Covid a scuola, aumentano le classi in quarantena: 24 in provincia di Siracusa. L’elenco

Aumentano i contagi covid in provincia di Siracusa ed a “pagare” il conto è il mondo della scuola. Questa mattina sono 24 le classi per le quali è stata disposta la quarantena dal Coordinamento Covid dell’Asp di Siracusa che sta monitorando la situazione. Non sorprende quanto sta avvenendo, nonostante l’obbligo di green pass per docenti e personale scolastico. I casi di positività riguardano al momento studenti e studentesse, dagli asili nido alle scuole superiori. Un colpo di coda del virus, l’ultimo sperano gli esperti di casa nostra, in attesa del raggiungimento delle percentuali di vaccinazione che dovrebbe mettere al sicuro anche le fasce più giovani della popolazione.
A Siracusa città sono 16 le classi in quarantena. Gli istituti maggiormente “colpiti” dal covid sono l’Insolera (3 classi in quarantena) ed il comprensivo Costanzo (3 classi). Al comprensivo Paolo Orsi sono 2 le classi per le quali è stato disposto il periodo di isolamento e dad, altrettante al liceo Gargallo. Si ritrovano con una classe in quarantena, ad una settimana dall’avvio dell’anno scolastico, il liceo Gagini, il comprensivo Martoglio, l’istituto Fermi, il comprensivo Raiti, il liceo Einaudi e l’istituto Rizza.
La situazione in provincia. Sono 3 le classi in quarantena a Floridia (liceo Da Vinci, Quasimodo e De Amicis). A Sortino in isolamento due classi del comprensivo Columba. A Francofonte quarantena per classi del comprensivo Dante Alighieri.




Vaccini in Sicilia, in aumento prime dosi nella fascia “lavorativa” 20-59 anni: +13,89%

Nelle fasce “lavorative” che vanno dai 20 ai 59 anni, nella settimana dal 16 al 22 settembre, si è registrato un incremento generale della somministrazione di prime dosi di vaccino nell’Isola. Lo rilevano i monitoraggi della task force vaccini della Regione Siciliana. In particolare, la crescita più ampia si rileva nella fascia 50-59 anni con un incremento del 13,89 per cento (9.020 prime dosi contro 7.920 della settimana precedente); in risalita anche la fascia 30-39 anni che rispetto alla settimana 9/15 settembre ha visto un aumento delle prime dosi pari al 10,73 per cento (10.850 contro 9.799); in crescita con un incremento dell’8 per cento anche la fascia 40-49 anni (10.296 contro 9.533). Più contenuto l’aumento tra i 20-29enni, con un 5,31 per cento in più (8.689 contro 8.251). Un trend probabilmente legato all’effetto del decreto del governo centrale che prevede l’estensione dell’obbligo di “green pass” a più categorie di lavoratori. Di contro, il confronto con i dati della settimana precedente segna un decremento del 46,57 per cento delle vaccinazioni nella fascia 12-19 anni (- 6.148), in coincidenza con l’avvio dell’anno scolastico. Una diminuzione si riscontra anche nelle fasce over 60. Il dato complessivo rispetto ai sette giorni precedenti, inoltre, segna una flessione del 5,99 per cento nella somministrazione di prime dosi (54.907 contro 58.406).
«Il governo Musumeci e tutte le strutture sanitarie siciliane – afferma l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza – sono impegnate a fondo per vaccinare quanti più siciliani possibile. E’ probabile che l’effetto dell’obbligo del “green pass” per l’accesso ai luoghi di lavoro si faccia sentire ancora di più nei prossimi giorni e nelle prossime settimane. L’invito che rivolgiamo ai siciliani è sempre di vaccinarsi e avere fiducia nella scienza. L’unica via per sconfiggere il virus e tornare alla normalità è quella vaccino».




