Lungomare di Levante: transennata la strada sopra al “buco”. Imbrò: “Si deve intervenire”

Sotto c’è il famoso “buco” che le mareggiate hanno aperto alla base del muraglione di Levante. E sopra, sulla strada con i marciapiedi a sbalzo sul mare, spuntano le transenne per inibire il passaggio pedonale e la sosta delle auto. “Non c’è un pericolo di crollo ma è chiaro che dobbiamo muoverci con cautela. Abbiamo effettuato un nuovo sopralluogo e, come prevedibile, la furia di Apollo ha ulteriormente allargato l’ingrottamento”, spiega l’assessore alla Protezione Civile, Sergio Imbrò.
La mossa delle transenne, oltre che precauzionale, potrebbe anche rivelarsi utile grimaldello presso quegli altri enti che hanno competenze sul muraglione, chiamati così non solo alle loro responsabilità ma anche a tempi celeri. La sensazione è che, questa volta, il Comune di Siracusa abbia una chiara linea di intervento. Sta giocando la partita per risolvere il problema e non cristallizzarlo.
“Si deve intervenire, ora dobbiamo muoverci”, ripete Sergio Imbrò. E’ stato grazie al suo garbato pressing istituzionale che si è riusciti due settimana fa a portare sui luoghi Genio Civile, Soprintendenza, Protezione Civile, Capitaneria di Porto. Sino ad allora, solo i media – e SiracusaOggi.it su tutti – insistevano sulla pericolosità della situazione a Levante.




Il costone viene giù, troppo costoso l’intervento: parco dei Caduti chiuso a lungo?

Lo scorso 27 ottobre, poco prima dell’arrivo di Apollo, i primi segni di maltempo hanno accelerato il crollo di pezzo del costone roccioso su cui sorge il parco del Monumento ai Caduti. L’accesso all’area pubblica è stato inibito per ragioni di sicurezza. Nessun provvedimento necessario per la strada che corre di fianco e su cui, ogni giorno, transitano centinaia di veicoli.
La foto scattata dal drone mostra quanto la porzione interessata dal crollo sia pericolosamente vicina al parco pubblico. Giusto, quindi, vietarne subito l’accesso. Ma per quanto tempo? Qui le preoccupazioni espresse a bassa voce si intrecciano con la realtà dei fatti. I tempi saranno lunghi, inutile nasconderlo. L’area potrebbe, quindi, rimanere inibita alla fruizione pubblica per mesi.
I tecnici comunali, intervenuti subito dopo il crollo, non nascondono che il tipo di intervento necessario per mettere tutto in sicurezza ha costi esorbitanti. Al momento, proibitivi per un Comune come quello di Siracusa. Servono risorse straordinarie, di Protezione Civile o europee. E un progetto definitivo, che ancora non c’è.
Perchè è avvenuto il crollo? Pioggia e moto ondoso hanno accelerato un fenomeno già noto: “l’arretramento della linea di costa”, la definizione fornita dal geologo Marco Andolina. “Avviene con lo scalzamento alla base della falesia, operato dal moto ondoso. E questo causa il crollo della parte superiore che, nel caso specifico, aveva uno spessore esiguo”. A crollare è stata una sorta di “ponte” tra due spuntoni della falesia in calcarenite.
Quanto ha inciso il maltempo? “Concausa importante. Il moto ondoso rimane comunque la prima causa. Ed ovviamente le precipitazioni incidono in modo combinato con le mareggiate”. Naturale domandarsi se possa succedere ancora e di nuovo. La risposta di Marco Andolina è chiara. “L’evoluzione è quella. Temo sia solo questione di tempo, se non si interviene”.
Per mettersi al riparo serve una azione tanto semplice in teoria quanto complicata da tradurre in pratica, nel solito balletto di competenze che fa si che nessuno sia realmente responsabile di alcunchè. “Bisogna fare in modo che le onde non arrivino alla base della falesia o almeno che arrivino depotenziate”. A questo punto naturale pensare ai frangiflutti. Ma anche quelli, in realtà, sono il passato. Retaggio di interventi datati che risalgono in massima parte agli anni 80 del secolo scorso. La soluzione che si è già attuata in altre parti d’Italia è quella delle barriere soffolte ovvero strutture modulari in cemento armato a basso impatto ambientale, posate e accostate sul fondale marino, lungo una linea continua, che corre parallela al litorale e a distanza di almeno cento metri dalla costa. La loro funzione è quella di disperdere l’energia del moto ondoso.
Questo cedimento rappresenta un chiaro campanello d’allarme. L’erosione delle coste siracusane è una realtà. A dispetto di milioni di euro disponibili o finanziati, mancano i progetti esecutivi. E quando ci sono, non si traducono in cantieri attivi. Colpa di tutti, colpa di nessuno. Intanto il territorio si sfarina. Un fenomeno acuito dai nuovi ma ormai costanti fenomeni atmosferici, come il recente Apollo.
“E’ a rischio una ampia porzione del Plemmirio, nei pressi della Pillirina. Lì sono già evidenti le fratture superficiali. E poi le zone Sacramento e Fanusa, fino all’Arenella: e qui sarebbe un bel problema per via degli insediamenti abitativi esistenti. E soprattutto bisogna proteggere Ortigia, ormai esposta a Levante e Ponente ad imponenti mareggiate che spazzolano i muraglioni”, elenca il segretario regionale dell’Ordine dei Geologi.




