Siracusa. Differenziata non corretta? Multati i condomìni

Multe ai condomini che non effettuano correttamente la raccolta differenziata. La situazione-limite della Borgata ha indotto il Comune a passare alle maniere forti. Ne pagano le conseguenze tutti i cittadini, anche quanti conferiscono i loro rifiuti come previsto e senza violazioni. L’avviso che vi mostriamo in foto riguarda un condominio del quartiere Santa Lucia. L’amministrazione comunale ha riscontrato, tramite l’Igm, una serie di violazioni, a causa delle quali ha comminato al condominio una muta da 180 euro che saranno ripartite in base alle quote condominiali. La pagheranno tutti, insomma, a prescindere dalle responsabilità. Evidenti anche le violazioni elencate: l’organico rinvenuto nel mastello dell’indifferenziata, la plastica rinvenuta nel mastello del vetro, l’organico conferito dopo il prelievo dei rifiuti da parte degli operatori. L’annuncio, nel caso specifico, è quello di un’imminente installazione di una telecamera fissa, che servirà per smascherare chi conferisce in maniera non corretta, cosicchè possa essere chiamato a rispondere per intero dei propri errori, anche e soprattutto in termini economici.




Siracusa. "Firmopoli", richiesta di rinvio a giudizio per 12 persone

Richiesta di rinvio a giudizio per 12 persone coinvolte nell’inchiesta “Firmopoli”, legata alle presunte firme false per le elezioni amministrative del 2013. La Procura di Siracusa ha mandato a processo, tra gli altri, l’ex sindaco, Giancarlo Garozzo, l’attuale vice presidente del consiglio comunale, Michele Mangiafico, l’ex assessore alle Politiche sociali, Lidddo Schiavo, gli ex consiglieri comunali  Luciano Aloschi, Sebastiano Di Natale, Riccardo Cavallaro, Natale Latina, tre funzionari comunali e due ex consiglieri provinciali (Nunzio Dolce e Sebastiano Butera). Non luogo a procedere per l’ex consigliere comunale Salvo Sorbello.




Siracusa. Servizi Informatici del Comune: "Ritirata la gara per salvare i lavoratori"

Una soluzione per il destino occupazionale dei 25 lavoratori della “Top Network” e la garanzia che i servizi informatici del Comune, che la società gestisce, saranno garantiti nonostante la scadenza dell’appalto.E’ l’esito di un’interlocuzione tra il gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle, l’amministrazione comunale, i dipendenti e la società. L’appalto sarebbe stato in scadenza il 30 settembre prossimo e per i lavoratori non ci sarebbe stata alcuna garanzia di poter salvaguardare il proprio posto una volta subentrata, eventualmente, una nuova ditta. Questo, perchè svolgono un lavoro intellettuale e il Codice degli Appalti garantisce solo la manodopera. “Emersa la questione- spiega la portavoce Silvia Russoniello- abbiamo iniziato a studiare in maniera approfondita la normativa. Insieme a Roberto Trigilio siamo arrivati alla determinazione che serve più tempo per individuare un escamotage, possibile stando alla normativa, che possa salvare i posti di lavoro di chi, in alcuni casi, è dipendente della società da decine di anni”. Al Comune, i 5 stelle hanno proposto una proroga di 20 giorni dell’appalto, preceduta ovviamente dal ritiro della gara, per cui oggi sarebbe stata prevista l’apertura delle buste. Successivamente, gara ponte per arrivare al 31 dicembre, nelle more che si studi un nuovo bando che possa garantire i lavoratori e il servizio. “La soddisfazione è duplice- commenta Russoniello- Innanzitutto da questa vicenda è emerso come, quando esiste una reale volontà politica, dalla collaborazione emergono soluzioni. Il dialogo è stato fondamentale, fra tutte le parti in causa, accanto all’elasticità di poter anche rivedere le proprie posizioni, come ha fatto in questo caso il Comune e come sta facendo la società. La variazione di Bilancio che si è resa necessaria dovrà adesso essere ratificata dal consiglio comunale, probabilmente già nel corso della seduta di domani”.