Vaccini a rilento, Priolo rischia la zona arancione. Appello social del sindaco: “Virus letale”

La campagna vaccinale procede a rilento a Priolo e la cittadina industriale rischia di ritrovarsi in zona arancione a fine mese. Una eventualità che il sindaco Pippo Gianni vuole evitare a tutti i costi. E così, alla luce dei nuovi contagi (sono 37 gli attuali positivi e 15 le persone in isolamento) e con vaccinazioni ferme al palo, si è rivolto direttamente ai suoi concittadini, attraverso un video pubblico sui suoi canali social istituzionale. “Purtroppo Priolo è stata martoriata dal covid. Vi esorto pertanto a vaccinarvi, per avere un paese più tranquillo. Mancano 300 persone entro il 30 settembre per evitare la zona arancione”, ha spiegato nel video. “A Priolo sono già avvenute delle tragedie e sapete che il virus è molto più pericoloso di qualsiasi fake scritta su internet. Il virus è letale. Bisogna vaccinarsi”. Il video completo qui:

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Mafia a Siracusa, la Dia lancia l’allarme: “pandemia occasione per accrescere infiltrazioni”

La Dia lancia ha lanciato l’allarme nella sua relazione semestrale dedicata all’analisi dei movimenti della criminalità organizzata. Nel siracusano potrebbe proseguire “l’espansione sul territorio dell’influenza dei sodalizi mafiosi delle province limitrofe, in particolare da parte di cosa nostra catanese e soprattutto nell’area di Pachino e Portopalo di Capo Passero”, avvisano dalla Direzione Investigativa Antimafia. Non solo, la crisi legata alla pandemia rischia di rivelarsi prezioso alleato delle consorterie mafiose: “è ipotizzabile il tentativo di accrescere l’infiltrazione del tessuto economico-produttivo dell’area, cogliendo l’occasione di approfittare della crisi di liquidità di molti imprenditori originata dalle misure di contenimento rese necessarie dalla pandemia”.
In provincia di Siracusa, si legge nella relazione semestrale della Dia, “il panorama delle organizzazioni criminali non mostra sostanziali mutamenti delle strutture, degli assetti e delle aree di incidenza”. Nonostante non siano mancati arresti di esponenti di primo piano ed azioni di contrasto da parte delle forze dell’ordine, “l’operatività delle consorterie non può dirsi sopita”. Resta forte l’influenza di cosa nostra catanese. Il territorio aretuseo, è caratterizzato dalla presenza di due macro-gruppi di riferimento. “Nel quadrante nord di Siracusa risulta presente il gruppo Santa Panagia, che costituisce una frangia cittadina della ramificata compagine Nardo-Aparo-Trigila collegata alla famiglia Santapaola Ercolano di cosa nostra catanese”. Nel capoluogo attivo anche il sodalizio dei Bottato-Attanasio “legato al clan Cappello di Catania e molto attivo nelle estorsioni e nello spaccio di droghe che risulta essere la principale fonte di guadagno per tutte le consorterie”. I vertici delle organizzazioni criminali, spiega la Dia, si sarebbero spartiti il territorio per gestire in autonomia le piazze di spaccio rifornite prevalentemente dai sodalizi mafiosi etnei. Le conferme investigative sono poi arrivate con le operazioni Demetra e Varenne della seconda parte del 2020. Il Questore di Siracusa, Gabriella Ioppolo, ha spiegato che “…i contatti tra i gruppi siracusani e i sodalizi mafiosi etnei appaiono finalizzati prevalentemente al settore del narcotraffico e vedono nella quasi totalità dei casi i siracusani nelle vesti di acquirenti all’ingrosso della droga che viene immessa sul mercato locale tramite le citate piazze di spaccio”.
La zona nord della provincia di Siracusa (Lentini, Carlentini e Augusta) “risulta ancora sotto l’influenza della famiglia Nardo”. La zona sud (Noto, Pachino, Avola, Rosolini) “appare da tempo sotto il controllo del clan Trigila”.
La Dia si sofferma anche sulla frazione di Cassibile dove “risulta attivo il sodalizio dei Linguanti, articolazione dei Trigila, mentre i territori di Pachino e Portopalo di Capo Passero vedrebbero l’egemonia del clan Giuliano del quale sono stati accertati, in passate attività d’indagine, radicati legami con i Cappello di Catania”.
Floridia, Solarino e Sortino risentono invece “dell’influenza criminale della famiglia Aparo. Recenti indagini hanno disvelato la rinnovata operatività di tale sodalizio, grazie ad alcuni affiliati storici tornati in libertà e attivi sul territorio di riferimento nei settori delle estorsioni, dell’usura e degli stupefacenti”.
Allargando l’analisi al contesto siciliano, “coesistono organizzazioni criminali eterogenee e non solo di tipo mafioso. Nelle province di Palermo, Trapani e Agrigento è egemone cosa nostra. (…) Nella parte orientale della Sicilia sono inoltre presenti ulteriori gruppi e clan mafiosi di minori dimensioni e con interessi circoscritti in un ambito territoriale limitato ma che si mostrano tuttavia pervasivi nell’area d’influenza di riferimento e operativamente spregiudicati”. La Dia ben focalizza gli interessi “intorno ai quali si concentra l’azione mafiosa” nella nostra regione: estorsioni, dell’usura, narcotraffico, gestione dello spaccio di stupefacenti, infiltrazione nel gioco d’azzardo illecito e del controllo di quello illegale. “A questi si aggiungono l’inquinamento dell’economia dei territori di riferimento soprattutto nei campi imprenditoriali dell’edilizia, del movimento terra e dell’approvvigionamento degli inerti, dello smaltimento dei rifiuti, della gestione dei servizi cimiteriali e dei trasporti. Non mancano poi gli inserimenti nei settori caratterizzati dall’erogazione di contributi pubblici come nel caso della produzione di energia da fonti rinnovabili, dell’agricoltura e dell’allevamento. Spesso ciò si realizza attraverso l’infiltrazione o il condizionamento degli Enti locali anche avvalendosi della complicità di politici e funzionari corrotti”.