Blocchi in cemento ai varchi, Pillirina vietata? “No, bloccate solo le auto per sicurezza”

Pillirina, si passa solo a piedi: Elemata ha piazzato blocchi in cemento lungo la vecchia carraia, anche per ragioni di sicurezza. La società proprietaria dei terreni, interessati anche da un noto progetto di riqualificazione, assicura che il passaggio pedonale fino al mare resta garantito. Bloccate così sarebbero solo le auto. E’ anche vero che l’accesso al mare dal varco 34, quello della Pillirina, è tecnicamente interdetto, come recita il cartellone ben visibile nella zona. “Gli sbocchi segnalati consentono esclusivamente di osservare il paesaggio marino-costiero ma non assicurano l’accesso al mare”, recita l’indicazione che riporta anche il numero della relativa ordinanza.
Da lì, però, si raggiungono anche le pozze greche vicine alle latomie e la centralina di videosorveglianza dell’Amp Plemmirio. Aree che, secondo il Consorzio, il privato ha il diritto di chiudere e recintare ma trovando magari una soluzione che permetta al personale dell’Amp e alle autorità competenti l’accesso alla postazione ed il pronto intervento, in caso di necessità.




Dopo Apollo, la conta dei danni: oltre un milione ad Augusta. “Da soli non ce la faremo”

Augusta è stata una delle città più colpite dal passaggio di Apollo. Tutti i tg si sono occupati della cittadina megarese, per ore isolata a causa degli allagamenti. Adesso è tempo di far la conta dei danni e sono ingenti. “Almeno un milione di euro”, dice il sindaco Giuseppe Di Mare. La stima è ancora in corso e riguarda solo i danni a strutture ed edifici pubblici: strade saltate, smottamenti, cedimenti di cornicioni e muri. Ad Agnone ancora oggi in alcune strade l’acqua non è scesa sotto il metro. E il cedimento del muro di Torre Avalos, zona della Marina Militare, rischia di diventare una delle immagini manifesto di quello che lo stesso sindaco definisce “disastro”.
La città è stata ripulita, rimossi i pali della luce e gli alberi caduti a causa del forte vento. Ma le ferite sono ancora evidenti. “Quello che potevamo fare con le nostre risorse, lo abbiamo fatto. E se adesso ci lasciano da soli, non ne verremo fuori”, spiega in diretta su FMITALIA il primo cittadino di Augusta.
Il riferimento diretto è alla Regione. A proposito, perchè il presidente Musumeci non è venuto a visitare anche le città siracusane epicentro di Apollo? “Preferisco non commentare”, taglia corto Di Mare. Aveva ricevuto la scorsa settimana una telefonata del presidente. Era lecito attendersi vicinanza morale, anche con una visita dopo esser stato a Scordia e Misterbianco. Così non è stato. Forse i danni patiti dal siracusano valgono meno.
“Lascio stare la polemica per ora, la cosa importante è che la Regione non ci lasci da soli. Non parlo solo di stato di emergenza e dichiarazione dello stato di calamità. Se aspettiamo i tempi della burocrazia, i soldi arriveranno quando io non sarò più sindaco di Augusta. I soldi servono ora, i lavori per curare il territorio ferito dobbiamo farli ora. Si liberino risorse straordinarie, con procedure straordinarie. Questo è importante adesso”. E gli altri sindaci del siracusano sembrano concordare sulla linea indicata da Di Mare. Rimane da chiedersi: chi farà sentire la voce del territorio a Palermo?




