Augusta. Mini market della droga in casa: in carcere 22enne già ai domiciliari

Essendo ai domiciliari, utilizzava casa propria come market della droga. Il 22enne Francesco Bandiera è stato arrestato dai carabinieri di Augusta, in esecuzione di un provvedimento di custodia cautelare in carcere emesso dalla Corte d’Appello di Catania. Quando i militari hanno raggiunto l’appartamento del giovane, per arrestarlo e condurlo in carcere, hanno rinvenuto nell’abitazione 16 grammi di marijuana, a conferma del quadro probatorio ricostruito a suo carico. E’ stato condotto nella casa circondariale di Piazza Lanza, a Catania.




Palazzolo vs Canicattini? Colpa della cassa continua…

Un problema con la cassa continua dell’Unicredit di Canicattini, il Dpcm sulle restrizioni legate agli spostamenti, quindi il divieto di superare i confini del proprio comune di residenza se non per comprovate ragioni di necessità, lavorative o di salute. Su tutto questo, l’emergenza Coronavirus. Sono gli ingredienti di una polemica che si è sviluppata nelle scorse ore e che ha visto contrapposti i comuni di Canicattini da una parte , di Palazzolo dall’altro. Visti i problemi riscontrati nella cassa continua del centro retto dal sindaco Miceli, l’idea lanciata era quella di poter effettuare le operazioni nel vicino borgo di Palazzolo. “No”, la risposta del sindaco, Salvo Gallo. Sembrava, tuttavia, che tra i due primi cittadini si fossero creati momenti di tensione. Al centro, una telefonata nel corso della quale sarebbe sembrato, questo quanto poi è circolato su Facebook, che Gallo non volesse mettere il proprio territorio a rischio, visti i casi di Covid-19 riscontrati a Canicattini. Oggi Gallo spiega, invece, le ragioni della sua presa di posizione. “L’ Unicredit – argomenta il primo cittadino di Palazzolo- è un’istituto bancario privato e nel settore è un colosso in Europa, guadagna interessi e commissioni suĺla clientela. L’istituto bancario ha l’obbligo di inviare giornalmente i portavalori per svuotare e rendere funzionale la cassa continua, assicurando i servizi bancari alle comunità servite , così come previsto dal DPCR del Presidente del Consiglio. Le parole che ho detto al telefono al sindaco di Canicattini Bagni non sono state quelle riportate nel post. Da responsabile di filiale di un un’istituto bancario , ho suggerito quello che avrebbe dovuto fare nell’immediatezza e all’eventuale diniego dell’Unicredit di assicurare il funzionamento della cassa continua fare intervenire il Prefetto in modo da garantire il servizio e l’ordine pubblico, poi se è stato riportato altro, fa parte dell’isteria del momento. Aggiungo ancora, a prescindere dal divieto DPCR che impedisce di uscire dai propri Comuni di residenza se non per particolarissime esigenze, esporre i correntisti dell’Unicredit all’elevato rischio di rapine sulla Maremonti non è solo un problema di sicurezza pubblica ma anche un’azzardo. Non esiterò mai ad aiutare i fratelli cittadini di Canicattini Bagni , se dovessero presentarsi emergenze sanitarie, di farmaci, di acqua, di mezzi o di qualsiasi altra cosa. Aizzare su i social due comunità da sempre in fratellanza per un disservizio causato da un colosso bancario europeo è veramente sbagliato soprattutto in un momento così grave e pieno di incognite”.




Siracusa. Covid-19: 22 ricoverati in provincia, due in meno di ieri (ma c'è un decesso)

Questo il quadro riepilogativo della situazione nell’Isola, aggiornato alle ore 12 di oggi (mercoledì 25 marzo), in merito all’emergenza #Coronavirus, così come comunicato dalla Regione Siciliana all’Unità di crisi nazionale.

Dall’inizio dei controlli, i tamponi validati dai laboratori regionali di riferimento sono 8.374. Di questi sono risultati positivi 994 (148 più di ieri), mentre, attualmente, sono ancora contagiate 936 persone (+137 rispetto a ieri).
Sono ricoverati 399 pazienti (50 a #Palermo, 126 a #Catania, 91 a #Messina, 1 ad #Agrigento, 17 a #Caltanissetta, 53 a #Enna, 17 a #Ragusa, 22 a #Siracusa e 22 a #Trapani) di cui 80 in terapia intensiva, mentre 537 sono in isolamento domiciliare, 33 guariti e 25 deceduti (1 ad Agrigento, Messina, Palermo e Siracusa, 2 a Caltanissetta, 6 a Enna e 13 a Catania). Si precisa che, da oggi, il report relativo ai decessi fa riferimento alla provincia della struttura ospedaliera nella quale è avvenuta la scomparsa e non al luogo di residenza.