Prima i furti in spiaggia, poi l’evasione e un monopattino elettrico: 46enne in carcere

Nel giro di pochi giorni era stato arrestato due volte dai Carabinieri della Stazione Ortigia, a Siracusa. Prima al termine di una indagine su continui furti in spiaggia a danno di turisti e poi perchè sorpreso a spasso nonostante fosse ai domiciliari ed immortalato dalle telecamere mentre rubava un monopattino elettrico.
Inevitabile, l’aggravamento della misura cautelare a suo carico. E così il 46enne è stato accompagnato in carcere, a Cavadonna. Provvedimento disposto dall’Autorità Giudiziaria ed eseguito dai Carabinieri.




Covid, il bollettino: nel siracusano contagi ancora su e aumentano classi in quarantena

Sono 105 i nuovi positivi al covid in provincia di Siracusa, rilevati nelle ultime 24 ore. Torna a tre cifre il dato quotidiano del contagio, dopo giorni altalenanti. Il primo riflesso di questo colpo di coda del covid è rappresentato dal numero di classi scolastiche in quarantena: sono 13 in tutta la provincia, il maggior numero nel capoluogo. A proposito di Siracusa (città) gli attuali positivi sono oggi 240 (-7), scendono anche i ricoveri (18) mentre si svuota la terapia intensiva (0) dell’Umberto I. La provincia di Siracusa resta, secondo il report della Fondazione Gimbe, quella con la percentuale di incidenza del contagio più alta in Italia: 146 casi ogni 100mila abitanti, analizzando i dati della passata settimana.
In Sicilia sono 647 i nuovi casi di Covid19 registrati nelle ultime 24 su 21.480 tamponi processati. Incidenza al 3%. Gli attuali positivi sono 18.416 (-817). I guariti sono 1.449, 15 i decessi. Negli ospedali sono adesso 656 i ricoverati (-30), 82 in terapia intensiva (+10).
La situazione del contagio oggi nelle altre province: Catania 310 nuovi casi, Messina 75, Trapani 60, Ragusa 28, Caltanissetta 28, Agrigento 23, Palermo 12, Enna 6.




