Tromba d’aria a Carlentini, parla il sindaco: “La popolazione ha bisogno di aiuto”

“Tantissimi danni. Quello che ho visto ieri, io con i miei occhi, non l’avevo mai visto qua in questa zona.” È così che parla il sindaco di Carlentini, Giuseppe Stefio, dopo la tromba d’aria che ha colpito le campagne di Pedagaggi, frazione di Carlentini, nella giornata di ieri.
“Il cambiamento climatico è ormai riscontrabile quotidianamente. – commenta Stefio ai microfoni di FMITALIA – Noi ormai assistiamo a fenomeni che prima non avevamo mai registrato qui nel nostro territorio. È un qualcosa di straordinario, di eccezionale.”
Secondo le stime fornite da “Il Meteo”, le raffiche di vento hanno raggiunto i 120-130 km/h, provocando danni localizzati a strutture agricole, coperture e alberi nella zona della frazione di Carlentini. “Sono stati momenti veramente di panico”, continua il primo cittadino
“Tra oggi e domani mi accingo a fare una delibera per chiedere la dichiarazione dello stato di calamità nel territorio di Pedagaggi. – annuncia Stefio – Perché di fatto è avvenuto questo: un fenomeno naturale, imprevedibile, che ha creato danni incredibili sia alle attività produttive, ma anche alle proprietà private, alberi secolari sradicati, case scoperchiate, gente quindi fuori dalle proprie abitazioni e danni ingenti anche nelle campagne.”
Poi per il sindaco c’è anche spazio per i ringraziamenti. “Io devo ringraziare intanto, primo fra tutti, Sua Eccellenza il Prefetto, il quale veramente è stato in continuo contatto e di aiuto sotto ogni profilo nei miei confronti e quindi della popolazione di Pedagaggi; i vigili del fuoco intervenuti prontamente, i carabinieri, la protezione civile, sia il gruppo dei volontari ma anche il coordinamento provinciale. Gli aiuti sono stati immediati.”
Adesso è il momento di fare la conta dei danni. “Stiamo invitando le persone a munirsi di perizie asseverate da parte di tecnici autorizzati. Noi chiederemo lo stato di calamità e quindi, a quel punto, auspichiamo che la Regione e lo Stato prendano atto di questa situazione. Io farò tutte le azioni che mi sono consentite dalla legge e seguirò personalmente l’iter affinché veramente la Regione e lo Stato si rendano conto dello stato emergenziale che abbiamo a Pedagaggi, che è una piccola frazione che è stata sventrata proprio da questo fenomeno naturale.
“La popolazione che abita lì ha bisogno immediatamente di aiuto”, dice senza giri di parole Giuseppe Stefio.
“Nella piccola comunità, tra l’altro, c’è un sentimento di solidarietà molto importante: già automaticamente fra di loro le famiglie si stanno ospitando. La popolazione merita il rispetto da parte delle istituzioni”, conclude il sindaco di Carlentini.




Bizzarrie del meteo di giugno: pioggia e grandine. Tromba d’aria a Pedagaggi

Una tromba d’aria si è abbattuta nelle campagne di Pedagaggi, nel siracusano, nel primo pomeriggio. Un video, pubblicato sui canali social da Weather Sicily, mostra il sollevamento di vari oggetti dal terreno.
Secondo le stime fornite da “Il Meteo”, le raffiche di vento hanno raggiunto i 120-130 km/h, provocando danni localizzati a strutture agricole, coperture leggere e alberi nella zona della frazione di Carlentini. Fortunatamente, non si registrerebbero feriti.
Il maltempo, probabilmente riconducibile a una supercella, ha colpito principalmente l’entroterra siracusano: Floridia, Solarino, Francofonte e successivamente Sortino. La supercella ha anche causato una moderata grandinata nella zona di Floridia.
Squadre della Protezione Civile e autorità locali sono al momento impegnate nelle operazioni di monitoraggio e messa in sicurezza delle aree colpite, al fine di valutare con precisione i danni e tutelare la sicurezza dei cittadini.