Siracusa. Parte il treno Unitalsi per Lourdes: ricordo di Fabrizio Frizzi

Un ricordo speciale dedicato al compianto Fabrizio Frizzi, tra i momenti previsti nel corso del pellegrinaggio nazionale a Lourdes dell’Unitalsi, che si tiene in due fasi: la prima è iniziata il 19 settembre e si è conclusa oggi. Il  secondo periodo è in programma da domani 25 fino al 29 settembre. Nel 115° anniversario associativo, l’UNITALSI con 2 treni, 13 aerei e 14 pullman accompagnerà a Lourdes circa 5 mila soci e pellegrini, tra ammalati, disabili e volontari.A guidare il pellegrinaggio al santuario francese saranno Monsignor Luigi Bressan, arcivescovo emerito di Trento e assistente ecclesiastico nazionale dell’Unitalsi, e il presidente nazionale Antonio Diella. Siracusa è inserita in questa seconda fase, con le sezioni Pugliese, Molisana, Marchigiana, Lombarda, Sarda, Piemontese, Siciliana, Triveneta ed Emiliano Romagnola guidate da Monsignor Carlo Bresciani, Vescovo di San Benedetto del Tronto, Ripatransone e Montalto. Mentre, al primo periodo – terminato oggi – hanno preso parte a Lourdes le sezioni Abruzzese, Romana Laziale, Calabrese, Campana, Ligure, Lucana e Umbra accompagnate da Monsignor Benedetto Tuzia, Vescovo di Todi e Orvieto e da Mons. Tommaso Valentinetti,  Arcivescovo di Pescara-Penne.”È un momento importantissimo – afferma Monsignor Bressan  – poter entrare insieme nel santuario di Lourdes che è stato centro per milioni e milioni di pellegrini durante questi 160 anni dalla prima apparizione della Vergine a Bernadette”. “Ci ha lasciato un messaggio profondo – prosegue – che ha entusiasmato tanto popolo di Dio, tanti fedeli, anche non cristiani, ma tanti devoti di Cristo. Egli ci insegna come tutta la vita sia un cammino e lo è veramente come l’Unitalsi, testimone del cristianesimo attraverso i suoi pellegrinaggi”. “Sarà un pellegrinaggio dedicato ai cercatori di felicità” – spiega Diella – e chi partirà per Lourdes alla ricerca di una speranza la troverà, sarà il pellegrinaggio della comunità, di chi ha il passo più lento perché l’importante sarà esserci insieme. Sarà l’occasione per aprire i nostri cuori vivendo a Lourdes un’esperienza di felicità”.





Il presidente della Repubblica a Siracusa: in Ortigia pochi curiosi

È arrivato con qualche minuto d’anticipo in Ortigia il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, atteso per le 15.Tante forze dell’ordine, pochi curiosi, soprattutto turisti. Tutti i vicoli attorno alla Giudecca e via del Logoteta (sede dell’ex Isisc) presidiati e dotati di check point. Al lavoro anche gli artificieri, coadiuvati da cani e robot per le verifiiche di bonifiica. La pulizia maniacale ha però colpito i siracusani, abituati ad altri spettacolo lungo quelle stesse vie. Il presidente Mattarella è stato ricevuto dal prefetto, Giuseppe Castaldi e dal sindaco, Francesco Italia. Non era presente il presidente della Regione, rappresentato comunque dall’assessore Lagalla.In una saletta al primo piano saluti alle autorità in forma privata con scambio di doni. Il Comune ha preparato per il presidente una riproduzione in argento dell’ antica siracusa greca. L’istituto, una riproduzione della sede su papiro. Seguirà la cerimonia in sala. Infine,  all’esterno, la scopertura della targa che intitola l’edificio al suo storico presidente, Cherif Bassiouni




