Bonifiche, il caso della rada di Augusta: le perplessità di Legambiente

Anche Legambiente ha seguito con attenzione la tavola rotonda sullo stato delle bonifiche del sito Sin di Priolo, un focus allestito dal gruppo di Lavoro Industria/Impresa del Patto di Responsabilità Sociale per Siracusa. Con particolare interesse, l’associazione ambientalista ha ascoltato la sezione dedicata alla rada di Augusta.
Angelo Grasso, ingegnere di Esso Italiana, ha illustrato le attività pubbliche già poste in essere per definire lo stato attuale della rada, sottolineando come già nel 2009 i tecnici della Procura di Siracusa abbiano prospettato una soluzione sostenibile nel tempo che prevede il dragaggio dei soli sedimenti ancora “attivi” (circa 1 milione di metri cubi) situati in un’area di 70 ettari prospicente il Vallone della Neve.
Per tutto il resto della rada, stante la cessazione delle immissioni da oltre 25 anni e una velocità di sedimentazione stimata nell’ordine di 1 cm/anno si è potuto verificare che il nuovo sedimento ha sotterrato il vecchio in strati sempre più profondi (sediment burial) e lo ha ormai spinto fuori dall’ecosistema acquatico.
I tecnici della Procura raccomandano, quindi, come soluzione tecnica più sostenibile (accettata dalle principali Agenzie Internazionali) il Monitored Natural Recovery (MNR), che controlla nel tempo la condizione di sicurezza “naturale” acquisita dal sedimento permettendo di confermare nel tempo il traguardo di un avvicinamento della Rada alla sua naturalità originaria.
Legambiente, con Enzo Parisi, mostra però maggiore preoccupazione come spiega nell’intervista in apertura di pagina.