“A Siracusa il lato oscuro della magistratura”, lo sfogo del Sostituto Bisogni

“A Siracusa pensavo di poter fare la differenza. Entrando in magistratura ero convinto che avrei fatto parte di un’organizzazione composta da persone votate al sacrificio e dedite al dovere”. Il sostituto della Dda di Catania, Marco Bisogni affida al sito UniCost dichiarazioni forti, importanti, relative al periodo siracusano e non soltanto. Il Pm, a lungo impegnato in Procura, a Siracusa, è stato tra quanti hanno subito una serie di ripercussioni per contrastare quello che è poi emerso come Sistema Siracusa, con gli avvocati Giuseppe Calafiore, Pietro Amara e tutti coloro i quali sono rientrati, in un modo o nell’altro, nell’inchiesta, che si è poi allargata ben oltre i confini di Siracusa. “Ho dovuto condividere l’ufficio con il lato oscuro della magistratura- racconta-e  non ho voluto andar via fino a quando non sono riuscito a completare- bene o male- tutto il mio lavoro”. Parla di una vicenda personale, per la prima volta, e ne spiega anche la ragione.
“Abbiamo cercato di condurre e portare a termine indagini e processi contro alcuni colletti bianchi legati proprio al lato oscuro della magistratura-prosegue il magistrato-  e, per questo, abbiamo sopportato per anni  esposti che trovavano sponda in magistrati – che ora si può dire – avevano piegato la loro funzione anche ad interessi diversi, campagne stampa denigratorie pagate dagli imputati eccellenti con amicizie importanti nella politica e nella magistratura, azioni di responsabilità civile per milioni di euro coltivate e portate avanti anche grazie al mercimonio di atti giudiziari da parte di colleghi disonesti, un abuso d’ufficio commesso dal capo della Procura nella quale prestavo lavoro, la difesa da esposti disciplinari pretestuosi e costruiti a tavolino”. Bisogni racconta anche la parte bella, pulita, trasparente della sua esperienza. “Ho incontrato altri magistrati -prosegue il magistrato– quasi tutti giovani e incoscienti – che si sono fatti, anche loro, carico del fardello e oggi abbiamo sotto gli occhi di tutti voi, l’enorme scandalo di questi mesi. Mentre tutto questo accadeva, mentre giovani magistrati di provincia provavano a riaffermare la legalità negli uffici il nostro autogoverno-dice ancora-  ha scelto e ha scelto male e ha mandato nell’ufficio un Procuratore poi condannato per abuso d’ufficio, un Procuratore Aggiunto ora imputato per lo stesso reato ed un nuovo Procuratore traferito per incompatibilità ambientale.Vi abbiamo delegato l’autogoverno e la nostra rappresentanza nella speranza che i candidati, poi eletti consiglieri ne facessero buon uso.
Non è accaduto”.

Questo il suo intervento integrale:

