Auto in fiamme sull'autostrada Siracusa-Catania: IL VIDEO

Auto in fiamme lungo l’autostrada Siracusa- Catania. Per ragioni ancora al vaglio, il mezzo è andato a fuoco poco prima dello svincolo Belvedere-Siracusa Nord. Il veicolo viaggiava in direzione Catania.Sul posto, i vigili del fuoco per le operazioni di spegnimento. L’intervento non ha comportato particolari difficoltà ed è stato concluso con successo in un breve lasso di tempo.




A passeggio per Floridia sorvegliato speciale di Siracusa: scattano i domiciliari

A passeggio per Floridia nonostante sia sorvegliato speciale, quindi con obbligo di restare nel comune di residenza e nonostante le ulteriori misure restrittive determinate dal decreto “Io resto a casa” per limitare il contagio del Coronavirus. Arrestato dai carabinieri della Tenenza di Floridia pregiudicato siracusano di 33 anni. E’ stato posto ai domiciliari.




Augusta. Muscatello Covid Hospital? Preoccupazione per le attività sospese

” I protocolli sanitari di decontaminazione di un COVID HOSPITAL ci appaiono
incompatibili con la coesistenza delle inderogabili funzioni dell’ospedale Muscatello quale presidio di zona per i rischi ambientali da incidenti industriali del polo petrolchimico siracusano”. E’ la posizione assunta da Azione -Facciamo Squadra, Collettivo spontaneo DiEM25 Augusta1, Democratici per Augusta
Italia Viva Leu-Art.1. In una nota, il coordinamento chiede “alle amministrazioni Comunali di Augusta, Melilli, Priolo e Sortino a voler intraprendere ogni azione politica, al fine di  giungere all’annullamento di effetti deleteri di questa scelta inopportuna e imprudente anche dal punto di vista ambientale”. Le ragioni di tale posizione risiedono in una considerazione. “Mentre in tutto il Paese l’emergenza COVID19 -si legge nella nota congiunta diffusa in mattinata- spinge le autorità sanitarie a potenziare i propri presidi con attrezzature e personale adeguato, da ieri al Presidio Ospedaliero di Augusta sarebbero state sospese le attività della chirurgia, per trasformarla in reparto dedicato ai ricoveri per covid-19. Al nosocomio “Muscatello” sembrerebbe toccare la
progressiva riconversione in COVID HOSPITAL, così limitando severamente la
funzionalità di tutti gli altri reparti. Al presidente  della Regione, all’Assessore Regionale Sanità, al Direttore Generale dell’ Azienda Sanitaria il gruppo chiede “di volere con urgenza considerare altre strutture sanitarie, anche private,
così come previsto dall’accordo tra assessorato regionale alla Salute e Aiop Sicilia, siglato lunedì 16 Marzo”. Vuol dire “revocare eventuali provvedimenti incompatibili con la destinazione attuale del nosocomio, che attende piuttosto la effettiva apertura del più volte annunciato reparto di Onco-ematologia per il quale già negli scorsi mesi sono state effettuate parte delle relative assunzioni e ogni lavoro edile e strutturale necessario”. Sollecitata anche la deputazione regionale e nazionale ad assumere una posizione autorevole “contro tale grave
pregiudizio alla difesa della salute della collettività” . Al sindaco di Augusta, Cettina Buccheri viene invece chiesto “dove scaricherebbero i reflui ospedalieri “infettivi” da COVID19 e se già adesso si scarichi a mare, se l’Amministrazione comunale è stata messa a conoscenza della eventuale scelta di ricoversione da parte dell’ ASP e cosa abbia risposto”.




Siracusa. Piazza Minerva illuminata con i colori della bandiera italiana

Piazza Minerva si illumina di verde, di bianco e di rosso. Gesto simbolico, che parte da Siracusa, come simbolo della volontà di farcela, di vincere tutti insieme la battaglia contro il coronavirus.  Immagine suggestiva, come la scelta di un luogo importante per Siracusa come la Cattedrale, laddove un tempo si trovava il tempio di Athena.