Maturità, la prima prova scritta: le sensazioni dei maturandi siracusani

Moderata soddisfazione, sensazioni positive e anche un po’ di tensione — che non guasta mai — come è normale per uno studente che affronta l’esame di maturità. Questo è lo stato d’animo generale dei ragazzi e delle ragazze del Liceo “Tommaso Gargallo” di Siracusa, che questa mattina hanno sostenuto la prima prova dell’Esame di Stato.
Gli studenti hanno dovuto scegliere tra Pier Paolo Pasolini e Giuseppe Tomasi di Lampedusa per l’analisi del testo; Piers Brendon, Riccardo Maccioni (con Il Rispetto, parola dell’anno Treccani – Avvenire, 17 dicembre 2024) e Telmo Pievani per il testo argomentativo; Paolo Borsellino, Anna Meldolesi e Chiara Lalli per la tipologia C (riflessione e attualità).

Le interviste.




Ancora morti in Palestina, l’assessore Granata con la kefiah: “Alziamo la voce, è inaccettabile”

Altri 51 morti e 200 feriti gravi vicino a un centro aiuti a Khan Younis. Sono queste le informazioni dell’ultima ora che provengono dalla Striscia di Gaza. Il fuoco sarebbe stato aperto contro la folla in attesa di aiuti. I feriti sono stati trasferiti all’ospedale da campo nella zona di Al-Mawasi, poi all’ospedale Nasser a Khan Younis.
Questa mattina, l’assessore alla Cultura del Comune di Siracusa, Fabio Granata, intervenuto ai microfoni di FMITALIA, ha deciso di indossare la “kefiah”, simbolo palestinese. “Oggi più che mai non dobbiamo dimenticare i genocidi in corso in Palestina. La guerra scatenata da Netanyahu contro l’Iran ha oscurato quello che continua ad essere un massacro di donne, giovani, bambini, assolutamente inaccettabile. Quindi, in ogni occasione pubblica e ovunque, chi ha responsabilità politica e istituzionale dovrebbe ostentare la propria contrarietà a questa dinamica, per alzare la voce rispetto al dramma che sta vivendo il popolo palestinese. Non si tratta quindi di una manifestazione, come dire, retorica. Si tratta di tenere accesa la luce e farlo proprio oggi, in cui tutti sembrano accorgersi del dramma della Palestina”, ha spiegato l’assessore.
Nelle scorse settimane, Fabio Granata, già parlamentare nazionale e assessore regionale, ha invitato il Presidente della Regione, Renato Schifani, e il Parlamento Siciliano a interrompere ogni relazione con lo Stato di Israele.
“La Regione Siciliana ha molti rapporti economici con industrie, imprese, fabbriche israeliane. E poi c’è un altro aspetto istituzionale: ben quattro regioni italiane hanno realizzato la stessa prospettiva e lo stesso progetto. Se la Sicilia si aggiungesse, cinque regioni potrebbero determinare una legge che automaticamente va in Parlamento e che determina il riconoscimento dello Stato di Palestina. – sottolinea Granata – Capisco che sarebbe un riconoscimento simbolico, perché pensare oggi allo Stato di Palestina da ricostruire in quello scenario incredibilmente grave di massacro e di genocidio è difficile”, ha concluso l’assessore alla Cultura del comune di Siracusa.




Zenga-Siracusa, arriva un altro segnale: via da Instagram foto e biografia legate al club azzurro

Walter Zenga rimarrà al Siracusa Calcio? È la domanda che ogni tifoso azzurro si sta ponendo in queste ultime ore.
Nei giorni scorsi hanno fatto molto rumore le parole del brand ambassador e club manager del Siracusa Calcio (per ora, ndr), pronunciate in occasione della Milano Football Week: “Quando capisci che il tuo limite è arrivato, allora devi cambiare strada. Adesso parleremo del futuro e capirò se hanno ancora bisogno di me. Diversamente… me ne farò una ragione: se pioverà, aprirò l’ombrello”, ha dichiarato Zenga, lasciando aperta qualsiasi opzione, compresa quella di un possibile addio.
Adesso è arrivato un ulteriore segnale, direttamente dai suoi canali social: Walter Zenga ha cambiato l’immagine del profilo (in precedenza legata al Siracusa Calcio, ndr) e ha rimosso ogni riferimento al club dalla biografia.
L’ex portiere della Nazionale, in questi giorni, è protagonista della trasmissione “Calciomercato – L’Originale” di Alessandro Bonan. E proprio questa fortunata trasmissione di Sky fu galeotta l’anno scorso, quando nacque l’idea del presidente Ricci di portare l’Uomo Ragno in società.
Anche quest’anno Bonan e Di Marzio faranno tappa a Siracusa e chissà che proprio in quei giorni non possano nascere nuove e ambiziose collaborazioni.
Resta da capire quale sarà il futuro di Walter Zenga, ma i segnali inviati dall’ex portiere sono piuttosto chiari.




