“Più spiagge libere per tutti”, la protesta siracusana trova l’adesione di Mare Libero

Da Agrigento, anche le associazioni Mare Libero Sicilia e Centro Consumatori Italia (sez. Sicilia), aderiscono e supportano
con forza la petizione promossa da Marco Gambuzza e rivolta al Comune di Siracusa, con cui si chiede un’urgente
revisione del Piano di Utilizzo del Demanio Marittimo (PUDM). Obiettivo, spiega il promotore, “restituire ai cittadini il diritto a
spiagge libere e accessibili”.
Mare Libero Sicilia e Centro Consumatori Italia sposano la richiesta. “È inaccettabile la progressiva e inesorabile
privatizzazione del litorale siracusano, un bene che appartiene a tutti. La nostra adesione è un impegno concreto a difendere il diritto
di ogni cittadino, residente o visitatore di godere liberamente e gratuitamente del mare. È un diritto,
non un privilegio”, spiegano i referenti delle Aps.

Le richieste avanzate al Comune di Siracusa sono chiare e precise:
spiagge libere al 50% nelle aree di
Arenella e Fontane Bianche, limitando le concessioni a lidi e stabilimenti;
garantire l’accesso libero e via terra
a luoghi storici e amati come lo Sbarcadero, chiedendo che torni a essere per metà a disposizione
della comunità. Inoltre, si chiede di includere nel Piano la spiaggetta di via Iceta, rendendola
accessibile a tutti, magari – suggeriscono – “tramite l’esproprio di un breve corridoio pedonale”.
Tra le prossime iniziative anche la richiesta di un tavolo in Prefettura e la
presentazione di un esposto alla Procura per verificare eventuali abusi.




Impianto di stoccaggio rifiuti nel porto di Augusta, crescono le proteste

Sta suscitando polemiche la vicenda dell’autorizzazione concessa alla società Hub Cem srl per la realizzazione di un impianto di stoccaggio rifiuti nel porto di Augusta. Secondo quanto riportato dal quotidiano La Sicilia, l’impianto sarebbe in grado di trattare fino a 500mila tonnellate di rifiuti l’anno, tuttavia la procedura che ha portato al rilascio del via libera solleverebbe alcuni interrogativi.
L’aspetto più controverso riguarderebbe la mancanza di pareri tecnici fondamentali. Stando alle ricostruzioni del quotidiano, l’autorizzazione sarebbe stata rilasciata nonostante l’assenza di riscontri da parte di enti chiave come ARPA Sicilia, ASP di Siracusa, Comune di Augusta, Dipartimento Ambiente e Soprintendenza ai Beni Culturali. Tali enti, pur formalmente coinvolti, non avrebbero espresso alcun parere, consentendo che si formasse un assenso “per silenzio” pur in un ambito così delicato come quello della salute pubblica e della tutela ambientale.
Tra le voci più decise, quella del coordinamento “Salvare Augusta”, di cui fa parte anche Natura Sicula, che ha richiesto formalmente la revoca in autotutela del decreto. Il coordinamento contesta alcuni passaggi procedurali e denuncia gravi rischi per la popolazione e l’ambiente. Il coordinamento evidenzia che l’impianto avrà una capacità doppia rispetto alla Ecomac, il cui devastante incendio del 5 luglio 2025 – durato oltre dieci giorni – ha sollevato forti preoccupazioni per l’inquinamento e la salute pubblica. L’impianto sarebbe inoltre localizzato a 600 metri dal centro abitato, ben al di sotto della distanza minima di 3 km prevista dal Piano regionale per i rifiuti speciali, rileva Salvare Augusta.
Il PD, con il segretario Piergiorgio Gerratana, anticipa la volontà di attivarsi “a tutti i livelli, per chiarire le procedure autorizzative che hanno portato il sindaco Di Mare e la Regione Siciliana a consentire il progetto di Hub Cem Augusta e fermare la nuova discarica augustana che allontana ancora di più l’area industriale siracusana dalla necessaria conversione ecologica”.
Anche il Codacons, attraverso il vice presidente regionale Bruno Messina, ha espresso una ferma condanna dell’accaduto, definendo “inaccettabile” il ricorso al silenzio-assenso. L’associazione ha quindi annunciato una serie di azioni tra cui l’invio di una diffida formale ad ARPA e ASP affinché forniscano immediata valutazione sull’impatto ambientale e sanitario dell’impianto; la presentazione di un esposto all’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione) per verificare eventuali anomalie procedurali e violazioni dei principi di legalità e trasparenza ed una richiesta di accesso agli atti per ricostruire l’intero iter autorizzativo nei dettagli oltre ad una richiesta di audizione presso la Commissione Ambiente dell’ARS, per rappresentare le preoccupazioni dei cittadini e chiedere il blocco immediato del progetto fino al completamento di tutte le verifiche necessarie.
Il caso ha già generato forti reazioni nella comunità locale, preoccupata per le possibili conseguenze ambientali.

