"Cassibile non vuole il villaggio per braccianti immigrati": petizione dei residenti inviata anche a Mattarella

“Noi cassibilesi il villaggio per gli immigrati non lo vogliamo”. Sul dibattito, sempre aperto e sempre dai toni abbastanza accesi sulla gestione degli arrivi dei braccianti stagionali extracomunitari, l’atmosfera resta tesa. A riaccendere la polemica è una petizione, che parte proprio da Cassibile e che in queste ore viene consegnata a tutte le autorità competenti in materia  nel territorio locale, ma anche al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e al presidente della Regione, Nello Musumeci. Sono circa 900 firme quelle in calce al documento. La richiesta è chiara: niente tendopoli, niente villaggi, niente ghetti a Cassibile.

“Negli ultimi anni – la premessa – il nostro territorio comunale è stato fortemente influenzato dal fenomeno extracomunitari in particolare il territorio di Cassibile Fontane Bianche è stato soggetto ad un flusso migratorio non corrispondente né alle esigenze di richiesta di lavoro, né  alla prospettiva di un benessere. Non solo, il flusso è stato ed è talmente elevato che il tessuto sociale del territorio ne ha subito conseguenze disastrose, creando disservizi, problematiche igienico – sanitarie, malumore nella cittadinanza, e non pochi problemi di ordine pubblico con gravi ricadute ineluttabilmente anche sull’economia locale”.

Secondo i firmatari della petizione, la gestione delle politiche di integrazione nel territorio sarebbe stata fino ad oggi assolutamente sbagliata. “Il nostro territorio ne esce mortificato. Le nostre aziende agricole chiedono solo poche unità di manodopera extracomunitaria. Non si giustifica, dunque, perchè si cerchi di richiamare a Cassibile-Fontane Bianche un enorme flusso migratorio senza coinvolgere i comuni della provincia, le associazioni, gli imprenditori”.

Lo stato d’animo dei cittadini sarebbe analogo a quello della scorsa estate, quando si arrivò ad una piccola rivolta, proprio nella baraccopoli all’ingresso della frazione siracusana.

Nemmeno la scelta della location piace ai firmatari della petizione. “Ricade nel centro abitato e precisamente in Via Dei Timi-si legge ancora nel documento- una zona del paese già fortemente penalizzata per mancanza dei servizi essenziali e dove i residente già vivono in condizioni disagiate;
E’ un’area in cui è allocato l’ex depuratore di Cassibile che seppur fuori servizio rappresenta ancora oggi il punto di arrivo dei liquami della cittadina; presenta numerosi rischi per le persone in quanto sono presenti delle vasche di raccolta delle acque reflue molto pericolose;  è un’area a forte valenza archeologica per la presenza di tombe rupestri;  fu destinato dal Consiglio Municipale quale area per un centro di raccolta differenziato”.

La richiesta che parte è anche quella di istituire un tavolo di confronto con chi vive a Cassibile e prevedere una distribuzione dei lavoratori stagionali in provincia tra la zona nord, centro e sud, così da “non concentrare il flusso in una sola zona”.