siccome la gran parte entrerebbe dalla zona industriale, da Palermo devono pensare bene a quei Comuni sin qui penalizzati dall’inquinamento delle industrie. La nuova ricchezza deve essere redistribuita ai Comuni, ma operando nella misura una giusta compensazione per quelli industriali”, chiosa ancora Pippo Gianni.




Siracusa. Il Ciapi di Priolo "paracadute" della formazione regionale siciliana

Gli scandali sono purtroppo di casa nella formazione professionale regionale. Le inchieste giudiziarie hanno toccato diverse realtà e proseguono per fare pienamente luce sugli aspetti deleteri di un settore molto chiacchierato. Ma gli scandali lasciano anche macerie. Gli enti finiti al centro di indagini e sospetti si sono visti ritirare accreditamento e fondi regionali. E chi lavorava alle loro dipendenze si è trovato di punto in bianco in mezzo a impreviste difficoltà. Per venire in soccorso di molti di loro, ecco il bando regionale con il Ciapi di Priolo temporaneamente “delegato” dalla Regione a gestire l’intero sistema della formazione professionale siciliana. Bandito una selezione pubblica per soli titoli per l’assunzione con contratto a tempo determinato di 1.415 persone.  Le figure richieste sono 60 responsabili
di processo, 514 formatori, 321 tutor, 182 segretari didattici, 182 segretari amministrativi e 156 ausiliari. Il testo integrale del bando, con l’indicazione dei requisiti e delle modalità di partecipazione, è pubblicato sui siti online del Ciapi di Priolo www.ciapiweb.it e della Regione siciliana www.regione.sicilia.it/lavoro. Si tratta di un bando riservato agli operatori della formazione che hanno perso il lavoro a causa del coinvolgimento degli enti in inchieste giudiziarie.




Siracusa. Finiti i soldi, dal 31 dicembre stop all'assistenza alle famiglie e alle persone con disabilità. Distretto Socio-Sanitario D48 senza fondi

Esaurite le risorse finanziarie, il 31 dicembre si fermano i servizi erogati alle famiglie e alle persone con disabilità previsti dalla legge 328 del 2000. Il Distretto Socio-Sanitario D48 non ha più risorse finanziarie.  “Ci rendiamo conto dei gravi sconvolgimenti per tutte le persone coinvolte, per le famiglie, le persone con disabilità”, dice Fabio Pazienza dalla segreteria di Anffas Onlus Sicilia.  “Il settore è già stato fortemente penalizzato dalla legislazione regionale e nazionale a causa delle riduzioni della spesa sociale. Ci chiediamo, però, perché a fare le spese della crisi debbano essere sempre le stesse persone, i più deboli, quelli che avrebbero bisogno di maggiori risorse ed ulteriori servizi”, aggiunge ancora. La comunicazione è arrivata da Palermo il 23 dicembre scorso. Nel siracusano, circa 1.000 persone tra anziani e persone con disabilità e quasi 300 operatori del settore si sono ritrovati questo “inatteso” e “poco gradito” regalo di Natale.




Siracusa.Socosi, Util Service e Stes verso la proroga dei servizi. Cauto ottimismo della Cgil

Vertenze Socosi, Util Service e Stes. Vertice al Comune di Siracusa con le organizzazioni sindacali (anche se la sola Cgil ha risposto alla convocazione, mentre Cisl e Uil hanno chiesto un tavolo separato). Si è discusso delle prospettive dei servizi esternalizzati alle tre aziende (Ufficio tributi; servizi cimiteriali, guardiania e affissioni; servizi tecnici e viabilità).
Il Comune di Siracusa ha comunicato di aver disposto la proroga tecnica di 6 mesi per in questione, in attesa della pubblicazione dei bandi prevista per marzo 2014. Allo studio c’è anche un progetto teso a valorizzare nella pubblicazione delle gare, le risorse interne a fine di razionalizzare le spese, prevedendo una contestuale mobiltà orizzontale del personale del’appalto, finalizzato ad una migliore distribuzione del personale fermo restando inalterati i livelli occupazionali. Cauto parere positivo espresso da Cgil. “L’assenza di Cisl e Uil ci ha lasciato sorpresi”, commenta il segretario della FIlcms Cgil, Stefano Gugliotta. “Accogliamo positivamente che nella proroga tecnica il canone sia rimasto invariato, permettendo quindi il mantenimento dei contratti di solidarietà”.