Covid-19: I positivi in provincia di Siracusa adesso sono 28: +7 rispetto a ieri

Salgono a 28 i positivi al coronavirus in provincia di Siracusa. Il dato è aggiornato alle 12 di questa mattina.  In Sicilia sono in  totale  282 , di cui 129 ricoverati (29 in terapia intensiva), 138 in isolamento domiciliare, dodici guariti e tre deceduti. A Siracusa i ricoverati sono 12. Questa la divisione nelle varie province: Agrigento, 24; Caltanissetta, 6; Catania, 131; Enna, 8; Messina, 16; Palermo, 47; Ragusa, 6; Siracusa, 28; Trapani, 16.

 




Coronavirus: 12 i ricoverati a Siracusa, 282 i contagiati in Sicilia: 45 in più di ieri

Sono 12 i pazienti ricoverati a Siracusa perchè positivi al Coronavirus. Lo dicono i dati aggiornati alle 12 di oggi e comunicati dalla Regione Siciliana all’Unità di crisi nazionale. Dall’inizio dei controlli, i tamponi validati dai laboratori regionali di riferimento (Policlinici di Palermo e Catania) sono 3.294, sono stati trasmessi all’Istituto superiore di sanità, invece, 282 campioni (45 più di ieri). Risultano ricoverati 129 pazienti (23 a Palermo, 58 a Catania, 13 a Messina, 2 ad Agrigento, 4 a Caltanissetta, 6 a Enna, 3 a Ragusa, 12 a Siracusa e 8 a Trapani) di cui 29 in terapia intensiva, mentre 138 sono in isolamento domiciliare, dodici sono guariti (sei a Palermo, due ad Agrigento e Messina, uno a Enna e Ragusa) e tre deceduti.

 




Rientrano in Sicilia i lavoratori siracusani bloccati a Villa San Giovanni: "ora quarantena"

Si sono imbarcati nella tarda mattinata i lavoratori siracusani bloccati da ieri sera a Villa San Giovanni. Tra le nuove disposizioni che “chiudono” la Sicilia e le norme di prevenzione del contagio da covid-19, si erano visti negata la possibilità di traghettare lo Stretto per fare rientro a casa.
Erano partiti dalla Lombardia, dalla provincia di Pavia, dove erano impegnati nella ricostruzione dello stabilimento di San Nazzaro de’ Burgondi, andato in fiamme lo scorso anno. Distribuiti a bordo di tre furgoni da nove posti, per garantire un’adeguata distanza gli uni dagli altri, e dotati di autodichiarazione, si erano messi in marcia alle 4 di martedì. L’azienda ha infatti comunicato che l’attività è sospesa e riprenderà a pieno regime quando la situazione si sarà normalizzata.
Per i lavoratori fuori sede, quindi, è stato disposto il rientro nei rispettivi domicili. Il siracusano Pino, uno dei 9, ci racconta dell’odissea che hanno vissuto. “Abbiamo avviato tutte le procedure, come previsto dalla legge- spiega- le comunicazioni regolari, le registrazioni, la trasmissione, da parte dell’azienda, dell’elenco dei nominativi di quanti sono destinati al rientro a casa. Abbiamo fatto 1.500 chilometri senza alcun problema. Una volta arrivati a Villa San Giovanni, però, l’azienda che gestisce i percorsi in traghetto per raggiungere la Sicilia, ci ha negato a lungo la possibilità di fare i biglietti. Nessuna spiegazione ci viene fornita su quello che dovremmo fare per poter tornare a casa. Il problema è paradossale e risiede nel tipo di mezzo che utilizziamo. Il furgone a nove posti, sebbene con sole tre persone dentro, a quanto pare, non può passare. Passano, tuttavia, le auto con cinque persone a bordo o i mezzi di trasporto promiscuo”.
Evidente la stanchezza dei lavoratori che hanno passato la notte nella speranza di poter attraversare lo Stretto. “Ci era stato addirittura consigliato di lasciare i mezzi e di traghettare a piedi. Ipotesi assurda, perchè una volta a Messina non sapremmo come muoverci e paradossalmente, nel caso in cui avessimo il virus sarebbe ancora più rischioso per tutti”.
Dopo fitte interlocuzioni, è finalmente arrivato il via libera per il loro rientro in Sicilia. “Alcuni di noi sono diretti a Siracusa, altri a Gela. Ci sono colleghi che devono tornare ad Augusta, a Palazzolo. Siamo in contatto con i nostri medici ed abbiamo organizzato le nostre quarantene. Io andrò in villetta, isolato, senza contatti con la mia famiglia. Gli altri faranno altrettanto. Ci atterremo scrupolosamente alle indicazioni. Però pensate che abbiamo attraversato tutta Italia e non ci ha fermato nessuno per un controllo. Mentre eravamo fermi a Villa San Giovanni, abbiamo continuato a misurarci la temperatura per scrupolo. Godiamo di ottima salute, ma con una stanchezza addosso che aumenta minuto dopo minuto. Presto sarà finita”.




