Ondata di gelo su Siracusa: zona montana sotto zero, ghiaccio nel capoluogo

Risveglio con temperature vicine o sotto allo zero per Siracusa e gran parte della sua provincia. La prevista ondata di aria gelida dai Balcani, che da ieri investe il territorio, oggi raggiunge il suo apice. E si registrano dati nettamente al di sotto delle medie di stagione.
Le città più fredde, al mattino, sono quelle montane: a Buccheri – 5°C dopo una notte anche a -7; stessa temperatura a Ferla mentre sulla Maremonti, tra Palazzolo e Canicattini, registrata una temperatura di -3,5°C. Appena sopra lo zero le città costiere: Siracusa (0°C), Noto (0,2°C) ed Augusta (0°) ma dopo una notte da battere i denti. La minima registrata a Siracusa nottetempo è stata di -3,7°C; -3,9°C a Noto e -2 ad Augusta. Previsti oggi un lieve rialzo fino al primo pomeriggio, quando purtroppo tornerà a scendere la colonnina di mercurio.
In Sicilia, la provincia di Siracusa è oggi una delle più fredde. Con scene insolite a queste latitudini, come il ghiaccio sui parabrezza delle auto, specie nelle contrade marine o le cosiddette case sparse.




Spot tv da girare a Siracusa, si cercano comparse tra i 20 e i 60 anni: come partecipare

Casting a Siracusa per le riprese di uno spot pubblicitario. La società The Family srl, in collaborazione con Kamemi srl e Siracusa Film Commission cerca figuranti e comparse tra i 20 e 60 anni. The Family ha firmato la realizzazione di importanti commercials per prestigiosi marchi, italiani ed esteri.
Tre giorni di selezioni. Chi volesse partecipate, può presentarsi domani (giovedì 27) presso la Pro Loco in piazza Santa Lucia, dalle 9.30 alle 17; venerdì 28 dalle 9.30 alle 18; e sabato 29 dalle 9.30 alle 13.
Obbligatorio il green pass, insieme ai documenti di identità e fiscale.

foto dal web




Siracusa ricorda Mario Francese, il giornalista ucciso dalla mafia 43 anni fa

Ricordato anche a Siracusa il giornalista Mario Francese, ucciso dalla mafia 43 anni fa. Cerimonia nell’area del parco archeologico della Neapolis, dove è stata apposta la targa che ricorda il cronista siracusano. Insieme ai rappresentati di Assostampa, hanno partecipato il sindaco di Siracusa, Francesco Italia, e il prefetto Giusi Scaduto. “Cosa nostra non è stata ancora sconfitta – ha detto la rappresentante del governo – E’ giusto rinnovare questo ricordo per sottolineare il ruolo importante della stampa. Leggere la realtà, raccontare gli eventi, serve per comprendere ogni cosa.”
Sul ruolo dei giornalisti si è soffermato anche il sindaco di Siracusa, Francesco Italia. “In un’epoca così veloce e complicata i giornalisti rivestono un’importanza enorme – ha detto il primo cittadino – Non farsi travolgere dalla rincorsa al like comodo, ma continuare ad essere vigili attenti e puntuali.”
La storia di Mario Francese continuerà ad essere raccontata ai più giovani con una serie di progetti nelle scuole della città. “Con la Prefettura coinvolgeremo gli studenti nella rilettura degli articoli di Francese – ha confermato il segretario provinciale di Assostampa Siracusa, Prospero Dente – Il 26 gennaio di ogni anno non resta soltanto un rito da assolvere, ma una giornata per assumere ulteriori impegni come giornalisti e narratori delle storie. Questo giardino diventerà teatro di una rilettura scenica di alcuni scritti che iniziarono a disegnare i cambiamenti della mafia.”
Una presenza, quella dei cronisti, che si assottiglia sempre più in questa nuova epoca dell’informazione.
“Siamo, però, sempre pronti a ricercare la verità e a raccontare i fatti – ha aggiunto Massimo Ciccarello, fiduciario provinciale del Gruppo Cronisti Siciliani-Unci – Leggere le carte e scrivere, come Mario Francese ha sempre fatto. Non è un impegno che potrà mai venire meno.”
«Tenere viva la memoria di Mario Francese è ricordare, ogni giorno, quanto sia importante e necessario che la Stampa possa svolgere la propria funzione libera da ogni tipo di condizionamento. Francese ha pagato con la vita la sua meticolosa e tenace ricerca della verità». Lo afferma il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, nell’anniversario dell’omicidio del cronista del Giornale di Sicilia assassinato dalla mafia.