Foto generica, porto Augusta




Zona industriale, la Fiom denuncia: “vuoto di prospettiva futura”

“Il disagio espresso con forza dai lavoratori metalmeccanici è il sintomo di una crisi economica e sociale che rischia di implodere”, denuncia Antonio Recano, segretario della Fiom Cgil di Siracusa, in una nota che torna ad accendere i riflettori sull’emergenza occupazionale e industriale del petrolchimico aretuseo.
Secondo la Fiom, il polo energetico resta “strategico per l’economia della Sicilia e del Paese” ma da anni è imprigionato in promesse senza concretezza. “Il futuro del Petrolchimico rimane incerto, soffocato da dichiarazioni mediatiche e progetti miracolosi che non offrono alcuna reale prospettiva per il rilancio produttivo”, afferma Recano. Il rischio, secondo il sindacato, è quello di un collasso che metterebbe a repentaglio la coesione sociale dell’intera provincia.
La denuncia è netta: “Politica e imprese nascondono colpevolmente i risvolti della crisi”, che si manifesta nella riduzione delle attività di manutenzione, nel fermo impianti di ISAB Goi, Sasol e Air Liquid, nella mancata riconferma di circa 500 contratti a termine e nell’avvio delle procedure di cassa integrazione. Una situazione che si traduce in un “vuoto di prospettiva”, a cui non si può rispondere con l’abbandono di un patrimonio umano fatto di competenze e professionalità elevate.
Per la Fiom, serve un cambio di rotta: “Bisogna avviare un percorso collettivo che metta al centro il rapporto tra lavoro, ambiente, salute e territorio”. Tra le proposte, la definizione di progetti di riconversione industriale, investimenti per le bonifiche e la riqualificazione dei siti, il ritorno della gestione pubblica delle aree di Punta Cugno e Marina di Melilli e un piano straordinario di ammortizzatori sociali per tutti i lavoratori, compresi quelli dell’indotto.
“Servono formazione, riqualificazione e reinserimento – insiste Recano – per non disperdere un know-how che può ancora competere sui mercati internazionali, se potenziato e reso sostenibile”.
Ma, ammonisce la Fiom, non bastano le proposte: “Questi sono titoli di una piattaforma che i lavoratori dovranno affermare con la mobilitazione, mettendoci tutta l’intelligenza, la passione e la rabbia di cui sono capaci”.




Paradosso: sono i turisti il problema di Ortigia? Rosano: “Turismo sostenibile porta ricchezza”

Negli ultimi giorni si è acceso un dibattito sul presunto overtourism che starebbe travolgendo Ortigia, cuore storico di Siracusa. Tra commenti e polemiche, si è diffusa una narrazione secondo cui la presenza turistica avrebbe compromesso la vivibilità dell’isola per i residenti. A prendere posizione è Giuseppe Rosano, presidente dell’associazione “Noi Albergatori Siracusa”, che invita a guardare al fenomeno con maggiore lucidit.
Rosano esprime solidarietà ai cittadini esasperati e delusi da una governance cittadina poco incline al confronto, ma lancia una provocazione: “Siamo sicuri che il vero sabotatore di Ortigia sia il turismo?”. Secondo il presidente degli albergatori, puntare il dito contro i visitatori è un errore di prospettiva che rischia di distorcere la realtà.
“Abbiamo più volte difeso la residenzialità e chiesto interventi strutturali”
L’associazione degli albergatori, sottolinea Rosano, ha sollecitato il Comune a mettere in campo politiche concrete per la tutela dell’identità di Ortigia e della sua comunità: dal sostegno agli artigiani rimasti, alla richiesta di una pianificazione urbanistica in grado di evitare la trasformazione dell’isola in un “luna park”. In più occasioni sono stati forniti anche dati previsionali sulla crescita dei flussi turistici, senza però ottenere risposte efficaci dalle istituzioni.
Rosano ribadisce un concetto chiave: se esiste una pressione turistica fuori controllo, non è certo responsabilità dei turisti. La malamovida, l’assenza di controlli, l’occupazione selvaggia del suolo pubblico da parte di attività commerciali, la scarsità di forze di polizia locale, il traffico disordinato, la mancanza di parcheggi e di servizi essenziali — sono tutte criticità che rientrano nelle competenze dell’amministrazione locale, non dei visitatori.
“I numeri smentiscono l’allarmismo”. Secondo i dati aggiornati al 2024, Siracusa registra un rapporto di 9,5 turisti per abitante (1.212.678 pernottamenti a fronte di 127.224 residenti), ben al di sotto di località come Taormina (142 turisti per abitante) o Cefalù (68). Anche città come Roma, Venezia, Firenze e Bolzano hanno rapporti molto più elevati, pur continuando a fondare gran parte della loro economia sul turismo.
“Il turismo genera ricchezza e lavoro, non povertà”, dicr Rosano desideroso di visionare i dati che il Comitato Ortigia intende presentare per sostenere la tesi secondo cui il turismo non incrementerebbe automaticamente il reddito e il benessere dei residenti. A suo giudizio, intanto, ipotizzare che l’economia turistica non apporti benefici alla collettività è un paradosso difficile da sostenere. Al contrario, sostiene, il settore rappresenta un’opportunità irrinunciabile per l’occupazione giovanile e lo sviluppo del territorio.
Il dibattito sull’overtourism a Siracusa solleva questioni legittime e merita attenzione, ma non può prescindere da un’analisi equilibrata e documentata. Il turismo, se regolato e gestito con visione strategica, può essere una risorsa preziosa, non un nemico da combattere. E la vera sfida per Ortigia, spiega Rosano, è proprio questa: trasformare la pressione turistica in occasione di crescita sostenibile, senza sacrificare l’identità e la vivibilità del suo centro storico.