Il presidente Mattarella a Siracusa: le parole, i discorsi

“Sintetizzava alla perfezione l’autorevolezza dello studioso e dell’accademico e la passione dell’attivista dei diritti politici e civili, impegnato sul campo contro ogni forma di sopraffazione della persona e di mortificazione dell’essere umano». Queste le  parole usate dal il sindaco, Francesco Italia, per ricordare lo storico presidente dell’attuale “The Siracusa International Institute” (ex Istituto superiore internazionale di scienze criminali), Cherif Bassiouni, che oggi, a un anno dalla morte, è stato ricordato a Siracusa alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Da oggi la sede dell’Istituto (un palazzo del Comune, ex chiesa di San Francesco di Paola ed ex convento dei Minimi) è intitolato allo stesso Bassiouni. Il sindaco Italia ha rivolto al presidente Mattarella «l’affettuoso saluto della città», ringraziandolo per avere voluto presenziare a una commemorazione che per Siracusa riveste una particolare importanza.Di seguito una sintesi dell’intervento del sindaco Italia.

Celebrare oggi, a un anno dalla sua scomparsa, Cherif Bassiouni è come celebrare a tutti gli effetti un figlio della nostra terra, un figlio di Siracusa.

       Forse al professore non piacerebbe questa definizione; forse gli starebbe stretta, lui che ha portato le sue conoscenze e le sue competenze in vari angoli della Terra, che si è sempre mosso in una prospettiva planetaria e si è speso senza sosta per arrivare, attraverso la forza della Legge e del Diritto, a un mondo migliore, più giusto ed equo. Ma per me e per tutti i siracusani è una maniera per ribadire, ad un anno dalla morte, il valore di quella cittadinanza onoraria concessa tempo addietro e che fu segno di riconoscenza all’uomo che per oltre 40 anni ha incarnato l’Istituto superiore internazionale di scienze criminali facendolo diventare punto di riferimento del dibattito giuridico sull’allargamento dei diritti civili.

       Cherif Bassiouni ha lasciato un’impronta profonda e duratura. Anche se dal 2015 ha ricoperto solo la carica di presidente onorario, i suoi insegnamenti sono ancora oggi la sostanza della mission dell’odierno Siracusa international institute. Egli sintetizzava alla perfezione l’autorevolezza dello studioso e dell’accademico – maestro di schiere di giuristi – e la passione dell’attivista dei diritti politici e civili, impegnato sul campo contro ogni forma di sopraffazione della persona e di mortificazione dell’essere umano. La pratica e lo studio del Diritto, dunque, per lui non erano solo lavoro intellettuale ma erano impegno concreto e fattivo, specie lì dove erano minacciate le libertà.

       Solo considerando questo doppio registro si comprende appieno l’eredità lasciata dal professore Bassiouni e si coglie il senso delle iniziative alle quali ha dedicato maggiore impegno. Mi riferisco ai Tribunali internazionali per l’ex Jugoslavia e per il Ruanda ma, soprattutto, alla Corte penale internazionale, per la cui istituzione si spese in prima persona, ricoprendo incarichi di primo piano in tutto la faticosa e complicata fase preparatoria, e che gli valse la nomination al Nobel per la pace nel 1999.

       Per tutto questo e per molto altro, autorevoli giuristi e studiosi considerano Bassiouni come uno dei padri nobili del Diritto penale internazionale. Riuscire a far incontrare oltre 160 Paesi anche molto distanti per storie, principi e culture giuridiche fu uno sforzo enorme e mi rende orgoglioso il pensiero che una parte considerevole di quel lavoro fu fatto proprio a Siracusa attraverso le conferenze e gli incontri internazionali organizzati proprio all’Isisc. Mi rende orgoglioso l’idea che la mia città e il Comune, di cui mi onoro di essere sindaco, abbiano contribuito anche per una parte piccolissima al raggiungimento di un obiettivo di civiltà enorme come l’istituzione di un tribunale capace di non lasciare impuniti crimini contro l’umanità, dunque frutto di sopraffazione e di aberrazione.