Covid a Siracusa: continua la frenata dei contagi ma si abbassa età media ricoveri

Continua la frenata del contagio a Siracusa città. Nelle ultime 24 ore ancora una volta più guariti che nuovi casi covid e così il totale degli attuali positivi scende a 3.790 (-131). Ormai da una settimana il calo dei contagi è testimoniato dai numeri del capoluogo dove tiene anche la ripartenza della scuola, con le nuove norme che hanno tenuto a freno il numero di classi in quarantena nonostante l’emersione di nuovi casi di studenti positivi.
Diminuiscono anche i ricoveri: sono oggi 60 (-3) i siracusani del capoluogo all’Umberto I per covid. Di questi, 57 (-2) in regime ordinario e 3 (-1) in terapia intensiva. Si abbassa l’età media dei ricoveri per la presenza in reparto di una persona fascia 20-29 anni, 2 di fascia 30-39 anni e 3 in fascia 40-49 anni. In terapia intensiva tre over 60.
Sono 186 le persone in isolamento fiduciario da contatto. Per quel che riguarda la campagna vaccinale, somministrate nelle ultime 24 ore 260 dosi. Di queste, 134 sono state prime dosi. La copertura vaccinale sale all’86,31% per le prime somministrazioni ed all’85,52% per le seconde. I dati si riferiscono alla sola città di Siracusa.
In provincia, sono 832 i nuovi casi covid rilevati nelle ultime 24 ore. In Sicilia, 7.516 a fronte di 41.955 tamponi processati. Gli attuali positivi sono 220.293 (+5.510). I guariti sono 1.935, 71 i decessi. Sul fronte ospedaliero, 1.662 (+37) ricoverati, 158 (-6) in terapia intensiva.




Temperature in picchiata: Buccheri sotto zero, si battono i denti ad Augusta, Siracusa e Noto

Temperature in picchiata anche in provincia di Siracusa. Aria gelida in arrivo dai Balcani stanno dando vita ad una intensa fase di freddo. Colonnina di mercurio sotto zero a Buccheri, dove già nel pomeriggio si sono toccati i 2 gradi sotto lo zero con una minima prevista nella notte di -5. Escluse nevicate, al momento.
Va meglio a Palazzolo Acreide dove alle 18.00 odierne il termometro segnalava 1,8°C. Anche qui, con la sera si dovrebbe andare qualche linea sotto lo zero.
Si battono i denti anche sulla costa: ad Augusta 0,8° C; 4,5°C a Noto (finita sotto zero nella notte appena trascorsa). A Floridia appena 3°C; appena qualche decimo in più nel capoluogo (sempre alle 18): a Siracusa 3,8°C, con minime verso lo 0 previste per la notte.
Non fanno eccezione a nord di Siracusa le città di Lentini (5,3°C) e Francofonte (4,4°C), a sud Pachino (5,5°C).




Discarica di Lentini, l’eurodeputato Corrao: “La Commissione Ue contraria all’allargamento”

“Finalmente anche la Commissione UE è intervenuta sul pericoloso allargamento della discarica di Lentini, che rischia di essere una bomba ambientale e sanitaria. La risposta della Commissione è un monito chiaro: quella discarica rischia di violare la normativa europea. Le autorità competenti blocchino immediatamente l’iter”. Così l’eurodeputato Ignazio Corrao (gruppo Greens/EFA) in merito alla risposta della Commissione UE sul progetto di allargamento della discarica Grotte San Giorgio-Bonvicino, che sta suscitando la protesta dei cittadini di Lentini.
“Sollecitato dagli attivisti del Coordinamento per il Territorio e dal Comitato Antudo di Lentini – prosegue l’eurodeputato – ho denunciato alla Commissione UE che la discarica è attualmente oggetto di inchiesta della Guardia di Finanza, che ha portato all’arresto dei gestori per smaltimento illecito dei rifiuti e disastro ambientale. Come se non bastasse, tutti i decreti di A.I.A. rilasciati per gli allargamenti precedenti non avevano conformità legislativa. Infine, si trova in prossimità delle più importanti zone siciliane per biodiversità e sta colpendo migliaia di residenti con effluvi nocivi e percolato riversato in mare. Cosa deve succedere ancora prima di bloccarne il raddoppio?”
“Per questo ho chiesto alla Commissione UE di bloccare il progetto per palese violazione delle direttive comunitarie. La Commissione ha confermato le nostre preoccupazioni: l’autorità competente ‘deve garantire che sia rilasciata un’autorizzazione solo se il progetto è conforme ai requisiti della direttiva sulle discariche’. Inoltre, ammonisce la Commissione, la discarica non può essere autorizzata se ‘costituisce un grave rischio ecologico’, cosa che avviene nel caso di Lentini”chiosa Corrao.
“Continueremo ad essere al fianco dei cittadini di Lentini per impedire la realizzazione di un progetto scellerato. Mi auguro che le autorità regionali verifichino i danni ambientali prodotti finora e interrompano immediatamente l’iter e in generale tutti i progetti provenienti dai soggetti inquisiti”, conclude l’eurodeputato.