E se il prossimo sindaco di Siracusa fosse una donna? La Brigata Rosa “presenta” la lista

Iniziate sottotraccia le grandi manovre in vista delle amministrative 2023 a Siracusa. E la scelta dei nomi dei candidati che si contenderanno la poltrona di primo cittadino diventa una questione di “genere”. Tra veri, papabili e presunti sono tutti nomi maschili quelli che, sin qui, sono finiti al centro del dibattito pubblico. E le donne? Provocatoriamente, ma non troppo, ecco che arriva una lista tutta al femminile. “Per correggere questa singolare forma di strabismo, noi donne della Brigata Rosa ci permettiamo di offrire un elenco, certamente incompleto, di figure femminili che potrebbero legittimamente aspirare alla candidatura e ricoprire il ruolo della massima funzione cittadina”. Trentotto nomi di donne note e già impegnate in politica, dirigenti scolastiche, esponenti del mondo della cultura, dell’associazionismo e del terzo settore e new entries. Nell’elenco decisamente trasversale e bipartisan proposto dalla Brigata Rosa ci sono Marika Cirone Di Marco e Stefania Prestigiacomo, Sofia Amoddio e Alessandra Furnari, Giusy Genovesi, Silvia Russoniello e Moena Scala, Valeria Troia, Carmen Castelluccio, Rita Gentile, Donatella Lo Giudice e Cetty Vinci: tutte con esperienze più o meno vaste in politica attiva. E poi Marilena Del Vecchio, Antonella Franco, Antonella Fucile e ancora personalità della cultura e dell’associazionismo come Luana Aliano, Giusy Aprile, Simonetta Arnone, Beatrice Basile, Simona Cascio, Maria Grazia Ficara, Patrizia Maiorca, Emma Schembari, Maria Concetta Storaci, Daniela La Runa, Susi Griso e tante altre ancora.
“Sono donne che appartengono a vari schieramenti politici, che abbiamo visto impegnate in vari campi, da cui ci sentiamo talvolta lontane per il modo di pensare, donne che comunque possono con onore avere titolo a rappresentare la comunità”, spiegano dalla Brigata Rosa. “Con questa iniziativa, forse agli occhi di qualcuno provocatoria, intendiamo rendere loro omaggio, lanciando a siracusani e siracusane l’invito a riflettere sull’effetto negativo della persistenza di stereotipi in democrazia”.




Banda di truffatori seriali attiva tra Siracusa e Torino, presi di mira istituti religiosi