       Assieme alla Fondazione Inda, grazie al professor Bassiouni, il Siracusa international institute è uno dei fiori all’occhiello di una città antica che non vuole, però, vivere solo della sua storia – per quanto invidiabile – ma vuole continuare ad essere protagonista nel presente e nella costruzione del futuro. Nei suoi 46 anni di vita esso ha assolto a questo compito in maniera pregevole attraverso un’attività di alto profilo che prosegue senza sosta. Da qui sono passati e passano personalità di primissimo livello, non solo studiosi ma anche donne e uomini impegnate giornalmente sul campo nel lotta al crimine in tutte le sue declinazioni: da quello comune a quello politico, da quello religioso a quello, ovviamente, mafioso. Qui si fa sintesi e si creano occasioni di confronto affinché l’azione degli Stati sia sempre all’altezza delle sfide lanciate da chi immagina un mondo più insicuro. Il crimine è fonte di sofferenza per molti ma motivo di tornaconto per pochi, gente capace di trarne ricchezze talmente grandi da condizionare le scelte economiche e politiche e che, in un mondo globalizzato e sempre più interconnesso, possono produrre i loro effetti nefasti su intere popolazioni.

       Studio, ricerca e analisi; attenzione alle aree di crisi e formazione dei giovani giuristi rivolta anche ai Paesi che si stanno impegnando a colmare i ritardi nell’affermazione della certezza del diritto. Ce n’è abbastanza per sentirci fieri di questa istituzione nel ricordo costante di Cherif Bassiouni e dell’attuale presidenza di Jean-François Thony. Un’istituzione con queste caratteristiche ha la sua sede ideale a Siracusa, storica porta verso il Nordafrica e il Medio oriente, città aperta sul Mediterraneo, luogo millenario di civiltà e di cultura che chiama tutti noi contemporanei a nuovi doveri e a nuove responsabilità.

Questo il discorso integrale del presidente dell’istituto, Jean-François Thony :