Tra le bombe e la speranza, la missione di Tiziana Roggio a Gaza: “Un inferno in terra”

È difficile raccontarlo, e forse trovare le parole giuste lo è ancora di più. La situazione nella Striscia di Gaza è drammatica: gli ospedali sono al collasso. C’è chi lì ci ha vissuto e lavorato per tre settimane. Lei è Tiziana Roggio. Ha 37 anni, è un chirurgo plastico, lavora al St George’s Hospital di Londra ed è di Augusta, in Sicilia. È stata l’unico medico volontario italiano ad aver operato nell’ospedale Nasser di Khan Yunis.
A lei non piace essere definita un’eroina. Tiziana Roggio è andata a Gaza perché non riusciva più a guardare, e, essendo un chirurgo plastico, sapeva di poter essere d’aiuto.
“Mi sento come una goccia nel deserto. Quando sei lì hai la sensazione che tutto quello che fai possa essere reso vano nello spazio di un secondo, perché basta una successiva bomba e può uccidere chi tu hai curato e tanti altri in più. Purtroppo, lì c’è un conflitto che si sviluppa ogni giorno e che uccide ogni giorno tantissime persone, anche persone che stanno lì semplicemente ad aspettare di avere aiuti umanitari e un chilo di farina. E quindi dobbiamo ricordarci questo”.

Tiziana Roggio, per quanto sia difficile, racconta — non senza emozione — ciò che ha visto con i suoi occhi. E poi c’è il pensiero per il piccolo Adam. È stata lei a operarlo, insieme ad altri due colleghi inglesi. Adam è un bambino palestinese di 11 anni, figlio della pediatra Alaa al-Najjar, sopravvissuto a un bombardamento israeliano che ha ucciso i suoi nove fratelli e il padre. Adam e sua madre sono ora salvi. Sono finalmente arrivati in Italia la sera dell’11 giugno, insieme alla zia e a quattro cuginetti. Adam sarà ricoverato all’Ospedale Niguarda di Milano. Ma Adam non è l’unico bambino che ha visto con i suoi occhi l’inferno.
Ci sono bambini che non hanno più le gambe, che hanno gravissime lesioni causate dai continui e incessanti bombardamenti. Una bambina è morta per sepsi. La sepsi è un’infezione generalizzata che può interessare uno o più organi e che può arrivare a comprometterne la funzionalità. È una cosa che non sarebbe mai accaduta in Occidente, ma lì è tutto molto più complesso.
Ci sono bambini morti per malnutrizione. Bambini morti per i ritardi nell’ottenere autorizzazioni per essere trasferiti fuori da Gaza per i trattamenti necessari.
A Gaza circa 2.000 famiglie non esistono più. Sono morte più di 57.000 persone.
Da questa parte del mondo, forse si fa fatica a comprendere la reale situazione a Gaza. Tiziana Roggio ha vissuto in prima persona tutto questo. “I social e i telegiornali ci danno la possibilità di vedere con i nostri occhi tantissime immagini, quindi queste hanno secondo me il maggiore impatto, perché ci rendiamo conto. Però credo che in Occidente, purtroppo, si guardi questa guerra molto da lontano, come qualcosa che non ci riguarda. Lo so, per fortuna non ci riguarda direttamente, però bisognerebbe soffermarsi un po’ di più su quelle immagini, invece di considerarle come qualcosa di lontano. Mettersi un po’ nei panni di queste persone che vivono questo conflitto da quasi due anni. Ma finché non sono arrivata lì, non potevo mai immaginare che fosse talmente orribile.”
Tiziana Roggio è arrivata nella zona di conflitto intorno alla metà di maggio. È arrivata in quell’inferno in terra da Amman, in Giordania. Dal primo momento in cui ha messo piede ha avuto paura, non lo nasconde: i continui bombardamenti fanno tanta paura. È una giovane donna, una vita davanti, ma vuole aiutare un “popolo dimenticato”, è così che lo definisce.
“La scelta di andare lì è nata perché, appunto, vedendo tutto questo e sentendo tutto questo, non riuscivo più a stare solo a guardare. Inoltre, so che nella mia attività, io faccio il chirurgo plastico, le mie competenze sono estremamente richieste lì, perché purtroppo non hanno molti medici locali specializzati in chirurgia plastica, e l’entità delle ferite e delle ustioni, nella gran parte dei casi, richiedono il nostro trattamento. Quindi sapevo che sarei stata davvero di valido aiuto.”
Per tre settimane, si è nutrita solamente di cibo in scatola: tonno, carne, cous cous — che a un certo punto ha iniziato a odiare. Ma lì non c’è tempo per pensare a cosa mangiare. Lì sono ore incessanti di lavoro. Lì si tenta disperatamente di salvare vite umane. È difficile spiegarlo. È difficile capirlo se non lo si vive.
Tiziana Roggio ha dedicato tutte le sue ferie per andare nella Striscia di Gaza, e non nasconde che vorrebbe ritornarci. Gran parte del suo tempo lo ha trascorso in sala operatoria, e quelle poche ore che aveva a disposizione le passava in “camera”: una stanza piccolissima, un letto a castello e poco tempo per dormire. Le bombe sono continue, così tante che poi ci si abitua.
Tiziana Roggio è partita con due zaini e poi condivideva delle grosse valigie con i suoi colleghi: all’interno cibo e strumenti per operare. Lì si muore di fame, lì ogni giorno si combatte per sopravvivere. I bombardamenti arrivavano a qualsiasi ora del giorno e della notte. E sono visibili e udibili anche dall’ospedale Nasser. A Gaza si opera con il timore che possa arrivare una bomba da un momento all’altro.

