Siracusa. Oggetto di forma circolare appare nel cielo dell'Arenella: drone o ufo? Indaga il C.S.R.

Un avvistamento che pare solleticare le fantasie di quanti credono alla presenza degli ufo. La foto è stata scattata questa mattina all’Arenlla, contrada balneare di Siracusa. Di fronte a diversi testimoni è apparso in cielo un oggetto di forma circolare. Qualche secondo in volo sull’area, poi è sparito tra le nuvole.
Le foto sono finite nei computer del C.S.R., l’associazione siracusana che si occupa anche di avvistamenti. Con grande prudenza, gli specialisti hanno iniziato le verifiche del caso. L’unico dato certo è che la foto non sarebbe stata oggetto di foto ritocco. Ma sarà la cosiddetta forense a dire l’ultima parola.
La domanda principale, ovviamente, verte sulla natura di quell’oggetto circolare. Troppo grande per essere un uccello o un drone, troppo piccolo per essere un elicottero o un eventuale modellino (per via della forma). Nessuno parla apertamente di ufo, limitandosi a catalogare il caso come avvistamento di oggetto non identificato.




Siracusa. Centro anziani di Epipoli, l'assessore Sallicano torna a pungere Bandiera (FI): "è a corto di idee"

Il giorno dopo la protesta di circa 50 anziani davanti al cancello chiuso del centro che era loro destinato ad Epipoli, accompagnati da Ecy Bandiera (Fi), arriva la replica dell’assessore alle politiche sociali, Giovanni Sallicano. “Debbo constatare quanto sia vero che non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Sono state offerte alla cittadinanza, ivi incluso l’onorevole Edy Bandiera, le motivazioni corrette del legittimo operato dell’Amministrazione sulla vicenda del Centro anziani di Epipoli. Tutti hanno capito, meno uno. Ad impossibilia nemo tenetur”. Torna a pizzicare il responsabile del settore delle politiche sociali. “Forza Italia e il suo coordinatore provinciale devono proprio essere a corto di idee, di iniziative, di impegni e di proposte. Il loro tanto accanito quanto inutile interessamento alle sorti del Centro anziani di Epipoli può spiegarsi solo così. Se Bandiera avesse voluto, avrebbe potuto e dovuto contattare opportunamente l’assessorato alla Politiche sociali e alla Famiglia, nonché direttamente l’assessore, per avere ogni delucidazione in merito e tutte le notizie utili, invece di cavalcare un’improbabile e sprovveduta battaglia e di organizzare incontri per comunicare mobilitazioni degne di miglior causa. Comunque, nell’ambito di un’auspicata collaborazione con tutte le forze sociali e politiche, si rinnova la disponibilità dell’assessore ad un incontro chiarificatore anche al fine di analizzare eventuali proposte positive e percorribili, che non abbiano però le caratteristiche della mera campagna pubblicitaria e della sponsorizzazione non richiesta, espressioni di una politica vetusta”.
Bandiera trova però un alleato nel consigliere comunale Elio Di Lorenzo. “L’amministrazione in carica, ormai economicamente impoverita, chiude il centro anziani di Epipoli e blocca qualche altra iniziativa socialmente utile ma mantiene in vita la scandalosa situazione dell’Hotel Santuario, per il quale il Comune riscuote un canone di appena 500 euro l’anno fissato a suo tempo dal ruolo maldestramente svolto da un dirigente comunale che oggi, invece di essere allontanato dal comparto del Patrimonio, viene addirittura promosso.
La mia conclusione, e dichiarata disponibilità politico-amministrativa al problema, è: meno commissioni antimafia e più presenza nel territorio; ai signori assessori della Giunta, meno frequentazioni di circoli elitari e più vicinanza ai bisognosi. All’assessore competente un suggerimento – aggiunge Di Lorenzo – dal momento che l’inadatto presidente del consiglio comunale non è in grado di farlo, si adoperi da subito a ricomporre o contribuire fattivamente, con tutta la forza del suo mandato, a ristabilire la funzionalità della seconda commissione consiliare, che in questo caso sarebbe al suo fianco per la soluzione definitiva del problema centro anziani”.