“Sono dovuto restare otto anni nella prima sede perché lavorando e quasi per caso (come avviene spesso nel nostro lavoro) ho progressivamente capito che la magistratura, quando perde la sua carica ideale e smarrisce il desiderio di rendere Giustizia, diviene un potere come gli altri, permeabile alla lusinghe esterne che arrivano attratte dalla possibilità di sfruttare l’enorme potere che abbiamo sulle persone e sulle cose. Ho dovuto condividere l’ufficio con il lato oscuro della magistratura e non ho voluto andar via fino a quando non sono riuscito a completare – bene o male – tutto il mio lavoro.
Mi scuso se parlo di una vicenda personale, non l’ho mai fatto e non è il mio stile, ma oggi credo che sia giusto fare un piccolo accenno a questa storia proprio qui e proprio a voi.
Abbiamo cercato di condurre e portare a termine indagini e processi contro alcuni colletti bianchi legati proprio al lato oscuro della magistratura e, per questo, abbiamo sopportato per anni:
• esposti che trovavano sponda in magistrati – che ora si può dire – avevano piegato la loro funzione anche ad interessi diversi;
• campagne stampa denigratorie pagate dagli imputati eccellenti con amicizie importanti nella politica e nella magistratura;
• azioni di responsabilità civile per milioni di euro coltivate e portate avanti anche grazie al mercimonio di atti giudiziari da parte di colleghi disonesti;
• un abuso d’ufficio commesso dal capo della Procura nella quale prestavo lavoro;
• la difesa da esposti disciplinari pretestuosi e costruiti a tavolino.
Ho però incontrato altri magistrati – quasi tutti giovani e incoscienti – che si sono fatti, anche loro, carico del fardello e oggi abbiamo sotto gli occhi di tutti voi, l’enorme scandalo di questi mesi.
Mentre tutto questo accadeva, mentre giovani magistrati di provincia provavano a riaffermare la legalità negli uffici il nostro autogoverno ha scelto e ha scelto male e ha mandato nell’ufficio un Procuratore poi condannato per abuso d’ufficio, un Procuratore Aggiunto ora imputato per lo stesso reato ed un nuovo Procuratore traferito per incompatibilità ambientale.
Vi abbiamo delegato l’autogoverno e la nostra rappresentanza nella speranza che i candidati, poi eletti consiglieri ne facessero buon uso.
Non è accaduto.
Negli anni abbiamo visto anche qui il progressivo stravolgimento dell’ordine delle cose:
– ho visto carriere politiche interne alla corrente nascere dal nulla a cavallo tra l’ANM ed il CSM; carriere, a volte, sganciate da una reale credibilità professionale negli uffici, testimoniata con il lavoro quotidiano, ovvero dal parametro che dovrebbe essere il più importante per la selezione dei nostri rappresentanti;
– ho visto nomine di direttivi e semi-direttivi contraddittorie, se non immotivate, e di origine clientelare evidente (colleghi provenienti da lunghissimi fuori ruolo proiettati a dirigere sezioni di grandi Tribunali, colleghi con lunghi trascorsi in politica preferiti nella direzione dei Tribunali, con motivazioni risibili, a magistrati da sempre impegnati negli uffici), nomine – che so bene essere state possibili grazie ad una pessima scrittura delle circolari del Consiglio in tema di selezione, nomina e valutazione dei semi-direttivi e direttivi; Circolari troppo spesso rivendicate a vanto da parte di questo gruppo;
– ho visto in occasione di ogni competizione elettorale il rincorrersi di tatticismi associativi e politici con la rinuncia a competizioni elettorali effettive per il nostro Autogoverno;
– ho visto selezionare i candidati di UNICOST al CSM eludendo le regole che noi stessi ci siamo dati (abbiamo stabilito che un giudice cambiasse funzioni anche nella prospettiva di essere eletto come PM, abbiamo deciso – con un’interpretazione formalista del nostro statuto – che non vi fosse incompatibilità tra i membri del comitato direttivo della SSM e la candidatura al CSM);
– ho visto la corrente silente e immobile mentre la magistratura subiva quotidianamente la divisione in caste (rievocando momenti e fasi storiche che ritenevamo superate): quella dei dirigenti, dei fuori ruolo, dei consiglieri e degli ex consiglieri e quella dei magistrati chiusi negli uffici a spalare fascicoli e ho visto, progressivamente, prendere piede nei colleghi piegati sui fascicoli speranza e timore. La speranza di potere ascendere alla casta superiore e il timore di non riuscire a farlo;
– ho visto, così, in modo irresistibile, anche la stragrande maggioranza dei magistrati adagiarsi e adattarsi a questo stato di cose cercando di cavalcare l’onda della degenerazione correntizia per perseguire proprie ambizioni personali.