Una normale mattina 6.04 am dal 4 piano di Nasser, Khan Younis

Tiziana Roggio ha imparato dal popolo palestinese una cosa, la ripete più volte: la resilienza.
“Quello che vedi e che senti quando arrivi lì — ma che adesso inizia davvero ad affievolirsi — è la loro immensa resilienza. Uno dei miei colleghi mi raccontava che ha spostato la sua famiglia dopo un turno di 24 ore, perché, a seguito dell’ultimo ordine di evacuazione, ha percorso 24 km a piedi sotto il sole. È assolutamente devastante. E loro, dopo tutto questo, venivano al lavoro in maniera assolutamente dignitosa, lavoravano in maniera super professionale. Questo dovrebbe insegnarci qualcosa. Però, quando siamo andati via e li abbiamo salutati, in molti di loro ci hanno detto: ‘Ci vedremo presto, se saremo ancora vivi’. Quindi la resilienza, chiaramente, adesso sta affievolendosi.”
La situazione negli ospedali di Gaza è grave, e anche qui Tiziana Roggio racconta ciò che ha visto.
“Nella nostra sala di chirurgia plastica operavamo all’incirca 10-15 pazienti al giorno. E poi, la sera, le emergenze — o comunque a seconda della priorità. Questa era la lista elettiva: tutte ustioni, fratture esposte, gravi traumi. Mancano parecchie cose. Ci siamo trovati a utilizzare l’aceto per medicare le ustioni. Mancano gli antibiotici. Mancano tutti gli strumenti monouso, ad esempio i camici sterili, che noi di solito qui utilizziamo e buttiamo via.”
“Gli ospedali sono pochissimi. Potete immaginare che in tutta la Striscia di Gaza ci sono soltanto sei o sette macchinari TAC disponibili. Nasser è uno dei pochissimi ospedali che può fornire un alto livello di cure, ancora attivo, ma è nella zona di evacuazione da due giorni a questa parte, per cui è ad altissimo rischio di essere evacuato. E se verrà evacuato, non ci saranno più terapie intensive che potranno supportare i pazienti. Non ci saranno più grosse sale operatorie che possono accomodare interventi di alta specialità chirurgica.”
“Nessuno merita una cosa del genere”, dice Tiziana. “Sono senza Wi-Fi, hanno tagliato i cavi della fibra ottica. Non gli arrivano gli ordini di evacuazione.”