Il prossimo aggiornamento avverrà domani. Lo comunica la presidenza della Regione Siciliana.




Lavoratori siracusani bloccati a Villa San Giovanni: "Pronti alla quarantena ma non ci fanno passare"

Sono bloccati a Villa San Giovanni da ieri, senza alcuna possibilità di superare lo Stretto di Messina, nonostante abbiano seguito tutta la procedura e nonostante per loro, 14 lavoratori della provincia di Siracusa, sia stato certificato il giustificato motivo per il rientro, con successiva quarantena, a casa. Arrivano da Taranto, dove hanno svolto, nella zona industriale, delle mansioni tra quelle ritenute necessarie. La ditta per la quale lavorano svolge un’attività che in Italia esegue soltanto un’altra impresa, più piccola, in Sardegna. Tutte ragioni riconosciute valide dagli enti competenti, con le dichiarazioni e le procedure svolte e ritenute regolari. Al posto di blocco, tuttavia, niente sta risultando sufficiente per concedere loro l’ok al rientro a casa. Francesco e i suoi colleghi, di Siracusa, Augusta, Melilli hanno trascorso la nottata in auto. Con  loro, in contatto telefonico,  fino alle 4 del mattino e poi nuovamente questa mattina, il sindaco di Siracusa, Francesco Italia, che a sua volta ha contattato il presidente della Regione, Nello Musumeci, come il Ministero dell’Interno. “Se da una parte ci arrivano rassicurazioni sul fatto che abbiamo il diritto di passare- spiega Francesco- dall’altro, al posto di controllo, continuiamo a trovare un  muro. Ci viene detto che hanno disposizioni di non far passare nessuno. E restiamo qui, ancora senza sapere cosa fare e come poter raggiungere le nostre abitazioni. Siamo persone serie, lavoratori e ci stiamo ritrovando in una situazione assurda, complicata anche da un altro passaggio. Nella notte ci è stato detto che avremmo potuto tentare di raggiungere casa, tornando a Roma, prendendo un volo per Palermo e proseguendo verso Siracusa. Abbiamo iniziato il nostro viaggio ma, ad un certo punto, una telefonata, nuovamente una brutta notizia: non è escluso che si chiuda anche lì. Inutile arrivare fino a Roma. Abbiamo quindi invertito ancora una volta la marcia verso Villa San Giovanni. Nessuna notizia ancora nemmeno sulla stanza dall’albergo in cui teoricamente potremmo trovare un po’ di riposo in attesa che qualcuno ci dica cosa dobbiamo fare e come. Lavoriamo per un’impresa seria, che ci ha dato tutte le istruzioni del caso, nel pieno rispetto delle norme di sicurezza e della nostra salute, ma quel posto di blocco inviolabile rischia di vanificare tutto. La notte scorsa eravamo in cinquanta circa a restare dall’altra parte dello Stretto. Non sono mancati momenti di tensione, acuiti dalle proteste. Noi ci siamo messi da parte, non abbiamo in alcun modo voluto fare nulla per alimentare i disordini. Pretendiamo, tuttavia, attenzione”.

Foto: repertorio




Coronavirus. Contagiati in provincia: sono 42 (+3 rispetto a ieri), aumento lineare

Aumentano in maniera costante ma lineare i casi di positivi al Covid-19 in provincia. Alle 12 di oggi erano 42, tre in più rispetto al dato di ieri, fornito dalla Regione e dalla Protezione Civile. In Sicilia sono in totale 490 i casi positivi registrati dall’inizio, ma attualmente ne risultano 458 perché 26 sono già guariti e 6 deceduti. Questa la divisione degli attuali positivi nelle varie province: Agrigento, 34; Caltanissetta, 26; Catania, 181; Enna, 23; Messina, 66; Palermo, 52; Ragusa, 7; Siracusa, 42; Trapani, 27. Tornando alla provincia di Siracusa, se i contagiati sono 42, i ricoverati sono 19.




Coronavirus. + 2 ricoverati in provincia di Siracusa: salgono a 19

Aumentano i ricoverati per Coronavirus in provincia. Oggi sono 19, due in più di ieri. Dall’inizio dei controlli, i tamponi validati dai laboratori regionali di riferimento (Policlinici di Palermo e Catania) in Sicilia sono 4.883. Di questi sono risultati positivi 490 (82 più di ieri), mentre, attualmente, lo sono 458 persone (+79 rispetto a ieri). Risultano ricoverati 254 pazienti (27 a Palermo, 118 a Catania, 40 a Messina, 1 ad #Agrigento, 12 a Caltanissetta, 19 a Enna, 6 a Ragusa, 19 a Siracusa e 12 a Trapani) di cui 48 in terapia intensiva, mentre 204 sono in isolamento domiciliare, 26 guariti (11 a Palermo, 6 a Catania, 4 a Messina, 2 ad Agrigento ed Enna, 1 a Ragusa) e 6 deceduti (1 a Caltanissetta e Siracusa, 2 a Catania ed Enna).