Tutto questo ci ha portato al punto in cui siamo e quello che avviene in questi giorni non accade per caso: perdonatemi – lo dico con sincero dolore e rabbia – siamo la corrente che ha scelto di evocare nel suo nome la Costituzione, ma non siamo stati in grado di pretendere il rispetto del codice etico dagli associati e dai nostri rappresentanti che dovrebbero essere i migliori di noi, quelli con i quali i magistrati identificano Unità per la Costituzione.
Mi piacerebbe, però, che questo fosse anche un momento per ricostruire e ripartire.
Mi sono accostato ad Unità per la Costituzione perché mi riconosco nell’idea di un magistrato privo di pregiudizi politici, rispettoso delle idee altrui e felice di avere come unica protezione della sua azione la forza della Costituzione e della sua professionalità
Vi confesso, però, che quando un collega, subito dopo le prime notizie, mi ha detto “non voglio più sentire il nome di Unità per la Costituzione”, non ho trovato nell’immediatezza alcuna argomentazione per replicare in modo convinto e credibile.
Se sono qui oggi con voi e insieme a voi è perché, invece, gli argomenti li voglio trovare.
Li voglio trovare perché sono fortemente convinto che il fallimento definitivo dell’associazionismo giudiziario e dei gruppi associativi – unico antidoto che salvaguarda l’ANM dall’infiltrazione di lobby e centri di interesse – costituirebbe il fallimento della magistratura nella quale sognavo di entrare da liceale e nella quale voglio continuare a lavorare.
Un fallimento che sarà l’anticamera di una magistratura burocratizzata esposta all’influenza della politica e pertanto assoggettata al consenso popolare.
Li voglio trovare perché la magistratura – soprattutto quella più giovane – è portatrice di una straordinaria carica ideale che funziona come carburante di un corpo professionale che sta dimostrando con orgoglio in ogni sede di avere gli anticorpi necessari per fare pulizia al suo interno.
Gli argomenti e le proposte che dobbiamo trovare richiedono, però, rigore, coraggio e determinazione, la stessa che si deve, a volte, mettere nel nostro lavoro quando si lavora per mesi ad un’indagine difficile con la consapevolezza che, se le cose possono andare male, sappiamo comunque di aver fatto il nostro dovere.
E allora rendiamo utile a noi stessi e all’intera magistratura italiana questo momento drammatico per rimettere al centro dell’azione associativa i nostri valori e non le nostre ambizioni e facciamolo senza guardare quello che avviene nelle altre correnti, per una volta, senza calcoli elettorali.
Quanto è stato fatto in questi terribili giorni dall’attuale gruppo dirigente va nella direzione giusta: riconoscere i clamorosi errori commessi e subire le conseguenze politiche di quanto accaduto è, però, solo l’inizio del percorso.
Dobbiamo avere la forza ora di cambiare veramente:
– i nostri Consiglieri siano magistrati al servizio degli altri magistrati che – all’onore di sedere negli scranni del CSM – affianchino maggiori oneri. Chiediamo ai nostri candidati l’impegno a non presentare domanda per incarichi direttivi o semi-direttivi per la consiliatura successiva a quella nella quale hanno operato;
– al CSM e sulle questioni che non sono di principio – come il conferimento degli uffici direttivi o semi-direttivi – le decisioni dei nostri consiglieri non siano il frutto di una scelta di gruppo, ma dei singoli sulla base delle diverse sensibilità individuali;
– nelle more della necessaria modifica alla possiamo legge elettorale del CSM, dobbiamo allentare la nostra presa sulle candidature e sulle liste accettando più candidati e più rappresentanti dai territori;
– l’ANM nazionale non può essere l’anticamera del CSM. Non siamo stati in grado di gestire il passaggio dal ruolo associativo a quello istituzionale. Prevediamo incompatibilità effettive tra i nostri rappresentanti all’ANM e quelli al CSM;
– rendiamoci primi promotori di una riscrittura delle circolari sulla dirigenza e riduciamo la distanza tra alta e bassa magistratura. I dirigenti devono essere valutati secondo i risultati che hanno effettivamente conseguito valorizzando anche le valutazioni dei colleghi d’ufficio con criteri obiettivi e verificabili. La dirigenza non può essere uno status onorifico permanente ma, tra un incarico e l’altro, ci deve essere un congruo periodo di giurisdizione ordinaria.
Solo se metteremo – conclude il dottor Bisogni – tutti veramente testa e cuore in queste battaglie avremo ancora i colleghi al nostro fianco e restituiremo senso alle cose terribili di questi giorni. Rita Levi Montalcini ha detto ”non temete i momenti difficili, il meglio viene li”.