Al Mawasi

Tiziana è arrabbiata, vorrebbe che ci fosse un maggiore impegno affinché ci sia un cessate il fuoco vero e duraturo. Vorrebbe che questo conflitto venisse raccontato in maniera diversa. Tiziana vorrebbe che si parlasse più di loro, di un popolo che non esiste più. “Vorrei che non venissero dimenticati. Ci vuole più rispetto e più umanità.”
Tiziana non si arrende: con molta probabilità ritornerà a Gaza. Queste non sono righe che hanno l’intenzione di prendere una posizione politica, ma sono righe che raccontano la verità, secondo gli occhi di Tiziana Roggio. Non esiste una verità più profonda di quella di chi l’ha vissuta con i propri occhi.
Tiziana Roggio chiede soltanto umanità. Da diverse settimane la stampa nazionale e internazionale ha avuto ospite Tiziana Roggio, che sta diffondendo la sua cruda realtà, con coraggio, paura, ma anche determinazione.
Che sia la prima, la seconda o la terza volta, varcare il confine della Striscia è un momento che il chirurgo plastico non dimentica. La consapevolezza di entrare in una zona di conflitto c’è, la paura pure: “Tremavo”.
Tiziana adesso è tornata a casa, ad Augusta, ed è circondata dall’amore immenso della famiglia.
“Purtroppo, quando torni nel quotidiano della tua vita, gli impegni ti riportano un po’ a quelli che sono i problemi che lì sembravano così piccoli e così stupidi. Quindi ti distolgono sicuramente un po’ l’attenzione. Io continuo a sentire regolarmente i miei colleghi che sono rimasti lì, perché penso che quello che devo a loro è continuare a diffondere le loro testimonianze e fare in modo che non vengano dimenticate.”
Tiziana non si sente un’eroina. “Gli eroi sono tutti i medici che stanno lì e non hanno paura di affrontare e sfidare la morte.”
L’auspicio di Tiziana è quello di tornare, con la speranza che la pace e il cessate il fuoco possano arrivare. “La mia speranza, ovviamente, è che questa guerra possa finire il prima possibile, che si possa ottenere un cessate il fuoco. Vorrei che il nostro governo e i governi occidentali premessero un po’ di più perché tutto questo accada. E, soprattutto, che queste persone che ho conosciuto e che ho curato, e i bambini, possano riuscire ad avere un futuro. Perché se lo meritano, come tutti gli altri al mondo.”

Tiziana Roggio

Tiziana Roggio non è un’eroina, fa semplicemente il suo lavoro e mette a disposizione tutte le sue capacità in un luogo che ha tanto bisogno. Ma nonostante questo, quello che possiamo dire in questo momento a Tiziana è una sola parola: grazie.

L’intervista.

Foto di Tiziana Roggio.




Siracusa Calcio, ufficiale l’iscrizione al campionato di Serie C

Adesso è ufficiale. Il Siracusa Calcio 1924 parteciperà al campionato di Serie C NOW per la stagione 2025/26. La società azzurra ha infatti ricevuto in data odierna il parere favorevole da parte della Co.Vi.So.C e della Commissione Criteri Infrastrutturali e Sportivi-Organizzativi in merito al rilascio della Licenza Nazionale, completando con successo l’intero iter necessario per l’iscrizione al prossimo campionato professionistico.
Nei giorni scorsi, il club aveva annunciato di aver trasmesso agli organi competenti tutta la documentazione richiesta per l’ammissione alla Serie C, comprese le fideiussioni bancarie e le liberatorie, soddisfacendo ogni requisito previsto dal regolamento federale.
Determinante per il via libera definitivo è stato anche il sopralluogo tecnico effettuato il 6 giugno allo stadio “Nicola De Simone” da parte dei tecnici di Labosport. I controlli hanno confermato la piena conformità del manto sintetico agli standard richiesti dalla FIFA e dalla Lega Pro, consentendo così l’omologazione dell’impianto per la prossima stagione sportiva.
Con la conferma dell’iscrizione, il Siracusa Calcio 1924 potrà ora concentrarsi sulla programmazione in vista del ritorno tra i professionisti. Resta da capire quali saranno i movimenti di mercato, tra uscite e nuovi arrivi, che definiranno la rosa per il prossimo campionato.
“Lo stadio De Simone è pronto per la Serie C!”, ha scritto soddisfatto il sindaco di Siracusa, Francesco Italia, sui canali social. “Grazie agli uffici e all’assessore Peppe Gibilisco per il prezioso lavoro svolto nelle ultime settimane al fine di ottenere la licenza nazionale nel nostro stadio cittadino”.