 




Avola. Intervista pubblica con Mariano Ferro per comprendere i Forconi

Capire e comprendere meglio il Movimento dei Forconi che tanto ha fatto parlare l’Italia, pur con distinguo da Nord a Sud.  L’occasione la offre una intervista pubblica che il giornalista Aldo Mantineo (Gazzetta del Sud, Ansa) realizzerà con Mariano Ferro, il leader dei Forconi. “Dalla protesta alla proposta: le ragioni dei Forconi”, il tema della conversazione. L’appuntamento è per domani, domenica 29 dicembre,  alle 10 nella sala delle conferenze Fratantonio (ex Refettorio dei Domenicani) del Palazzo di Città di Avola. Nel croso dell’inocntro sarà anche presentata la seconda edizione aggiornata dell’e-book “16 gennaio 2012: alle radici della protesta dei Forconi” del giornalista Aldo Mantineo.




Avola. Furto di tubi di ferro zincato. In tre ai domiciliari

Arrestati in tre ad Avola. Maurizio Scala (51 anni), Sebastiano Scala (35) e Gaetano Tiralongo  (19), tutti già noti alle forze di polizia, sono accusati di furto aggravato in concorso. Sono stati bloccati dagli agenti in Contrada Borgellusa. Erano a bordo di un autocarro cassonato su cui avevano caricato 14 tubi di ferro zincato, rubati – secondo l’accusa – da un fondo agricolo. I tre uomini sono stati accompagnati nelle rispettive abitazioni e posti  agli arresti domiciliari.




Siracusa. Su due scooter trasportavano 30 chili di materiale ferroso. Denunciati

A bordo di due scooter trasportavano qualcosa come 30 chili di materiale ferroso e rame. Un carico “prezioso”, magari da rivendere. Ma che dava inevitabilmente nell’occhio. Così, all’altezza di corso Gelone a Siracusa, i due scooter sono stati bloccati dai poliziotti di quartiere. Gli agenti hanno identificato i tre a bordo, tutti siracusani, di 42, 23 e 29 anni. Non hanno saputo spiegare in maniera convincente nè giustificare il possesso di tutto quel materiale. Per questo sono stati denunciati in stato di libertà per i reati di trasporto e smaltimento illegale di materiale ferroso.




Siracusa. Gennuso all'attacco: "Parlamentari regionali siracusani abusivi. Elezioni da rifare, io vittima di un allagamento curioso"

Ha dato appuntamento sotto la Prefettura di Siracusa. Nessuna forma di protesta eclatante, escluse quelle “catene” di cui parlava in un primo momento per legarsi i polsi e rimanere sotto il palazzo di piazza Archimede. Pippo Gennuso, ecx parlamentare regionale,  ha raccontato però particolari in parte inediti sui verbali e le schede elettorali di quei seggi siracusani di cui il Cga di Palermo aveva ordinato la verifiche e che, invece, sono finite nella discarica per un allagamento avvenuto lo scorso 20 novembre al palazzo di Giustizia. “Qualcuno ha voluto dare una benedizione a questa storia – ha detto Gennuso – ma i miei avvocati andranno avanti fino in fondo per ottenere giustizia. In queste ore abbiamo appreso che l’allagamento al Tribunale di Siracusa si sarebbe verificato in una toilette dello scantinato (piano -2, ndr). Uso il condizionale perché abbiamo troppi sospetti su tutta la vicenda”. Una pausa, poi Gennuso guarda dritti negli occhi gli interlocutori e parte deciso. “La perdita del tubo della rete fognante avrebbe allagato le stanze dove dovevano essere custoditi i verbali e le schede, oggetto di verifica da parte del Consiglio di Giustizia Amministrativa. Cosa  strana  che alle  16 del 20 novembre sia  stato informato il Comando della polizia municipale  e dopo due ore il materiale elettorale sarebbe finito in discarica. Lunedì presenteremo un esposto alle Procure della Repubblica di Siracusa, Catania e Messina ed alla Direzione investigativa Antimafia del capoluogo etneo”.
Uno degli avvocati di Gennuso, l’amministrativista Pinello Gennaro, che ha vinto uno dei due ricorsi al Cga ( i giudici di Palermo hanno ordinato la verifica in nove sezioni della provincia di Siracusa, sei a Pachino e tre a Rosolini) intervenendo in conferenza stampa ha detto che ” Il Consiglio di Giustizia amministrativa il prossimo 14 gennaio dovrà pronunciarsi sulla relazione inviata dalla Prefettura di Siracusa, impossibilitata a verificare verbali e schede.  Ci sono dei precedenti in Italia, con tanto di sentenze, inequivocabili ed io credo che il Cga, sulla base della mancata verifica, dovrà dichiarare sospesi tutti i parlamentari regionali eletti in provincia di Siracusa ed indire nuove elezioni”.