Danni da maltempo, chiusa la Raiti: “necessari interventi urgenti”. Disposta la dad

Chiuso almeno per tutta le settimana l’istituto comprensivo Raiti di Siracusa. Le forti piogge dei giorni scorsi hanno causato diversi problemi. La scuola non è tecnicamente allagata ma è piovuto all’interno. E così, i tecnici dell’edilizia scolastica del Comune di Siracusa, non hanno dato l’ok per la riapertura. I controlli sono stati condotti nei giorni scorsi, in più plessi scolastici. Al momento, solo la Raiti risulta chiusa “a seguito degli eventi meteorologici di natura eccezionale che hanno investito il territorio della provincia di Siracusa”, spiega la nota diramata dalla dirigenza scolastica ed inviata alle famiglie.
Per risolvere i problemi riscontrati, sono “necessari interventi di messa in sicurezza che saranno realizzati nei
prossimi giorni”. Per il momento, e almeno fino al termine di questa settimana, “è stato inibito l’uso dei locali fino al completamento dei lavori stessi che sono stati già disposti con la dovuta urgenza”.
Le attività didattiche si svolgeranno a distanza, con la dad.




Rosolini, si insedia la nuova giunta del sindaco Spadola: due donne e tre uomini

Due donne e tre uomini per il nuovo sindaco di Rosolini, Giovanni Spadola. Oggi l’insediamento della sua giunta. Assegnate le deleghe: Marinella Schifitto si occuperà di Attività produttive e Promozionali, Artigianato, Commercio e Sviluppo Economico, Agricoltura, Suap, Fondi Europei, Statali e regionali, Affari generali e legali, Turismo e Spettacolo; il vicesindaco Luigi Fratantonio seguirà le rubriche della Programmazione e gestione Opere pubbliche, Ecologia, Lavori pubblici, Urbanistica, Manutenzione edifici e Aree pubbliche, Rapporto con le Città gemellate; a Dino Gennaro la Protezione civile, Patrimonio, Servizi cimiteriali, Territorio. Vincenzo Liuzzo: Polizia municipale, Annona, Randagismo, Trasporti e viabilità. Sviluppo e gestione del Territorio rurale; Vincenzo Liuzzo ha le rubriche dalla Polizia municipale, Annona, Randagismo, Territorio e Viabilità, Sviluppo e gestione Territorio rurale; Concetta Cappello invece la Pubblica Istruzione, Servizi sociali, Politiche giovanili, Pari Opportunità, Cultura e Beni culturali, Associazioni Volontariato, Igiene e Sanità.
Il sindaco Spadola ha avocato a sè le Risorse Umane, Bilancio e finanze, Entrate e Tributi, Sviluppo e programmazione economica, Decoro urbano ed extraurbano, Sport.




Covid, il bollettino: 34 nuovi positivi in provincia di Siracusa, più esposti gli under 12

Sono 34 i nuovi positivi al covid in provincia di Siracusa, rilevati nelle ultime 24 ore. In miglioramento la situazione a Melilli, che presentava la maggiore incidenza nel territorio aretuseo. Sono oggi 53 gli attuali positivi, 16 in meno rispetto ad ieri. Nella vicina Augusta 83 attuali positivi, in aumento rispetto ai dati di fine ottobre.
Anche nel capoluogo trend di crescita del contagio. Sono 250 gli attuali positivi, 2 in più rispetto a ieri ma ben 17 in più si si considerano le ultime 24 ore. La fascia d’età più esposta al covid, in questa fase, è quella degli under 12 con 47 casi di contagio. Segue con 42 la fascia d’età 30-39 anni. i siracusani ricoverati per coronavirus sono 19, nessuno in terapia intensiva. Intanto il 6 novembre nuova manifestazione dei no-green pass a Siracusa.
In Sicilia sono 398 i nuovi casi di covid registrati nelle ultime 24 ore a fronte di 33.413 tamponi processati. Gli attuali positivi sono 7.401 (-210). I guariti sono 601, 7 i decessi. I ricoverati siciliani sono 345, 40 in terapia intensiva.
Sul fronte del contagio nelle singole province: Palermo 46 nuovi casi, Catania 194, Messina 8, Siracusa 34, Ragusa 4, Trapani 38, Caltanissetta 29, Agrigento 28, Enna 17.