Cassibile-Avola, tratto autostradale chiuso dalle 22 alle 6 dal 16 al 20 giugno

Ancora indagini, ispezioni e monitoraggio sul viadotto Cassibile, dopo i problemi strutturali che sono emersi ad inizio anno. In seguito ad alcuni controlli sul tratto di autostrada tra Avola e Cassibile, sono emersi difetti strutturali tali da ridurre la capacità portante della struttura.
Il Consorzio delle Autostrade Siciliane, che gestisce la Siracusa-Gela, ha disposto dal 16 giugno e sino al 20 giugno, la chiusura al traffico veicolare, per i veicoli che transitano in direzione Gela, del tratto autostradale tra Cassibile ed Avola. Questo allo scopo di consentire ulteriori indagini, ispezioni e monitoraggio sul viadotto. Dalle 22 alle 6, le auto dovranno obbligatoriamente uscire a Cassibile per poi percorrere la Statale e rientrare in autostrada ad Avola.
“La chiusura in orario notturno è una misura che va incontro alle esigenze di pendolari, turisti e residenti, soprattutto in vista della stagione estiva. Continueremo a monitorare l’evoluzione dei lavori per tutelare al meglio la nostra comunità e il territorio”, ha dichiarato il sindaco di Avola, Rossana Cannata, che questa mattina ha preso parte al tavolo tecnico convocato in Prefettura nell’ambito del Comitato Operativo per la Viabilità (COV).




VIDEO. Giuliano Peparini e la sua Iliade: una reinterpretazione tra storia, mito e modernità

Storia, mito e modernità. La reinterpretazione dell’Iliade di Giuliano Peparini è tutto questo. Il regista, ormai al terzo anno consecutivo qui a Siracusa, dopo “Ulisse, l’ultima Odissea” e “Horai – Le quattro stagioni”, sorprende ancora, proponendo una rilettura del poema di Omero con uno sguardo moderno.
Non ci sono guerrieri invincibili, ma detenuti che combattono nelle celle e non più sui campi di Troia. L’Iliade di Giuliano Peparini non è solo un racconto di guerra, ma parla di noi: della società.
Dal 4 al 6 luglio, al Teatro Greco di Siracusa, sarà un evento speciale tra danza, musica, poesia e parola.
Con Giuseppe Sartori, Vinicio Marchioni, Giulia Fiume, Gianluca Merolli, Danilo Nigrelli, Jacopo Sarotti, i performer della Peparini Academy e gli allievi dell’Accademia del Dramma Antico.
Questo pomeriggio, in attesa del debutto, il regista ha incontrato il pubblico per raccontare il progetto, la sua visione e il lavoro con attori e performer.

Le parole di Giuliano Peparini.

La traduzione è di Francesco Morosi. Le sue parole.

Le parole del Consigliere Delegato Fondazione Inda, Marina Valensise.




Inaugurata la palestra “Antonio Montinaro”: lo Stato e i giovani uniti dallo sport

In un quartiere che conosce bene la complessità del vivere giornaliero, l’inaugurazione di una palestra può diventare molto più di un evento sportivo: può diventare un piccolo seme piantato in un terreno non semplice.
È accaduto questa mattina in via Monsignor Giuseppe Caracciolo, dove è stata aperta la nuova palestra dell’Istituto Comprensivo “Martoglio”, uno spazio pensato non solo per l’attività fisica, ma come luogo di aggregazione e simbolo concreto della presenza dello Stato.
La palestra porta un nome che parla di coraggio e di sacrificio: Antonio Montinaro, caposcorta del magistrato Giovanni Falcone, ucciso nella strage di Capaci. Intitolare a lui questo spazio è stato un ulteriore gesto simbolico, che dà senso e profondità all’iniziativa: un richiamo alla legalità, alla memoria e alla possibilità, per i giovani, di costruire un futuro diverso, partendo dallo sport e dai suoi valori.
Alla cerimonia hanno preso parte le autorità civili, militari e religiose, in un momento che ha voluto sottolineare il valore della comunità e della vicinanza delle istituzioni. Tra i presenti anche Tina Montinaro, moglie di Antonio e presidente dell’associazione “Quarto Savona Quindici”, che ha ancora una volta ribadito quanto sia fondamentale che le istituzioni siano accanto ai ragazzi, offrendo esempi e strumenti per scegliere la parte giusta.
La palestra non è solo un luogo fisico, ma diventa così presidio educativo, punto d’incontro e possibilità di riscatto.

Le parole del Questore di Siracusa, Roberto Pellicone.

Le parole di Tina Montinaro, moglie di Antonio Montinaro e presidente dell’associazione “Quarto Savona Quindici”.

Le parole del Prefetto di Siracusa, Giovanni Signer.

Le parole del presidente del Tribunale per i Minori di Siracusa, Roberto Di Bella.

Le parole del sindaco di Siracusa, Francesco Italia.