Siracusa mette in fuga gli investitori? Nuovo caso: l’impianto waste to methanol che non si farà

Partiamo da un principio riconosciuto universalmente: una grande azienda industriale vede negli investimenti il suo futuro. Ma se le nuove realizzazioni – ovvero gli investimenti – diventano sempre più complesse, giocoforza la società smobilita e sposta la produzione dove le condizioni, a torto o a ragione, sono più favorevoli. Fare finta che il mondo non segua un simile assunto, significa piazzarsi ai margini di ogni discorso già in partenza.
Localizziamo: polo petrolchimico di Siracusa. Ricordate il rigassificatore che avrebbe dovuto produrre metano? Col senno di poi, una produzione che in piena crisi energica e caro materie prima sarebbe probabilmente tornato utile. Ma mettendo da parte questo aspetto, dopo la paradossale chiusura di quella vicenda (per 7 anni bloccata dalla politica, ndr) il gruppo Erg – che aveva pronto un investimento da 900 milioni dopo aver anche ammodernato gli impianti di raffinazione – decise di andare via. E lo fece.
La paura oggi è che possa ancora ripetersi quel copione. L’impianto che non sarà realizzato è un Waste to Methanol (rifiuti trasformati in metanolo) che avrebbe potuto accogliere ogni anno circa 400 mila tonnellate di rifiuti urbani e 200 mila tonnellate di plastiche non riciclabili. Attraverso un intervento di economia circolare, i rifiuti indifferenziati sarebbero stati chimicamente smaltiti e trasformati in metanolo (combustile a basso contenuto di carbonio) e non semplicemente distrutti con la termoutilizzazione. I Comuni del siracusano avrebbero potuto conferire le loro frazioni in quell’impianto, risolvendo problemi esistenti con le discariche sature e risparmiando alla voce trasporto in discarica. Con vantaggio diretto per i cittadini sulla bolletta Tari.
A proporre quella realizzazione è stata Isab/Lukoil che aveva già individuato un’area di sua proprietà nell’esteso stabilimento alle porte di Siracusa, diviso in Nord e Sud. L’occasione buona sembrava essere la manifestazione di interesse per la costruzione di termoutilizzatori in Sicilia. A pochi giorni dalla scadenza, però, la società ha deciso di non partecipare più a quella procedura pubblica, rinunciando ad un progetto al 70% già finanziato con fondi propri.
Due i motivi. Il principale riguarda la sostenibilità dell’investimento, senza finanziamenti pubblici tramite Ue o Pnrr. Il riciclo chimico ha, infatti, costi diversi rispetto ad un semplice termoutilizzatore. Basti pensare, ad esempio, che i termoutilizzatori non pagano alcunchè per le emissioni di Co2 e godono di incentivi sulla produzione di energia. Un waste to methanol, invece, è soggetto alla normativa che regola le emissioni e la loro tassazione. C’è anche un secondo aspetto: la manifestazione di interesse pubblicata dalla Regione prevede che, semplificando, se qualcuno avesse presentato un progetto economicamente più vantaggioso, Isab/Lukoil avrebbe dovuto cedere l’area all’interno dei suoi stabilimenti a favore di una ditta terza. Avrebbe ricevuto relative economie di vantaggio, è chiaro. Ma immaginate mezzi pesanti, autocompattatori e personale di una ditta terza che devono entrare e circolare in un ambiente complesso come è quello di una grande area industriale di raffinazione. Improponibile e onestamente difficile da spiegare agli investitori russi di Lukoil.
Due passaggi su cui la politica locale e regionale non avrebbe mostrato volontà di affrontare e risolvere, avvicinando le posizioni. E’ quanto a mezza bocca sostengono pezzi importanti del management industriale del siracusano. “Non sono disposti neanche a parlarne”, rincarano la dose fonti vicine a Confindustria Siracusa. “La politica non capisce che è difficile spiegare ad investitori stranieri posizioni e barricate ideologiche”.
Impianti di waste to methanol sono già presenti in Giappone, in Canada ed in Spagna. L’impianto spagnolo è del tutto simile a quello che era stato progettato per Siracusa. “E’ una occasione persa? Probabilmente si, per la zona industriale”, il commento che rimbalza proprio dal polo petrolchimico aretuseo. La paura è che il copione già visto per il rigassificatore possa ora ripetersi. E viene quasi automatico mettere in parallelo queste storie e vicende con quanto accaduto per i progetti di resort sulle coste siracusane.