E’ legge in Sicilia la prevenzione ed il contrasto del bullismo: Cannata, “Stop a fenomeni odiosi”

Approvata dall’Ars la legge sulla prevenzione ed il contrasto al bullismo ed al cyberbullismo. Tra i firmatari, la deputata siracusana Rossana Cannata (FdI). “Ho voluto sottolineare la necessità di prevenire e contrastare il bullismo e il cyberbullismo e quegli altri fenomeni molto diffusi come il sexting e la cyberpedofilia a tutela di tutte le categorie più fragili. Fenomeni, tra l’altro acuiti dalla pandemia da Covid-19, che ha costretto i ragazzi a una vita sempre più ‘virtuale’ dove si moltiplicano, purtroppo, questi episodi”, commenta la deputata.
“Ho promosso la previsione riguardante l’attivazione nei consultori familiari, su impulso delle Asp, di un ambulatorio per l’ascolto e il trattamento della sofferenza psicologica dei minori vittime di tali fenomeni. Ma anche l’attivazione di sportelli, in grado di mantenere l’anonimato, nelle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado”.
Rossana Cannata non nasconde l’orgoglio e la soddisfazione di essere tra i promotori di questa iniziativa. “Con questa legge si gettano finalmente le basi per creare dei percorsi di crescita educativa, sociale e psicologica che possano incidere soprattutto sulla cultura delle nuove generazioni. Con l’obiettivo di operare un’inversione di tendenza che possa stravolgere il sistema valoriale di molti giovani di oggi”.




Pulizia di fiumi e torrenti, finanziati dalla Regione 10 interventi nel siracusano

«Per il quarto anno consecutivo finanziamo le operazioni di pulizia di quei corsi d’acqua della Sicilia che a causa dell’irresponsabile incuria del passato rischiano, in presenza di eccezionali eventi atmosferici, di trasformarsi in trappole mortali, così come purtroppo è già avvenuto. È un lavoro di prevenzione enorme, che portiamo avanti senza tregua e in modo capillare e che spero possa essere presto finalmente supportato, oltre che da Roma, anche da Bruxelles, con mezzi straordinari adeguati alla particolare fragilità del nostro territorio».
In una nota dell’ufficio stampa della Regione, lo dichiara il presidente Nello Musumeci all’indomani della decisione assunta da Palazzo Orléans di destinare, attraverso la Struttura commissariale anti dissesto idrogeologico, quasi 16 milioni di euro a un Piano di interventi urgenti per la messa in sicurezza degli alvei fluviali, predisposto dal dipartimento Tecnico regionale. Sono 63 le nuove opere programmate, così suddivise: 12 nel Messinese, 10 nelle province di Ragusa e Siracusa, 7 in quelle di Agrigento, Caltanissetta e Trapani, 6 nel Catanese, 3 nel Palermitano e una sul territorio di Enna.
«Sono una cinquantina – prosegue Musumeci – i lavori contro il rischio idraulico che abbiamo già portato a termine, impegnando circa ottanta milioni di euro. Fiumi rinomati dalle sponde oramai inesistenti, ma anche tracciati aridi, a malapena visibili perché invasi da arbusti, detriti o rifiuti: vere e proprie bombe a orologeria pronte a esplodere in occasione di violenti nubifragi. L’attenzione per l’incolumità della gente è sempre stata al massimo livello e mai conoscerà cali di tensione ma, ripeto, il lavoro da fare è davvero imponente e riguarda ogni angolo della Sicilia».
Proprio per questo è in arrivo un’ulteriore programmazione che comprende altri 77 torrenti. Il budget necessario – è stato stimato – ammonta a 34 milioni di euro e dovrebbe arrivare dalla Protezione civile nazionale alla quale, a breve, verrà inoltrata la relativa richiesta.




