Vigili del Fuoco, il lungo “programma di spostamento” nella nuova sede della Pizzuta

La definizione tecnica è “attivazione presidio nuova sede centrale” ma altro non è che il trasloco dalla caserma di via Von Platen al nuovo comando realizzato alla Pizzuta. Un iter per step attualmente in corso, a guida del comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Siracusa.
Come confermano i sindacati Usb-Conapo, con i segretari Anzalone e Di Raimondo, “a breve inizieranno le forniture di impianti e apparecchiature”. Ci sono da acquistare anche gli arredi, con una somma appositamente destinata da Roma, sebbene inferiore alle previsioni. Secondo alcune indiscrezioni, poco meno di 170.000 mila a fronte di una necessità stimata in 200 mila.
Per evitare che qualcuno possa “approfittare” delle nuove forniture in arrivo – che saranno subito piazzate all’interno della nuova caserma – è stato disposto lo spostamento di personale operativo alla Pizzuta. Oltre ad essere impegnati, con i relativi automezzi, negli ordinari compiti di intervento, assicureranno con la loro presenza che nessuno si intrufoli per rubare o vandalizzare arredi e attrezzature.
Gran parte degli arredi e dei materiali oggi presenti in via Von Platen, in ogni caso, verranno trasferiti con appositi mezzi dei Vigili del Fuoco nella nuova sede. Questo, però, potrebbe essere uno degli ultimi passaggi nel programma di spostamento stilato dal comando provinciale.
La situazione degli impianti (idrico, elettrico, climatizzazione) nella nuova sede della Pizzuta è stata verificata e risulta performante per tutte le necessità dei Vigili del Fuoco. A richiedere più tempo potrebbe allora essere l’allestimento della sala radio e le fasi di cablaggio. In una prima fase, saranno approntati collegamenti radio quanto meno per garantire le comunicazioni tra la sala operativa della sede attuale e il nuovo presidio.
Ad aprile atteso un aggiornamento sullo stato dell’arte del programma di spostamento.




Per il ccr Mazzarrona c’è il ricorso al Tar, il Comune contro il parere della Soprintendenza

Il Comune di Siracusa non ci sta ed ha deciso di presentare ricorso al Tar di Catania contro il parere della Soprintendenza che blocca la realizzazione di un ccr in via don Sturzo, alla Mazzarrona. Palazzo Vermexio punta all’annullamento di quella nota della sezione archeologica dell”ufficio che tutela i beni culturali. Non uno scontro istituzionale vero e proprio, è prevista la possibilità di presentare ricorso amministrativo contro i pareri emessi dalla Soprintendenza. Certo però un qual certo scontro sottotraccia tra i due enti che si affacciano, entrambi, su piazza Duomo.
In conferenza dei servizi, la Soprintendenza presentò il suo parere. “Durante l’esecuzione dei saggi archeologici preventivi si ha avuto modo di constatare che tutto il lotto è interessato dalla presenza di latomie a cielo aperto riferibili all’estrazione dei blocchi per la realizzazione delle mura dionigiane e pertanto suscettibili di essere sottoposte a tutela”, vi si legge. Valutazione finale: “progetto non assentibile”. A meno che non lo si sposti altrove (“Questa Sezione potrà prendere in esame un progetto delocalizzato in altra area”).
Per il Comune di Siracusa impossibile pensare di spostare altrove il progetto: “non ci sono i tempi, con il Pnrr bisogna correre per non perdere il finanziamento (circa 700mila euro, ndr)”. Le scadenza sono imposte e non permettono di prendere in considerazione l’evenienza di sondare, anche archeologicamente e geologicamente, un’altra area. La mossa del Comune, allora, si inserisce in questo contesto.
Intanto, continua la protesta dei residenti che si sono riuniti nel Comitato Monsignori in cui confluisce il no alla realizzazione del Ccr Mazzarrona e il no alla costruzione di un secondo ccr in via Lauricella.