in foto, l’impianto waste to methanol di Edmonton (Canada). Foto di Curtis Trent, dal web




Zona industriale, è allarme. Cafeo (Lega): “Aziende demonizzate, cosa succede se vanno via?”

“I sindacati provinciali sollecitino le segreterie nazionali sulla risoluzione della crisi del Petrolchimico di Siracusa”. È l’invito rivolto dal parlamentare regionale della Lega, Giovanni Cafeo, alle organizzazioni sindacali del territorio che teme l’effetto domino che scatenerebbe una fuga dell’intero settore petrolifero italiano, tagliato fuori dal piano del Governo nazionale per transizione energetica.
Nei giorni scorsi, Confindustria Siracusa ha incontrato la deputazione politica siracusana per sollecitare attenzione nazionale sul tema degli aiuti alle aziende petrolifere che intendono adeguarsi all’input dell’Unione europea sulla riduzione le emissioni di Co2.
Allo stesso tempo, il deputato regionale della Lega, nell’ottica della risoluzione del problema, auspica che non si mettano in discussione i posti di lavoro nelle imprese del Petrolchimico. “Non bisogna parlare di licenziamenti, questo è il momento di unire le forze per raggiungere un obiettivo importante per il futuro dell’economia, dell’occupazione e della tenuta sociale del territorio. Aziende, sindacati e rappresentanti politici devono marciare nella stessa direzione, altrimenti se prevarranno ancora contrapposizioni il rischio di non essere incisivi nuocerebbe alla risoluzione della crisi”.
In ballo ci sono anche “circa 3 miliardi di euro di investimenti, già programmati dalle imprese della zona industriale, che rischiano di essere dirottati in altri paesi se non vi sarà un’inversione di tendenza. È facile immaginare cosa accadrebbe al nostro territorio se queste risorse volassero via: un crollo produttivo ed occupazionale senza precedenti. Ma non si tratta di un problema siracusano o siciliano, in ballo c’è l’intera raffinazione in Italia”.
Il parlamentare regionale della Lega paventa uno scenario buio per l’economia. “Le aziende, senza la possibilità di essere aiutate nella transizione energetica, decideranno di delocalizzare in paesi più flessibili per cui, ci ritroveremo ad acquistare benzina e gasolio, che prima producevamo in casa, da paesi del Nord Africa oppure dalla Cina e dalla Russia, con costi esorbitanti. Manca una visione sulla politica industriale ed energetica, non ci sono alternative al fossile e abbiamo già detto no al nucleare”.
Il deputato regionale della Lega, Giovanni Cafeo, traccia un percorso per incentivare le produzioni a basso impatto ambientale, in linea con i parametri fissati dall’Unione europea e recepiti dall’Italia. “Esiste il Patto per la raffinazione che consente alle aziende di utilizzare una parte delle accise per l’abbattimento delle emissioni da Co2. Le imprese hanno risorse e competenze per un profondo cambiamento nel rispetto dell’ambiente ma serve la volontà politica perché questa opportunità diventi concreta. Il mio invito a tutti i deputati nazionali e regionali è di mettere da parte le contrapposizioni per la salvaguardia del nostro territorio. Ognuno deve convincere i leader di partito a mettere la questione industriale in cima all’agenda politica del Governo, altrimenti rischiamo di imboccare una strada senza ritorno”.