Progetto Yourope a Noto, multiculturalità e integrazione in 8 città europee

Noto ha ospitato la 4^ tappa del progetto Yourope, progetto di multiculturalità e integrazione europea che vede coinvolte 8 città del vecchio continente. Giovani provenienti da Bruxelles (Belgio), Sofia (Bulgaria), Agia (Grecia), Altea (Spagna), Varsavia (Polonia), Lubiana (Slovenia), Atheniou (Cipro) e Noto, si sono confrontati sulle prospettive future dell’Europa intesa non solo come continente ma anche come un’unica nazione, così da migliorarne la percezione e abbattere l’euroscetticismo. Giovani che rappresentano il presente e soprattutto il futuro dell’Europa.«Costruire un’Europa – commenta il sindaco Corrado Bonfanti che ha accolto la delegazione ospite nella sede del Cumo (Consorzio Universitario del Mediterraneo Orientale) – che nel rispetto delle singole identità storiche possa rappresentare una quanto più ampia condivisione di idee e azioni comuni su temi che interessano trasversalmente tutti gli stati quali, welfare, sicurezza, occupazione per citarne alcuni, è un obiettivo che non possiamo permetterci di perdere di vista e non raggiungere. Se questo non accadesse, sarebbe il peggiore fallimento di questa generazione di uomini e donne che passeremmo alla storia perché incapaci di mettere al centro la persona e la vivacità del pensiero umano, preferendo la banalità e l’umiliazione del più basso dei populismi e dei nazionalismi».Non solo workshop e momenti di confronti su temi di grande attualità e impatto sociale, però. Nell’ottica di approfondire gli usi e costumi delle varie città coinvolte nel progetto, i ragazzi partecipanti al meeting si sono trasformati in artisti, realizzando un bozzetto con i cristalli di sale colorato per prendere confidenza con l’arte effimera.




Siracusa. Atti persecutori e lesioni: 36enne condannato a due anni e 8 mesi

Dovrà scontare due anni e 8 mesi di carcere perchè ritenuto responsabile di atti persecutori, lesioni personali e resistenza a pubblico ufficiale, commessi nell’agosto del 2013 a Siracusa. Ieri i Carabinieri della Stazione di Ortigia, in esecuzione di un ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Siracusa, hanno arrestato  Gaetano Vinci, 36 anni, già noto alla giustizia.L’uomo era sottoposto ai domiciliari per altri reati.




Siracusa. Uccise l’amico con un pugno: in carcere Musso, condannato a 10 anni

Uccise l’amico Franco Iraci con un pugno. Condannato a 9 anni e 11 mesi (e sei giorni) di reclusione, Sebastiano Musso è stato condotto in carcere ieri. L’ordine di carcerazione, emesso dalla Procura della Repubblica di Siracusa, è stato eseguito dagli uomini della Squadra Mobile. L’omicidio  risale al 26 marzo del 2016. Si tratta della conseguenza della decisione della Cassazione, che ha dichiarato inammissibile il ricorso del difensore di Musso, giudicato colpevole di omicidio preterintenzionale.  Musso, 46 anni, secondo quanto ricostruito, picchiò al culmine di una lite con l’amico Franco Iraci, in Ortigia. Futili motivi alla base. Dalle parole si arrivò alle mani e a quel pugno che risultò fatale. Nell’ambito del processo, alla famiglia di Iraci sono stati riconosciuti 75 mila euro, da corrispondere ai figli ed al fratello della vittima. Per le parti civili, risarcimento da quantificare. Spetterà al Tribunale Civile stabilirlo.