Signor Presidente della Repubblica,
Signor Presidente della Regione,
Signor Sindaco,
Cari amici dell’AIDP, del consiglio di amministrazione e del personale dell’Istituto,
Autorità tutte,
Gentili ospiti,
Signore e Signori,
Benvenuti al The Siracusa International Institute for Criminal Justice and Human Rights.
Ci troviamo qui oggi in occasione del primo anniversario della scomparsa del nostro storico fondatore, presidente e anima dell’Istituto per oltre trent’anni, il Professor Cherif Bassiouni, che la quasi totalità dei presenti in sala, ha avuto il piacere di conoscere personalmente e di apprezzare.
Signor Presidente, le sono molto grato per la sua presenza qui oggi, che ci onora, dando ulteriore lustro a questo momento per noi così importante e speciale. Il nostro Istituto è una fondazione riconosciuta con decreto del Presidente della Repubblica. Nel corso degli anni, messaggi di stima e incoraggiamento sono arrivati dai presidenti Giovanni Leone, Sandro Pertini, Oscar Luigi Scalfaro, Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano.
Ringrazio inoltre l’Onorevole Nello Musumeci, Presidente della Regione Siciliana, il Dottor Francesco Italia, Sindaco di Siracusa, tutti gli altri rappresentanti delle istituzioni presenti qui oggi, e coloro che, negli interventi successivi, esprimeranno la loro testimonianza per onorare la memoria del Professor Bassiouni.
Organizzare un’iniziativa in ricordo di Cherif, e dedicare alla sua memoria questo meraviglioso edificio che oggi ospita il nostro Istituto, prevedendo tra l’altro una conferenza internazionale che si svolgerà tra domani e dopodomani sui temi a lui tanto cari della giustizia penale e dei diritti umani, è sembrato a tutti noi che abbiamo lavorato al suo fianco per molto tempo, il modo migliore per continuare un percorso lungo oltre quarantacinque anni, nella maggior parte dei quali lui ha rappresentato la nostra guida e ispirazione.
Cherif, lo sapete tutti, è stato un giurista immenso, e ha conseguito dei risultati straordinari nel corso della sua vita. Personalmente, l’ho incontrato la prima volta poco più di vent’anni fa. Oltre alla sua immensa gentilezza, notai subito che si trattava di un gigante in ambito giuridico e, al tempo stesso, che era dotato di un carisma ineguagliabile. Cherif aveva sempre nuovi progetti, un vero e proprio vulcano di idee, ed è stato il migliore dei padri possibili per quest’Istituto. Il nostro Istituto ha formato negli anni oltre cinquantatré mila giuristi da cento settantatré paesi del mondo, e si è visto riconoscere lo status consultivo speciale presso le Nazioni Unite. Oggi è conosciuto in tutto il mondo grazie soprattutto a lui. Proprio con il supporto di questo Istituto, Cherif ha contribuito in maniera decisiva allo sviluppo del moderno diritto penale internazionale, e si è speso al massimo delle sue capacità per mettere la parola fine all’impunità degli autori dei peggiori crimini internazionali.
Cherif ha inoltre contribuito alla creazione della Corte Penale Internazionale. Per promuovere l’istituzione di una corte, che giudicasse la commissione dei più efferati crimini internazionali, l’Istituto ha organizzato diciannove conferenze internazionali e seminari, che hanno prodotto una corposa documentazione scientifica. Spicca in tale contesto il Siracusa Draft, la prima versione dello statuto della Corte Penale Internazionale, che venne redatto a Siracusa. Questo Siracusa Draft servì da base ai lavori del comitato preparatorio delle Nazioni Unite, presieduto da Cherif Bassiouni, che poi adottò lo statuto finale della Corte.
Vorrei cogliere oggi quest’opportunità per esprimere la mia solidarietà, e quella dei giuristi penalisti, al presidente, ai giudici e ai procuratori della Corte per le minacce inaccettabili che hanno ricevuto.
L’Istituto ha inoltre avuto un ruolo importante nell’elaborazione di trattati internazionali, come la Convenzione delle Nazioni Unite contro la Criminalità Organizzata, conosciuta come la Convenzione di Palermo e la Convenzione delle Nazioni Unite contro la Tortura, il cui progetto venne redatto a Siracusa nel mille novecento settantasette.
La lista dei traguardi raggiunti da Cherif con l’Istituto è troppo lunga da elencare, ma quanto già detto, fornisce il quadro della sua passione infinita verso lo sviluppo di una cultura globale della giustizia, verso il consolidamento universale dello stato di diritto, e a favore di una sempre più forte tutela dei diritti umani nel mondo. Ed è questa la ragione per cui nel mille novecento novantanove Cherif ha ricevuto la nomination al premio Nobel per la pace.
La nostra è una storia che va avanti dal mille novecento settantadue. La nascita dell’Istituto è maturata pochi anni prima in seno all’Associazione Internazionale di Diritto Penale, grazie all’intuizione di Cherif di creare un luogo che facesse da ponte tra est e ovest, in un contesto di guerra fredda, una vera e propria porta di dialogo, da situare al centro del Mediterraneo. Decisiva fu anche la spinta di Giovanni Leone, all’epoca presidente del gruppo italiano dell’Associazione Internazionale di Diritto Penale e di lì a poco Presidente della Repubblica.
È strano pensare che la nostra storia sia strettamente legata a una persona che non aveva legami specifici con la Sicilia e con l’Italia. Come sapete, Cherif è nato in Egitto, ha proseguito i suoi studi in Francia, per poi affermarsi, ancora giovanissimo, come professore presso la DePaul University di Chicago, oltre che come avvocato.
Dalla città di Siracusa, che ha nominato Cherif suo cittadino onorario nel mille novecento ottantasette, il nostro Istituto continuerà a tenere alta la guardia per chi, ancora oggi, è privato dei diritti umani fondamentali, per chi è sottoposto a trattamenti crudeli e inaccettabili. La crisi migratoria degli ultimi anni porta alla luce con sempre maggiore orrore, storie di aberrazioni, di soprusi, di tragedie individuali e collettive, che non possono e non devono lasciare indifferenti.
Migliaia di migranti sono vittime di tratta da parte di gruppi criminali internazionali, sottoposti a tortura, e spesso, quando riescono ad arrivare nel nostro territorio o altrove, continuano a essere sfruttati dagli stessi gruppi criminali. In molti casi, sono costretti a lavorare senza i più elementari diritti, e talvolta sono ridotti in totale schiavitù. A settant’anni dall’adozione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, che celebreremo il prossimo dieci dicembre, sono ancora troppe, le persone che vengono private delle più basilari libertà. E l’orrore non risparmia nessuno, compresi donne e bambini. Questa grave situazione impone maggiori responsabilità a un Istituto come il nostro.
Tra i diritti fondamentali da proteggere, non vanno dimenticati anche il diritto alla libertà, alla sicurezza e il diritto a essere tutelati da ogni forma di crimine. Per questa ragione, l’Istituto è stato sempre impegnato in prima linea nella lotta contro la criminalità organizzata e la corruzione, attraverso le diverse attività di assistenza tecnica, di formazione e di ricerca, fra cui un progetto globale di lotta al fenomeno del traffico illecito che sviluppiamo da due anni.
Quando, negli anni settanta, il Presidente Leone ha offerto all’Istituto la possibilità di avere la propria sede in Sicilia, era ben consapevole del forte messaggio simbolico che sarebbe stato lanciato, in una terra in cui altrettanto forte era il potere della criminalità organizzata.

