Siracusa. Tre anni fa la morte di Ciccio Avola, "inghiottito" dal mare. Il padre: "Ancora in attesa della verità"

Sono passati tre anni da quel tragico 25 maggio, la tragica domenica in cui Francesco Avola, un ragazzino di appena 16 anni,scivolando in mare, al Plemmirio, morì annegato per una serie di circostanze che la magistratura dovrebbe chiarire. La Procura ha aperto all’epoca un fascicolo per omicidio colposo. Ad oggi non è accaduto assolutamente nulla. Nessun passo avanti, nessun elemento nuovo rispetto a quanto, subito dopo la tragedia, era emersa. Furono raccolte le dichiarazioni degli amici che si trovavano con lui, le dichiarazioni di chi intervenne per i soccorsi, le dichiarazioni dei familiari. Il fascicolo, però, non sarebbe ancora stato nemmeno depositato, nonostante siano trascorsi tre anni. Motivo di rabbia per la famiglia di Francesco e in particolar modo per il padre, Giacinto Avola, che in questi anni ha anche fondato un’associazione “Gli Angeli”, che raccoglie le famiglie delle giovani vittime di morti assurde. Assurde come quella di Francesco, praticamente “inghiottito” dal mare a 16 anni. Quando Francesco scivolò dalla scogliera era con il suo amico Giuseppe, caduto in acqua con lui e poi tratto in salvo. Il suo corpo fu ritrovato due giorni dopo dal sub Ninni Di Grazia. La Procura indaga contro ignoti, inchiesta coordinata dal Sostituto Procuratore Antonio Nicastro.Le attenzioni degli inquirenti, subito dopo il rinvenimento del corpo senza vita di Ciccio, si sono subito concentrate sul tempo intercorso tra la prima richiesta di aiuto e l’effettivo arrivo dei soccorsi. E intanto il tempo passa e per Giacinto Avola e la sua famiglia il dolore resta intatto, il tempo non riesce a lenirlo. Resta l’attesa di conoscere la verità o, comunque, di vederla riconosciuta dalla giustizia. Ma resta anche la delusione per le tante assenze riscontrate, per l’attenzione che la famiglia avrebbe voluto per il caso e che, invece, non trova a sufficienza.




Siracusa. Abusivismo, intesa Comune-Cna: nuove azioni di contrasto al fenomeno

“Stop all’abusivismo, non solo commerciale”. E’ l’imperativo che il Comune da una parte, la Cna dall’altra, si sono dati. Un’intenzione messa nero su bianco ieri, con la firma di uno specifico protocollo d’intesa. All’incontro hanno preso parte il sindaco, Giancarlo Garozzo, il presidente provinciale di Cna, Antonino Finocchiaro, con la sua vice, Maria Iangliaeva e il vicesegretario, Gianpaolo Miceli. Oggetto del protocollo, nello specifico, il contrasto al fenomeno dell’abusivismo, di operatori su molteplici settori non titolari di Partita Iva, senza alcuna iscrizione alla Camera di Commercio né posizione previdenziale e assicurativa che effettuano una concorrenza sleale nei confronti delle imprese regolari. Il dilagare di questo fenomeno ha determinato una autentica economia parallela a discapito di chi tenta in tutti i modi di resistere alla crisi.Per fronteggiare questo  fenomeno, l’associazione effettuerà specifiche segnalazioni alla polizia municipale e condividerà con l’amministrazione specifiche azioni di sensibilizzazione nei confronti della cittadinanza e nelle scuole per far comprendere i rischi del fenomeno.”Per noi è un momento importante – hanno commentato Antonino Finocchiaro e Maria Iangliaeva – perché per la prima volta condividiamo un percorso di tutela delle imprese regolari e di contrasto ad un fenomeno che rischia di desertificare ancor più il debole sistema economico locale. Da parte nostra un plauso all’amministrazione che ha accettato di avviare un percorso di legalità e rispetto delle regole. Invieremo le segnalazioni perché pensiamo che non sia più tempo di voltarsi dall’altra parte e perché abbiamo l’obbligo di sostenere e tutelare quel pezzo di economia che nonostante tutto opera nelle regole e sostiene il Paese; coinvolgeremo tutte le forze di controllo per rafforzare questo processo e cercheremo di spiegare anche nelle scuole quanto sia importante rispettare le regole e permettere così a tutti, magari, di pagare meno tasse”.“Abbiamo accolto con favore questo protocollo – ha dichiarato il sindaco Giancarlo Garozzo – proprio perché il fenomeno non riguarda solo il comparto commerciale ma tanti altri ambiti e contrastarlo è un elemento essenziale per garantire il libero esercizio d’impresa nel pieno rispetto delle regole”.