Apollo svela le fragilità: contrade balneari edificate senza regole, la natura presenta il conto

Isola, Arenella, Fanusa, Terrauzza, Ognina ma anche Fontane Bianche e Plemmirio. La zona sud di Siracusa, con le sue contrade marinare, è finita sott’acqua con il medicane Apollo che ne ha svelato tutti i limiti di costruzione e pianificazione. Due ex funzionari pubblici Alessandra Trigilia e Antonino Attardo (con esperienze tra Soprintendenza e Demanio Forestale di Siracusa) puntano il dito sull’espansione urbanistica avvenuta senza regole e che “ha profondamente modificato i regimi idraulici del territorio della pianura costiera. Le naturali e lievi pendenze del terreno sono diventate il problema principale rispetto al deflusso delle acque meteoriche che in origine sfociavano in mare. I cambiamenti apportati dalle costruzioni sorte negli ultimi trent’anni lungo le coste sono causa oggi degli allagamenti di tutti i terreni agricoli, e non, di un ampio territorio qual è quello delle contrade Isola, Fanusa, Arenella di natura prevalentemente argillosa e dunque incapace di drenare naturalmente le acque. Non solo sono state impermeabilizzate notevoli superfici di territorio ma sono stati, senza rispetto della secolare tradizione contadina, ostruiti tutti i canali e fossati a cielo aperto, sapientemente realizzati e costantemente manutenzionati dagli agricoltori, che conducevano le acque superficiali a mare”. Una spiegazione chiara che rende l’idea delle cause principali di un fenomeno non nuovo ma che ha assunto proporzioni prima inimmaginabili a causa del medicane Apollo.
La cementificazione sregolata, senza un piano regolatore che normasse l’edificazione, favorì “il boom edilizio degli anni settanta fatto di costruzioni per seconde case, sia regolari che abusive, sorte non solo sul mare ma anche nell’entroterra agricolo”, ricordano Trigilia ed Attardo nella loro nota. Le sanitarie degli anni a venire hanno poi permesso di regolarizzare le lottizzazioni edilizie.
E così la pioggia caduta in quantità eccezionale non ha trovato altro sbocco che le strade comunali e provinciali, coinvolgendo anche la condotta fognaria e causando l’esondazione di torrenti e fiumi non manutenzionati del territorio costiero. Ma anche l’agricoltura intensiva, secondo i due ex funzionari, avrebbe contribuito a modificare le caratteristiche di quei territori.
Come venirne a capo? Con uno sforzo enorme e sinergico, con tutti gli enti competenti coinvolti. Ed è già difficile solo da immaginare. Eppure, esiste il cosiddetto Piano di recupero urbanistico “che potrebbe rendere compatibile l’edificato costiero con il mantenimento dell’attività agricola salvaguardando entrambi e soprattutto il paesaggio nel suo complesso. Gli interventi infrastrutturali necessari devono sopperire alla mancanza delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria, legate allo sviluppo pregresso delle residenze in zone prive di una precedente pianificazione urbanistica. Vanno progettate le strade che devono essere percorse in sicurezza senza diventare corpi ricettori di acqua, così come le aree verdi pubbliche in atto negate e realizzate solo grazie ai privati residenti e va potenziato il sistema fognario ed acquedottistico. Ridurre il consumo di suolo è obiettivo principale di ogni pianificazione di livello sovraordinato, che sia il piano paesaggistico provinciale che di livello comunale, come i piani urbanistici; solo affrontando con una visione contemporanea il tema delle rigenerazione dell’edilizia esistente sarà possibile armonizzare campagne e residenze evitando altri danni causati dagli eventi meteorici avversi che con molta probabilità si ripeteranno anche nei prossimi anni”, spiegano Trigilia e Attardo. Facile a dirsi, quasi impossibile a farsi nella Siracusa del 2021.
Mentre continuano le operazioni della Protezione Civile tra le contrade Fanusa e Terrauzza, anche dalla vicina Arenella viene chiesto il ripristino di tutti i canali raccolta dell’acqua piovana, presenti nella zona. I residenti, riuniti nel Comitato Pro-Arenella, hanno inviato una nota ufficiale alle autorità competenti con cui richiedono anche la realizzazione di quelli mancanti e idonei a completare il corretto deflusso delle acque meteoriche, senza compromettere la viabilità locale come invece è avvenuto.
La pulizia dei canali era stata già richiesta a giugno, senza particolare fortuna. Sono rimasti purtroppo occlusi da vegetazione e rifiuti vari. Ne è derivato un ruscellamento superficiale incontrollato, sfociato in più punti lungo la costa in “cascatelle” che erodono il terreno, causando piccoli dissesti che rischiano di indebolire la già debole calcarenite della linea di costa.