Siracusa. Letali armi chimiche sequestrate in Siria al porto di Augusta?

Al momento rimane una indiscrezione, una notizia senza conferme ufficiali. Ma sono diverse le voci che danno pressochè  certo che sarà il porto di Augusta a ricevere, entro la metà di gennaio, la nave mercantile in cui saranno stipate le centinaia di tonnellate di gas nervino che l’Opac, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per la distruzione delle armi chimiche, ha sequestrato in Siria. I blog della cosiddetta “contro-informazione” forniscono dettagli anche maggiori. Quella che forse doveva restare una notizia col silenziatore rischia, invece, di esplodere con la forza della preoccupazione che un simile carico di gas potenzialmente letali possa “fermarsi” ad Augusta, ad un passo anche dal triangolo industriale. Il deputato del Pd, Pippo Zappulla,s i dice turbato dalla indiscrezione. “Presenterò subito un’interrogazione urgente ai Ministri competenti per chiedere spiegazioni. Di tutto abbiamo bisogno in Sicilia meno che di una nave carica di micidiali e pericolosissimi sistemi di distruzione di massa”.
Vi riportiamo di seguito quanto scritto in proposito dal noto blogger Antonio Mazzeo:

“È sempre più probabile che sarà il porto siciliano di Augusta a ricevere entro la metà di gennaio la nave mercantile in cui saranno stipate le centinaia di tonnellate di gas nervini che l’Opac, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per la distruzione delle armi chimiche, ha sequestrato in Siria. La sosta in un porto italiano dei micidiali sistemi di distruzione di massa era stata anticipata una settimana fa a Bruxelles dalla ministra degli Esteri, Emma Bonino. “Il nostro Paese ha dato la sua disponibilità per le operazioni logistiche dell’unità che trasporterà il materiale proveniente dalla Siria, che però non toccherà il territorio italiano”, ha dichiarato la Bonino. “La decisione finale spetterà all’Opac che dovrà scegliere il porto in base al pescaggio, la capienza e la lontananza o la vicinanza dal centro abitato”. In pole position per l’attracco della nave con i gas nervini, oltre ad Augusta, i porti sardi di Santo Stefano, Oristano e Arbatax e quello pugliese di Brindisi. Sorgono tutti in prossimità di centri abitati, ma lo scalo siciliano offre il “vantaggio” di un ampio molo off limits utilizzato per le operazioni di rifornimento di sistemi d’arma, munizioni e  carburanti delle unità navali della VI Flotta USA e della NATO. Il porto di Augusta ospita inoltre un distaccamento speciale della US Navy dipendente dalla vicina stazione aeronavale di Sigonella, principale centro logistico per le operazioni statunitensi in Medio Oriente e nel continente africano.
 Top secret pure la data prevista per l’arrivo in Italia del pericoloso cargo, né è chiaro quanto durerà la sosta in porto. Secondo quanto comunicato dalla ministra Bonino, le armi chimiche siriane giungeranno “probabilmente nella seconda metà di gennaio”, ma ciò “dipenderà dalle valutazioni tecniche della stessa Opac che ha confermato la disponibilità ad esporre le modalità dell’operazione al Parlamento italiano, alla ripresa delle attività a gennaio”. Secondo il cronogramma delineato lo scorso 15 novembre dal consiglio esecutivo dell’Organizzazione per la distruzione delle armi chimiche, l’arsenale di armi chimiche dovrebbe essere rimosso dalla Siria il 31 dicembre, per poi essere distrutto entro la metà del 2014. L’Opac ha previsto che i “precursori chimici” per la produzione dei gas nervini, “relativamente innocui se separati e letali solo dopo essere stati miscelati”, siano prima trasportati via terra al porto di Latakia, per essere poi caricati su due mercantili, rispettivamente di nazionalità danese (Arka Futura) e norvegese (Taiko), oggi fermi in acque cipriote. Si tratterebbe complessivamente di 500 tonnellate di armi chimiche (ma si parla pure di un migliaio): 155 tonnellate saranno trasferite dal cargo danese in un porto britannico e da lì, fino ad un impianto di incenerimento; 345 tonnellate saranno invece trasportate in Italia dal mercantile “Taiko”. Sempre nel porto italiano avverrà il trasbordo del carico sull’unità militare statunitense “Cape Ray” (proveniente dalla Virginia) che, in acque internazionali, dovrà “neutralizzare” le molecole tossiche in circa 80 giorni grazie a un particolare sistema di idrolisi all’interno di un reattore chimico di titanio messo a disposizione dall’esercito USA. Al termine del trattamento, le scorie con “basso livello di tossicità” saranno consegnate a società private specializzate nell’eliminazione dei prodotti chimici, anche se l’Opac non ha conseguito ancora le risorse finanziarie sufficienti a completare lo smaltimento.