Una banda di truffatori seriali attiva tra Siracusa e Torino è stata bloccata al termine di una indagine coordinata dalla Procura di Siracusa. I Carabinieri hanno sottoposto all’obbligo di dimora 7 persone (4 residenti nel siracusano e 3 nel torinese) ritenute responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe in danno di istituti religiosi e case di riposo. Sono in corso le ricerche di un ulteriore soggetto destinatario della stessa misura.
Ricostruite almeno 148 truffe commesse dal 5 settembre 2014 al 5 febbraio 2019 da un gruppo articolato, sono ben 77 gli indagati. Il modus operandi era sempre lo stesso: gli istituti religiosi, molti dei quali ricomprendenti scuole paritarie o case di cura/assistenza convenzionate, venivano contattati da sedicenti impiegati regionali, provinciali o comunali, direttori e impiegati di banca o di uffici postali che preannunciavano l’avvenuto stanziamento, in favore degli stessi istituti, di somme variabili di denaro a titolo di contributo per le attività scolastiche e/o sportive svolte, oppure rimborsi di vario genere o donazioni di benefattori contributi pensionistici. Carpita la fiducia dell’interlocutore, gli indagati spiegavano che l’Ente erogatore aveva erroneamente stanziato una somma maggiore rispetto a quella spettante, motivo per cui veniva chiesta l’immediata restituzione delle somme eccedenti (in genere da 1.000 a 3.000 euro), precisando che si trattava dell’unica modalità possibile per ricevere il contributo nel suo esatto e completo corrispettivo. Gli indagati riuscivano ad ottenere le somme grazie alla raccolta di elementi informativi veritieri sulla comunità religiosa contattata (nominativi, banca ove i religiosi erano titolari di conto corrente, causale della sovvenzione spettante ecc.) generando piena fiducia negli interlocutori che si adoperavano nella restituzione delle somme “ricevute in eccesso”.
Le somme venivano corrisposte ai truffatori tramite vaglia postali veloci o mediante ricariche postepay, intestati a complici. Dopo la “restituzione” del denaro, le vittime si recavano nei rispettivi istituti di credito per la riscossione delle sovvenzioni e solo lì si rendevano conto della truffa.
Con questo metodo, i malfattori sono riusciti a truffare decine e decine di vittime accumulando un illecito profitto stimato in 254.000 euro.
Oltre agli 8 indagati, destinatari dell’obbligo di dimora, sono stati denunciati in stato di libertà 69 soggetti, che dietro compenso (generalmente variabile dai 200 ai 400 €), procuravano carte ricaricabili, schede telefoniche per contattare le vittime e notizie utili per guadagnarne la fiducia.
L’indagine ha preso le mosse dalla constatazione del significativo aumento, a partire dai primi mesi del 2017, delle truffe in danno di istituti religiosi su tutto il territorio nazionale e ha portato al riconoscimento di una associazione per delinquere operante nel territorio siracusano, finalizzata alla commissione di truffe in tutt’Italia.
La Procura di Siracusa e i Carabinieri del Comando Provinciale sono riusciti a collegare gli episodi delittuosi a soggetti residenti nella provincia aretusea, organizzati secondo ruoli ben precisi. Nel corso dell’attività è stato disposto anche il sequestro di 21 conti correnti riconducibili agli indagati. Durante le perquisizioni sono state sequestrate 10 carte di credito/debito in uso agli indagati, ulteriori 8 carte “vergini” per la clonazione provviste di microchip e 16.000 euro in contanti.
Tre dei soggetti coinvolti nell’operazione sono risultati percettori di reddito di cittadinanza, per i quali è stata proposta la revoca del beneficio.




Truffe in tutta Italia, base logistica a Siracusa: “si fingevano impiegati Inps o di banca”

Banda di truffatori seriali bloccata dai Carabinieri di Siracusa. Obbligo di dimora per 7 persone (4 residenti nel siracusano e 3 nel torinese), ritenute responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe in danno di istituti religiosi e case di riposo. Sono 77 in tutto gli indagati.
Il commento del capitano Giacomo Mazzeo, comandante della Compagnia Carabinieri di Siracusa.

Le immagini dell’operazione:




Vaccini in chiesa, si replica: da venerdì a domenica nei locali di San Metodio, a Siracusa

Dopo Mazzarona, l’unità mobile dell’Asp di Siracusa fa tappa questo fine settimana a Bosco Minniti per una nuova tappa della campagna di vaccinazione di prossimità. Da venerdì 24 a domenica 26 settembre, dalle 16 alle 19, sarà possibile ricevere senza prenotazione una dose di Pfizer o Moderna nei locali della parrocchia San Metodio, nella zona di via Italia 103.
Lo scorso fine settimana, nella chiesa di San Corrado Confalonieri, sono state somministrate 192 dosi di vaccino ed in gran parte si è trattato di prime inoculazioni.
Le iniziative nel quartiere Grottasanta sono organizzate in sinergia con l’assessore comunale ai Servizi sociali Maura Fontana, l’assessore comunale alla Protezione civile, Sergio Imbrò, e il delegato del Quartiere Grottasanta, Alessandro Maiolino.

In foto, un momento delle vaccinazioni a San Corrado