Carcere di Cavadonna, la relazione del garante: "visite specialistiche in ritardo e spreco di cibo"

“Segnalo con indignazione lo spreco incredibile di cibo in avanzo dal pasto giornaliero dei detenuti”. Lo scrive nella sua ultima relazione il garante dei diritti dei detenuti, Giovanni Villari, al termine di un nuovo sopralluogo all’interno della struttura detentiva. “È stato notato un intero bidone di rifiuti organici grande e colmo di cibo rifiutato relativo al solo pranzo e rientrato in cucina con il carrello della distribuzione. A questo si aggiunge il caso di quei detenuti che tendono a rifornirsi di cibo dal carrello per poi liberarsene in cella come forma di protesta”, appunta Villari. Per poi aggiungere che “l’alimentazione giornaliera dei detenuti purtroppo si caratterizza da una sorta di spreco costante: prendono il cibo che passa col carrello ma non sono tutti quelli che lo mangiano interamente. Succede inoltre che alcuni provvedono a cucinarsi per conto proprio il pasto con prodotti che acquistano con il sopravvitto, servizio che in ogni penitenziario viene gestito con la collaborazione di ditte esterne che forniscono settimanalmente i detenuti di generi alimentari, prodotti per l’igiene personale e l’igiene degli spazi abitativi”. Il garante suggerisce allora lo studio di “un’adeguata modalità per la ridistribuzione del cibo non consumato a favore di soggetti esterni, evitando lo spreco, individuati magari tra quelli appartenenti alla filiera degli allevamenti dei suini. Oppure, puntando su un sistema giornaliero di programmazione anticipata dei pasti principali in funzione delle effettive richieste dei detenuti, sezione per sezione, cucinare solo ciò che poi sarà realmente consumato”.
Già noto e problema più volte lamentato dal garante dei diritti dei detenuti è quello dei tempi di attesa “assolutamente irragionevoli” per le visite specialistiche. “Non sono giustificabili simili ritardi (anche più mesi in alcuni casi, ndr) nell’erogazione di visite specialistiche in palese violazione della dignità dell’essere umano”.
Nell’area sanitaria del carcere di contrada Cavadonna sono stati ancora imballati carrelli che l’Asp ha fornito per la distribuzione dei farmaci ai detenuti nelle loro sezioni. “Inutilizzati perchè giudicati dagli stessi addetti ai lavori troppo pesanti e ingombranti, tenuto conto degli spazi e dei percorsi non sempre idonei al loro transito. Pare che questi siano stati gli unici nuovi arredi che sono stati forniti dall’azienda sanitaria all’infermeria del carcere”, scrive nella sua relazione il garante dei diritti dei detenuti prima di chiedere la leale collaborazione di tutte le amministrazioni coinvolte: la direzione del carcere e l’autorità sanitaria provinciale.

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