 I mercantili saranno scortati nella loro rotta per il Mediterraneo da un imponente schieramento militare. Nel porto siriano di Latakia sono giunte la fregata norvegese “Helge Ingstadt” con a bordo un team di incursori, la fregata danese “Esbern Snare” e un’unità da guerra britannica. Il Pentagono ha fatto sapere che mobiliterà la propria flotta nel Mediterraneo, più un centinaio di dipendenti civili del Dipartimento della difesa che assisteranno al procedimento di distruzione delle armi e dei precursori chimici. Dopo il meeting di Mosca del 24 dicembre a cui hanno partecipato alti ufficiali delle forze armate di Russia, Cina e Stati Uniti e i rappresentanti dell’Opac, il Cremlino ha comunicato che alla scorta delle navi cargo parteciperanno pure alcune unità da guerra russe, come l’incrociatore lanciamissili “Petr Velikiy”, il cacciatorpediniere “Smetlivy” e le navi da sbarco “Yamal”, “Pobeditel” e “Aleksandr Shabalin”. Le Nazioni Unite avevano già incaricato le forze armate russe a trasportare le armi chimiche dai siti di produzione e stoccaggio siriani sino a Latakia, utilizzando 75 veicoli militari di cui 25 corrazzati.
Per la pericolosità delle operazioni di trasferimento delle armi chimiche, tutti i paesi che in un primo momento avevano dato la propria disponibilità ad ospitarle sino alla distruzione finale (Albania, Croazia, Danimarca, Germania e Norvegia), si sono poi ritirate. Da Bruxelles, il premier Pieter De Crem nell’offrire la disponibilità belga a “neutralizzare” i gas nervini, ha invitato però i partner internazionali a operare “vicino alla Siria” dal momento che “solo il trasporto di queste armi é già una missione difficile”. Secondo alcuni esperti, l’allestimento di un apparato galleggiante per lo smaltimento dei composti chimici comporterà costi elevatissimi e non ridurrà il rischio di danni ambientali in caso di incidenti. Di contro, l’Opac sostiene che la soluzione adottata è “tecnicamente possibile” e che può “essere sicura se fatta in maniera appropriata”. Secondo i tecnici norvegesi che parteciperanno al trasbordo delle armi chimiche in Italia, il rischio maggiore verrà quando saranno aperti i container e i fusti con i composti chimici a bordo dell’unità militare “Cape Ray” in mezzo al Mediterraneo.
Ma pure il trasbordo dal cargo norvegese “Taiko” alla “Cape Ray” in un porto italiano è un’operazione di per sé molto rischiosa, non fosse altro per la tipologia (e la quantità) delle armi chimiche presenti nei container. Secondo le Nazioni Unite, negli arsenali siriani sono stati trovati principalmente i gas Sarin, iprite e VX. Si tratta di agenti chimici che pure in dosi minime possono causare la morte. Il Sarin o GB è un gas nervino della famiglia degli organofosfati; a temperatura ambiente è un liquido di aspetto incolore ed inodore, estremamente volatile e porta alla paralisi del sistema nervoso se inalato per via respiratoria. L’iprite è un altro micidiale gas impiegato per fini bellici. Noto anche come gas mostarda per il suo particolare odore, l’iprite è liposolubile e penetra in profondità nella cute causando devastanti piaghe. A secondo delle concentrazioni del gas, esso può causare la morte in meno di dieci minuti o in qualche ora, con un’agonia dolorosa. Il gas nervino VX può essere utilizzato come arma chimica in forma liquida pura, in miscela con agenti di ispessimento e sotto forma di aerosol. L’esposizione può avvenire per inalazione, ingestione e contatto con la pelle o con gli occhi, causando in pochi minuti la paralisi dei muscoli del corpo, compreso il diaframma con conseguente morte per asfissia.