Nel duemila quattordici quando il Papa ha ricevuto alcuni membri dell’AIDP, e io ero fra questi, ha tenuto un discorso sulla criminalità organizzata e la corruzione, utilizzando parole molto forti, le più forti che io abbia mai sentito dire alla massima autorità ecclesiastica. Mi ricorderò sempre una frase in particolare: “la corruzione non si perdona, la corruzione si cura.”. La lotta contro la corruzione è difatti uno degli obiettivi principali dell’Istituto. Non può esserci rispetto dei diritti umani laddove esiste corruzione; non c’è sviluppo economico, non c’è democrazia, non c’è uguaglianza. Dove c’è corruzione, mancano i valori fondamentali di una società.
Abbiamo il dovere di raccogliere l’incredibile eredità umana, culturale e valoriale che Cherif ci ha lasciato e trasformarla in progetti e azioni concrete che abbiano la capacità di migliorare la tutela dei diritti umani, di contrastare le attività illecite e di diffondere lo stato di diritto nel mondo. Con tanto lavoro, e sacrificio, lo stiamo facendo e continueremo a farlo. Non possiamo però farlo da soli; abbiamo bisogno dell’aiuto e del supporto di tutte le istituzioni, a livello locale, regionale, nazionale e internazionale.
È vero, l’Istituto ha perso la sua guida lo scorso anno, ma conosce chiaramente la direzione da seguire. L’assistenza tecnica, le attività di formazione e la ricerca sono i nostri tre pilastri attraverso cui ci proiettiamo nel futuro per continuare a essere promotori nel mondo di pace e giustizia.

In tal modo, ciascuno di noi onorerà al meglio la memoria di Cherif.
Forse qualcuno, all’indomani della scomparsa del nostro Cherif, avrà pensato che essendo l’Istituto così legato a lui, non avrebbe avuto la capacità di sopravvivere senza la sua guida. Voglio riassicurare tutti costoro. Cherif è ancora vivo, e lo sarà per sempre. L’Istituto continuerà a essere la fortezza dei diritti umani e l’avanguardia nella lotta ai crimini, alle organizzazioni criminali e alla corruzione.
Vi ringrazio molto per la vostra attenzione.