Il giorno dopo il vasto rogo a Tivoli, fumo e cenere tra le case. “E’ stata durissima”

Il giorno dopo il vasto incendio che si è sviluppato in contrada Tivoli, traversa Benali, il panorama della zona è brutalmente cambiato. Giù nel vallone, sino alle abitazioni che poi si allungano verso Siracusa, è un paesaggio completamente annerito dalla cenere. Il fuoco ha azzerato la vegetazione, sterpaglie e canneti, e condannato decine e decine di alberi. Anneriti sono anche i muri di cinta delle villette che hanno sentito sotto le finestre il crepitio del fuoco. Alcune famiglie hanno deciso di passare la notte altrove, troppo acre l’odore del fumo che ammorbava l’aria.
I Vigili del Fuoco hanno completato le operazioni di spegnimento solo a tarda notte. Decisivi gli interventi dall’alto con elicotteri ed un canadair. Da terra, anche le squadre di Protezione Civile – allertate dal Dipartimento Regionale – hanno evitato il peggio, mettendo in sicurezza case e persone, invitate a tenere un fazzoletto bagnato sulle vie respiratorie mentre il fumo invadeva l’aria già nel pomeriggio.
“Abbiamo contato almeno 6 o 7 punti fuoco”, raccontano i soccorritori. “E’ stata dura, molto dura. Se non fosse stata per i mezzi aerei sarebbe stato difficilissimo venirne a capo…”. Anche l’assessore Sergio Imbrò ha raggiunto ieri la zona, mentre la Polizia Municipale chiudeva per sicurezza l’accesso alla zona.
Oggi, lentamente, si prova a tornare alla normalità dopo il grande spavento. I residenti hanno trascorso più ore in strada che in casa. La tanta vegetazione tutto attorno alle abitazioni non ha certo aiutato. La necessità di realizzare ampie strisce tagliafuoco per garantire la sicurezza emerge una volta di più. Ma sulle competenze è pronto a partire il solito rimbalzo.




Chiesa siciliana in lutto, è morto mons. Malandrino. Fu vescovo di Noto

Chiesa siciliana in lutto per la morelte di monsignor Giuseppe Malandrino. Aveva 94 anni ed era stato vescovo di Noto dal 1998 al 2007, in precedenza vescovo della Diocesi di Acireale.
La camera ardente è stata allestita nel pomeriggio di oggi, domenica 3 agosto, nella Cappella dell’Oasi di Aci Sant’Antonio; poi martedì 5 agosto alle ore 9.30 nella Cattedrale di Acireale, seguita dai funerali alle ore 16.30 nello stesso luogo. I funerali si terranno anche giovedì 7 agosto alle ore 16.00 nella Cattedrale di Noto.
Proprio il vescovo della duocesi netina, mons. Rumeo, lo ricorda come “Pastore di questa nostra amata terra, ha accompagnato tutti noi in anni preziosi in cui l’umanità tutta si affacciava al nuovo millennio”.
È stato anche testimone degli anni successivi al crollo della Cattedrale di Noto.
Nato a Pachino il 12 luglio 1931, mons. Malandrino è stato ordinato sacerdote il 19 marzo 1955. È stato eletto vescovo di Acireale il 30 novembre 1979 da Papa Giovanni Paolo II, consacrato vescovo a Modica il 26 gennaio 1980.