Siracusa. Sciopero della fame per il nuovo ospedale, Raiti e Baio(Pd): “Noi con Vinciullo”

Sono andati a manifestare la propria solidarietà a Vincenzo Vinciullo e ai consiglieri comunali Basile e Castagnino ieri mattina, poco dopo l’inizio dello sciopero della fame e dell’occupazione simbolica e pacifica della hall dell’ospedale Umberto I. Turi Raiti e Salvo Baio, esponenti del Centrosinistra siracusano (Partito Democratico) prendono posizione, a titolo personale, in merito alla vicenda che domani potrebbe trovare qualche risposta in più, dopo il previsto incontro tra l’assessore regionale Razza e il sindaco di Siracusa, Francesco Italia. Un incontro istituzionale, nel corso del quale tuttavia si dovrebbe anche toccare il tema nuovo ospedale con la possibilità che sia anche la sede per rendere noto in maniera ufficiale (diverse le indiscrezioni già trapelate) il contenuto della “super perizia” relativa all’area scelta dal consiglio comunale di Siracusa.  Baio e Raiti definiscono “giusta la protesta di Vinciullo e dei consiglieri. Pertanto abbiamo dato a titolo personale la nostra solidarietà. Anche il Partito democratico ha più volte denunciato i ritardi dei vari governi regionali che da oltre venti anni promettono la realizzazione dell’opera senza far seguire alle promesse i fatti. Non abbiamo pregiudizi e giudicheremo nel merito le proposte di localizzazione della nuova struttura ospedaliera che saranno avanzate-proseguono i due esponenti politici- purché rispettose delle prerogative del Consiglio comunale”.  Baio e Raiti entrano anche nel merito delle dichiarazioni rilasciate dall’assessore Razza dopo avere appreso dello sciopero della fame avviato dall’ex presidente della commissione Bilancio dell’Ars e dai consiglieri di “Siracusa Protagonista”. “Ci saremmo aspettati-dicono Raiti e Baio-   meno livore e più rispetto nei confronti di una civile e legittima protesta. Questo è il tempo, purtroppo, in cui agli uomini di governo, da Roma a Palermo, a Catania viene l’allergia tutte le volte che qualcuno dissente dal pensiero unico e si permette di criticare il “governo del cambiamento” siciliano”.




Avola. Maltrattamenti in famiglia ed estorsione: 31enne in carcere

Dai domiciliari alla custodia cautelare in carcere. Il provvedimento riguarda un avolese di 31 anni. A notificarglielo, secondo quanto disposto dalla Corte d’Appello di Catania, gli agenti della Squadra Mobile. L’uomo è accusato di maltrattamenti in famiglia ed estorsione.




Siracusa. Discariche d’amianto in città e fuori: “Ignoranza primordiale, telecamere ovunque”

Discariche d’amianto, nel cuore della città come nelle aree esterne (ma pur sempre vicine ad abitazioni e luoghi transitati) .Numerose le segnalazioni, insufficienti gli interventi, costosi per le casse degli enti che,a  seconda della competenza territoriale, sono o sarebbero costretti a intervenire disponendo le relative bonifiche, con l’impiego di ditte specializzate. In via Friuli qualcuno ha scaricato ingenti quantità di lastre spaccate di amianto. Un vero e proprio pericolo per la salute dei residenti della zona. La discarica , secondo la segnalazione di un cittadino, sarebbe stata creata mercoledì scorso. Analogo trattamento sarebbe stato riservato alla vicina via Val D’Aosta. “All’inizio – racconta G.B- credevamo si trattasse dell’ennesimo abbandono di rifiuti ordinari. Oggi, osservandoli bene, ci siamo accorti che si tratta di amianto e questo ovviamente ci allarma e non poco. Mi sono sentito sopraffatto dalla tristezza di appurare l’ignoranza primordiale dei cittadini, ho provato misericordia verso chi tanto danno arreca alla città. Poi abbiamo avvistato quanti abbiamo ritenuto possano far qualcosa: la polizia, i vigili urbani, l’Ufficio Ecologia. L’auspicio è che questa “bomba” non venga lasciata lì, a minare la nostra salute e quella dei nostri figli”. Situazione più o meno analoga viene segnalata lungo la via per Floridia. La discarica a cielo aperto di quel tratto è stata di recente bonificata su disposizione del Comune di Siracusa. Qualcuno ha “provveduto” a sostituirla, anche in questo caso, con lastre di amianto. I residenti tornano a chiedere soluzioni definitive, “a partire-tuona Patrizia Mantegna, da cui era partita anche la prima segnalazione- dall’installazione di telecamere di videosorveglianza”.