Ricorso al Tar per il Ccr Mazzarrona, le opposizioni si infiammano

Il Comune di Siracusa non ci sta ed ha deciso di presentare ricorso al Tar di Catania contro il parere della Soprintendenza che blocca la realizzazione di un ccr in via don Sturzo, alla Mazzarrona. Una decisione che ha fatto infiammare le opposizioni.
“Il sindaco vuole amministrare non solo senza, ma addirittura contro i cittadini.” A scriverlo è la consigliera comunale del Partito Democratico, Sara Zappulla sui canali social. “Sul CCR in via Sturzo il Comune di Siracusa impugna il parere della Soprintendenza. Nonostante le latomie rinvenute e nonostante le proteste del comitato di quartiere. Il vero tema è che non si vuole ammettere di avere fatto un grosso errore politico e che, se non coprogettamo e coprogrammano insieme ai quartieri, Siracusa non farà mai passi avanti. Una città separata in due: da un lato la giunta con la sua maggioranza arroccata e sempre più isolata nel “Palazzo”, dall’altro la città che in varie forme, tutte eterogenee, da Ortigia a Mazzarrona, dalla Pizzuta a Cassibile, dimostra di essere e volere altro. In condizioni normali a questo punto l’Amministrazione comunale si fermerebbe e si metterebbe in discussione, invece fa ricorso al Tar, sfidando la Soprintendenza e i cittadini. È l’ulteriore dimostrazione che il buon senso e la buona amministrazione non sono di casa al Vermexio. In attesa che in Consiglio possa affrontare la discussione in aula e si possa discutere un provvedimento, sono al fianco dei cittadini e delle cittadine”.
Duro anche il commento del consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Paolo Cavallaro. “Ecco un altro esempio di arroganza e disprezzo della volontà dei cittadini! Questa Amministrazione costringerà chi verrà dopo a fare damnatio memoriae, eliminando ogni disastro che ha compiuto in questi anni. E però le cose giuste e di buon senso vengono pregiudizialmente bocciate in aula con scuse che lasciano senza parole! Resta la sollevazione popolare per frenarla e ricondurla verso la ragione e il buon senso”.
Non si fanno attendere anche le parole di “Lealtà & Condivisione”, presieduta dall’ex assessore Carlo Gradenigo. “Sindaco e Vicesindaco hanno passato le ultime settimane a rilasciare interviste sostenendo di essere d’accordo con i cittadini, che la questione era chiusa e poi esce fuori il ricorso al TAR sul più assurdo dei progetti dei 4 CCR imbucato sotto ai balconi in una via cieca e sopra delle latomie. E si permettono pure di dare lezioni di onestà e buona fede. La faccia come la pietra di Modica. Ps: come Lealtà & Condivisione abbiamo suggerito un’area alternativa di proprietà comunale da 2.000 mq in viale Pantanelli, perfettamente accessibile, in un’area nella quale già insistono capannoni e attività legate al riciclo dei materiali e a due passi dalla città. La domanda a questo punto che ci si pone vista l’arroganza è, avranno mai fatto almeno un sopralluogo nell’area indicata per verificarne le caratteristiche e poter spostare il CCR domani?”.




Posizionata la nuova isola ecologica di piazza Adda: “Contiamo sui grandi condomini”

Posizionata questa mattina la nuova isola ecologica di piazza Adda. Preannunciata nei giorni scorsi, la postazione sarà a disposizione dei residenti della zona. Un’altra isola sarà, invece, attivata in via Cuma, nel cuore della Borgata. Si tratta delle due isole ecologiche inizialmente posizionate in via Elorina, all’interno dell’area che ospita gli uffici comunali di Mobilità e Protezione Civile, scarsamente utilizzate nel primo mese di sperimentazione del servizio, probabilmente perché particolarmente “fuori mano”. L’assessore all’Igiene Urbana, Salvo Cavarra ha effettuato un sopralluogo per verificare le procedure di allestimento della nuova isola ecologica, fermamente convinto che possa raccogliere una quantità consistente di rifiuti differenziati, contando soprattutto sui grandi condomini di quella zona.
Nel corso del primo mese di attività, le isole ecologiche hanno raccolto nel capoluogo 12 tonnellate di rifiuti. Le più utilizzate sono risultate quelle di via Augusta, le meno usate, quelle, appunto di via Elorina, con 851 chili di rifiuti raccolti a fronte dei 7.419 delle postazioni di via Augusta.
In via Cuma, potranno andare, oltre ai residenti della Borgata, anche quanti, dai B&B e dalle case vacanza di Ortigia, uscendo dal centro storico, potranno conferire in maniera ordinata e proficua i loro imballaggi”. In questi giorni stanno partendo della lettere, che l’assessorato all’Igiene Urbana sta inviando ai gestori di queste strutture ricettive, con cui si chiede loro di indirizzare in questo senso il personale che si occupa delle pulizie degli alloggi gestiti.