Siracusa. Ortigia "rumorosa", Acquaviva chiede lo stop alla musica da mezzanotte

“Regole per la movida, cosi’ da non ostacolare lo sviluppo turistico e non ledere l’immagine di Siracusa, città d’arte”. Il consigliere comunale Alessandro Acquaviva scrive al sindaco, Giancarlo Garozzo. Nella lettera, Acquaviva spiega il disagio degli albergatori “per l’inquinamento acustico derivante dall’attività di intrattenimento musicale all’aperto svolto da esercenti di bar, gelaterie, birrerie, pizzerie e ristoranti di Ortigia, che secondo gli addetti ai lavori, indurrebbe molti clienti a lasciare anzitempo le strutture alberghiere ed extra-alberghiere di Ortigia e ad allontanarsi verso altre città”. A questo si aggiungerebbero le “centinaia di segnalazioni di residenti esasperati dal rumore notturno”. Fatto che, per il consigliere comunale, “pone all’amministrazione la necessità di intervenire e controllare un fenomeno sottovalutato nonostante le numerose note del sottoscritto. La giunta, che è inadempiente rispetto agli obblighi di legge in materia di adozione del piano acustico comunale e di revisione del regolamento delle attività rumorose, sembra voler correre ai ripari proponendo al consiglio comunale un nuovo regolamento per i caffè concerto che vieterebbe l’uso di amplificazione nonché l’occupazione di ulteriore suolo pubblico al di fuori del proprio dehors, se non per un ulteriore 10% previo pagamento della corrispondente tassa” . Gli esercenti non sarebbero obbligati ad aderire al regolamento del Caffe Concerto. La proposta di Acquaviva è chiara.”Per garantire il diritto alla quiete ai residenti e agli ospiti degli alberghi e, contestualmente, garantire il diritto allo svago e all’iniziativa imprenditoriale, nelle more dell’adozione del piano acustico-conclude- occorre modificare l’ordinanza vigente ,riportando i limiti orari previsti dalla legge, ovvero stop musica dalle mezzanotte alle 08 per i locali non insonorizzati”.




Siracusa. "Open Water", giovani migranti imparano a nuotare: consegnati i primi brevetti

Commozione, soddisfazione, abbracci, speranze che si intrecciano.Bella atmosfera questa mattina alla Cittadella dello Sport, dove i giovani migranti che hanno partecipato al progetto “Open Water” del Circolo Canottieri Ortigia, ideato da Caterina Filippelli,hanno ricevuto il loro attestato, brevetti di primo e secondo livello. Hanno imparato a nuotare in questi mesi, a riappropriarsi o, in alcuni casi, a conoscere, un rapporto con l’acqua che li ha aiutati a superare quello che per molti di loro è stato uno shock. Il mare “nemico”, il mare che purtroppo, durante le traversate che li hanno condotti in Italia dall’Africa, ha ucciso tante persone, magari loro amici, magari loro familiari. Quel mare “cattivo”, quell’acqua “assassina” è tornata ad essere elemento amico, elemento di divertimento. I ragazzi che hanno aderito al progetto hanno acquisito più sicurezza in sè stessi. Il Ramadan è imminente, comincia domani. E da domani non sarà più possibile, fino al termine del periodo di “digiuno” dei musulmani, andare a nuotare in Cittadella. Torneranno a settembre, accolti a braccia aperte da tutto lo staff con cui, in questi mesi, è nato un bel rapporto, un’amicizia vera.