Siracusa. Rapina in un supermercato: è lo stesso uomo di piazza Euripide?

Rapina in un supermercato di via Elorina. Un giovane, nel pomeriggio, dopo avere minacciato il titolare dell’esercizio commerciale, si è impossessato di 400 euro per poi fuggire. Sul posto, gli agenti delle Volanti. Da verificare se l’episodio possa essere collegato alla tentata rapina di piazza Euripide ( Siracusa. Tentata rapina a mano armano in una tabaccheria: colluttazione e fuga




Siracusa. Tentata rapina a mano armano in una tabaccheria: colluttazione e fuga

Rapina a mano armata ieri pomeriggio ai danni della tabaccheria di piazza Euripide. Un uomo, a volto scoperto, armato di pistola, si è introdotto nell’esercizio commerciale e, minacciando il dipendente con l’arma, ha tentato di impossessarsi del denaro contenuto in cassa. La reazione del proprietario e di un dipendente, tuttavia, è stata inattesa per il malvivente. Ne è scaturita  una colluttazione, con l’intervento anche di alcuni passanti, al termine della quale il rapinatore ha esploso un colpo di pistola, per poi dileguarsi.  L’arma, caricata a salve, i bossoli e i proiettili inesplosi, sono stati recuperati e sequestrati dalla polizia, ne frattempo intervenuta. Indagini in corso.




Noto. Abuso d'ufficio in concorso: avviso di conclusione indagini per Bonfanti e Di Dato

Avviso di conclusione indagini nei confronti del sindaco di Noto, Corrado Bonfanti e del dirigente del secondo settore del Comune, Gaspare Di Dato. E’ quanto emesso dalla Procura di Siracusa. Secondo quanto ricostruito avrebbero violato la legge regionale sui rimborsi a favore del datore di lavoro, che non può superare al mese un terzo dell’ammontare dell’indennità prevista per il sindaco.Secondo la Procura, invece,l’amminsitratore avrerbbe liquidato a favore dell’istituto di credito di cui è dipendente Bonfanti, 34.638 euro nel 2013, rispetto a un tetto rimborsabile di 14.254 mila euro e nel 2014, 28.426 euro. Nel 2015, infine, 31.253 mila euro  procurando, secondo l’accusa, ingiusto vantaggio patrimoniale all’istituto di credito e al sindaco , con ingiusto danno patrimoniale al Comune di Noto




Ippica. Trotto all'Ippodromo del Mediterraneo: giocata nazionale della II Tris

Sarà un pomeriggio di trotto, all’Ippodromo del Mediterraneo, lunedì 24 Settembre. Ospite ancora una volta la giocata nazionale della II Tris, abbinata alla quinta delle sette corse in programma dalle ore 15.35. Categoria F chiamata a concorrere, sui 2200 metri, con il Premio Bottas. Tra gli indigeni di cinque anni schierati dietro l’auto-starter vi sono soprattutto Nuvolari di Stra e Salice dei Rum. In una corsa tirata potrebbe far bene Usa di Ruggero. Valide alternative sono, poi, una bon DVM e Stevemcqueen.
I montepremi più ricchi abbinati alla terza e settima corsa. Nel Premio Formula Uno, per una Maiden, schierati sul miglio i giovanissimi indigeni di due anni. Ci si affida ai più rodati: Allyson di Gaia, Athena Gifont e ai chiacchierati Abba Be e Ariel Rab. Il convegno sarà chiuso da un invito per indigeni di tre anni. Il Premio Vettel, ha come base la buona Zephyr Wise L, la risolutiva Zarja and Glory e, se non sbaglia, vale il podio anche Zoraida Font.