Quattro anni per il restauro integrale della ex Caserma Caldieri, diventerà hotel di lusso

L’ex caserma Caldieri, sul lungomare di Ortigia, passa dal Demanio Regionale alla società Hotel Scausi srl. Nel suggestivo chiostro del complesso immobiliare, nato come convento, è stata siglata la consegna ufficiale. Il nucloo originario della struttura risale al 1500 ed ha una superficie di circa 6000 mq. Il progetto riguarda la ristrutturazione totale e la creazione di un hotel di lusso e servizi complementari come ristorante, lounge bar, area benessere. All’interno è anche presente una chiesa (sconsacrata) dei Frati Carmelitani Scalzi, dove verranno promosse attività socio-culturali.
Il progetto risultato vincitore del bando del Demanio è stato quello presentato e sviluppato dall’azienda messinese Zancle 757, guidata da Rocco Finocchiaro e sarà realizzato dalla società di scopo Hotel Scausi srl. L’obiettivo dichiarato è quello di promuovere con il core business l’economia del territorio e creare sinergie con il tessuto culturale locale.
Il restauro integrale del complesso immobiliare è una sfida non indifferente, anche come costi. Ogni intervento, hanno assicurato i responsabili, sarà rispettoso delle caratteristiche storiche e architettoniche della struttura, con una particolare attenzione all’impatto ambientale e sociale nel corso dei lavori. Secondo una prima stima, saranno necessari circa 4 anni per concludere il restauro integrale.
“Sono particolarmente orgoglioso di questo, momento, perché verrà recuperato un bene che si colloca in un’isola particolarmente ricca di storia. L’ex convento di Santa Teresa è stato sottratto per troppi anni alla partecipazione della città, in quanto per circa 40 anni non è stato utilizzato. Non posso che evidenziare positivamente il lavoro messo in atto dall’Agenzia del Demanio che, attraverso specifici bandi di valorizzazione, coinvolge il privato, realizzando una vera e propria ‘partita a due’. Siamo convinti che questa formula sia la chiave per far rinascere molti beni, grazie al coraggio e all’impegno dei privati che scelgono di dare nuova vita a luoghi come questo. Progetti innovativi e sperimentali capaci di attivare una rigenerazione concreta e duratura della città”, ha spiegato Silvano Arcamone, direttore regionale dell’Agenzia del Demanio.
“E’ un luogo che racconta della straordinaria potenzialità che è ancora legata al nostro patrimonio pubblico”, ha commentato il sindaco di Siracusa, Francesco Italia. “Sono anche particolarmente orgoglioso che un imprenditore visionario e coraggioso come Rocco Finocchiaro possa realizzare in questo immobile un progetto splendido. Questo luogo contribuirà ulteriormente a dare qualità alla offerta di bellezza, di cultura, di storia e di paesaggio della nostra città e della nostra Sicilia, quindi non posso che esprimere grande gioia e soddisfazione”.
E proprio l’imprenditore Rocco Finocchiaro ha anticipato la volontà di assumere per l’80% del personale, ragazze e ragazzi siciliani con età inferiore ai 35 anni.




Luce nuova al PalaLoBello, intervento da 13mila euro

Sono stati completati i lavori di ripristino degli impianti di illuminazione del PalaLoBello. Si tratta di un innovativo sistema di accensione con tecnologia domotica composto da 60 proiettori a led da 200 watt con una temperatura da 5000 k. Il costo complessivo dell’intervento è stato di 13 mila euro. Il prossimo passo sarà l’avvio dei lavori di ristrutturazione della copertura. I problemi del Palazzetto, come risaputo, sono legati principalmente alle infiltrazioni di acqua piovana dal tetto, insieme ad un parquet rovinato e a tribune e servizi da rifare. Tra i progetti futuri è infatti previsto l’intervento sul parquet.
La struttura ha una capienza di 2.700 posti. Ha ospitato in passato appuntamenti di rilievo, come la Final Eight nazionale di pallamano maschile (2008, 2015); la finale di Supercoppa italiana di pallavolo femminile nel 2003; incontri di pugilato; gare di Nazionali di pallamano; incontri di serie A di basket (Sicilia Messina – Viola Reggio Calabria) e, nel 2010, i campionati italiani assoluti di scherma.