Priolo. Corrente gratis dall'impianto fotovoltaico Eni? Scarinci: "Proposta populista"

Una proposta che sarebbe soltanto populismo quella dei consiglieri Biamonte, Carducci e Fiducia
in merito alla paventata ipotesi della costruzione di un impianto fotovoltaico da parte di Eni. A sostenerlo è il consigliere comunale Beniamino Scarinci, convinto che chiedere una percentuale di corrente gratis, per i cittadini e per gli edifici pubblici di Priolo, sia demagogia allo stato puro. “Non sanno che nessun soggetto può fornire ad altro soggetto energia elettrica gratuitamente – spiega Scarinci- ma la cosa inverosimile è che coloro che svolgono il ruolo di consiglieri comunali non conoscono neanche un minimo di legislazione in merito, infatti è già previsto per legge che chi realizza investimenti nel campo delle energie rinnovabili riconosca una compensazione al Comune nel quale realizza l’impianto. Appare appena utile ricordare che nel caso della realizzazione dell’impianto fotovoltaico di 13,2 MW esistente sul territorio di Priolo il consiglio comunale fu chiamato a deliberare sullo schema di convenzione che prevedeva le compensazioni del caso e gli stessi consiglieri che oggi chiedono vantaggi per i cittadini furono contrari in quella occasione. Purtroppo -aggiunge il consigliere- si continua a constatare oltre ad una superficialità inopportuna nell’affrontare temi delicati anche ad una ostinazione a perseguire proclami populistici. Ribadisco che l’impianto in questione dovrebbe nascere nell’unica area che anche se a destinazione industriale è rimasta incontaminata da insediamenti, l’area in questione ancorché all’interno del SIN non è interessata da processi di bonifica del suolo in quanto questo dalle caratterizzazioni è risultato pulito proprio perché su di esso non insistono impianti, l’area in questione è interessata soltanto dalla messa in sicurezza della falda come lo sono tantissime altre anche a vocazione agricola, è veramente incomprensibile come qualcuno possa pensare di acconsentire ad Eni, che ricordo non essere un piccolo o medio imprenditore privato ma il braccio industriale dello Stato, di venire nel nostro territorio e fare solo business a spese di tutti noi e della nostra terra e adesso anche del sole”. Per Scarinci sarebbe invece auspicabile che “Eni pensasse a riconvertire centinaia di ettari di aree che ricadono all’interno del multi-societario, queste sì che sono interessate da interventi di bonifica e ricadono all’interno di un contesto industriale che ha tutte le necessità di essere rilanciato”.




Siracusa. "In maternità? Per noi non hai lavorato", dipendente discriminata: il Tribunale del Lavoro condanna Poste Italiane

Discriminata perché in maternità. Vittima di questo “trattamento”, una lavoratrice di Poste Italiane, condannate dal Tribunale del Lavoro di Siracusa con sentenza del 12 maggio scorso, per avere posto in essere un “trattamento discriminatorio ai danni della donna, “colpevole” di avere usufruito di un periodo di astensione obbligatorio dal lavoro per maternità”. Così la spiega l’avvocato Loredana Zappalà, difensore della donna, che si è rivolta al giudice del Lavoro per rivendicare il proprio diritto alle pari opportunità sul lavoro. A supportare le ragioni della lavoratrice, la consiglierà di parità, Valeria Tranchina. L’avvocato Zappalà spiega che “la sentenza emessa dal giudice del lavoro sancisce l’accertamento della discriminatorietà dell’accordo collettivo nazionale sottoscritto a Roma il 12 giugno 2005 tra Poste italiane e le organizzazioni sindacali, nella parte in cui disciplinava le procedure di trasformazione dei rapporti in essere da part-time e full time, considerando quale unico parametro “l’effettiva prestazione lavorativa”. Sulla scorta di tale parametro – conclude l’Avv. Zappalà – discriminatorio, alla lavoratrice non erano stati computati il periodo di astensione obbligatoria per maternità. La lavoratrice ha ottenuto la condanna di Poste alla rimozione della discriminazione e il risarcimento del danno subito a causa del comportamento discriminatorio”.Soddisfatta, per l’esito della vicenda, Valeria Tranchina. “Legittimato da questa sentenza, ancora una volta viene affermato pienamente e definitivamente che il periodo di aspettativa per gravidanza e di maternità obbligatoria – commenta la consigliera di parità-debbano considerati a tutti gli effetti quale servizio effettivamente prestato”.
Accolte in pieno, quindi, le ragioni della lavoratrice, del suo Avvocato e della Consigliera di Parità provinciale.