Siracusa. La Patata Novella diventa Dop: pronti disciplinare e logo

Pronto il Disciplinare di produzione della Patata Novella di Siracusa. Un passaggio fondamentale per poter garantire ai produttori, con l’imminente riconoscimento Dop, un incremento ed una corretta gestione della commercializzazione di un prodotto che ha qualità  specifiche organolettiche, in virtù delle quali va tutelato e adeguatamente promosso.  Definite le caratteristiche del prodotto, dal colore dell’epidermide (corteccia o buccia), gialla e/o giallo chiara,  facile alla spellatura, alla forma. Ben definito anche il contenuto, gli aspetti chimici, l’area di provenienza, che è quella dei comuni di  Siracusa, Augusta, Avola, Canicattini Bagni, Floridia, Melilli, Noto.Disciplinato, ovviamente, anche il metodo di ottenimento. I produttori, come ha spiegato questa mattina l’assessore regionale all’Agricoltura, Edy Bandiera, sono adesso pronti a consorziarsi, sull’esempio di quanto accaduto per la produzione del pomodorino di Pachino. Queste le nuove sfide che il comparto, in provincia di Siracusa, si pone, dunque, per il futuro. La Patata Novella di Siracusa ha ora il suo logo, che la renderà  riconoscibile rispetto alle “imitazioni” in commercio.  Il mercato ne è invaso. Patata venduta come fosse la novella di Siracusa ma che in realtà proviene da altre aree del Mediterraneo. Il riconoscimento Dop pone un argine, secondo gli operatori del settore e secondo l’assessore Bandiera, a tale difficile condizione. Un importante incontro per l’imminente riconoscimento della denominazione Dop è previsto per i prossimi giorni nella sede dell’ispettorato provinciale dell’Agricoltura di via De Caprio.




Siracusa. Lavori in casa, abbandonano materiale edile accanto alla scuola: “beccati” e multati

Colti sul fatto, area ripulita immediatamente, multa da 3.700 euro in totale. Ancora una volta, scenario di quello che è stato soltanto il tentativo di scaricare abusivamente materiale da risulta, il terreno adiacente all’istituto comprensivo Chindemi di via Basilicata,che nei mesi scorsi era stato utilizzato abusivamente anche come area di stoccaggio di fusti di fanghi, fortunatamente non tossici ma ad ogni modo maleodorante. Una battaglia, quella condotta dai residenti della zona e dalla stessa scuola, che è poi andata a buon fine, tanto che quella “consuetudine” è stata interrotta con l’intervento dell’Ambientale della polizia municipale. Anche questa mattina sono stati i vigili urbani in a cogliere sul fatto dei residenti della zona che, dopo aver accumulato materiale edile per via di lavori in corso in casa, avevano deciso di smaltirlo in questo modo, sottraendosi agli obblighi di legge. Il tentativo è, tuttavia, fallito. Multa da 3.100 euro per l’assenza del previsto formulario. Multa da 600 euro per aver depositato quei rifiuti nel terreno in questione, proprietà privata. Ripristino dei luoghi immediato (i cittadini hanno dovuto ricaricare sul furgone utilizzato il materiale). Lunedì dovranno produrre la documentazione dell’avvenuto smaltimento in una discarica autorizzata. In assenza di tali adempimenti, scatterà la denuncia alla Procura della Repubblica.




Furto in un’officina meccanica: 5 tonnellate di materiale su un autocarro, tre arrestati

Furto aggravato in concorso. Dovranno risponderne Angelo  Battiato, 60 anni, Emanuele Battiato 35 anni e Dario Valastro, stessa età, tutti catanesi. I tre sono stati sorpresi dai carabinieri a Priolo, all’interno di un capannone adibito ad officina meccanica, intenti a caricare su un autocarro con gru a loro in uso, materiale ferroso ed attrezzi  per uso industriale per un peso complessivo di 5000 kg . La refurtiva è stata recuperata e riconsegnata al legittimo proprietario. I tre uomini sono stati posti ai domiciliari.