Caro Voli, il sindaco Francesco Italia: “Così si umilia il diritto alla mobilità”
“Il paradosso è sempre lo stesso e si ripropone puntuale come un rituale che nessuno vuole affrontare davvero: per un giovane siracusano che studia o lavora al Nord, tornare a casa a Natale costa più che volare all’estero. È un fatto. È scritto nero su bianco nelle ricerche, negli articoli, nelle esperienze di migliaia di famiglie.E soprattutto è un’ingiustizia.”
Sono parole del sindaco di Siracusa, Francesco Italia che interviene in questo modo sul tema del caro-voli e della continuità territoriale, alla luce delle analisi che mostrano come, durante il periodo natalizio, un volo per la Sicilia o la Calabria possa costare fino al triplo rispetto a un collegamento con scalo in una capitale straniera.
Non si tratta di un dato che sorprende, nonostante le misure adottate per calmierare i costi o, nel caso del bonus regionale, per aiutare i residenti in Sicilia a spostarsi senza che questo si traduca in un salasso. Nei fatti lo rimane. «Si parla moltissimo di inclusione, di un Paese che non lascia indietro nessuno, di giovani che devono avere le stesse opportunità da Nord a Sud. Ma poi — nei fatti — permettiamo che la mobilità diventi un lusso. Chi può permetterselo vola diretto. Gli altri si arrangiano: Varsavia, Cracovia, Malta, ore e ore in aeroporti stranieri pur di risparmiare cento euro. È questa l’idea di uguaglianza che vogliamo trasmettere?»
Il sindaco ricorda che Siracusa è una delle città con la più alta percentuale di studenti universitari fuori sede: «Sono ragazzi e ragazze che rappresentano la parte migliore di questa comunità. Chiediamo loro di formarsi, di crescere, di tornare. Ma poi permettiamo che tornare a casa diventi un costo proibitivo.
Che messaggio stiamo dando a questa generazione? Come possiamo parlare di “continuità territoriale” quando la continuità è lasciata alla legge del mercato e non ai diritti dei cittadini?»
Italia sottolinea che la questione non riguarda di certo soltanto Siracusa.
«È un problema strutturale che coinvolge tutto il Sud e che richiede un intervento serio e coordinato: Governo, ENAC, Autorità di regolazione, Regione. Nessuno può più far finta di nulla. I collegamenti non sono un bene opzionale: sono un diritto essenziale per studenti, lavoratori, famiglie, imprese, turisti.» E conclude: «Il Paese reale ci dice che le distanze non sono soltanto geografiche: sono economiche e sociali. E finché non affronteremo questo nodo, parlare di inclusione sarà solo retorica. Siracusa aggiunge la sua voce a quella di migliaia di giovani e famiglie: chiediamo equità, chiediamo rispetto, chiediamo che il Sud non debba pagare un pedaggio ogni volta che vuole tornare a casa. Il bonus della Regione è un’ ottima iniziativa-conclude- ma non è strutturale e a mio giudizio deve diventarlo, non si può andare avanti di proroga in proroga.”