Siracusa. Quali alberi per piazza Adda: "melograni" dice il Comune, "aranci amari" per gli ambientalisti

L’associazione Natura Sicula invita il Comune di Siracusa a fare in fretta con la sostituzione dei pini recentemente piantumati in piazza Adda. Una scelta che il settore verde pubblico ha deciso di “rivedere”, visti i problemi che proprio dei pini recentemente abbattuti avevano creato. “Saranno sostituiti probabilmente con melograni o con alberi di Giuda”, ha spiegato l’assessore Dario Abela appena scoppiata la polemica per la scelta di piantare di nuovo pini.
“Adesso non si deve perdere tempo, vanno sostituiti prima che attecchiscano”, ripete a più riprese Fabio Morreale, presidente di Natura Sicula. Che boccia la scelta dei melograni come sostituti. “E’ un arbusto molto basso e non garantisce ombra alle auto, funzione per cui gli alberi campeggino in piazza Adda. Meglio dare priorità a specie autoctone o naturalizzate, in particolare l’arancio amaro”. Per Natura Sicula è “la scelta più idonea”.
Le ragioni le spiega ancora Morreale. “Non ha apparato radicale tale da poter causare rigonfiamenti del marciapiede o dell’asfalto. È sempreverde e in primavera profuma di zagara. In inverno rallegra la vista con frutti arancione di grande effetto scenografico, ma così amari da non incoraggiare la raccolta”.




Anche imprese di Siracusa "frodate" dalla I.w.i.l., maxi truffa scoperta dalla Finanza di Parma

Scoperta dalla Guardia di Finanza una maxi truffa finanziaria per 3 miliardi di euro. Al termine di una complessa attività di indagine durata oltre due anni e coordinata dalla locale Procura della Repubblica, le fiamme gialle hanno smascherato un’associazione a delinquere composta da 14 persone e capeggiata da un noto faccendiere parmigiano, già coinvolto in precedenti vicende giudiziarie. L’operazione, scattata all’alba di questa mattina, ha visto impegnati, oltre agli uomini del Nucleo di Polizia Tributaria di Parma, anche le Fiamme Gialle di Forli-Cesena, Bolzano, La Spezia, Lodi, Frosinone, Siracusa e Palermo, che in queste ore stanno ancora eseguendo ordini di custodia cautelare in carcere e provvedimenti di arresti domiciliari nei confronti degli affiliati.
Grazie all’utilizzo di particolari tecniche di indagine, a pedinamenti, all’analisi di centinaia di contratti, nonché ai numerosissimi riscontri sulle banche dati in uso al Corpo, i finanzieri hanno potuto ricostruire un articolato sistema di truffa a danno di decine di imprenditori italiani ed esteri, spesso in stato di difficoltà, che per ottenere finanziamenti si erano rivolti alla società neozelandese International World Investment Loans. Quest’ultima, dipinta come ente di intermediazione finanziaria, era in realtà una società fantasma, sebbene – come emerso dalla documentazione sequestrata e dalla pubblicità in rete – vantasse sedi in Nuova Zelanda, Delaware (USA), Israele, Giappone, Singapore e Grecia. Dietro la fantomatica I.W.I.L. si celava, in realtà, un’organizzazione che fingeva di operare alla luce del sole, utilizzando immobili di pregio locati nella città di Parma, così da apparire come un normale operatore nel settore finanziario. La truffa veniva perpetrata proponendo contratti di finanziamento a tassi agevolati, senza le necessarie misure di garanzia e con la sottoscrizione di un fittizio contratto di investimento che addirittura serviva ad abbattere i costi dell’operazione.
Dopo la sottoscrizione, veniva richiesto il versamento di una somma di denaro a titolo di spese per l’istruzione della pratica, a fronte del quale seguiva anche l’emissione di una fattura fiscale: l’ennesimo artifizio finalizzato a generare una certa rassicurazione nel cliente, tuttavia in grado di permettere all’organizzazione di incassare una somma anche maggiore di denaro. Alla fine di tale messinscena, non un solo euro di finanziamento è stato erogato.
Le indagini hanno permesso di scoprire che sono state vittime del raggiro non meno di settanta titolari di aziende e che alcuni di loro, in gravi difficoltà economiche, hanno successivamente dichiarato il fallimento I militari hanno calcolato che il totale dei finti finanziamenti sottoscritti negli ultimi due anni ammontava a non meno di 3 miliardi di euro e che con questo sistema l’organizzazione ha generato illeciti introiti per oltre 2 milioni di euro.
Emesse due ordinanze di custodia cautelare in carcere e quattro provvedimenti di arresti domiciliari, oltre che il sequestro della sede della I.W.I.L. e l’inibizione dell’accesso e l’oscuramento delle pagine web illecitamente utilizzate. I 14 indagati dovranno ora rispondere del reato di associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata e continuata.