Le principali novità del Correttivo al Codice dei Contratti Pubblici, seminario di ANCE Siracusa

Il seminario di ANCE Siracusa sulle principali novità del Decreto Correttivo al Codice dei Contratti Pubblici si è tenuto questa mattina, mercoledì 26 marzo, presso la Sala “U. Gianformaggio” di Confindustria Siracusa. L’incontro ha avuto l’obiettivo di illustrare gli aspetti generali del correttivo appalti e analizzare, con taglio pratico, i principali istituti interessati dalle recenti modifiche normative di particolare interesse per le imprese ed i professionisti che operano nel mondo dei lavori pubblici.
Relatori dell’evento sono stati gli avvocati Francesca Ottavi, Direttore Direzione Legislazione Opere Pubbliche di Ance Nazionale ed Emma Musco, Funzionario Direzione Legislazione Opere Pubbliche di Ance Nazionale.




Antica città sommersa a sudest di Portopalo? La suggestione corre sui social. “Spedizione in estate”

Ha un forte potere suggestivo la notizia rilanciata da alcuni siti web e diventata virale grazie ad alcuni post sui social network, secondo la quale sarebbe stata scoperta una città sommersa ad una quarantina di chilometri a sudest di Portopalo. E’ stato l’ingegnere civile André Chaisson, specializzato nella realizzazione di mappe e carte topografiche e ricercat5ore dei misteri del passato, ad affermare di avere scoperto i resti di un’antichissima città che giacerebbe ad una profondità di 135 metri. Le ha dato anche un nome (Telepylos) in un post pubblicato sul sito di Graham Hancock, un giornalista, scrittore e ufologo britannico, noto principalmente per le sue opere di carattere pseudoarchelogico.
In assenza di prove documentali – foto in immersione o altro – ci si basa sulle mappe dei fondali del Mediterraneo, tratte da un sito online (Emodnet). L’ipotesi, ma si badi bene è appunto un’ipotesi, è che le rovine risalirebbero a circa diecimila anni fà. In quel tempo il livello del mare era più basso e la costa siciliana si estendeva sino a quella distanza. Non è la prima volta che si parla di una città sommersa poco distante da Portopalo. Già il catanese Rosario Pappalardo aveva localizzato i presunti resti.
Dalle mappe dei fondali pare si possono scorgere forme che richiamano un porto, una larga struttura rettangolare e quello che potrebbe essere un canale artificiale lungo una cinquantina di chilometri. Recenti scoperte, come ad esempio quella di Gobekli-Tepe, dimostrerebbero la possibilità di sorprendenti rinvenimenti tali da riscrivere in parte le attuali conoscenze storiche e geografiche. Solo una spedizione archeologica condotta con sub professionisti potrà però confermare o meno quella che oggi si presenta come una forte suggestione.
E ad annunciarla è il siracusano Fabio Portella, ricercatore e ispettore onorario della Soprintendenza del Mare. “Questa estate controlleremo i fondali e verificheremo in profondità”, annuncia alla redazione di SiracusaOggi.it. “Ritengo che sia estremamente improbabile trovare lì manufatti umani. E’ una bellissima suggestione e vale la pena verificarla. E allora questa estate faremo delle immersioni nelle acque internazionali. C’è molta corrente, la visibilità è poca. Potrebbero aiutare strumenti come il rov, un robottino subacqueo dotato di sonar e telecamere. Se la scoperta risultasse reale, sarebbe una cosa eccezionale. Ma non ho molte aspettative, onestamente”, spiega ancora Portella, noto per le tante scoperte nei fondali siciliani (archeologiche e di relitti sommersi).
Cosa sono allora quei rilievi che paiono dare forma a strutture di un’antica città sommersa? “In quella zona, come sanno bene i pescatori di Portopalo e Pozzallo, ci sono dei gradoni naturali. La loro forma potrebbe creare delle suggestioni ed ingannare i rilievi di superficie. Siamo nei pressi della risalita della scarpata ibleo-maltese, un abisso profondo diversi chilometri. La risalita arriva ad un grande pianoro, noto come ‘banco dei cattivi’. Ho già individuato dei relitti proprio nei pressi della presunta città sommersa. Questa estate, quindi, andrò a verificare e controlleremo i fondali”.