Parcheggi: tornano in funzione i bagni del Molo, luce al Von Platen e area sosta Elorina

Sono tornati in funzione i bagni autopulenti del Molo Sant’Antonio, il grande parcheggio pubblico a servizio del centro storico. La struttura venne installata nel 2021, nell’area su cui si trovava prima un chiosco bar che finì incendiato e poi demolito. Presentata come un passo avanti anche in accoglienza turistica, con igienizzazione automatica, è finita presto ko a causa di un uso intenso e poco disciplinato. Tra un’otturazione e l’altra, dopo qualche mese di onorato servizio è diventata una poco utile occupazione di suolo pubblico.
Il blocco contempla due servizi igienici uomo/disabile e donna/disabile, con un fasciatoio per i più piccoli. Si tratta di una struttura di sei metri di lunghezza per circa 2 metri e mezzo di altezza. La scheda di presentazione vanta “sistemi di autopulizia delle tazze e dei lavabi, disinfestazione e asciugatura della superficie di calpestio. Durante la pausa notturna sarà garantito un ulteriore ciclo di disinfezione con nebulizzazione”. realizzati per offrire un servizio efficiente ai cittadini e ai tanti visitatori dell’area del grande parcheggio alle porte di Ortigia.
“Ci scusiamo con l’utenza per i tempi lunghi del ripristino”, dice l’assessore Enzo Pantano che ha richiesto l’intervento ai servizi igienici segnalati da tempo come guasti. “Il ritardo è stato causato dalla necessità di attendere componenti specifiche per il corretto funzionamento di quei bagni. Purtroppo, l’impianto è stato oggetto di continue vandalizzazioni che ne hanno compromesso l’utilizzo e reso necessari interventi frequenti”.
L’amministrazione, spiega ancora Pantano, “ha deciso di intensificare i controlli nell’area e di implementare nuovi sistemi dissuasivi per tutelare la struttura. Tuttavia, riteniamo che ogni azione possa avere una reale efficacia e durata solo se accompagnata da un forte senso di responsabilità collettiva. Per questo chiediamo la collaborazione di tutti: il rispetto della cosa pubblica è un valore fondamentale e una condizione necessaria per garantire servizi efficienti e duraturi. Solo con una cultura condivisa del rispetto possiamo costruire una città più vivibile e accogliente per tutti”.
Proprio per assicurare sempre maggiore sicurezza, intanto, è entrato in funzione il nuovo impianto di illuminazione del parcheggio Von Platen e nuovi corpi illuminanti a LED sono stati installati nell’area di sosta Elorina.




Contrada Tivoli in fiamme, grosso incendio a ridosso delle case

Un grosso incendio si è sviluppato nel tardo pomeriggio in contrada Tivoli, traversa Benali. Le fiamme, alimentate dal vento, si sono estese in fretta lambendo diverse abitazioni. Alcune famiglie sono state precauzionalmente invitate a lasciare le loro case, con le fiamme ormai quasi a ridosso.
Grande il dispiegamento anticendio, con tre mezzi aerei che effettuano diversi lanci dall’alto, mentre a terra lavorano tre squadre di Vigili del Fuoco.
Prezioso anche il supporto delle associazioni di Protezione Civile di Siracusa.
A bruciare sono sterpaglie, canneti ed alberi in un’area periferica ma fortemente antropizzata.




Floridia, il giorno del dolore. Lacrime e lutto cittadino per l’ultimo saluto a Marco Latina