Siracusa. Crolla il Magazzino del Sale alle Saline, Zito (M5S): "scempio della burocrazia, nostri allarmi inascoltati"

“C’erano i soldi ma a causa della mala burocrazia regionale una struttura che avrebbe creato turismo e occupazione è andata in pezzi”. A dichiararlo è il deputato regionale M5S, Stefano Zito, che commenta così il crollo di parte di quello che sarebbe dovuto diventare l’Ecomuseo del Mediterraneo all’intero della Riserva Naturale Orientata Fiume Ciane e Saline di Siracusa.
Zito aveva effettuato sopralluogo, cui era seguita una mozione ad indirizzo della Regione Siciliana che impegnava il Governo regionale a “intervenire con urgenza – si leggeva nella nota – per la messa in sicurezza del magazzino delle saline, dato che l’acqua del mare ne ha già gravemente pregiudicato parte della struttura”.
Nel 2002 la Regione aveva stanziato 1.000.000 di euro per la ristrutturazione di alcuni immobili e delle aree circostanti, “ma pare che a causa di un contenzioso, quei fondi siano rimasti inutilizzati, sino ad arrivare al crollo di questi giorni dovuto all’azione del tempo e del mare. Il 18 Maggio 2015 abbiamo presentato una mozione per sollecitare lo sblocco di questi soldi e per l’immediata messa in sicurezza del futuro Ecomuseo. Ovviamente il nostro appello è rimasto lettera morta, ed oggi siamo di fronte all’ennesimo scempio ai danni del nostro patrimonio culturale e allo sperpero di denaro pubblico, ed ovviamente – conclude il deputato M5S – a pagare sono sempre i cittadini”.




Siracusa. "Lele Scieri poteva essere salvato", l'amara verità emerge in Commissione d'inchiesta 17 anni dopo

“Lele Scieri poteva essere salvato”. Il Comitato verità e giustizia per Lele con amarezza sintetizza così gli elementi emersi sin qui durante le audizioni in commissione parlamentare di inchiesta sulla morte del militare siracusano. Era il 13 agosto del 1999: da quella data si cerca ancora di capire cosa sia veramente successo all’interno della caserma Gamerra di Pisa, tre giorno dopo una caduta dall’alto ancora avvolta nel mistero.
Recentemente sono stati ascoltati a Roma i medici legali che avevano redatto le consulenze dopo l’autopsia sul corpo del parà, il consulente della famiglia (Giuseppe Bulla) e Luigi Papi, incaricato a suo tempo dalla Procura della Repubblica.
Come ha spiegato la presidente della commissione, la parlamentare siracusana Sofia Amoddio, si sta cercando di comprendere se Lele Scieri sia morto a causa di una caduta dall’alto (la torretta dei paracadute) o se qualcuno o qualcosa d’altro abbia avuto un ruolo nelle ultime ore dello sfortunato avvocato siracusano, allora in servizio di leva.
Gli elementi “dubbi” non mancano nell’esame tecnico di alcune lesioni e della posizione in cui il corpo venne ritrovato. Il medico legale di parte, Bulla, è tornato a parlare di “ipotesi di lesioni prodotte volontariamente poggiando, premendo e spingendo con uno scarpone sulle dita delle mani, che erano appoggiate agli anelli della scala, al fine di fare perdere la presa”.
I medici legali non concordano sull’orario della morte. Per Papi sarebbe sopraggiunta dopo “alcune decine di minuti di agonia” dalla caduta, mentre Bulla sostiene la tesi di “svariate ore”.
“Un soccorso immediato e adeguato avrebbe salvato la vita di questo ragazzo”, ha aggiunto il dottore Bulla. Ed è una nuova ondata di rabbia mista a dolore che fa gridare Carlo Garozzo, anima del Comitato verità e giustizia per Lele: “poteva essere salvato. Qualcuno ha deciso invece di scappare lasciando Lele a terra agonizzante: conigli”.




Siracusa. "Il Miliardario" regala 500.000 euro: vinti da un quarantenne al bar Anapo di via Elorina

Un fortunato e anonimo siracusano ha vinto 500.000 euro grazie alla lotteria istantanea “Il Miliardario”. Il biglietto fortunato, del costo di 5 euro, è stato acquistato al Bar Anapo di via Elorina.
Difficilmente l’uomo, pare un quarantenne, dimenticherà il numero 22, quello che gli ha consentito di portare a casa l’intero montepremi. Un momento di incredulità, poi la gioia contenuta a fatica.

foto dal web




Siracusa. Piazza Santa Lucia e lo strano furto: rubati 4 dissuasori in cemento, il Comune li sostituisce

Sono “tornati” in piazza Santa Lucia, all’incrocio con via Fratelli Sollecito, i dissuasori per il traffico in cemento. Bloccano l’accesso alle auto, verso via Vermexio. I tecnici del settore comunale Mobilità e Trasporti hanno posizionato quattro elementi. Tanti quanti erano stati rubati due settimane addietro. A segnalare il furto, o comunque la “scomparsa”, dei cosiddetti panettoni era stato il presidente del quartiere, Fabio Rotondo. Che non riesce a trovare risposta alla domanda di fondo: “ma che cosa diamine ci fanno con dei dissuasori in cemento? Perchè rubarli?”. Il sospetto di vandali in preda alla noia entrati in azione per un qualche stupido gioco pare essere la risposta più verosimile.