Un fulmine colpisce cavo dell’alta tensione, si rimette in marcia il campo pozzi che rifornisce Siracusa

Un guasto elettrico rischia di mettere ko l’erogazione idrica in gran parte di Siracusa. Il cedimento di un cavo della linea di alta tensione lungo la statale 124 e che alimenta il campo pozzi (San Nicola e Dammusi) e il depuratore di Canalicchio ha creato il pesante disservizio. A causare il problema sarebbe stato un fulmine, attorno alle 5.30 del mattino.
Con quelle infrastrutture prive di energia elettrica, “non è possibile garantire nè l’approvvigionamento idrico ai serbatoi comunali di Bufalaro Alto, Bufalaro Basso e Teracati nè il corretto funzionamento del ciclo depurativo dei reflui fognari, con tutte le criticità connesse”, spiega la nota che Siam ha inviato a Prefettura, Arpa e Comune di Siracusa.
Le squadre di Enel sono operative sui luoghi ma non è ancora possibile fornire una stima dei tempi di intervento e risoluzione, verso il ritorno alla normalità. Nessun disagio particolare per il traffico in entrata ed uscita sud dal capoluogo. Sul posto comunque una pattuglia della Polizia Municipale.

AGGIORNAMENTO ORE 11.35

“Siam informa che, al momento, i campi pozzi interessati dal guasto elettrico ENEL sono tornati regolarmente in esercizio. Tuttavia, sussistono ancora dei problemi di pressione nella zona di Belvedere, poiché il livello del serbatoio di Bufalaro Alto, che, a supporto, alimenta anche l’area di Belvedere, non è sufficiente a garantire una erogazione idrica regolare. Seguiranno ulteriori aggiornamenti, non appena sarà possibile”. A scirverlo è Siam, che comunica il lento ritorno alla normalità.

SECONDO AGGIORNAMENTO ORE 15.34

“Siam informa la cittadinanza che, il grave guasto verificatosi questa mattina alla linea elettrica di alimentazione dei campi pozzi idrici a servizio dei serbatoi comunali, è stato risolto da ENEL attorno alle ore 14:00. Tuttavia, il guasto ha comportato una drastica riduzione dei livelli idrici dei serbatoi. Attualmente, i serbatoi stessi non sono pertanto in grado di garantire il normale livello di esercizio. Si stima che il completo ripristino del servizio idrico avverrà entro la tarda mattinata di domani, 26 marzo”.




VIDEO. I Bronzi di Riace sono siracusani? Anne Holloway: “Si e mio padre aveva ragione”

Si chiama “Il mistero dei guerrieri di Riace, l’ipotesi siciliana” ed è il nuovo libro di Anselmo Madeddu dedicato alla teoria storico-scientifica circa l’origine siracusana dei bronzi di Riace. Una suggestione che ha guadagnato, specie nell’ultimo anno, maggiore credito anche tra archeologi e studiosi. Insomma, dietro la straordinaria scoperta ad appena sei metri di profondità, in Calabria, si nasconderebbe invece una brutta storia di archeomafia. Un vero e proprio giallo che, però, inizia adesso a conoscere nuove risposte, prima mancanti.
Alcune fonti storiche (Diodoro Siculo, Polieno e Claudio Eliano) paiono già collocare i bronzi a Siracusa. Nella sua indagine, condotta con grande, Madeddu ha raccolto la testimonianza di alcuni pescatori di Brucoli su un traffico di reperti archeologici dalla Sicilia verso altri lidi. E così i Bronzi sarebbero arrivati sino a ridosso della coste calabrese, inabissati per essere poi recuperati. Forse spostati in fretta per evitare controlli e poi ritrovati a sorpresa negli anni 70 da un sub.
Già all’epoca sorprese la poca profondità, l’assenza di reti impigliate, il fatto che non ci fosse traccia dei resti della nave e il fatto che attorno non vi fosse altro vasellame o tracce di carico. Tutto molto strano per non creare sospetti.
Lo scorso anno, l’analisi condotta sulle terre di saldatura, con la collaborazione delle Università di Catania e Ferrara, ha portato alla scoperta di compatibilità pressochè totale con la provenienza siracusana.
I bronzi, costruiti a pezzi anatomici diversi forse ad Argo, sarebbero poi stati assemblati laddove erano esposti e dalla “potenza” dell’epoca che li aveva commissionati: Siracusa. Si tratterebbe, allora, di Gelone e dei suoi fratelli. Il libro di Anselmo Madeddu sarà presentato il 28 marzo, alle 18, nel salone del Santuario della Madonna delle Lacrime.
L’ipotesi che i Bronzi di Riace avessero avuto un’origine siciliana non è del tutto nuova. Tra i primi a sostenerlo ci fu il grande archeologo americano Robert Ross Holloway. Abbiamo raggiunto a New York la figlia, Anne, che in un ottimo italiano – frutto della passione archeologica del padre – mostra di non avere dubbi sull’origine siracusana dei bronzi di Riace.