Siracusa. Covid-19, l'ex primario di Malattie Infettive: "Crescita lineare ma troppo tempo per i tamponi"

Crescita progressiva ma lineare dei casi di Coronavirus in provincia. L’ex primario dell’Unità operativa di Malattie Infettive dell’ospedale Umberto I di Siracusa, Gaetano Scifo traccia un quadro della situazione attuale.  “I numeri al momento ci lasciano abbastanza tranquilli. I nostri 39 infetti, di cui 17  ricoverati non rappresentano al momento dati preoccupanti. Ben diverso il problema nella limitrofa Catania”. Difficile poter avanzare delle previsioni precise sulla diffusione del virus in provincia. “Se noi ipotizziamo che in Sicilia si arrivi a 2500 pazienti -paventa Scifo –  In provincia arriveremmo a circa 250 . Auguriamoci che quei numeri non vengano superati, visto che abbiamo avuto il tempo di prepararci. I numeri della Lombardia, invece, sono stati fortemente segnati dal fatto che la diagnosi del caso uno sia avvenuta in ritardo, almeno di un mese rispetto all’ingresso del Covid-19 nel territorio, visto che non è stata subito identificata e poi scambiata per un’influenza”.  Ad oggi (ma i dati aggiornati saranno resi noti dopo le 13 dalla Regione e dalla Protezione Civile ) in Sicilia  si registrano 379 pazienti con infezione attiva, 25 guariti e 5 deceduti, l’ultimo questa mattina all’ospedale di Caltagirone.  i ricoverati sono 210, di cui la metà a Catania. A livello locale, preoccupa la vicenda dei contagi all’interno dell’ospedale Umberto I. ” Questo aspetto non andrebbe enfatizzato-secondo Scifo – Il problema è generale in Italia ed è legato alla carenza di dispositivi di sicurezza, lamentato fortemente anche in provincia. Quello di Cardiologia è un caso sfortunato ma anche problematico. Noi abbiamo 5 persone infette alla data del 16 marzo scorso, data del tampone effettuato. Il percorso parte alla notizia della prima positività. Passano poi 72/93 ore prima dell’arrivo dei risultati. Un lasso di tempo che non dovremmo lasciar passare. In Toscana i risultati arrivano in sei ore. Per questo sarebbe necessario consentire anche alla provincia di effettuare i tamponi. Due centri nella regione sono insufficienti “. 




Siracusa. Servizio di cocaina a domicilio, lo spaccio ai tempi del Coronavirus: un arresto

Si era adeguato alle “richieste del mercato”, avviando un servizio di consegna a domicilio anche per la droga. Visto il periodo di limitazioni imposte dal decreto per il contenimento del contagio del Coronavirus, un giovane di 21 anni, Antonino Concetto Mericio avrebbe deciso di raggiungere i “clienti” direttamente nelle proprie abitazioni, così da garantirsi lo smercio di stupefacenti. I carabinieri l’hanno arrestato. Il giovane, residente a Floridia, si aggirava per Siracusa a bordo di uno scooter. Quando i carabinieri gli hanno intimato l'”Alt”, il giovane non si sarebbe fermato. Breve inseguimento, quindi è stato ugualmente bloccato e perquisito. E’ stato trovato in possesso di 14 dosi di cocaina, per 3 grammi complessivi. In suo possesso, anche 800 euro in banconote da vario taglio. L’ipotesi è che stesse svolgendo l’attività di corriere al dettaglio.




Siracusa. Coronavirus: "Nei cantieri edili operai vicini e senza protezioni", segnalazioni e timori

