Caso Sgarlata, Faraone attacca Crocetta. Il sindaco Garozzo parla di "metodo Boffo"

Il sottosegretario Davide Faraone attacca il governatore Rosario Crocetta reo di avere subito ritenuto colpevole Maria Rita Sgarlata, arrivando a chiederne subito le dimissioni nei giorni dello scandalo legato alla piscina autorizzata nella sua villa. E ora che la Procura di Siracusa ha chiesto l’archiviazione per l’ex assessore, Faraone sbotta contro Crocetta e lo accusa di aver adottato “il metodo Boffo”. “E’ inaccettabile colpire le persone perbene. Ora sono io che chiedo chiarezza. Basta impunità per chi organizza la macchina del fango”, dice Faraone. Immediata la replica di Crocetta, a Roma perché tra i grandi elettori del Capo dello Stato: “L’assessore Sgarlata non era adeguata al suo ruolo – dice all’Adnkronos – era un ragionamento politico. Cosa c’entra il metodo Boffo? Non sono il rappresentante del metodo Boffo e neppure mi interessa replicare. Anche perché è una valutazione generica, a me non me ne frega niente”.
In effetti, però, Crocetta diede all’epoca l’impressione di adottare, politicamente, due pesi e due misure “scaricando” subito la Sgarlata senza attendere le valutazioni della magistratura mentre veniva difesa a spada tratta Nelly Scilabra, nonostante il pesante flop – anche economico – di alcune sue iniziative assessoriali.
Di metodo Boffo parla anche il sindaco di Siracusa, Giancarlo Garozzo. “Da troppi anni si consumano azioni che vanno ai danni di persone perbene. Tutto questo è inaccettabile così come è inaccettabile il metodo Boffo utilizzato dal governo regionale in tutta questa vicenda”. Garozzo ricorca come aveva all’epoca “invitato la Regione a rivedere le proprie decisioni, anche nei confronti del sovrintendente ai Beni culturali Beatrice Basile, denunciando quanto stava accadendo anche perché, come confermato dalla richiesta di archiviazione, non è stato commesso alcun reato. E’ arrivato il momento che si guardi con attenzione a queste prassi e si dica basta alla “macchina del fango” nei confronti della gente perbene. Chi utilizza queste tecniche non può rimanere impunito ed è giusto che paghi chi pensa di poter giocare con la magistratura o la vita delle persone”.