Servizio Tributi, la Regione minaccia di inviare ispettori: dubbi sull’affidamento front e back office

La Regione minaccia di inviare gli ispettori se il Comune di Siracusa non fornirà i chiarimenti richiesti sulla gara d’appalto per i servizi di front e back office del servizio Tributi. Già i sindacati avevano avanzato tutte le loro perplessità circa la regolarità delle mosse di Palazzo Vermexio, sino all’aggiudicazione del servizio. Perplessità finite in un esposto a cui la Regione, attraverso l’assessorato Enti Locali, ha deciso di dare seguito. E così ha richiesto dei chiarimenti che, però, non sono mai arrivati dal Comune di Siracusa.
E così, con una nota inviata oggi agli uffici, la Regione alza la voce: se entro 10 giorni non sarà inviata a Palermo una dettaglia relazione sui fatti, ci penseranno direttamente degli ispettori inviati da Palermo.
L’accusa principale mossa all’ente siracusano è che avrebbe affidato l’incarico “a due imprese che non sono risultate in possesso di alcuni requisiti previsti dal disciplinare di gara, già in sede di partecipazione, che ne avrebbero decretato l’esclusione”. La Regione aveva concesso 30 giorni di tempo per presentare una dettagliata relazione che, però, a Palermo non è mai arrivata.




Mafia: sequestrati due immobili di lusso a Pietro Crescimone, del clan Trigila-Pinnintula

Nuovo sequestro di beni riconducibili a Pietro Crescimone, pregiudicato 60enne ritenuto organico al clan Trigila-Pinnintula ed attualmente in carcere. Su delega della Procura Distrettuale di Catania, personale della Divisione Polizia Anticrimine della Questura di Siracusa ha eseguito il provvedimento emesso dal Tribunale di Catania. Già a marzo del 2021 gli vennero sequestrati tre appezzamenti di terreno arborei seminativi, la cui estensione complessiva è di circa 12 mila metri quadrati, di assoluto valore commerciale in quanto inseriti nel PRG come aree di potenziale sviluppo edilizio, ubicati a Siracusa in contrada Carancino, oltre ad un’autovettura di lusso, un motociclo ed un camion.
Adesso i sigilli sono stati apposti anche ad un ulteriore vasto appezzamento di terreno su cui insistono due immobili ad uso abitativo di pregio, del valore stimato di oltre 300 mila euro edificati in violazione di ogni norma in materia edilizi.
Il provvedimento è stato emesso dalla sezione Misure Patrimoniali del Tribunale di Catania che ha rivalutato positivamente le integrazioni investigative svolte d’intesa dalla Procura di Catania e dalla Divisione Polizia Anticrimine di Siracusa sui beni riconducibili a Crescimone e in un primo momento rimasti esclusi dal decreto di sequestro del marzo 2021.
Le misure di prevenzione patrimoniali adottate si fondano sulla “qualificata” pericolosità sociale dell’uomo, “acclarata dalla commissione di una moltitudine di delitti posti in essere sin da giovanissimo prevalentemente contro il patrimonio, con violenza sulle cose e le persone, facendo ricorso anche all’uso delle armi”, spiegano gli investigatori.
A partire dal maggio 2017, Pietro Crescimone è arrestato e successivamente colpito da altri provvedimenti cautelari che lo vedono pienamente inserito nella consorteria mafiosa dei “Trigila-Pinnintula” di Noto. Prima venne tratto in arresto in flagranza di reato, poiché trovato in possesso di 71 kg. di hashish, successivamente per il tentativo di estorsione in danno di una ditta incaricata della raccolta dei rifiuti solidi urbani nel Comune di Noto e, ancora, nell’ambito dell’operazione denominata “Vecchia Maniera” che gli ha riconosciuto un ruolo di assoluto rilievo nell’attività criminale del clan, per conto del quale commetteva molteplici reati quali detenzione, spaccio e traffico di sostanze stupefacenti, tentata estorsione in concorso e danneggiamento detenendo, portando al seguito e facendo uso delle armi.
L’assoluta sproporzione tra i beni posseduti da Crescimone e i redditi dichiarati inesistenti, attestano – secondo l’accusa – come le proprietà oggetto del provvedimento siano riconducibili ai proventi derivanti dalle attività delittuose dallo stesso commesse negli anni.