Sono diversi i cantieri edili in cui, nonostante l’emergenza Coronavirus, il lavoro viene svolto come se nessuno corresse alcun pericolo e senza che sia rispettato quanto previsto dal decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Nessuna distanza di sicurezza, ad esempio, niente protezioni per i lavoratori che, stando alle immagini scattate in diversi luoghi del territorio, sarebbero sottoposti ad un serio rischio di contagio nel caso in cui i colleghi avessero contratto, magari senza saperlo, il Covid-19. I cantieri posso restare attivi. Nessuna delle misure adottate tra quelle restrittive riguarda, infatti, questo tipo di attività, che tiene certamente in moto un pezzo importante dell’economia. Occorre, tuttavia, tenerlo in piedi nel pieno rispetto di regole che hanno a che fare con la salute e con un pericolo fin troppo serio. Basta guardare i numeri per ricordarselo, semmai fosse necessario. Sul tema, in questi giorni, è intervenuto anche il coordinamento di Sos Siracusa.  “Mentre il mondo si ferma per l’emergenza COVID19- osserva il coordinamento delle associazioni ambientaliste – c’è chi va avanti senza sosta in barba ai dettami del recente DPCM in ordine alla distanza di sicurezza e utilizzo di DPI (mascherine)”. La richiesta è quella di un controllo capillare, rivolto agli organi competenti e al sindaco, Francesco Italia.  Il presidente di Ance, l’associazione dei costruttori, Massimo Riili, ricorda che “i cantieri non sono stati fermati e non deve accadere, ma occorre rispettare le distanze di sicurezza e i dettami previsti- fa presente- Il datore di lavoro e gli operai devono attenersi a tutto questo. E’ chiaro che se esistono casi in cui gli operai sono costretti a lavorare in condizioni di pericolo, si tratta di situazione assolutamente vietata. Il settore  sta soffrendo – aggiunge- Il materiale arriva a intermittenza. La mancanza di approvvigionamenti costringe a chiudere e quindi ad attingere alla cassa integrazione”.




Siracusa. Coronavirus, allarme di Natura Sicula: "Sanificazione con candeggina, inutile e dannosa"

“Per salvarci dal Coronavirus, ci avvelenano con la candeggina”. Natura Sicula esprime preoccupazione per le tecniche di sanificazione e, soprattutto, sull’utilizzo degli igienizzanti e disinfettanti impiegati. L’associazione parla attraverso il presidente, Fabio Morreale, secondo cui “la candeggina utilizzata in grandi quantità per sanificare le strade, è pericolosa per la salute dei cittadini e inquinante per la falda acquifera”. Morreale osserva come, a seguito dell’ordinanza del presidente della Regione, Nello Musumeci, i Comuni stiano sanificando le strade dei centri abitati, ” e lo stanno facendo
spruzzando grandi quantità di una sostanza inquinante, l’ipoclorito di sodio, cioè la candeggina. L’utilità di questa operazione è assai discutibile visto che il virus, come afferma il Ministero della Salute, vive nella saliva e e si riproduce solo all’interno delle cellule”. Il presidente di Natura Sicula sottolinea come “nessuno vada in giro a leccare marciapiedi, alberi e scarpe. Secondo il virologo dell’università statale di Milano Fabrizio Pregliasco, sulle strade “il virus può sopravvivere qualche giorno, ma con una carica virale irrisoria (…) È molto improbabile che si calpestino le scarpe infette di qualcuno che ha tossito o starnutito per strada, si tocchi con le mani la suola per poi mettersi le mani in naso o in bocca””. Altro aspetto su cui Natura Sicula focalizza l’attenzione è relativo all’efficacia della sanificazione stradale. La ritiene illusoria. “Non appena una strada viene spruzzata di candeggina, viene immediatamente contaminata dal primo portatore di virus che passa o staziona-argomenta – Ovviamente è meglio avere città pulite che città sporche, ma piuttosto che spruzzare candeggina ovunque, la sanificazione sarebbe più appropriata se venisse fatta su panchine, ringhiere, maniglie e, in generale, su tutti quegli oggetti toccati da più persone”.
L’uso eccessivo di candeggina “indebolisce il sistema immunitario e aumenta l’incidenza di infezioni respiratorie causando tonsilliti, bronchiti, otiti e polmoniti. Essendo sostanza inquinante, utilizzata in grandi quantità (come in questo caso), nel tempo contaminerà la falda acquifera, direttamente o attraverso i suoi prodotti di degradazione. Neanche questa inaspettata pandemia è stata capace di suscitare in alcuni politici riflessioni e ripensamenti-commenta ancora Morreale-  L’obbligo di sanificare le strade senza limitazioni all’uso di una sostanza inquinante qual è la candeggina, manifesta tutta la convinzione dell’uomo a ritenersi il dominatore della natura, il padrone incontrastato della terra, colui che può continuare a inquinare e a distruggere ecosistemi per il raggiungimento veloce dei suoi obiettivi o in nome del profitto”. L’invito rivolto a Musumeci, anche attraverso i sindaci, è che si rimoduli l’ordinanza, concentrando gli sforzi nella disinfezione delle sole superfici che possono interagire con el vie di trasmissione umana del virus: mani, naso, bocca, occhi.