La Noto-Pachino non chiuderà, trovata la soluzione per "salvare" l'estate

L’Ufficio Tecnico dell’ex Provincia ha individuato una soluzione alternativa alla chiusura al transito della Noto-Pachino. Al contrario di quanto annunciato ieri, il Libero Consorzio Comunale non interdirà la circolazione veicolare lungo l’importante arteria della zona Sud, che deve essere interessata da lavori. A garantire l’individuazione di un percorso differente rispetto a quello inizialmente prospettato è il deputato regionale Vincenzo Vinciullo,dopo un colloquio con i tecnici dell’ente. “L’ordinanza- com’era giusto che fosse-spiega Vinciullo- già prevedeva una valida alternativa per le autovetture, che è rappresentata dal vecchio ponte sul fiume Tellaro.Ieri avevo avuto modo di verificare, presso l’Ufficio Tecnico della Provincia, la soluzione alternativa che era stata trovata.È chiaro che la meta turistica di Pachino-Marzamemi-Portopalo non verrà assolutamente danneggiata dalla viabilità.Rimane il problema dei mezzi pesanti, che dovranno uscire a Rosolini per poi raggiungere Pachino.
A spiegare nel dettaglio i termini della vicenda è proprio l’ex Provincia, che puntualizza come la chiusura prevista riguardi un tratto della provinciale, all’altezza del fiume Tellaro e che si tratta di una decisione legata alla necessità di consentire l’esecuzione dei lavori dell’asse viario compreso tra la provinciale 19 e la Nicola-Belludia.
“Ovviamente- spiegano dal Libero Consorzio – è stato previsto, allo scopo di evitare disagi alla viabilità, di ripristinare il transito sul relitto della Sp 19, delle autovetture (esclusi i mezzi pesanti), attraverso la realizzazione di un raccordo con la parte transitabile della Sp 19. Pertanto, tutte le voci dal sapore strumentale, che si sono alzate a difesa di un territorio che secondo alcuni disinformati, sarebbe stato mortificato dalle soluzioni adottate dal Libero Consorzio, non hanno ragione di esistere, in quanto frutto di considerazioni superficiali senza un’approfondita conoscenza degli atti disposti dall’Ente”.




Avola. Percosse e minacce gravi alla nonna e alla zia: arrestato 20enne accusato di maltrattamenti in famiglia

Minacce gravi e percosse nei confronti della nonna e della zia, con cui convive. Per Samyr Lamloumi, 20 anni, avolese, già noto alle forze dell’ordine e sottoposto ai domiciliari è scattato l’arresto.Le manette sono scattate ai suoi polsi a seguito dell’ennesimo episodio di violenza. Sono intervenuti gli agenti del commissariato di Avola. Il giovane dovrà rispondere di Maltrattamenti in famiglia, minacce gravi, percosse nei confronti delle due donne. Dopo le formalità di rito è stato condotto nel carcere di Cavadonna. Gli Agenti hanno, altresì, denunciato L.G. ( classe 1987), residente ad Avola, per violazione colposa dei doveri inerenti la custodia di cose sottoposte a sequestro e S.M. ( classe 1988), per i reati di diffamazione aggravata a mezzo di social network ai danni di altra persona.




Cassibile. Non si ferma all'Alt e aggredisce i carabinieri: ai domiciliari 32 enne

Tenta di ignorare l'”Alt” dei carabinieri della stazione di Cassibile e prova a fuggire a bordo del suo scooter per sottrarsi al controllo. Bloccato poco dopo, si avventa contro i militari, spintonandoli ripetutamente. Arrestato Mohammed Bouourda, marocchino di 32 , con precedenti penali. L’uomo è stato posto agli arresti domiciliari in attesa di giudizio.




Noto. Furto in abitazione, sgominata banda di giovanissimi: due sono minorenni

Sono stati incastrati anche dagli impianti di video-sorveglianza della zona. Gli agenti del commissariato di Noto, al termine di una celere attività investigativa, hanno denunciato tre giovani: un ventenne e due minori di 17 anni, tutti netini. Sono accusati di un furto commesso in un’abitazione il 13 maggio scorso. I giovani,secondo gli investigatori, costituirebbero una banda organizzata proprio con il disegno di compiere furti in abitazione.