Floridia questa mattina si è fermata per l’ultimo saluto a Marco Latina, il 25enne vittima di un incidente stradale avvenuto la scorsa settimana. La comunità si è stretta ai genitori Pippo e Antonella ed ai due fratelli dello sfortunato ragazzo. La Chiesa Madre non è riuscita a contenere all’interno le tante persone che hanno voluto testimoniare, con la loro presenza, la partecipazione ad un dolore che è di tutti. Non a caso, il sindaco Marco Carianni – presente alle esequie con tutta l’amministrazione comunale ed insieme al sindaco di Solarino, Tiziano Spada – ha proclamato il lutto cittadino.
Tra i banchi tanti i giovani. Singhiozzi ed occhiali scuri a coprire occhi gonfi di lacrime. Nella sua omelia, don Alessandro Genovese ha ricordato come “nel silenzio di questo dolore che ci troviamo a vivere, ritroviamo il rapporto con Dio. Ed in questo rapporto nasce la speranza”. Ha poi sottolineato, rivolgendosi ai tanti ragazzi presenti, come l’assenza terrena di Marco si traduca in una presenza costante per tutti quelli che gli hanno voluto bene. Seby, uno dei fratelli, ha poi letto una poesia dedicata a Marco.
Palloncini bianchi e fumogeni arancioni all’uscita del feretro sul sagrato. Quell’arancione che era il colore dei capelli di Marco: “carotina” lo chiamavano i suoi amici e lo raccontano mentre mostrano la maglietta con la foto di un Marco sorridente e appassionato della vita. “Farai innamorare tutti anche in Paradiso”, la scritta sulle maglie. A proposito di maglie, sulla bara è stata poggiata la numero 5 del San Paolo Solarino, la squadra in cui giocava Marco. Quel numero, fa sapere la società, è stato adesso ritirato in omaggio al ragazzo che non c’è più.
L’incidente mortale è avvenuto lungo la sp25, poco fuori Floridia. Il 25enne era in sella alla sua moto, poi l’impatto fatale con un furgoncino. La Procura di Siracusa ha aperto un’inchiesta per chiarire tutti i contorni della vicenda. Nei giorni scorsi è stata anche eseguita l’autpsia.




Furti di rame e blackout, partono i lavori per ripristinare l’illuminazione pubblica

Sono pronti a partire i lavori di ripristino degli impianti di illuminazione danneggiati dai recenti furti.
Le vie interessate sono: via G. Maria Danieli, via Gregorio Asbesta, via Luigi Spagna, via Vincenzo Boscarino, via Patania, via M. Beneventano del Bosco, via Gaetano Barresi, via Antonino Lo Surdo, via Monsignor Bonfiglio, via Vittorio Guardo, via Mussomeli, via Luigi De Caprio, via Don Giuseppe Puglisi, via Giuseppe Fava, viale Tica, via Gela e via San Cataldo e limitrofe.
I lavori per ristabilire la situazione in città dovranno essere completati entro e non oltre il 30 settembre 2025. Un intervento non banale, che porterà quindi per alcune settimane ancora disagi nelle zone maggiormente colpite.
La spesa complessiva degli interventi è pari a € 101.955,77. Si è proceduto, quindi, al prelevamento della somma di € 46.473,27 dal fondo di riserva ordinario, denominato “Spese per manutenzione straordinaria impianto di pubblica illuminazione”. I lavori sono stati affidati alla ditta Vimas Srl di Avola.
Lo scorso mese, un uomo e una donna, rispettivamente di 24 e 48 anni, sono stati arrestati dalla Polizia per essere stati sorpresi mentre tagliavano i cavi elettrici dell’illuminazione pubblica, nel quartiere Pizzuta, al fine di impossessarsi del rame, lasciando al buio parte della zona. Un danno, quello causato ai cittadini e alle Amministrazioni Pubbliche, enorme, nonostante il rame sia un metallo prezioso.
I lavori prevedranno la sostituzione dei cavi in rame deturpati con cavi in alluminio, così da poter evitare furti futuri.
Sulla questione è intervenuto il consigliere comunale di Fratelli d’Italia Paolo Cavallaro.
“Diverse strade rimaste al buio per il furto dei cavi di rame vedranno presto la luce, a seguito del prelievo delle somme necessarie dal fondo di riserva del Sindaco. Tuttavia, anche questa volta, l’amministrazione sembra navigare a vista e lascia al buio diverse strade della Mazzarona, probabilmente considerate di serie B e non meritevoli dell’ intervento. Mi riferisco a via Don Luigi Sturzo, via Cassia, via Adorno, v.le Luigi Foti, via Nanna. – sottolinea l’esponente di Fratelli d’Italia – Questi cittadini dovranno aspettare la prossima sessione di variazione di bilancio per riavere l’illuminazione pubblica?
Sono certo che se fosse rimasta al buio corso Matteotti o Corso Gelone i cavi sarebbero stati sostituiti qualche giorno dopo.
Mi auguro che l’Amministrazione, dopo la gaffe, corra ai ripari rapidamente, presentando una nuova variazione di bilancio alla prima seduta utile dopo Ferragosto.
Dai banchi della minoranza non possiamo che contestare il metodo superficiale, che purtroppo caratterizza questa Amministrazione in tutte le sue deludenti azioni amministrative. Mi auguro che vengano adottati sistemi atti ad evitare ulteriori furti in futuro, in una logica di prevenzione che, oltre che affermare la legalità, eviti esborsi alle casse comunali e disagi ai cittadini”, conclude Cavallaro.