Siracusa. Al Museo del Papiro storie di antica criminalità, in mostra denunce e delazioni

Furti, omicidi e contrabbando. Storie di criminalità che arrivano da un tempo passato, raccontati su papiri di denuncia che da sabato 12 novembre arricchiscono l’esposizione del Museo del Papiro “Corrado Basile” di Siracusa.
Su uno scritto dell’anno 223 a.C., proveniente da Muchis (Arsinoites, Egitto) si racconta la singolare storia di un uomo che denuncia “La mia casa è vuota!”, perchè la moglie aveva portato via tutti i beni. Hatheres, figlio del sacerdote del dio Sokonporchnubis del villaggio di Muchis, denuncia che in occasione di una sua assenza la moglie Thaues è andata via, portando con sé tutto ciò che era in casa. Hatheres elenca tutti gli oggetti mancanti e il rispettivo valore: un trofeo, una catena d’oro, un grande vaso, due statue, scatole di alabastro, un tessuto siriano di lana, un asciugamani, due armadi, due paia di sandali, un coltello ed anche un “tavolo fatto di papiro”.
Su di un altro papiro c’è la denuncia di un omicidio e di contrabbando in Oxyryncha, nel distretto Polemone. Una donna di nome Hathyr scrive al capo della polizia di Oxyrhynca per denunciare l’assassinio del proprio figlio. La donna denuncia che un certo Petoporas, contrabbandiere di oppio e di olio, ha ucciso suo figlio Zenodoros ed afferma “Lo dimostro! … così ho scritto a Voi perché ne abbiate conoscenza”. Il papiro è stato tradotto e commentato dai papirologi Hermann Harrauer (Vienna) e Klaas Worp (Amsterdam).
Esposto anche il papiro inviato da una donna di nome Tenes, figlia di Marres, al re Tolemeo: “Subisco ingiustizia da parte di Herodes mio marito”. Stipulato un contratto di matrimonio, portando in dote 420 dracme con la clausola che il marito le avrebbe fornito ogni mese 4,75 artabe di grano e per il vestiario ogni anno 48 dracme, lamenta il mancato rispetto dell’accordo. L’uomo, saputo che la moglie stava per ricorrere al tribunale dei crematisti per la restituzione della somma portata in dote, aveva presentato un esposto al capo della polizia per ostacolare l’iniziativa della moglie. Si tratta verosimilmente di un matrimonio misto tra un greco e una donna egizia ed è interessante rilevare che già nel III sec. a.C. una donna egizia potesse intentare una causa davanti ad un tribunale. Il papiro, assegnabile al regno di Tolemeo Filopatore, si è conservato quasi per intero nel testo ed è stato studiato dal papirologo Guido Bastianini (Firenze).




Siracusa Risorse e lavoratori provinciali, presidi e proteste: a Palermo incontro decisivo

Secondo giorno di presidio per i lavoratori di Siracusa Risorse. Hanno trascorso la notte nell’area dell’ex Consorzio Agrario di Siracusa, accanto all’edificio che ospita la polizia provinciale. Sono scesi dal tetto, su cui erano saliti ieri mattina, esponendo i loro striscioni di protesta contro la politica siracusana e regionale. Anche il dipendente che si era arrampicato sulla vicina torretta ha deciso di continuare la sua lotta ma con i piedi per terra. Sono in circa quaranta su di un totale di 104.
Chiedono il pagamento di 8 mesi di stipendio arretrati. La loro vicenda si sviluppa parallela a quella dei dipendenti della ex Provincia Regionale, trattandosi di società interamente partecipata del Libero Consorzio siracusano. La crisi in cui è sprofondato l’ente, ormai senza risorse, ha lasciato sia i dipendenti diretti sia i lavoratori di Siracusa Risorse “a secco”.
Una ventina di dipendenti del Libero Consorzio ha raggiunto questa mattina Palermo in pullman. C’è in programma una riunione della Commissione Bilancio dedicata alle Province siciliane in crisi e tra queste la regina è Siracusa. Il commissario Arnone illustrerà i numeri da default e toccherà al presidente Vinciullo trovare una soluzione.
In comune con i lavoratori di Siracusa Risorse, anche i provinciali nutrono una certa sfiducia nella politica. Quella stessa politica che ha creato il problema delle partecipate prima e dei conti delle Province poi, con ciliegina sulla torta una riforma senza capo nè coda.