Bonifiche, Cgil: "Troppe domande senza risposta"

“Fuori luogo l’entusiasmo manifestato dai partecipanti al tavolo prefettizio sulle bonifiche dell’area industriale di Siracusa”. Chiaro il messaggio che parte dalla segreteria provinciale della Cgil. “E’ importante che la politica sia tornata ad occuparsi delle bonifiche e che siano ricomparsi i 100 milioni di euro che sembravano scomparsi- riconosce il sindacato – ma come nel gioco dell’oca si torna al punto di partenza: sembrano esserci le risorse, anche se in misura assolutamente insufficiente, ma mancano i progetti e, soprattutto, non partono le bonifiche.
E’ arrivato il momento di dire basta – dice ancora l’organizzazione sindacale -alla politica degli annunci, con cifre che appaiono e spariscono sistematicamente. Si passi, piuttosto, rapidamente ad avviare in concreto il risanamento ambientale dell’intero sito di interesse nazionale e si mettano a disposizione tutte le risorse necessarie per la bonifica complessiva del nostro territorio industriale. Si istituisca a Siracusa un’unica cabina di regia in grado di sviluppare una visione strategica d’insieme della complessa questione, che coinvolga tutti i soggetti interessati: imprese, forze sociali, Ministero dell’Ambiente, Assessore regionale, sindaci. Non serve procedere ancora con improvvise accelerazioni a cui seguono puntualmente brusche e lunghe battute d’arresto”. La Cgil pone delle domande. “Che fine hanno fatto i 770 milioni di euro previsti dall’allora Ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo nell’accordo di programma sulle bonifiche del sito di Priolo sottoscritto da tutto il governo nel 2008? E i 30 milioni previsti dell’accordo transattivo firmato dall’Isab? E ancora, le transazioni previste dagli altri grandi gruppi industriali a che punto sono? E la mappatura di ciò che è stato fatto, se è stato fatto, è possibile conoscerla? E quale cronoprogramma ci si dà per affrontare operativamente la questione e rendere cantierabili gli interventi?”. Quesiti che, ovviamente, lasciano trasparire anche il rammarico per il modo in cui la questione è stata affrontata fino ad oggi.