Siracusa. Tornano i rifiuti per strada, l'emergenza fa dimenticare le regole

All’emergenza Coronavirus rischia di aggiungersi adesso anche una possibile emergenza rifiuti. Ma questa volta nessun indice da puntare contro nessuna istituzione. Se si verificasse una situazione del genere, la responsabilità sarebbe esclusivamente di alcuni cittadini. In molti sembrano aver dimenticato quanto previsto dalle regole della raccolta differenziata “porta a porta”, servizio che si svolge regolarmente . Sacchetti dell’indifferenziata, dunque, hanno fatto la loro comparsa in diversi luoghi della città, come se ci fosse bisogno di ulteriori rischi igienico-sanitari. A rischiare di più sono ovviamente gli operai di Tekra, ogni giorno al lavoro e adesso costretti anche a porre rimedio ad un comportamento incomprensibile.




"Io resto a casa": chi sta in piazza, chi esce con gli amici, chi sfrega "gratta e vinci"

“Ancora casi di evidente superficialità”. I carabinieri riassumono così la situazione riscontrata in tutta la provincia nelle scorse ore, nell’ambito dei controlli sul rispetto del decreto “Io resto a casa”. Capita così di individuare  tra Augusta, Melilli, Carlentini, Francofonte e Sortino  casi come quello di un soggetto sorpreso per strada mentre era intento a sfregare un “gratta e vinci” e quello di un altro soggetto che ha tentato di giustificarsi dicendo di essere di ritorno da un supermercato dopo aver fatto la spesa, pur non avendo all’interno dell’autovettura alcun genere alimentare; o ancora alcuni che, controllati in automobile, sono stati sorpresi insieme a persone non conviventi. Dei giovani minorenni sono stati sorpresi a chiacchierare tranquillamente in piazza o a circolare fuori dai comuni di residenza. I carabinieri colgono ulteriormente l’occasione per ricordare che “-gli unici spostamenti devono essere determinati da “comprovate esigenze lavorative”, “situazioni di necessità”, “motivi di salute” o il “rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza”.




Siracusa. Coronavirus, oltre 360 autodenunciati rientranti dal Nord Italia

Sono  364  i cittadini che dai primi di marzo ad oggi si sono autodenunciati come rientranti da regioni del Nord Italia a Siracusa. I numeri sono quelli della Protezione Civile. Li fornisce l’assessore, Giusy Genovesi. Dati che sono stati trasmessi alla prefettura. I siracusani in questione sono stati posti tutti in quarantena. Oltre 600, invece, le telefonate arrivate al numero verde della Protezione Civile 800187500. I controlli proseguono senza soluzione di continuità in tutto il territorio. “Il rispetto delle norme non è facoltativo- ricorda l’assessore Genovesi- e se dovesse rendersi necessario, siamo pronti a richiedere l’intervento dell’Esercito per garantire che tutto sia svolto nel modo corretto”. L’appello dell’assessore alla Protezione Civile è quello di attenersi scrupolosamente alle norme, anche in casa, nei casi di quarantena”. L’assessore Genovesi sottolinea poi  un dato che ritiene importante e che riguarda i cantieri edili. “Nel decreto del presidente del Consiglio non esiste una norma specifica sul tema. Ricordo, tuttavia, agli operatori del settore e ai liberi professionisti che ci sono delle circolari che di fatto definiscono le modalità per le quali si può o meno mantenere attivo un cantiere. E’ nella responsabilità dei direttori dei lavori valutare se ci siano le condizioni che rispettino le norme del decreto. Stessa responsabilità a chi si occupa della sicurezza. Sono attività che raramente possono soddisfare quelle condizioni previste”.